mercoledì 30 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LAVORI NO, MA IL BILANCIO È SANO!


Don’t cry for me, my Burchietti… e poi una bellissima e magistrale voce di Madonna che, in toni languidi, consola il professor bilancio che piange per la cattiveria del mondo: da una parte i Quarratini che non vogliono ritirare le licenze e i permessi e, quindi, non scuciono; dall’altra la perfidia assoluta del Governo del Cavaliere che blocca altri fondi e che non permette alla Giunta di realizzare i lavori promessi.
E passi per la Ferruccia, laggiù, in mezzo alla pianura. Ma Montemagno? È un problema per l’assessore Burchietti, lui che, tagliati i fondi e cancellati i lavori, potrebbe anche alienarsi una bella fetta del proprio elettorato e trovarsela, come dire, stomacata da tanti stop and go, promesse e… spromesse.
Come battuta – sempre significativa, però – ce ne viene una sola: «Meno male che il Governo blocca i fondi e che non c’è trippa per i gatti! Altrimenti c’era il rischio che, con tutto il grasso che era stato previsto in bilancio (e cioè 1milione e 950mila euro di oneri di urbanizzazione), la Giunta potesse decidersi a spendere soltanto altri 2 o 300mila euro per qualche nuova amenità della Querciola». Ve le ricordate, a questo proposito, le dichiarazioni di Mazzanti? No? Andàtele a rivedere e resterete basiti: lì la Giunta ha speso, di suo – diceva il vice-Sabry –, solo 275mila euro. Solo!
Ma in fondo, come dice il professore, il bilancio è sano. Il Signor Burchietti si dimentica di dire che sono sempre sani i bilanci in cui non si spende una lira – pardon: un centesimo. La non-spesa è, in termini economici, la stessa sanità del bilancio. Lui non se lo ricorda come bagaglio dei suoi studi, ma nel 1918, all’uscita della prima guerra mondiale, l’Italia aveva un bilancio sanissimo. La gente andava in banca e diceva: «Cento lire dammele di carta, sennò in tasca mi pesano». Il Regno di Vittorio Emanuele III non spendeva una lira, ma godeva della parità carta-oro.
Oggi, con la Giunta di Quarrata, scimmiottando uno spot che va di moda in questi giorni, dovremmo dire che abbiamo raggiungo la parità carta-ovo: la carta è quella che ci mettono loro, cioè gli assessori, quando vanno in giro a far promesse d’aria (il Sindaco no, perché è sempre in meditazione trascendentale); l’ovo, invece, è quello mangiato da loro stessi in culo alla gallina ancor prima che essa l’abbia ricoperto della concretezza del guscio di carbonato di calcio – in chimica CaCO3.
La vita è buffa. Se i catto-com della Giunta Sabrì leggessero più Bibbia, saprebbero che non c’è nulla di nuovo sotto la luce del sole.
Infatti, come negli anni 20, anche in questo fine-settembre (quarratino) abbiamo la festa dell’uva, un bilancio sanissimo e... le toppe al culo.

Quarratino, il Comune sei tu:
quale Giunta ti può dare di più?

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martedì 29 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: PAESE DEI BAMBINI O DEI BUGIARDI?



Non l’hai mica capito è una famosa canzone di Vasco Rossi. Ma riferita alla nostra comunità, questa canzone dovrebbe dire così:

Tu non l’hai mica capito, Quarrata,
quanto in giro sei pigliata
da questa sorta di amministratori,
così superficiali come attori,
che ti ripetono da anni
di farti del bene e non fanno che danni
e che ti caricano solo di tasse
perché svuotato hanno le casse?


È ovvio, e di evidenza solare a tutti, come potrebbe continuare questa canzone.
Questa Giunta Sabrì seconda edizione non ha il becco di un quattrino e ha solo buchi e chiodi dappertutto, proprio come nell’acquedotto e nelle strade. Ad essa oggi, 29 settembre, Giancarlo Zampini dedica un riepilogo che suona quasi come un’enciclopedia delle bugie. Il paese dei bugiardi, allora Quarrata, più che il paese dei bambini, come ha cercato di accreditare un certo giornalismo dalla retorica facile, sostenuto da un Sindaco che sembrava fuoriuscito da un Va’ dove ti porta il cuore caramellato e strappalacrime.
«Non abbiamo quattrini» dice la Giunta.
E non ne avranno mai, diciamo noi, finché si buttano via tutte le risorse, si mangiano gli ovi in culo alle galline, si cerca di fare i ganzi con quel che non c’è o, come si diceva una volta, di fare le nozze coi fichisecchi per manie di grandeur.
Ieri sera, in consiglio, la Giunta ha mostrato di aver più crepe e rughe sul viso della strega cattiva di Biancaneve o dell’omìno di Nightmare. La Giunta aveva il fiato grosso; ha glissato sulle spese di quella scritta al neon che promette di illuminare di notte quel botro che dà l’inizio a via Boschetti e Campano. La Sabrina s’è arrampicata sugli specchi per dimostrare, a una opposizione criticissima e agguerrita, che la Fondazione del Paci (dato che essa sembra un tuttuno con lui) i 100mila euro «o li dava a noi per la Màgia o li stornava altrove».
Ma questo cosa cambia? È una ragione sufficiente per un’operazione sperperosa – e non virtuosa, come si dice oggi – di questo genere? E soprattutto, Quarratini, aspettiamoci una revisione della contabilità finale dei tubi-ferro-neon nel campo, perché quello che ci ha messo il nostro Comune, con le nostre tasse non basterà: ed è apparso chiaro dal dibattito.
E che Quarrata sia conosciuta nel mondo (quale? il boreale o l’australe?) per questa scritta del dispendio gratuito, che ci porta di buono? Verranno forse milioni di euro di commesse alle ditte quarratine solo perché la gente avrà saputo che per 3 mesi e 200 e passa milioni di lire c’è stata una scritta luminosa in uno sterpeto con il profetico messaggio Something happened? E le migliaia di persone previste e annunciate per questo evento galattico? Quattro gatti spelacchiati e niente più? Il tono è forte, forse. Ma lo è anche l’indignazione della gente per l’incapacità della Giunta di capire che non si può andare oltre una certa misura; che ogni pazienza ha un limite; che c’è anche la necessità di un comportamento dignitosamente consono alle idee che professano.
Siamo seri, gente! Quarrata non ha strade, non ha ponti, non ha vie, non ha fogne, non ha gasdotti, non ha acquedotti, non ha parcheggi decenti nelle varie frazioni e nei vari centri abitati minori, ma ha una scritta al neon che tutto il mondo conosce. Questo vi sembra un motivo di vanto o assomiglia piuttosto alla criticabile miseria provinciale di quelle famiglie che hanno le toppe ai pantaloni ma il Suv in garage?
Questa Giunta – lo ribadiamo e lo sottolineiamo con decisione e fermezza – è penosamente povera - di idee e di senso della misura, oltre che di soldi.
Pessima amministratrice; incapace di progettare e realizzare; spendacciona di parole; bugiarda quando dice che a Quarrata si vive bene e si costruiscono scuole per i pupattoli che nascono come mosche; mentitrice quando parla di sostegno alle famiglie (alle famiglie carica spese e balzelli sul groppone fin da sùbito e per un lungo futuro); dilapidatrice col Nazionale (che finalmente va a concorso ai privati a causa dei suoi 60mila euro di buco annuo – avete visto che le nostre critiche non erano delle semplici bischerate?); prodiga di risorse con la Magia e la Querciola (destinate a festicciole da parrocchia e sogni provinciali di gloria); pessima sotto ogni profilo, dunque, questa Giunta, dicevamo, è una Giunta di cartapesta, un gigante di argilla: base di pongo e plastilina, morbida e senza nerbo – come abbiamo scritto altre volte – che si identifica negli assessori; e su di essi poggia un vertice, la Signora Sindaco, forte, arrogante, irreperibile, muta come un dio babilonese, che si sorregge sui consigli di una segreteria politica da vero PCUS di veteromemoria.
Ecco il quanto:

Tu non l’hai mica capito, Quarrata,
quanto in giro sei pigliata…

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lunedì 28 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: BRAVO CIS, FUNZIONI BENE!


Un cittadino si premura di segnalarci che da 5 o 6 giorni, nei pressi di casa sua, accanto al bidone della spazzatura, c’è quel bel sacchetto che ognuno può vedere.
Ci chiede – se lo riteniamo opportuno – di mettere la foto sul blog: e noi, pure a costo di essere ripetitivi e di stare sul gozzo a qualche lettore di buone speranze, lo facciamo volentieri, perché le bastonate sulle nocche di chi dovrebbe assicurarci i servizi, di chi ce li fa pagare e non li svolge, non sono mai troppe.
E non si venga a dire che passiamo da questioni di massima rilevanza (i problemi delle diossine e dell’inceneritore di Montale) a questioni minime come quella di un sacco di spazzatura accanto a un bidone. Una volta a Quarrata c’era un barbiere che gettava i fogli della Nazione nella caldaia del riscaldamento e diceva: tutto fa.
Perché tutto fa. Non c’è un più grande e un più piccolo, perché anche in questo caso – come nella legalità che tanto piace alla Signora Sindaco – non si può servirsi, come dentifricio, di un convegno sul rispetto delle leggi e del concetto di partecipazione e poi non rispondere al cittadino che presenta una istanza; o non si può far dire a un comandante della Polizia Municipale che le multe con l’autovelox non sono repressive, ma preventive e poi, quando l’ufficio vigili viene bacchettato dal Giudice di Pace perché ha nascosto l’autovelox in una Pandina anonima e senza segnalazione alcuna, fare finta di non vedere e non esigere, da chi ha sbagliato, alcuna sorta di riparazione – come appunto i signori vigili fanno per… salvare le nostre anime. O no?
I nostri lettori, però, stiano tranquilli: sui massimi sistemi torneremo presto – anche se siamo certi che non otterremo risposta alcuna, in ossequio alla lunga tradizione dei bifolchi silenzi della nostra provvidenziale prima cittadina Signora Sabrina.

PS: “bifolchi silenzi” perché chiedere è lecito, rispondere è cortesia.

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domenica 27 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: TROPPI SILENZI SU TUTTO


Nel nostro post del 22 settembre scorso – Dormire tra due guanciali? E come? – lo dicevamo che non ci fidavamo delle belle vittorie della Provincia contro i comitati anti inceneritore di Montale: avanzavamo l’ipotesi che il TAR si fosse arrogato diritti e presi spazi non di sua competenza entrando nel merito e non attenendosi, come suo precipuo dovere, alla legittimità; dubitavamo della credibilità di chi diceva (leggi Claudio Coppi) che l’inquinamento delle matrici vegetali non era grave e comunque non era riconducibile all’inceneritore, dato che si diceva anche che i risultati dello studio sui licheni si sarebbero conosciuti in maniera approfondita solo il prossimo anno, cioè nel 2010 – come dire che si ritirano le analisi del sangue e il medico ti dice: «Questi sono i valori che devi riferire al tuo medico di base, ma io le prove di laboratorio te le faccio solo mercoledì prossimo».
Ci vuole coraggio a parlare così. E ci vuole coraggio anche a scrivere un commento al post come quello dell’anonimo – ovviamente di sinistra ottusa – che ci ha accusato di non essere bravi e colti come la Fratoni-Deneuve: Non è uno scienziato (scriveva il genio della lampada della Federica), ma ha una laurea in economia ed un master post-laurea. E TE?
Senza niente togliere alla Presidentessa-manager del domani è qui (dove, a Montale?), anche Francis, il mulo parlante (di Arthur Lubin, 1950) può laurearsi nelle nostre università; e un master(card) è perlopiù un buono-acquisto (per chi non lo sapesse queste ‘furberie’ costano l’ira di Dio e sono a carico di chi le segue dopo averle comprate) che non può non andare a buon fine: ma la guerra che tutti – sinistre comprese – fanno all’idea dell’abolizione del valore legale del titolo di studio, è indice sufficiente della mafiosità del pezzo di carta, del diploma che finisce col garantire baronìe-baronati universitari al 99% di sinistra nell’Italia PCI-verso-i-DS nata dalle ceneri 68ine che hanno aperto le stalle, richiudendone le porte soltanto quando i buoi se ne erano andati tutti a fare le vacanze da VIP di sinistra, come Massimo D’Alema, che – guarda caso per l’anonimo genio difensore della Federica – è un genio comunque anche se non è mai riuscito a finire la Scuola Normale Superiore di Pisa, in cui era riuscito a intrufolarsi, e non si è nemmeno mai laureato: è un somaro senza diritto di parola per questo motivo? Eppure qualche anno fa ha tenuto anche una lectio magistralis di altissima politica estera all’Università per Stranieri di Perugia, caro il nostro bamboccione-filofratone! Complimenti a chi ci crede in queste scemenze! E ringrazi il cielo quando un chirurgo somaro gli lascia un paio di pinze in corpo dopo un’appendicectomia.
Qui vogliamo ribadire la nostra posizione, insospettabile perché già espressa il 22 settembre, e in perfetta linea con i comitati che ieri, 28 settembre, sulla Sala, a Pistoia, hanno polemicamente e meravigliosamente offerto alla gente la verdura salubre dell’inceneritore di Montale: siamo anche noi d’accordo con la posizione del neosindaco Scatragli e il 22 settembre scrivevamo «Il nostro punto di vista è che la salute va tutelata e su questo indirizzo siamo stati e siamo ancora d’accordo per le soluzioni oggi prospettate da Scatragli, quali la raccolta differenziata e quanto ne consegue»: incenerimento a freddo e riciclo stile-Vedelago di Treviso.
Sindaci prima – Razzoli, Magnanensi, S.S. Gori – e Fratoni poi, altro non hanno fatto che differire e nascondere, sedare e sopire: e per quest’opera di anestetizzazione non c’è laurea che tenga, né master(card), né altra diavoleria dal valore legale, cari sostenitori degli empi che nascondono la verità.
Le sinistre devono fare parecchia autocritica: non possono appoggiare la CGIL che, dopo AnnoZero, il 3 ottobre prossimo chiama i fedeli a raccolta per portarli a Roma a difendere la libertà di informazione e l’articolo 21 della Costituzione, quando i massimi vertici ed esponenti dei partiti che gravitano nel sindacato e vi ricadono come i metalli pesanti, le diossine e i furani dell’inceneritore di Montale, di trasparente non hanno nemmeno le lenti degli occhiali, politicamente oscurate e fumées per non dover vedere la verità e la libertà.
E per essere ancor più espliciti, Provincia e Sindaci vanno bacchettati. E in primo luogo – data la nostra dislocazione geografica – la signora Sabrina che, pur medico di base, pur pronta a dichiarare con un triplo salto mortale senza rete, ai superficiali inviati di Repubblica e del TG5.com, che Quarrata è un posto in cui si vive bene e che a Quarrata si prepara il nido ideale ai bambini che nascono come mosche, si dimentica sempre (potrebbe fare una cura all’Acutil Fosforo e alla Memoserina…?) di aggiungere che, su queste culle infiocchettate di rosa e di azzurro, ricadono:
  1. metalli pesanti
  2. diossine
  3. smog degli Olmi
  4. merda dei depuratori che non ci sono o non funzionano
  5. liquami delle fogne a cielo aperto
  6. debiti di milioni di euro che nasceranno e cresceranno – non in virtù e saggezza, ma in interessi bancari – dalla Màgia e dalla ridicolezza della Querciola
e, cosa che è la peggiore,
  • quella massa di menzogne politico-amministrative che il S(anto) S(indaco) Gori spara di continuo su una popolazione innocente, inerme e innocua, come quei tedeschi cattivi che, nei film di un tempo, si vedevano sparare compiaciuti sui feriti di un convoglio della Croce Rossa.
Anche questi silenzi, queste omertà, queste reticenze di Razzoli, di Magnanensi, del CIS, della Fratoni, della Sabrina, medico-sindaco-suora-dei-nidi-di-infanzia, sono crimini contro l’umanità.


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sabato 26 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: COME SAN PIETROBURGO…


Senza parole.

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UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: COME SULLA PIAZZA ROSSA


Senza parole (se ne sono dette anche troppe).

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venerdì 25 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA CRISI STA PER FINIRE


Senza parole...

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giovedì 24 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: ACQUEDOTTO COLABRODO


Credevo fosse acquedotto e invece era un colabrodo: potrebbe essere ribattezzato così un famoso film da dedicare all’acquedotto di Quarrata.
Daniele Manetti, del Comitato di Olmi – attivissimo da anni su problemi di varia natura, ma sempre inascoltato dall’Olimpo comunale e dalla cupola di Publiacqua – e Massimo Gori, portavoce di Cittadinanza attiva, hanno incontrato Sindaco e Vicesindaco per esporre i vari problemi di questo tracciato a buchi.
Pensando bene a come si comporta la pubblica amministrazione, occorre dire che nel nostro Paese ci sono dei santi, che vivono una vita intera di pazienza e di perseveranza, e dei dannati che non potranno salvarsi mai e che, giustamente, dovrebbero meritarsi l’inferno, se esistesse ciò in cui dicono di credere.
Ecco l’esempio vivente di quello che diciamo nelle considerazioni e nel racconto di Giancarlo Zampini: di qua due martiri nell’arena dell’anfiteatro, e di là i loro finti ascoltatori che recitano la parte dei democratici partecipati & ispirati.
Più che finti non possiamo definirli, dal momento che è immaginabile cosa sia stato risposto a questi due benemeriti della collettività: non abbiamo quattrini, non abbiamo risorse, ce le hanno bruciate tutte, il governo è cattivo, il Cavaliere è incompatibile, la cosa dipende da Publiacqua e dai… Fagioli, prenderemo seriamente in considerazione la questione, ci risentiremo tra ics giorni, per ora occorre avere pazienza poi vedremo se riusciremo a incassare un po’ di baiocchi dalle licenze che nessuno ritira… – e altre decine di stupide bugie di questo genere. La solfa è stranota.
Di meglio, davvero, non si può fare né ottenere.
L’unico pensiero di questa Giunta, infatti, a cominciare dal Sindaco, è quello di incipriarsi la faccia e darsi il cerone o per parlare 15 secondi alle TV del Cavaliere incompatibile o per ricevere le medagline del Presidente della Repubblica per gli alti meriti di aver portato a Quarrata, alla Màgia, gli artisti più grandi del mondo a modiche cifre che variano dai 50mila ai 100mila euro a botta.
Queste sì che sono cose importanti, mica far bere alla gente acqua pulita! Che discorsi sono!
Come si fa a non capirlo, gente, che a questi signori interessano solo le cose che interessano a loro?
E i bisogni del popolo? Fanculo il popolo! Oh, sia chiaro: è una citazione da un fil di Mel Brooks, La pazza storia del mondo, 1981: non è un’espressione rozza, becera e volgare di quelle che non piacciono ai DS – che però prima hanno sempre molto gradito l’Inno del corpo sciolto di Benigni, un inno ecologista e appropriato a certi campioni di logorrea (se non di diarrea…).

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UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: CITTÀ DI CELLULOIDE



Sembra di vivere in una pellicola, una città di celluloide – fatta solo di apparenze e di nessuna sostanza. Sì, siamo a Cartoonia, non a Quarrata. Manca solo Jessica la rossa e Roger Rabbit. Gli altri personaggi ci sono tutti. O quasi.
Questa è la perfetta vanità del mondo: è lo sputo in faccia alla miseria, alla povertà, ai bisogni della gente, al difficile momento di crisi che stiamo passando con indicibile lentezza.
Ed ecco che gli Studios buttano più di 200milioni delle vecchie lire in un’opera d’arte senz’arte né parte. 200 milioni da qui al 20 dicembre: tre mesi di lussuria fumati così.
«Ma i soldi sono della Fondazione Cassa di Risparmio», dice la Giunta, che prende perfino una medaglia – ma tutti lo sanno: non si rifiutano mai né un cavalierato né una sigaretta (e neppure una medaglia di quelle che vengono stampate come una volta per le feste religiose di quando eravamo piccini: come dicono a Milano, roba di tolla, latta).
È uguale se sono soldi della Fondazione. Sono sempre soldi della gente – e in momenti come questi tutti, Fondazioni comprese, dovrebbero aiutare la ripresa e davvero fare e svolgere la loro parte con un ruolo più appropriato e responsabile.
Ah già, dimenticavamo… Poi la Sabrina convincerà la Caripit a sganciare mutui a tassi stracciati alle aziende in crisi.
Città di carta e di celluloide questa Quarrata. E Giunta di celluloide. Da telenovela, da soap opera. Ma su questo parleremo in séguito…

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martedì 22 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: DORMIRE TRA DUE GUANCIALI? E COME?


Nessuna sospensione del giudizio sulle vicende dell’inceneritore di Montale. E non possiamo neppure dormire tra due guanciali, specie oggi – 22 settembre – dopo la notizia delle decisioni del TAR.
Ci limitiamo semplicemente a riportare alcuni stralci di cronaca e a soffermarci su alcune affermazioni che ci sembrano particolarmente illuminanti.
La prima è la dichiarazione della Presidente della Provincia al Tirreno: «Mi preme sottolineare che le motivazioni della sentenza pubblicata il 24 agosto – dice Federica Fratoni, presidente della Provincia – non si riferiscono a vizi formali, come avviene spesso in casi simili, ma entrano nel merito dei 17 punti contestati, smontandoli uno per uno. Questo è significativo del fatto che gli enti interessati alla gestione dell’inceneritore e quelli preposti al controllo, hanno lavorato nella piena correttezza».
L’aspetto inquietante di questa dichiarazione – se tale è stata nella sua integralità – è indicativo: una volta il TAR si occupava della legittimità: e del merito anche, ma esso veniva considerato solo dalla parte degli enti pubblici e non contro la parte dei cittadini che intendevano ricorrere contro l’agire di una amministrazione ritenuta colpevole di non aver rispettato gli interessi legittimi delle popolazioni soggette. Ora sentir dire che le motivazioni del TAR entrano nel merito dei 17 punti contestati, smontandoli uno per uno è come sentirsi rispondere, almeno sotto l’aspetto formale, che giustizia non è stata fatta.
D’altronde non c’è da aspettarsi granché da una organizzazione giudiziaria considerata da molti antiquata e medievale: e il giudizio che dava della nostra Giustizia il New York Times nella scorsa primavera, quando parlava di Amanda Knox e del processo di Perugia, era proprio questo: medievale.
Le motivazioni della nascita del TAR poggiarono proprio sopra il plinto della difesa oltranzista della Pubblica Amministrazione contro i cittadini in nome di un superiore interesse comune: se ce n’è uno più importante della salute, ditelo voi. E anche se qualcuno – pure tra i nostri lettori – storcerà la bocca additando le nostre incoerenze, non ci importa che pensi che non abbiamo mai alzato la voce per chiedere verifiche sull’inceneritore: ribadiamo qui che la pensavamo anche allora come ora, ma siamo stati sempre tenuti all’oscuro dei blocchi, degli sforamenti e delle problematiche gestite ogni volta con la monoliticità dalle sinistre. Il nostro punto di vista è che la salute va tutelata e su questo indirizzo siamo stati e siamo ancora d’accordo per le soluzioni oggi prospettate da Scatragli, quali la raccolta differenziata e quanto ne consegue.
L’altra considerazione sulla vicenda-inceneritore discende dalla conclusione del servizio riportato dal Tirreno: Diossine, Pcb, polli, acqua e licheni. La situazione dei controlli, sia tecnico-amministrativi, sui quantitativi trattati e sulle emissioni, è stata presentata da Claudio Coppi dell’Arpat e Roberto Biagini del servizio igiene dell’Asl. In particolare, Coppi ha fatto presente che le analisi sulla presenza diffusa di diossine e furani, non può essere fatta risalire al solo inceneritore. Anche la presenza del Pcb è stata evidenziata anche su campioni (polli) a grande distanza dall’inceneritore, come il Melo di Cutigliano, in misura simile a quella dell’area montalese. Nessun problema presentano le analisi sull’acqua e sulle matrici vegetali, anche se i risultati dello studio sui licheni si conosceranno in maniera approfondita solo il prossimo anno.
Il fatto che i polli del Melo siano inquinati come quelli di Montale cosa significa esattamente? Vorremmo sapere qualcosa di più, ma soprattutto di più scientificamente attendibile. Non potrebbero aver mangiato mangimi inquinati? E su quanti campioni sono state eseguite le analisi? O i fumi non potrebbero essere saliti in atmosfera ed essere stati scaricati sulle montagne? Se si va avanti ad ipotesi, non possono essere giuste ed esatte solo quelle della Provincia, del CIS e dell’Arpat.
La questione non è per niente chiara. Come chiara e illogica è questa frase: Nessun problema presentano le analisi sull’acqua e sulle matrici vegetali, anche se i risultati dello studio sui licheni si conosceranno in maniera approfondita solo il prossimo anno. Non prendiamoci in giro: come si può sostenere che non ci sono problemi sulle matrici vegetali, se i risultati dello studio sui licheni si conosceranno in maniera approfondita solo il prossimo anno?
Un’affermazione di questo genere farebbe rivoltare lo stomaco a qualunque serio uomo di scienza. Ma certo a dirlo non è uno scienziato…

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UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: IL PRODE SER BURCHIÉTTOLO


L’Assessore alle finanze, che riceveva le news del nostro blog, irritato, ci ha chiesto di cancellarlo dalla mailing list.
Lo abbiamo fatto, ma il dèmone di Pasquino s’è un po’ risentito – e ha iniziato a cantare a onor della voglia di ascolto di Franco.
Ecco il poema:


Il prode Ser Burchiéttolo,
Sessor delle (s)Finanze,
disceso col carrettolo,
si chiude nelle stanze:

apre posta elettronica
e trova, ahilui, ’sto blog:
non è posta canonica,
la prende come smog.

E pur se fa il Sessore
e deve èsse ’nformato,
gli prende un gran bollore:
non vòle èsse scocciato,

perché rompe i corbelli
trovare, ogni mattina,
degli òvi freschi e belli,
scritti in maniera fina,

che limano, ogni giorno,
la Sabrina e la Giunta:
a lui non frega un corno;
a lui gliel’hanno smunta

la pazienza che, invece,
dovrebbe avere quale
Sessor – lui nella pece
sembra bollir mortale.

E ‘cancellami’, scrive:
vuol essere cancellato
– non ama aver le pive
nel sacco suo svuotato

di quattrini e quattrini
sperperati per niente:
vorrebbe i sorrisini
soltanto dalla gente.

Burchiéttolo, non piangere:
ti abbiamo cancellato.
Nessun ti vuole infrangere,
nessuno t’ha ingiuriato.

S’è detto solamente
quel che pensiam di voi:
giudicherà la gente,
quella che verrà poi.

Ma tu, per non volere
sapere che esistiamo,
dai proprio a divedere
in che Comune siamo…

Complimenti a Ser Burchiéttolo,
che discende col carrettolo
ogni dì da Montemagno,
sempre pronto a darsi al lagno,

a indignarsi e a non volere
né sentire né sapere
cosa pensa, ai quattro venti,
questa schiera di scontenti.

È davvero un democratico,
un Sessore ben simpàtico:
cancellato sempre sia
con la sua gran compagnia

di Sessori sordi e muti,
a cui noi porgiam saluti
– noi che rispettar sappiamo
ogni figlio d’Eva e Adamo!


Pasquino da Tizzana

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lunedì 21 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: CONTROLLO UN TUBO!


È proprio necessario spiegare il significato del titolo di questo post? Crediamo che possa bastare che si legga l’articolo della Nazione di stamattina 21 settembre.
Si torna a insistere sul fatto che la Provincia metterà nuove centraline per i rilevamenti atmosferici. Da ogni parte tranne che a Olmi, dove, nonostante le ripetute richieste – il comitato guidato da Daniele Manetti insiste da un secolo – nessuno ascolta. Manetti è, sotto questo profilo, una specie di profeta; è la voce di colui che grida nel deserto.
E che il deserto sia rappresentato da populisti e DS, che sbandierano la loro fede indefessa nei valori della difesa degli interessi delle masse, è particolare a dir poco raccapricciante: se fare gli interessi del popolo è questo, se servire il popolo è non ascoltarlo mai, non rispondere mai, non dire mai una parola né prendere un impegno con serietà e piena moralità, vorremmo sapere, dalle giunte di sinistra e dalla neopresidente della Provincia, che ha promesso il futuro a portata di mano, cos’è la morale – o se invece la morale, secondo la visione machiavelliana, debba comunque essere disgiunta dalla politica, fino a ignorare la gente ed anche i propri elettori (vogliamo dire anche quelli di sinistra).
Anche il Sindaco di Quarrata si scalmana poco per dare concrete risposte ai suoi concittadini. È più facile vederlo dire, a TG5.com che Quarrata è un posto in cui si vive bene: ma se la Sabrina volesse essere del tutto onesta, come richiede la sua ascendenza cattolica e la sua fede margherito-DS, dovrebbe invitare il TG5.com a fare un servizio anche sull’incrocio degli Olmi. E lì, dinanzi agli obiettivi delle telecamere dannate del maledetto Cavaliere, dovrebbe fare atto di contrizione e pentimento, cospargersi la testa di ceneri e polveri fini e mostrare in diretta come si vive bene a Quarrata, specie sotto le direttive di questa Giunta forte – fin quasi ad essere democratura – al vertice, ma debolissima alla base, dove gli assessori (lo si capisce da piccoli particolari, come silenzi, sorrisi, interventi sul nulla) non contano un bel tubo.
Ma è la Giunta della partecipazione. questa della Sabrina zweiter Teil, parte seconda. E in parte è vero: perché essa non sarà partecipazione della gente alle scelte prioritarie, ma è senz’altro partecipazione della Giunta alle aziende partecipate come il CIS e Publiacqua – macchine da quattrini ad ogni costo.
Una volta i comunisti odiavano i padroni. Poi sono diventati padroni loro: e s’è fatto il silenzio.
Meditate gente, meditate! Ma questa birra non sembra tanto democratica…

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domenica 20 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LASSÚ NESSUNO CI AMA


È domenica pomeriggio e ci viene fatto di rileggere un riquadro comparso il 17 settembre scorso su La Nazione. Ed eccolo nell’immagine a corredo di questa nota.
È splendido vedere come, anche fra color che sono destinati a morire – una sorta di morituri da film Il gladiatore, che tante lacrime ha strappato alle platee con le sue fantasticate fandonie… – c’è chi strilla al lupo (cittadini preoccupati e irritati) e c’è chi, con aria rassicurante (saranno le cataste di euro che beccano?) e con voce calma e suadente s’affretta a dire che… beh, sì… c’è un inquinamento bestia, ma non c’è prova che sia proprio questo a far aumentare le incidenze dei tumori nella piana.
Anche qui ci vuole coraggio ed aver messo da un pezzo il culo alla finestra, perché venirsene fuori con queste belle trovate rientra di per sé in comportamenti da romano filius Matris ignotae.
Scarafuggi lo fa, ma dimentica che anche lui, in quanto uomo e mortale e stante a Pistoia, respira, nolente o volente, gli effluvi e gli aromi dell’inceneritore montalese. Li respira anche Razzoli l’ecologista. Ma anche lo fanno la BiancaSabry e il MagnanenZi: pure loro, dunque, sono soggetti ai rischi degli altri, nonostante i baiocchi che scivolano nelle loro tasche di amministratori dediti al bene del popolo.
Il sillogismo aristotelico è ineccepibile e ce lo potrebbe spiegare meravigliosamente bene e con dovizia di argomentazioni il Vincenzino Mauro, anch’egli coinvolto in questi sudiciai in quanto assessore allo sviluppo compatibile (ma con che? Con un bel canchero?).
Eccolo il sillogismo; tre frasi che accreditano una tesi che torna comoda a chi parla:
  1. l’inceneritore sputa diossine & altro;
  2. le diossine non si presentano in Procura a dire che a far fuori la gente della piana sono loro;
  3. l’inceneritore è innocente e scriminato, casto e puro come un’essenza di bergamotto.
Però… C’è sempre un però: se questi sindaci, questi assessori, questi manager Scara(s)fuggenti ci vedono con una sigaretta in mano, allora il discorso cambia. Diventano delle bestie feroci e ci vogliono salvare la vita a tutti i costi.
Bravi! Sono dei veri ecologisti, guarda. Specie quando si chiede loro di farci vedere documenti, verbali, analisi in nome della trasparenza e della partecipazione.
Ah già… Si dimenticava di dire che questi signori ecologisti, così fitti a sinistra, sono anche gli stessi che hanno fatto una discarica all’ingresso dell’autostrada Firenze-Mare (una discarica che d’estate è un vero camposanto di insepolti, tant’è il puzzo e il lezzo; una specie di Geenna evangelico-biblica), ma che alla fine si salvano facendo le feste DS dell’aria pulita e che vengono aiutati a stare a galla anche dai bravi cattolici che, proprio domani, 21 settembre, dibatteranno serenamente su temi come i «valori che devono alimentare la politica, il ruolo e l’importanza dell’esperienza religiosa nella società contemporanea, la scelta fondamentale della laicità, le comuni radici tra cultura laica ed esperienza religiosa» (si cita dalla Nazione di oggi, 20 settembre, dove si legge che il Centro Donati e Giancarlo Niccolai promuovono questo rendez-vous filo-diossino/diessino con la presenza del grande Vannino in persona; quello che piglia il Tapiro per aver offeso una donna in diretta TV in nome della sua incrollabile fede nelle pari opportunità.
Anche la comunione di radici tra cultura laica e religiosa è un bel sillogismo ad hoc, non c’è che dire.
Ed è per questo, forse, che lassù nessuno ci ama.

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sabato 19 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: UOMINI SENZA FACCIA


Esistono anche questi: gli uomini senza faccia.
Non ne hanno quando si mettono in corsa per raggiungere i loro obiettivi, e non ne hanno neppure quando, con uno scrollone, o con un vero e proprio calcio in culo, vengo buttati fuori dai loro uffici e rimandati da dove erano partiti. Poco dopo – purtroppo e specie se sono DS – il loro beneamato partito li ricicla su qualche poltrona di prestigio.
Per Razzoli, Sindaco delle diossine, forse questa strada di riciclo è un po’ in salita – ma ci sarebbe da scommettere che prima o poi anche per lui, come per Napoleone, scenderà una valida man dal cielo e in più spirabil aere (senza polveri sottili) lo trasporterà. Per chi non capisse, la citazione è da Manzoni – che i catto-com di oggi non leggono più, mentre Gramsci lo leggeva eccome; e molto attentamente durante i giorni del suo carcere.
Ecco: da un lato è facile sparare addosso a questi inquinatori istituzionali (Razzoli come del resto la nostra compatriota Sabrina e il vicino Paolo MagnanenZi – fa più trendy e Pistoia –, noto anche per i suoi exploit da cantautore-bassista), ma dall’altro bisogna dire che sono davvero dei maghi della spazzatura; che davvero tengono il primato nel… riciclaggio di se stessi.
MagnanenZi ha battuto tutti sulla volata, diventando assessore in Provincia; ma poi toccherà anche agli altri.
Le grandi manovre sono già iniziate e Razzoli, come vedete, si arrampica sugli specchi come le mosche. Certi politici oltre che avere il pelo sullo stomaco, lo hanno anche sulla lingua – infatti non dicono mai quello che pensano davvero – e sulle dita, per potere arrampicarsi, appunto, sui vetri come le mosche.
Forse Razzoli più che fare le domande che fa, dovrebbe rispondere a quelle alle quali non ha mai risposto insieme agli altri suoi compagni – di partito o… di colazioni sull’erba, ovviamente inquinata dalle diossine (ma forse meglio disossine) che però non hanno la griffe «sono una di(s)ossina del CIS di Montale, figlia di Razzol-SSG-Magny».
E intanto è stato buttato via un milione e 200mila euro in un maldestro intervento di facciata dei DS e del CIS (vedi la lettera di Rosanna Crocini su La Nazione).
Sì, Razzoli è proprio il bue che dà di cornuto all’asino: accusa Scatragli di fare di Montale la pattumiera dell’area della piana quando, in tutto il tempo in cui lui ha poggiato il suo preterito sulla poltrona di sindaco, ha fatto di tutto per nascondere di tutto e di più, e per coprire la sua amata terra di polveri lievi e sudiciumi d’alta qualità.
Certa gente ha un coraggio da leone.
O forse no. Non ha semplicemente faccia ed è abituata a mettere, come si dice, il culo alla finestra – anche se rischia di essere riconosciuta subito dai tratti somatici più evidenti…
Grande Razzoli!
Ma grandi anche la Sabry e il MagnanenZi, no?

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venerdì 18 settembre 2009

AFGHANISTAN


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UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: OLMI, AFFOGATI PURE!


Con una mossa un po’ tardiva La Nazione proponeva, oggi 18 settembre – a distanza di vari giorni da un comunicato di oppressi in rivolta – il noto problema dell’incrocio degli Olmi, assassinato da anni da un traffico oppressivo-ossessivo e, se pur monitorato da un solerte e attivo comitato e da Legambiente, mai preso assolutamente in considerazione né dalla Provincia, né dal Comune di Quarrata; leggi BiancaSabry, Mazzanti e Mauro, che pure sono una punta avanzata nel cosiddetto mondo della partecipazione dei cittadini alle scelte politiche: i milioni buttati via dalla Regione per un regolamento di 13 articoli o giù di lì, però, SSG8 li ha spesi, o almeno li ha erogati a una di quelle cooperative o aggeggi simili che vivono letteralmente degli sprechi seminati sul mondo dal signor Fragai, a.r. (non avviso di ricevimento, ma assessore regionale) alla democratura di sinistra.
Per la cronaca si ricorda che il termine democratura è stato coniato e introdotto dal palco degli oratori alla fine della marcia della pace-legalità o chissà cos’altro, di recente svoltasi fra Agliana e Quarrata: e democratura (termine davvero tanto brutto da far rizzare il pelo sulla schiena a un rottweiler) descrive meravigliosamente il modus operandi, cioè il comportamento, della Giunta Sabriniana: di fuori una sacher democratica e di dentro una squisita dittatura, dato che l’ispirata/illuminata non risponde mai e a nessuno – e se lo fa, lo fa o da un pulpito di carta o da una TV (o TVL o TG5.com) sostenendo piamente che Quarrata è un posto in cui si vive bene, verità di certo adatta a lei che fa quel che vuole e mette tutto e tutti a tacere con l’aiuto della sua Giunta debole e delle sue guardie del corpo, quello stuolo di segretarie-addette alla salvaguardia della sua augusta persona (quasi delle immortali di quelle che potevano difendere l’imperatore persiano Dario quando tentò di invadere l’Europa) guidate & dirette da un commissario politico del PCUS (pardon: del democraturico PD).
Riprendendo: in questa Repubblica di Democratura, gli abitanti degli Olmi contano quanto il 2 di briscola. E se anche si rivolgono alla Provincia, l’ultrademocratica Fratoni si gira dall’altra parte e pensa di più a Montecatini: le polveri le va a far misurare nella città termale, non certo a Quarrata, dove, pur non volendo la Giunta che essa sia una città-dormitorio, la città del mobile è proprio e solo questo – anche perché Sabry e i suoi 7 non perdono battuta per fumarsi i quattrini in investimenti da alta finanza, e lasciare così la città e le sue frazioni
  1. senza acqua
  2. senza gas
  3. senza fogne
  4. senza depuratori
  5. senza punti luce in strade da brivido (vedi via di Mezzo, per esempio)
  6. senza parcheggi per chi non ne ha
ma con una Querciola che finisce per spingerci a pensare alla famosa battuta salute e ghiande! Una Querciola che è la più bella e la più grande del mondo – e un territorio collinare, che spesso si sente definire bello, dove la giunta lascia cementificare intere pendìci (ma su questo torneremo in un altro momento da questa stessa umile colonna, sempre per certificare la democraturicità della tuttasanta Sabrina).
Manetti e gli Olmi scàlpitano? E la Sabrina si dà alla macchia, fa il Totò Riina latitante, è una struttura assente (anche perché, c’è da chiedersi: ma in Provincia la considerano o la snobbano? Si fidano di lei, o la guardano come un alieno in un mondo di soli DS su Marte?).
Per chi non avesse ben capito l’antifona, mentre gli Olmi affogano di Pm10, la Provincia spende milioni e piazza centraline a Montecatini: gli Olmi possono tranquillamente affogare.
Scettici? Cliccate su questo link e leggete: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=1008&mod=greentoscana .
Bella la democratura della Sabrina. E complimenti anche alla signora Fratoni col suo domani in arrivo e l’inconfondibile stile da sorridente Iris Blond!

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giovedì 17 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: TRUE LIES, BUGIE VERE


Poche cose, poche righe, poche parole. I fatti, a volte, sono il miglior commento di se stessi. Le bugie anche.
Ecco qua la triade-tetrarchica che regola la vita della nostra provincia e della gente delle nostre terre: gli illuminati che garantiscono il benessere delle popolazioni amministrate.
Sono loro che partecipano al CIS e all’inceneritore. Sono loro gli uomini cui dovrebbe stare a cuore la salute e il diritto alla vita dei loro soggetti – che non sono soltanto i cittadini della piana, ma anche quelli del Pratese e della stessa area di Pistoia, visto che l’aria gira da sé per tutto il mondo.
A fianco dei tre sindaci delle diossine (due dei quali oggi solo ex o perché inaspettatamente battuti o perché avevano già fatto due mandati e forse anche qualche danno di troppo…) oggi sorride la nuova Presidente della Provincia, che si è presentata con l’intrigante motto Domani è qui. Ma se il domani è quello dell’aria e del suolo inquinato, sarebbe stato forse meglio restare allo ieri o ierilaltro.
Questi uomini li vogliamo proporre come Santi subito! Un onore che spetta loro senz’altro. Sono stati e continuano ad essere talmente bravi, legalitari, trasparenti, da meritare di schizzare a piè pari nella santità, saltando il passaggio intermedio della beatitudine: quella il partito l’ha già data a Magnanensi (perché non MagnaNancy, con un pizzico di ironia?) laureandolo Assessore Provinciale in quanto meritevole: prima di aver fatto gioire la gente con le sue canzoni e la sua chitarra-basso; poi di aver diretto ad hoc la vita dei ligi aglianesi. Agli altri due, invece, prima o poi la darà, trovando a Razzoli un posto da chissaccòsa in chissqquàle azienda per le valenti scelte della Smilea e dell’inceneritore; e a SSG8, magari, un posto all’Usl.
Ma auguriamoci che la beneamata – che al TG5.com ha definito Quarrata un posto in cui si vive bene – non abbia il potere di spendere e spandere, altrimenti… poveri noi con i suoi buchi nell’acqua; e povero, anche, il contestatissimo Scarafuggi.
Evvai!

PS

Quanto a true lies, dobbiamo correggere una nostra svista. Le scuole che BiancaSabry sta costruendo (???) a Quarrata, come detto sempre al TG5.com, non si trovano in uno stanzone dismesso da cartongessare (lèggasi: adattare con divisori in cartongesso) nella zona della rotonda di via Folonica-San Lorenzo, ma – come sempre – nel cosiddetto chiuso di Nencino.
Ci perdonino i nostri lettori: se sbaglia il prete dall’altare…


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mercoledì 16 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: UNA GIUNTA DI VEGGENTI


Ecco un’altra perla dell’amministrazione comunale di Quarrata.
Nonostante le domande inoltrate, a causa della crisi economica, molti dei cittadini che avevano chiesto una licenza edilizia, non l’hanno ancora ritirata.
Così la Giunta – lo avevamo già detto in un altro dei nostri post – si è mangiata anche questo ovo in culo alla gallina e ora è pronta a piagnucolare e invita la gente a ritirare le carte, dietro una promessa di rateazione dei diritti da versare. Ed è un peccato che il Comune non possa lanciare l’idea di una tombola, di un gratta-e-vinci, di un mini enalotto o di un accatto generale sul territorio per mettere una pezza sul fondo dei suoi pantaloni lisi e sdrucìti.
Gaggioli piange. Indossa le vesti del pezzente. Si mette in dosso il vil cilicio. Lacrima invitando a ritirare le autorizzazioni perché… le «minori entrate significano minori interventi in opere pubbliche rispetto a quelli previsti»: il famigerato ovo sta tutto qui.
Anche da questo, crediamo, si vede l’estrema perizia della Giunta quarratina nel delineare i bilanci di previsione e nel decidere il futuro della città.
Se tanto ci dà tanto, proviamo a immaginare per un attimo cosa possano significare le previsioni e le stime di Mazzanti riguardo alle presenze presso la Querrciola “d’oro” e il museo della Casa di Zela. C’è da aspettarsi, alla fine, il vuoto pneumatico? E chi dormirà nei candidi 15 lettini della struttura recettiva?
È vero; questa è proprio una Giunta di veggenti con il binocolo rovesciato: qualsiasi cosa guardino, si allontana – e di concreto e sostanziale restano solo spese su spese, debiti su debiti, e rinunce su rinunce in relazione a opere assolutamente necessarie.
Fosse mai risultato giusto un programma quinquennale di sovietica memoria! Sono stati 70 anni di buchi nell’acqua, quelli della grande Mamma Russia. Le sinistre non si sono mai rivelate il massimo in previsioni e investimenti: anche perché hanno sempre giocato e speso non i propri, ma i quattrini degli altri (cosa che rende più leggera ogni rimessa).
E allora?
Che Dio ce la mandi buona e senza vento!

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martedì 15 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: COSTA TROPPO FAR VIVERE GLI ALTRI


C’era una volta – e guarda caso su Rai 3, televisione di ben chiaro schieramento – una trasmissione intitolata Cinico TV. Era spietatamente crudele; di un realismo e di una volgarità estrema, ma che ben individuavano come sia fatta la vita: poco progettata da un Dio, molto amareggiata dagli uomini e dai loro istinti aggressivi e di possesso a danno di tutto e di tutti gli altri.
Oggi, 15 settembre, leggendo su La Nazione l’articolo di Piera Salvi intitolato Agliana-Quarrata-Montale. Raccolta differenziata. Retromarcia dei comuni, abbiamo avuto l’impressione di piombare improvvisamente in una scena di Cinico TV. Se volete vederne un esempio, potete visitare questo link http://www.youtube.com/watch?v=8j963BoHRFE dal titolo Fagioli: siamo certi che lo troverete molto significativo ed efficace a rappresentare una determinata faccia dell’umanità che può vivere a livello della bestia, del suino che deve crogiolarsi nella sua suinità.
Questa premessa è necessaria per commentare il contenuto dell’articolo della Salvi. Le sinistre, da sempre antesignane dell’ambientalismo e della tutela della salute (ma forse quella dei propri dirigenti, dei quadri e dei rappresentanti che contano: e non di tutto il popolo), fin dagli anni 70 hanno fatto il diavolo a quattro con questo scopo salutista: ma guardàtele oggi direttamente all’opera – e fatelo con lo stesso crudele disincanto di Cinico TV.
Avete qui tre rappresentanti del popolo delle sinistre DS & Collegati: Razzoli, Magnanensi e Sergio Gori. Ed avete anche un esempio di cosa è accaduto il 16 aprile scorso: stop alla raccolta sperimentale differenziata, perché costava troppo.
Gli uomini non sono più uomini, se costano troppo. E se costa troppo far vivere gli altri, allora gli altri si possono buttare a mare come la zavorra. Uno di questi sindaci è anche medico: dovrebbe dunque saperlo che cos’è la salute – ma il quattrino ha più importanza della salute stessa?
Le sinistre si indignarono quando si seppe che in Inghilterra si limitavano le spese sanitarie per gli anziani: i vecchi potevano essere messi al cassonetto e magari smaltiti in un inceneritore. Ma guardàtele queste sinistre, ora, al potere: e dite se non fanno peggio dei freddi inglesi, proprio loro che, dopo aver predicato bene per tanto tempo, oggi razzolano così male da nascondere sempre gli episodi in cui l’inceneritore di Montale sfora i tetti consentiti; da chiudere sotto silenzio la rinunzia alla raccolta differenziata, di cui la gente viene informata solo oggi, dopo ben 5 mesi.
Si può essere fiduciosi in chi, dopo aver inquinato l’inquinabile, salta su facendo anche la… Festa dell’aria pulita?
Ma che disgusto, compagni che difendono il popolo lavoratore!

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lunedì 14 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LEI NON ERA AL SUO POSTO


La Marcia per la Giustizia quest’anno aveva come titolo Legalità e Partecipazione. E sul palco c’era, fra gli altri, anche il Sindaco Sabrina Sergio Gori.
In un Paese che va sempre più verso l’illegalità, la soluzione per combattere il pericolo di una dittatura l’ha fornita uno degli ospiti affezionati della Marcia, il giudice Giancarlo Caselli, che ha invitato la piazza a «vivere il presente con radicalità, che significa […] partecipazione, rifiuto dell’indifferenza, capacità di esercitare una critica intelligente».
Noi accogliamo sùbito questo invito per ricordare al Sindaco che, sul palco dei personaggi illustri, di coloro che lottano ogni giorno per l’affermazione della legalità, lei non era al suo posto.
E questi sono alcuni dei motivi:
1. non si sceglie un difensore civico con i metodi e i criteri di cui si sono serviti lei stessa e la Giunta;
2. non si racconta in TV al TG5 che si stanno costruendo scuole e asili nido quando non è vero;
3. non si finge indifferenza quando si viene a sapere che certe discariche e certi problemi dipendono direttamente da funzionari dell’ente di cui siamo il motore politico;
4. non si tace sui fermi dell’inceneritore di Montale, che non regala certo inalazioni di Porretta ai Quarratini;
5. non si permette a Publiacqua di riscuotere denaro dalla gente, quando si sa che il depuratore non funziona e non lo farà almeno fino al 2016;
6. non si lasciano frazioni senza acquedotto, fognatura e gas mentre si buttano 275nila euro nella osannata Casa di Zela; e non si spendono 450mila euro per 800 metri di pista ciclabile, quando dei concittadini mostrano di non avere risposte adeguate per i loro bisogni primari;
7. non si partecipa a tutti gli spettacoli live e reality negandosi il più possibile ai propri amministrati.
Perché il rispetto della legalità non si testimonia con incontri, marce, meeting e fiato-alle-trombe di ogni genere, ma con un comportamento congruo, consono, coerente e non esibito.
E in onore della prima formazione culturale del Sindaco, le vogliamo rammentare – secondo l’indicazione di Caselli – che «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Matteo 7, 21).
Se ne ricordi, la signora Sabrina Sergio Gori, quando le prenderà di nuovo la tentazione di salire sul palco: e non salga per il puro piacere di mostrarsi, ma lo faccia solo se è sicura di poter rendere testimonianza di ciò in cui dice di credere e per cui dice di lottare (se davvero lo fa); dal momento che la coerenza esiste, anche se qualcuno può aver pensato che non si inzuppa nel caffellatte del mattino.
Chi ha orecchie per intendere, intenda.

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domenica 13 settembre 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: UNA QUARRATA DA ‘BERE’


Paese della fertilità: è il nuovo nome di Quarrata. L’ha detto Simona Branchetti al TG5, ieri, 12 settembre, durante l’edizione delle 20.
A Quarrata la cicogna ha fatto il nido. Quarrata è, per la cicogna, quello che Francoforte sul Meno è per Lufthansa, l’aeroporto-madre di bandiera.
E non c’è da meravigliarsi di questo: Quarrata ha La Querciola, l’oasi naturalistica più bella e importante del mondo; l’oasi che resta aperta tutto l’anno e offre una recettività di ben 15 posti letto in ostello, pronti ad accogliere migliaia di visitatori e di giovanissime speranze del domani in candidi lettini da Biancaneve e i sette nani; una struttura, la Casa di Zela, che ci è stata donata, per grazia di Dio e volontà della Nazione, dalla famiglia Banchelli – e che, se Dio vuole, ci è costata appena 937mila euro, di cui solo 275mila dei Quarratini.
Quarrata ha anche La Màgia, una villa medicea che costa un occhio della testa, ma in cui si possono ospitare, per ben un mese all’anno, qualche decina di ragazzi studiosi di fisica e astrofisica; ma oltre a questo anche spettacoli jazz e cinema e chiccai di Lamporecchio e cene e matrimoni e vescovati (che son dal cielo destinati) e poi… splendenti installazioni di artisti viventi, che stanno reintroducendo un Nuovo Rinascimento nella storia dell’arte, con tubi al neon e scritte sorrette da strutture Dalmine, e tappeti di erba e altre bellezze di questo genere, capaci di ricreare l’ideale cinquecentesco e classico del locus amoenus, il luogo bello e piacevole in cui stare bene, con ruscelletti e vari fiori ed erba per sognare…
Quarrata garantisce una salubrità dell’aria disseminata di vapor leggeri di pascoliana memoria: vapori e polveri sottili spìntici dalla tramontana dall’inceneritore di Montale, fermato anche a giugno scorso senza che nessuno ne abbia mai saputo niente fino ad oggi. E il Comune di Quarrata ne è comproprietario, di questa bella macchina da inquinamento. La condivide con il CIS.
Quarrata gode dell’olezzo dei fiori dei vicini vivai di Pistoia: così la retorica un po’ squacquerona di Simona Branchetti, che viene, dice tre dati scollegati e senza senso – 256 nati, 51 stranieri –, non conosce nessuno e, come tutti gli inviati speciali, se ne va in tre minuti, dopo aver sparato un sacco di stupidaggini da bella lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città. Un modo come un altro per dare una pacca sulla spalla agli allocchi. Ma nessuno dice che i vicini vivai di Pistoia, con tutta la vasetteria, scaricano sì profumi in aria: ma nel suolo, e quindi nel sottosuolo e nell’acqua, fitofarmaci e anticrittogamici a non finire; e che da qualche tempo i vivaisti possono anche adoperare sostanze inquinanti senza essere tenuti al rispetto rigoroso di certe norme di legge sulla documentazione dell’impiego e dell’utilizzo di sostanze nocive.
Quarrata è a 11 chilometri dai fiori e dai tumori di Pistoia, una delle città peggiori d’Italia sotto questo profilo sanitario. Ecco perché Quarrata è bella, è una città meravigliosa, è un posto – come ha detto il sindaco dinanzi alle telecamere (non gliene importava che fossero di Berlusconi: bastava che la facessero pavoneggiare, ed era già lì che scodinzolava: guardatela e diteci se non è vero… – è un posto dove si sta bene. Specialmente lei. E tanto bene che si sente dire che ha acquistato casa a Montecatini.
Quarrata è una grande città perché, per le menti sopraffine di certi giornalisti-interpreti delle realtà che viviamo, il dato dell’alta natalità coincide, di per sé, con il postulato assiomatico secondo cui dove si nasce in tanti, si sta per forza bene, anzi meglio. Anche questo è un nobile frutto dello studio della storia per cui si sono battuti i marxisti e i ministri dell’istruzione di sinistra: ma ci si dimentica che le aringhe fanno milioni di uova perché le balene fanno fuori miliardi di aringhe; ci si scorda degli indici di natalità dei Paesi sottosviluppati del Sud del mondo; si tace di quanta gente nasceva nell’Italia della miseria delle terre del sacramento e si salta a piè pari alle conclusioni-droga: tanta gente, tutto bene. È, insomma, l’ottica del venite tutti in Italia perché più siamo e meglio si sta e le cose vanno meglio e tutti si socializza e si diventa anche neosocialisti: il che significa PD di Franceschini e poi di Bersani, cioè catto-com, che in parte somiglia al TG5.com, peraltro guidato da chi le sinistre le ha conosciute bene.
Tra le rose e le viole, a Quarrata si sta bene: noi vogliamo tanto bene alla madre superiora, perché a Quarrata la famiglia (se DS) ha un ruolo centralissimo in ogni aspetto della vita socio-economico-politico-biologico-culturale-solidale etc. etc. etc. periodico.
E ora il rovescio della medaglia.
Quarrata: 200 posti di lavoro persi a causa dell’attuale crisi economica (fonte CGIL).
Quarrata: per parlare con il sindaco ci vogliono anche 17 giorni di lista di attesa (ma che avrà da fare?); e se gli scrivi un'istanza non ti risponde: la storna nei meandri di quegli uffici che non rispondo mai (a richiesta possiamo produrre documenti certi di questa in-trasparenza o, se volete, omissione di atti d’ufficio).
Quarrata: un territorio coperto di sporcizia ammassata dallo stesso Ufficio Lavori Pubblici e Ambiente.
Quarrata: depuratori che non funzionano e scaricano bottino puro (la famosa merde del generale francese Pierre Cambronne) nei fossi; e siamo certi che essi non funzioneranno, se tutto va bene, fino al 2016, ma nel frattempo si pagano quattrini a Publiacqua che lascia l’acquedotto in condizioni da colabrodo.
Quarrata: ed hai gatti, civette e balene in centro; hai un villaggio normanno e una architettura baltica appena al di là della porta del Suk, che si affaccia su piazza Risorgimento.
Quarrata: ed hai, volendo – nelle belle frazioni collinari e in aree decentrate – strade vicinali, interpoderali e di uso che è sempre stato pubblico dalla notte dei tempi, ostruite, invase, incatenate dai nuovi arrivati dalla città e da fuori che, acquistata una colonica, hanno fatto e disfatto come è loro parso con l’avallo degli uffici Urbanistica e Lavori Pubblici che si sono riparati sotto il comodo ombrello del “fatti salvi i diritti dei terzi”, senza controllare un bel nulla perfino in zone di vincolo ambientale. E magari, mentre cammini per queste amate sponde, ti trovi dinanzi anche cani sciolti di grande taglia e grossa stazza, e ti senti dire di non azzardarti mai più a passare da dove sei sempre passato da una intera vita.
Quarrata: e hai intere frazioni senza fogne, senza acquedotto e senza gas.
Quarrata: e hai la gente degli Olmi che lotta da una vita contro l’inquinamento acustico e fisico-chimico del supertraffico della Statale 66.
***
Questa è Quarrata paese della fertilità?
Non sarà mica, per caso, per discariche e liquami vaganti, il paese dei fertilizzanti?
Questa è Quarrata: città che ha una Giunta che lamenta di non avere 50 o 100mila euro per le manutenzioni delle scuole e i servizi necessari, ma che parla e preannuncia, per bocca dell’illuminata, dinanzi alle telecamere del Cavaliere, l’imminente miracolosa costruzione di scuole di ogni ordine e grado, dai nidi all’università, tra poco – e oltre.
E intanto a Quarrata, scrive Marta Quilici, raddoppia il numero delle famiglie in miseria. E intanto a Quarrata, diciamo noi, l’unica quasi-scuola, di cui si può parlare, è l’acquisizione di uno stanzone nei pressi della rotonda di via Folonica, zona San Lorenzo, in cui l’amministrazione realizzerà qualche aula, magari con tramezzi di cartongesso perché costano meno – mentre le costruzioni di scuole elementari in via Dante Alighieri e di un asilo nido ci sono, sì: ma solo nella pentolaccia dei sogni di SSG8, di là da venire come l’eccelsa piscina di Vignole, quasi quasi già inaugurata due anni fa, in campagna elettorale, poi ripresa in questi ultimi mesi e lasciata lì, tra un articolo della Nazione e un altro.
Davvero non c’è faccia, Sindaco!
C’è rimasto solo il back, ben accarezzato dai media del Cavaliere in faccia al quale non sputate mai neppure voi, suoi tirannicidi, quando venite intervistati – anche perché col back non è facile sputare, è chiaro…
Questa è Quarrata.
Una Quarrata… da ‘bere’. Ma per gli ingenui, vogliamo dire: per quei candidi (di spirito, non di voto) che non vogliono rendersi conto del fatto che certe strombazzate hanno tutta l’aria di essere soltanto delle vere e proprie mascalzonate.
Quarratini, ve piace ’o Presepe?

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Il filmato può essere aperto con Windows Media Player.

sabato 12 settembre 2009