mercoledì 30 giugno 2010

Mangano un eroe? No, noi non ci stiamo.


«Oggi più che mai sentiamo l'esigenza di avviare una profonda riflessione all'interno del partito dopo questa condanna che rimane gravissima soprattutto per un uomo impegnato in politica. Non ci uniremo al solito coro di solidarietà già tristemente visto negli anni scorsi per i politici condannati. Il nostro movimento giovanile non può rimanere in silenzio davanti a fatti che minano la credibilità di un intero partito».
Sono parole che pesano. Che pesano ancora di più, per il Pdl, perché a scriverle – dopo la condanna in appello a sette anni per il senatore Marcello Dell’Utri – sono ragazzi e ragazze del Popolo della libertà, anzi della Giovane Italia. Sono quelli che un tempo si sarebbero chiamati “militanti”. Quelli che (gerontocrazia e apparati permettendo) vorrebbero contribuire alla costruzione del centrodestra del futuro, consapevoli che “fedeltà” non significa svendita dei propri ideali né della propria storia.
E sono parole vicine a quelle di un altro esponente del Pdl, Fabio Granata: «Rispetto le sentenze della magistratura e la presunzione di innocenza e' comunque valida fino alla Cassazione. Non mi piace, però, questo sport nazionale di commento di solidarietà o festeggiamento per un uomo politico importante che è stato condannato». Insomma, questi ragazzi (prontamente definiti dalla coordinatrice dei circoli giovanili del Pdl siciliano, Costanza Castello, «arrogantelli cercatori di gloria, votati al protagonismo») non hanno paura di dire al loro partito che non ci stanno. Non ci stanno a vedere lo spettacolo fuori luogo di esultanza nel giorno in cui, comunque, un esponente di peso del Pdl viene condannato a sette anni. Non ci stanno a vedere la politica, che forse per loro è ancora interesse per il bene comune e amore per la polis, trascinata ancora una volta in quel clima di rivincita e di scontro frontale che strangola questo paese da decenni.
E non ci stanno, probabilmente, a sentire alcune dichiarazioni rilasciate dal senatore Dell’Utri poco dopo la sentenza. «Vittorio Mangano è stato il mio eroe, perché è una persona che era in carcere ammalata, che è stata invitata più volte a parlare di Berlusconi e di me, naturalmente come la procura di Palermo avrebbe richiesto, e si è rifiutato di farlo. E se si fosse inventato qualsiasi cosa sarebbe stato certamente creduto, credono a pentiti che non sanno nulla, lui che era stato ad Arcore qualche mese poteva inventarsi una qualunque cosa, ma non l'ha fatto». Non è una novità: si tratta di concetti già espressi pubblicamente nell’aprile di due anni fa e nel novembre del 2009. Ma sono parole che scatenano un’altra reazione, stringata ma altrettanto chiara e pesante, da parte di altri giovani del centrodestra, i ragazzi di Azione universitaria:
«Mentre Dell'Utri continua a definire un eroe il mafioso Vittorio Mangano, noi affermiamo con orgoglio che gli eroi dei giovani siciliani sono persone come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino».
Ecco, in un paese normale, Vittorio Mangano sarebbe ricordato – e non c’è garantismo che tenga, perché parlano le sentenze – come un mafioso, un trafficante di stupefacenti, un estorsore e un assassino (duplice omicidio: Giuseppe Pecoraro e Giovanbattista Romano). Ma in Italia accade, per mille motivi, che colui che fu da Borsellino definito «uno di quei personaggi che erano le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia» possa, senza imbarazzo, esser chiamato “eroe”. E fanno bene, questi ragazzi “di destra” a dire che non ci stanno. Ma non ci stiamo neanche noi, senatore Dell’Utri. Questo paese ha bisogno di eroi, forse. E ha sicuramente bisogno di onorare con più onestà, più convinzione e più forza tutti gli eroi che ha avuto. Comprese le tante, troppe vittime (più o meno illustri) uccise dal cancro mafioso. Sì, l’Italia ha bisogno di eroi. Ma certamente di eroi come il suo, senatore Dell’Utri, non sa che farsene.

Federico Brusadelli www.ffwebmagazine.it

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: STANNO TUTTI BENE


Una volta si diceva che a Montecatini non moriva mai nessuno. Era un a battuta verosimile, perché nessuno moriva mai nella città termale: qualsiasi cosa accadesse, chi avesse avuto una disgrazia in un qualsiasi albergo, veniva immediatamente trasportato a Pescia e in quell’ospedale concludeva la sua avventura terrena.
C’era perfino il detto voglio trasferirmi a Montecatini, perché lì non succede mai niente e non muore nessuno.
Oggi – a ben vedere – questo primato può essere tolto a Montecatini e affibbiato alla città del mobile, dove tutto è a posto, tutto va bene e stanno tutti bene, per abusare di un titolo di Tornatore.
Stamattina siamo in vena di pasquinate. Si vede?
La peggio Sindaca sta sempre a ripetere che come a Quarrata non si vive da nessun’altra parte (se si eccettuano alcuni piccoli problemi di criminalità…); come stanno bene i bimbi qui, non stanno bene in nessun altro luogo (nel quarratino doc di un tempo nissullàho: e, a questo proposito, sarebbe interessante sentire le opinioni dei geni della Giunta, a iniziare da SS[G], che di solito sa sempre tutto); come si vive bene sulle nostre colline, le più belle del mondo, non accade in nessun altro angolo della terra (ma SS[G], una volta, messa alla prova, non sapeva nemmeno dove fosse una località posta ad appena 200 metri da uno degli agriturismi che lei adopera ogni anno per le animazioni dei bambini).
Ma i miracoli non si fermano qui: sono miracoli anche quelli dei vigili che – come dice il comandante Billy, non stanno a far multe, ma a prevenire le scorrettezze degli automobilisti: peccato che la Sindaca, non più di qualche giorno fa, dicesse che sospettava che facessero solo cassa (rileggetevi gli interventi della Illuminata sull’incidente in via Firenze).
Autovelox, T-red e perfino una macchina ferma da più di 40 giorni su un lato della strada, sono un vero miracolo e il massimo della perfezione, per il comandante.
Ma niente ci stupisce più.
Il Billy vedeva come cosa normale e di ordinaria amministrazione anche il fatto che un’auto dei vigili, tempo fa, sostasse ogni giorno in territorio pratese. Finì tutto sui giornali.
Evidentemente uno dei suoi colleghi aveva messo su un ufficio distaccato di polizia Municipale in quel di Prato…

C’è qualcosa di strano?

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martedì 29 giugno 2010

Per Dell’Utri rispettiamo la sentenza e, fino alla Cassazione, la presunzione di innocenza, ma Mangano non è un eroe


La condanna di Marcello Dell’Utri farà certamente discutere e determinerà polemiche infinite tra le forze politiche e all’interno delle stesse. A caldo ci preme dire che, nel rispetto pieno della presunzione d’innocenza fino alla Cassazione, non ci sono piaciute le dichiarazioni del senatore Dell’Utri su Mangano. Quest’ultimo infatti non è certamente un eroe ma un mafioso conclamato. A Palermo in quegli anni ben altri sono stati gli eroi, ad iniziare da Paolo Borsellino e da chi ha dato la vita per una Italia libera dalle Mafie.
La sentenza ha un dispositivo molto complesso e attendiamo di leggere le motivazioni. Certamente quello che ha giudicato Dell’Utri non era un collegio di toghe rosse ma era composto da magistrati moderati e ritenuti garantisti.
Nel prendere atto della condanna ribadiamo fiducia nella magistratura e confidiamo che le inchieste portate avanti dalle Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze riescano ad accertare la verità su esecutori e mandanti delle stragi che hanno insanguinato l’Italia.
E’ scontato ribadire che chiunque viene condannato per mafia non può continuare a svolgere ruolo politico e crediamo che su queste vicende, come su altre altrettanto gravi, il più grande partito italiano debba avviare una riflessione seria che senza demonizzazioni ponga il tema del contrasto alle mafie e della selezione dei gruppi dirigenti in maniera definitivamente seria. Iniziando dall’approvazione del ddl anticorruzione, con la incandidabilità assoluta per chi è condannato in via definitiva, con la salvaguardia di strumenti indispensabili per il contrasto alle mafie ad iniziare dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, con un linguaggio e una politica di sostegno alle procure più esposte ma anche con l’approvazione di un codice etico che nel pdl eviti la persistenza in ruoli politici o la ricandidabilità per chi è condannato o rinviato a giudizio per reati di mafia.
Sono elementi indispensabili per costruire una nuova politica e una nuova Italia.

Fabio Granata www.generazioneitalia.it

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA GIUNTA DEL ‘LARDO AI CANI’


Stamattina, 29 giugno, l’uovo fresco di giornata ce lo ha regalato il mirabile Assessore Mazzanti, attento amministratore dei nostri sudati quattrini.
Lo spunto è offerto da una innovazione nel look di Quarrata che, su via Montalbano, passa dai rileccatissimi – e costosissimi – sampietrini, a delle semplici ed economiche strisce di catrame: una sorta, si direbbe, di toppe al culo in un vestito di altissima sartoria.
I tozzetti – come dice Marchino a Marta Quilici – non reggono, sono troppo cari e quindi… meglio tornare al vecchio e santo asfalto, brutto quanto il demonio, ma non caccoloso quanto certi addobbi calligrafici più costosi delle pietre dell’orefice.
E fin qui, niente di male. Il problema viene dopo quando Mazzanti dichiara:

«La ditta che ha eseguito i lavori, sia del pavé dell’ultimo tratto, che dei due dossi precedenti (quelli in questione, ndr), non aveva provveduto a cementificare a dovere lo strato sottostante il pavé. Questo causava un continuo dissesto dei tozzetti, continuamente sollecitati dal passaggio delle automobili. Per tutto l’ultimo tratto di via Montalbano la ditta ha già da tempo provveduto a rifare tutto il pavé, in modo da renderlo permanentemente stabile. In quell’occasione il Comune contribuì mettendo a disposizione il materiale. I due dossi in questione mostravano gli stessi difetti e per questo imponevano una continua manutenzione. Fino ad ora tale manutenzione era completamente compito della ditta che se ne accollava le spese. Adesso, invece, la manutenzione sarebbe dovuta passare al Comune, che, però, l’ha ritenuta troppo onerosa. Le soluzioni, quindi, erano due: o rifare i dossi come è stato fatto per il pavé dell’ultimo tratto di strada, oppure decidere di rifarli normalmente con il catrame».

Non ci vuole il dottor Azzeccagarbugli di manzoniana memoria per intravedere una terza e più giusta scelta, doverosa per i cittadini e per le loro tasche e, al tempo stesso, giuridicamente corretta: chiamare la ditta costruttrice alla responsabilità civile e imporle la realizzazione delle opere a regola d’arte. Ciò, però, avrebbe richiesto una fatica a cui i nostri amministratori non sembrano essere abituati: pensare sul filo del buonsenso. E già – nonostante i costi globali – questi amministratori, in occasione del rifacimento del pavé, avevano contribuito «mettendo a disposizione il materiale» per una cifra criticatissima di ben 33mila euro: e perché mai? Per fare regalìe alla ditta appaltatrice, presentata dalla Giunta come la più esperta in materia, con sede addirittura nel nostro stesso Comune e, quindi, perfettamente in grado di sapere quale tipo di traffico ci sarebbe stato su quel tratto di strada?
Ma questa, come abbiamo sempre detto e ridiciamo, è la Giunta del lardo ai cani: quella che non può spendere 60mila euro – promessi da anni – per la via di Montemagno, ma che ne butta 50mila nelle cazzate di Nannucci; che vieta i fuochi a settembre per mostrarsi sensibile alle problematiche della crisi, ma che dà più di 70mila euro a Il Cipresso per la festa dell’uva; che non ha 70 euro per pagare la bolletta della luce di una persona ammalata, ma che mette in ponte 3 milioni e 700mila euro per una insulsa pista ciclabile nel momento in cui manca perfino il pane da mangiare (altro che fantasia amministrativa, ex-Assessore Bracali!); che fa finta di risparmiare 1.500 euro di elettricità, ma poi dice, come in questo caso il Mazzanti: «Il costo è modesto: 5mila euro totali».
Sì. Questa è la Giunta dei pezzenti, sempre a mano tesa, che fa tornare in mente un episodio, svoltosi a Lucciano all’inizio del 900, mentre il conte Spalletti passava a cavallo lungo le strade di campagna. La gente si metteva ai lati, si toglieva il cappello, chinava la testa e allungava la mano: e il conte lasciava cadere qualche monetina.
Un giorno, mentre il conte passava, tutti erano in fila, ma uno di loro – di cui non facciamo il nome per rispetto al defunto – se ne stava chino tra i filari delle viti a fare i propri bisogni. La fame era talmente tanta che, quando si accorse che il conte stava regalando dei centesimi, corse alla strada così com’era, con i pantaloni ancora mezzi giù, sorreggendoli con una mano. E il conte, cinico, gli tirò un ventino (venti centesimi, per questi amministratori sessantottini molto ideologizzati, ma poco informati) dicendo: «C’eri anche te, cacone?»


Pezzenti a mano tesa, ma pronti sempre a buttare il lardo ai cani perché quel lardo non esce dalle loro tasche. Vero, Mazzanti?

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lunedì 28 giugno 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: UN BICCHIERE MEZZO VUOTO


Rileggete il nostro post del 21 giugno scorso – Quarrata, città della ‘retorica rosa’ – e confrontate le fantasie buoniste della nostra peggio Sindaca con la realtà che i cittadini vivono di giorno in giorno in centro e nelle frazioni. E poi ponetevi qualche domanda sulla aderenza della Signora Sabrina al mondo reale: lei vive lassù, al primo piano del vecchio Comune (insieme al suo amato Segretario che tra due giorni se ne va a Terni), protetta dalla sua Segreteria, in un ufficio in penombra che nessun ciclone può sfiorare. È una vera e propria crepuscolare. Da lì dirama comunicati e… menzogne.
Ma fuori è tutto diverso, tutto differente da quello che lei racconta in giro; da quello che propina agli inviati dei giornali e delle televisioni, sia quelle del Cavaliere che quelle di ispirazione politica e locale, come quando si fa filmare alla sua Màgia (ricordatevi come si esprime: siamo padroni di una villa medicea…) con tanti baNbini (grafia da Vernacoliere, adatta al dialetto della Sabrina) che fanno le belle statuine alle sue spalle, come nei giorni scorsi su Italia 7.
Poi leggetevi anche l’ intervento di Alessandro Cialdi al nostro post di ieri, 27 giugno – è il caso di portarlo –, a proposito delle bugie che questa Giunta, con tanti bravi assessori come Gaggioli e Mazzanti, ci propina ogni giorno sulla carta stampata locale:

Grazie, Mario, dell’appoggio alla risposta all’IdV, non credo ci sia molto da aggiungere… ma vorrei dire qualcosa, invece, sia sul Gaggioli che sull’ampliamento della rete del metano. Il Gaggioli non smette mai di stupire. Parla di Regolamento edilizio e invece è Regolamento Urbanistico ma principalmente, parlando dei bandi ormai pronti, dice una solenne bugia! Dice che sono ormai pronti ma verranno pubblicati entro il 20 luglio per permettere ai proprietari di preparare i progetti. Vorrei chiedergli:
1) senza pubblicazione dei bandi, come fanno i progettisti a sapere cosa progettare? (O qualcuno lo sa già lo stesso…?);
2) perché, una volta tanto, non dice la verità, e ammette che non sono stati pubblicati PRIMA DELLA DEFINITIVA ADOZIONE DELLA VARIANTE URBANISTICA (che ancora non c’è) altrimenti sarebbe stata oggetto di sicuri ricorsi (come ebbi a dire nel famoso Consiglio Comunale con il quale si voleva modificare una norma di Regolamento Urbanistico con una delibera di consiglio, con l’avallo e l’egida del Segretario Aronica…).
Risponderà, secondo te?
Riguardo all’estensione della rete del metano:
alla Catena, in via San Carlo, si sono tassati tutti per averla, mentre il vicesindaco Mazzanti diceva che non si poteva avere; solo la costante insistenza dei cittadini ha fatto sì che tutto andasse a buon fine....
In via Bocca di Gora l’estensione riguarderà 5 (cinque) famiglie..... che pagheranno anche loro!
Mi sembra millantato credito!
Ma non dovremmo avere una convenzione con Toscana Energia per l’estensione della rete? Dov’è finita?
Alessandro Cialdi – 27 giugno 2010 – 22.24

E al prossimo turno elettorale, quando siete in cabina, pensate bene a quello che fate.

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domenica 27 giugno 2010

IL PUNTO


26. TAVOLI DI LAVORO E ‘OMBRELLI’ PER IL MOBILE – ARRIVA IL REGOLAENTO EDILIZIO E IL GAS NELLE FRAZIONI? – AUTOVELOX NASCOSTI E IDV CHE MUGUGNA: ECCO IL VERO VOLTO DELLA GIUNTA SS(G)
Domenica 27 giugno 2010

Anche quello di oggi sarà – concedetecelo – un punto anomalo: troppe cose fuori posto perché possiamo dimenticarcene.
Partiamo dalle considerazioni di Paolo Magli sulla Cii e sui carrozzoni. E andiamo a guardare il titolo che gli si affianca agli ombrelli per il mobile.
La Sociolab è risbarcata (ne parlavamo anche nei giorni scorsi) sul pianeta Quarrata. È inutile perdere tempo in litanie: il pubblico ha la stramaledetta tendenza a trasformare qualsiasi istituto in carrozzoni per parenti, amici e connessi. E anche nel caso del mobile, il primo beneficiario è stato la Sociolab, un’entità che sta – lo scrivevamo qualche giorno fa – nell’occhio destro della Regione e degli Enti Locali toscani colorati di rosso. Vedremo in séguito quanto sarà efficace e funzionale questo ombrello per riparare la testa del mobile – o quanto invece lo è la decisione di Nieri di investire milioni di euro in innovazione e in posti di lavoro. Tra l’altro sarà una gara dura, forse, convincere le individualistiche aziende quarratine a fare sistema: pensate a com’è finita la mostra comunale del mobile per gli artigiani…
Intanto l’assessore Gaggioli si fa pubblicità in vista della pre-campagna elettorale. E parla di Regolamento edilizio. Questo strenuo difensore del territorio – ma solo quando e come gli pare e per chi vuole… – vogliamo ricordare che non ha voluto ascoltare le richieste della gente che si è trovata orto e casa su due fasce diverse: quella urbana e quella rurale. Così tutti possono farsi un garage o aggiungere una stanza a casa, ma quei poveri disgraziati che una linea da geometri ha diviso in due, loro no, non potranno muoversi. Dovranno restare fermi come questo inflessibile tutore dell’ordine che non conosce deroghe, ma che, al tempo stesso, dopo averlo promesso, si è rifiutato di fare un giro sugli argini dei fiumi di Quarrata per paura di dover prendere decisioni spiacevoli contro qualcuno che ha costruito a ridosso dei corsi d’acqua. Bravo Gaggy!
Sempre in vista della approssimantesi campagna elettorale, ecco che la Giunta ha deciso di fare arrivare il metano in alcune frazioni. Le nostre lagnanze continue hanno dato il giusto input? Ma osservate quanto spende: poche decine di migliaia di euro per questo servizio realmente sociale, mentre per i servizi sociali dell’assessore Mauro, essa mette in preventivo 3milioni e 700mila euro di piste ciclabili. Le cifre parlano da sé. Mauro direbbe che la salute viene prima di tutto. Infatti il freddo polare in casa – senza metano – rinforza il corpo e lo spirito: se vivi, sei una roccia; se schianti hai risolto il problema per sempre, no?
Intanto la gente si lamenta che l’autovelox di Catena – è una di quelle macchine che servono a taglieggiare i cittadini con tutti i mezzi, leciti e illeciti: e la magistratura tace – è nascosto e irregolare. Ha ragione a farlo. Nei giorni scorsi, parlando dei rischi del traffico a séguito dell’incidente in via Firenze, perfino il Sindaco ha ammesso che certi marchingegni servono solo a far cassa. E di questo SS(G) si dovrebbe vergognare e decidere lei, piuttosto che lasciar fare i suoi solerti vigili tutti dediti a staccar multe per un divieto di sosta per ritardi di 5 o 10 minuti nelle strisce blu. Non si capisce più se i veri custodi dell’amministrazione siano gli amministratori o i dipendenti dei vari uffici: e questo grazie alle provvide leggi della riforma Bassanini, un fulgido esempio di comunismo sovietico del postmoderno e postindustriale.
L’Idv riscende in campo contro la Giunta e strilla chiedendo quello che già noi, opposizione da sempre, avevamo chiesto per Valenzatico: la passerella pedonale sulla Stella perché la gente non sia schiacciata contro la spalletta di acciaio del ponte dove le macchine e i camion sfrecciano a tutta velocità.
A questo proposito è necessario leggere ciò che Alessandro Cialdi (Udc) scrive all’Idv, circa il proprio attuale scontento, in un commento sul blog di Andrea Balli: «Invito tutti a leggere – scrive Cialdi – il mio intervento, riportato a verbale, in Consiglio Comunale relativamente all’approvazione del bilancio, generale e ambientale. Sono le stesse cose che state dicendo voi ora. Con una differenza, però: noi UDC siamo all’opposizione da sempre, ma voi siete con questa Amministrazione, l’avete appoggiata in campagna elettorale e ne fate parte (pur senza consiglieri) a tutti gli effetti! Fatevi sentire, allora, altrimenti mi sembrate la Lega al governo, che sbraita (e raccoglie voti) perché non va bene nulla, per essendo al governo da 8 anni...».
Cialdi ha indubbiamente ragione e gliela diamo volentieri: questa Italia è diventata la patria della incoerenza e l’Idv, con Di Pietro, dovrebbe saperlo meglio di altri.
Questa stessa considerazione, anche se lo facciamo da un pezzo ormai, la giriamo di nuovo anche a Musumeci e Mauro, che hanno la testa nella pentola della zuppa come Gurdulù, il servitore rozzo e primitivo del Cavaliere inesistente di Italo Calvino.
Se ne rendano conto anche loro, una volta per tutte, che non si può stare a tavola a mangiare con la testa nel piatto, ma continuando a piangere per i poveri che non hanno un tozzo di pane!

Buona domenica a tutti.

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sabato 26 giugno 2010

Berlusconi inviti Brancher a rinunciare al legittimo impedimento


Le parole del Presidente della Repubblica non andrebbero mai commentate, ma soltanto ascoltate per prenderne atto. E questa volta governo, maggioranza e Pdl dovrebbero ascoltare quanto ha detto Napolitano, ma anche e soprattutto quanto stanno dicendo i nostri elettori, scatenati su siti e blog.La vicenda Brancher è diventata più complicata del previsto e rischia di mettere in difficoltà Berlusconi in una partita complessa qual e’ quella sulla giustizia. Prima di ragionare sul da farsi ci sono tre premesse indispensabili. La prima e’ che in Italia dal 1994 c’è in atto uno scontro tra politica e magistratura, con una evidente aggressione giudiziaria nei confronti di Silvio Berlusconi. La seconda è che la legge sul legittimo impedimento è giusta e risponde all’esigenza di tutelare premier e ministri da una minoranza di magistrati politicizzati che tenta di disarcionare chi ha vinto le elezioni. La terza è che Brancher non merita di essere al centro di questo processo mediatico perché è persona stimata da tutti, dirigente fedele e leale, uomo mite, moderato e sempre attivo nel ricercare soluzioni condivise.Detto questo va da se che la situazione si è ingarbugliata a tal punto che le tre premesse positive finiscono per diventare altrettanti problemi. L’errore di Brancher, infatti, rischia di affossare una buona legge che serviva a tutelare Berlusconi da un evidente accanimento. Rischia di affossarla prima agli occhi dell’opinione pubblica, compresa quella di centrodestra a partire dalla destra e dalla Lega, e poi dinanzi alla Corte Costituzionale. in tal caso Berlusconi si troverebbe senza scudo, peraltro con un Parlamento in difficoltà sia sul Lodo Alfano costituzionale sia sulle intercettazioni. Infine anche Brancher ne uscirebbe male dal punto di vista politico e personale ancor prima che giudiziario, cosa che oggettivamente non merita.Con questo “autogol”, come l’ha definito il giornale della famiglia Berlusconi, si rischiano un sacco di guai. Il 5 luglio la magistratura milanese potrebbe sindacare la richiesta di legittimo impedimento, costringendo Palazzo Chigi a rivolgersi alla Corte Costituzionale sollevando un conflitto di competenze tra poteri. Poi la Camera, già ingolfata con manovra e intercettazioni, si troverebbe a dover discutere e votare una complicata mozione di sfiducia individuale già annunciata dall’opposizione, con l’obbligo del voto segreto e non pochi mal di pancia tra leghisti, lealisti berlusconiani e finiani. Il tutto con un evidente peggioramento dei rapporti con il Quirinale. Nel frattempo i siti pidiellini e leghisti registrano la delusione degli elettori, i giornali amici attaccano parlando di “errore” e “autogol” (Giornale e Libero) e una legge giusta e utile finisce per diventare impopolare anche nel centrodestra.A questo punto è d’obbligo chiedersi: “ma chi ha avuto questa idea geniale?”. Chi ha pensato che potesse passare inosservata la nomina di un ministro pochi giorni prima del processo e che poi ha la non felice idea di appellarsi al legittimo impedimento ancor prima di avere le deleghe dal Consiglio dei ministri?Sarebbe opportuno che Berlusconi intervenisse presto con l’unica soluzione possibile, quella di invitare Brancher ad andare immediatamente dinanzi al giudice rinunciando al legittimo impedimento. È questa l’unica soluzione per evitare una lunga e complessa serie di problemi che potrebbe costare cara al governo in termini di fiducia, consenso e agibilità parlamentare e politica.

Italo Bocchino da: www.generazioneitalia.it

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: DELLA PEGGIOR ACQUA


Che l’acqua delle frazioni della piana quarratina fosse la peggiore di tutto il Comune, lo sapevamo grazie agli interventi di Massimo Bianchi (An) e Gabriele Pratesi (CittàPerTe) in Consiglio.
Che il problema fosse noto, era certo anche dalle preoccupazioni chiaramente espresse da anni da Daniele Manetti, una sorta di voce di colui che grida nel deserto.
Tempo fa Publiacqua si è presentata a Quarrata, in Consiglio, e l’unica cosa che ha saputo dire, in buona sostanza, è stata la promessa di aprire uno sportello in Comune: ma quanto a impegni concreti e seri di migliorare la qualità dell’acqua, c’è stata solo la parola del Presidente Erasmo D’Angelis, smentita ora dalle notizie che stamattina compaiono in cronaca sul Tirreno.
Con tutte le nostre risorse idriche – e intendiamo dire i nostri due bacini, quello delle Due Forre e quello del Falcheretto, che, come abbiamo mostrato nei giorni scorsi su questo blog, dà l’idea dell’abbandono più totale – la gente di Olmi, Casini e Caserana deve adoperare l’acqua che viene dal Consiag, un’acqua attinta da alcuni pozzi che si trovano nel Macrolotto, zona ad alto rischio di inquinamento e che fa registrare i risultati delle analisi peggiori. Acqua al veleno, dunque.
Probabilmente Publiacqua attinge anche dal bacino di Santonuovo, pur se non sappiamo con precisione in che misura. E comunque, anche ammesso che per un paio di mesi estivi le nostre acque non siano sufficienti per tutta la rete, per gli altri 10 mesi perché non usare solo l’acqua dei bacini, dei pozzi e delle sorgenti del Montalbano senza andare a cercarla nel superinquinato Macrolotto?
È infine il caso di ricordare che, dinanzi alla richiesta unanime del Consiglio di lottare per l’acqua intesa come bene pubblico, la nostra Sindaca si allontanò indispettita dalla sala per non essere costretta a votare e a prendere una posizione, dato che lei, si sa, è favorevole alle compartecipate e alla privatizzazione – e, com’è noto, anche sul versante rifiuti.
La Signora Sabrina è un enigma globale, sia come amministratrice che come medico di famiglia.

Che sia… un Sindaco della peggior acqua?

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venerdì 25 giugno 2010

COMMIATO


ALL’ECCELLENTISSIMO SEGRETARIO
GIUSEPPE ARONICA

Pino Aronica parte da Quarrata:
va a Terni, segretario e in più promosso.
Scrive a tutti un’epistola, commosso:
per l’occasione fa la sviolintata.

Elogia tutti: pur la sciamannata
Giunta PD che ci ha ridotti all’osso
con le inutili spese a più non posso;
più di una lacrimuccia gli è scappata…

Vuol essere di noi concittadino
pur se informale, con la bicicletta
(giacca a cravatta no), con l’orecchino.

Gli dispiace partire così in fretta:
fumando, e al bar, da noi stava benino
– e di stipendio aveva una gran fetta.

Non come una servetta:
centomila testoni e ancor di più
si prese ogni anno che restò quaggiù.

Mentre che con noi fu,
scrisse libri e fumò: or ci ringrazia
dicendo che il suo cuor tutto si strazia.

Se a Terni più alto spazia,
lo salutiamo ben felici in coro:
«Va’! Al nemico che fugge, ponti d’oro!»

Pasquino da Tizzana


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giovedì 24 giugno 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: SORECA, SOLDI SPRECATI


Non ce ne voglia la bravissima e attivissima Marta Quilici, che oggi sul Tirreno parla del dottor Soreca, ma noi non siamo assolutamente d’accordo con quanto afferma l’esimio ex-segretario di Quarrata circa i suoi successi come difensore civico.
In realtà, se andiamo a rifare le bucce all’illustre leguleio, ci accorgiamo della miseria di cui sta parlando conferendole l’aura miracolistica che tanto piace anche all’amministrazione trombona della nostra città.
E veniamo alle cifre che sono sempre assolutamente indicative, come quando si parla di borsa in rialzo o in perdita.
Dal luglio al dicembre 2009 – 6 mesi, 25 settimane, 180 giorni – Soreca ha avuto il piacere di essere assediato da una fila di ben 13 cittadini: 2,16 al mese – uno stress da sudare le 7 camicie, perbacco!
«Quattro delle tredici richieste hanno proposto temi non strettamente pertinenti al ruolo della difesa civica, come i rapporti condominiali o accertamenti medici e ospedalieri: questi sono stati consigliati e indirizzati verso gli organi competenti», scrive la Quilici. Con questi cittadini, dunque, Soreca se l’è cavata con una letterina di rinvio ad altro: e i casi sono scesi a 9.
Due richieste hanno avuto risposta negativa: in uno di questi casi – di cui abbiamo notizia – il premuroso difensore civico si è limitato a chiedere informativa agli uffici e, trattandosi di una vera rogna, ha preferito lavarsene le mani con una semplice risposta che avallava l’operato della struttura comunale – un operato su cui andrebbe, crediamo, aperta una inchiesta. Ed eccoci a 7 casi residui.
Questi 7 casi (1,16 cittadini al mese; ovvero 0,28 cittadini a settimana) sono stati il vero carico del difensore, che si è dovuto occupare di qualche bolletta incerta dovuta alla cafonaggine istituzionale delle aziende compartecipate, tendenzialmente disponibili, da sempre, a fare come vogliono e come credono senza mai rendere conto di niente a nessuno. E questa è l’Italia, oltre che Quarrata.
Il dottor Soreca nota «un dato tendenziale di riduzione degli interventi richiesti dai cittadini che già sembra presente nella prima parte dell’anno» e che, se l’illustre ci consente, gli spieghiamo noi con una sempre minore fiducia del cittadino nell’efficacia e nella serietà degli uffici dei difensori civici.
A questo punto tiriamo le proiezioni ortogonali: 7 casi minimi sono costati al comune circa 3000 euro, dato che il difensore prende quanto un assessore, e cioè circa 500 euro al mese. Quasi un milione delle vecchie lire per ciascun caso: un bel prendere.
Dichiara Soreca, stupito, nella sua relazione: «Non si capiscono le motivazioni che prevedono la soppressione, anche se posticipata al 2011, della figura del difensore civico comunale e non di quello provinciale che certamente evidenzia maggiori costi di funzionamento e una minore immediatezza operativa sul territorio».
È chiaro che lui non capisca le motivazioni della soppressione del suo céspite così sostanzioso per un impegno così limitato. Noi le motivazioni le capiamo perfettamente, perché tagliare spese inutili e accollare a un’unica figura tutti i ricorsi dei cittadini, porta non solo a un risparmio globale netto, ma – forse – anche a una maggiore imparzialità di chi lavora a distanza e non è, come lo era Soreca, legato con mille fili di seta sia ai dipendenti (suoi ex-dipendenti) che agli amministratori di Quarrata: i quali prima lo hanno avuto come collaboratore nell’amministrazione e poi lo hanno anche gratificato con la buona prebenda destinata al difensore civico.
Siamo stati chiari?

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mercoledì 23 giugno 2010

La Padania non esiste. C'è solo la nostra Italia.


Caro Stefano,

ho letto con grande attenzione la tua lettera pubblicata sul sito di Generazione Italia e ho pensato che meritasse una risposta. Ieri ho avuto modo di dire quello che tanti pensano, anche al Nord, anche nella tua Brianza. La Padania non esiste, come ci ha ricordato anche la Società geografica italiana. C’è solo la nostra Italia. Che avrà problemi, differenze tra Nord e Sud, ma è la nostra Nazione. E dobbiamo esserne fieri, non solo quando gioca la Nazionale.Sbaglia chi dice che se non esiste la Padania non esiste la questione meridionale. I problemi del Sud esistono da ben prima che venisse formulata per la prima volta, nel 1873, la nozione di “questione meridionale”. Così come nessuno può negare l’esistenza di una “questione settentrionale”. Sono questioni che vanno inserite in un discorso più ampio: il futuro dell’Italia. Non si può dire che è “Padania” quella parte del paese che lavora e paga le tasse. Per due motivi: non è solo il Nord a lavorare e pagare le tasse e non tutti i cittadini del Nord che lavorano e pagano le tasse si sentono “padani”. Sono pronto a scommettere.Perdere tempo a discutere di una cosa che non esiste (la Padania) ci mette fuori strada rispetto al problema vero: come permettere al motore economico dell’Italia di essere competitivo e vincente nell’economia globalizzata. E quindi meno tasse, meno burocrazia, meno lacci e lacciuoli. Queste sono le esigenze reali del Nord. Non sventolare una bandiera verde.Allo stesso tempo, non possiamo nemmeno eliminare con un tratto di penna la questione meridionale: metà del Paese è nelle mani della criminalità organizzata e ha un reddito pro-capite di circa la metà rispetto a quello del Nord. Se sul versante della Legalità il Governo sta facendo tanto, ma si tratta di una battaglia appena iniziata, sul secondo versante dobbiamo fare molto di più, soprattutto se vogliamo rendere maggiormente produttiva anche l’altra metà del Paese, magari – perché no – ai livelli del lombardo-veneto. È in fondo questa la sfida che dobbiamo accettare. Nell’interesse dell’Italia.Se poi, per conservare il primato (indiscusso) del Nord, per poter continuare a gridare contro “Roma ladrona”, per insistere con la favola della Padania, si vuole lasciare tutto cosi com’è, questo è un altro discorso. Ma non è il mio.Infine, caro Stefano, tu mi chiedi di essere più presente al Nord. Accetto la sfida, insieme a tutti gli amici che credono nell’Italia, nel senso di appartenenza a una comunità nazionale, a un’idea di Nazione, a una storia antica, dolorosa ma affascinante.
Gianfranco Fini

Lettera a Fini di un giovane del Nord


Caro Gianfranco,

mi permetto di chiamarti così e di darti del tu non solo perché noi giovani, si sa, siamo un po’ sfrontati, e ci piace smarcarci dai soliti schemi dell’”Egregio Presidente”, ma anche perché mi sento da lungo tempo molto vicino alle tue idee, e perché c’è un filo sottile che lega il mio giorno di nascita, nel gennaio del ‘90, a un avvenimento importante della storia, anche tua, nel novembre ‘89. Fatto sta che più sento i tuoi discorsi, più mi piacciono le tue idee di destra moderna, liberale, europea. Soprattutto poi, per un ragazzo come me, che vive in un paesino della Brianza, unica macchia azzurra tra comuni “verdi”, ha fatto un gran piacere sentirti dire quella frase, all’apparenza banale, ovvia, ma che nessuno ha avuto il coraggio ancora di dire: “La Padania non esiste!”. Beh, in realtà l’aveva già detto qualche settimana fa la Società geografica italiana, tuttavia detto dal presidente della Camera in risposta ai vaneggiamenti politici di numerosi quadri istituzionali, fa un certo effetto. Già, perché come detto stamane ad Omnibus dal professor Campi, questa frase è un po’ come quella pronunciata dal bambino della fiaba dei fratelli Andersen: “Il re è nudo!”. Finalmente, l’abbiamo detto, non esiste, bene. I venti secessionisti rimarranno a soffiare in maniera stagionale sul sacro prato di Pontida, e le teorie sulla disunità nazionale vengono sbugiardate. Bravo. Ora però, caro Gianfranco, devi venire qui, a dirlo. Non perché così i leghisti potranno contestarti coi forconi, sicuramente non lo faranno, perché l’arrosto sono buoni a mangiarlo, ma in politica certe sparate non hanno proiettili, solo fumo. Ma perché qui, al Nord, ci manchi. E non è quel “ci manchi” velato di lacrimuccia nostalgico-affettuosa, è quel “ci manchi” che in realtà sta per “abbiamo bisogno di te”. Abbiamo bisogno di cultura e di incontri, di lezioni ai giovani come quella che hai fatto a Varese, di un presidente che va nelle scuole e alza il volume all’inno di Mameli, di una figura che riesca a riportare il senso di italianità qui dove la Lega spopola. Perché se lo fa, qualche merito e qualche talento nel lavorare sul territorio, effettivamente ce l’avrà, e qualche demerito nostro sullo stesso piano, ci sarà. Non ti chiedo tanto, una volta al mese, Gianfranco. Una conferenza a Torino, un incontro a Milano, una festa di piazza a Venezia, una visita a scuola a Trieste, un aperitivo a Treviso. Se tu non puoi manda Bocchino, Urso, l’ottima Bongiorno che si vede in giro così poco, fai venire Campi, Rossi, Mariniello. Però non dobbiamo lasciare il Nord da solo, come lo era un tempo, quando AN prendeva il grosso dei suoi voti al Sud e ha lasciato sempre maggiore spazio a Bossi qui. Ma ora dobbiamo recuperare. Senza dimenticare il Sud, la questione meridionale, senza fare la gara a chi produce e a chi consuma. Ma venite, fatevi sentire qui, in maniera forte, portando i nostri valori, le nostre idee, le nostre novità, che attecchiscono in una maniera stupenda, soprattutto tra noi ragazzi, ma muoiono se non vengono annaffiate dall’entusiasmo che potrebbe portare la vostra presenza. Perché non basta dire “La Padania non esiste”. Bisogna anche far vedere che esiste l’Italia.

Con affetto.

Stefano Basilico

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA SOLITA FANTASIA, I SOLITI IGNOTI


Stamattina, 23 giugno, la notizia che campeggia su Blog di Andrea Balli e sul Tirreno è ricavata da questo comunicato-stampa del Palazzo:

Come riqualificare un settore in crisi?
Sabato 26 giugno 2010, dalle ore 9.30 alle ore 16.30, si terrà a Quarrata, presso la sede di Villa La Màgia, la giornata aperta di ascolto e confronto con gli operatori locali del settore del settore legno-arredo.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di dare vita a un’esperienza di partecipazione,
per allargare la riflessione sulla crisi e consentire agli imprenditori di raccogliere riflessioni,
elaborare idee di sviluppo e proposte di azione
per arricchire il lavoro compiuto fino ad oggi dal Tavolo tecnico,
appositamente creato dall’Amministrazione.
I partecipanti, guidati da facilitatori esperti, saranno così chiamati a
confrontarsi e a discutere su alcune aree tematiche
per individuare scenari e soluzioni condivise
per innovare e valorizzare il settore e promuovere il territorio.
Per informazioni e per iscrizioni contattate Sociolab al numero di telefono 055/667502, chiedendo di Maria Fabbri.

Finalmente, dopo 5 mesi (e non 4, come si legge) da quando Quarrata fu tappezzata di manifestini contro il disinteresse del Sindaco e della Giunta nei confronti della sofferenza del settore mobiliero, ecco arrivare la soluzione dal cielo: e speriamo che non sia il topolino partorito dalla montagna della favola.
I membri del cosiddetto tavolo tecnico, creato all’epoca per dare risposte – e cioè: Provincia di Pistoia, C.C.I.A.A. Pistoia, Associazione Industriali, CNA Pistoia, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Centro Commerciale Naturale, Agenzia di Promozione del Mobile Imbottito, CGIL, CISL, UIL, Pistoia Promuove, Ordine dei Dottori Commercialisti, Pistoia Futura, Singoli, rappresentanti del mondo imprenditoriale e professionale locale –, potranno finalmente venire a sapere qualcosa di più su come fare a salvare il mobile.
Quello che ci preoccupa, però, è il fatto che questo famoso tavolo tecnico saprà tutto grazie alla Sociolab che – per chi non lo ricordasse – è una di quelle agenzie socio-tuttologhe che stanno dinanzi all’Altissimo-Regione Toscana e gli sono, per così dire, nell’occhio destro.
La Sociolab è la stessa realtà che ha prodotto quel modestissimo esempio di partecipazione che abbiamo a Quarrata, e il cui testo molto impegnativo (se non erriamo 13 articoli) è stata una delle ultime fatiche erculee del destinato a partire per Terni, l’esimo dottor Giuseppe Aronica.
E per dare l’incarico di far tutto alla Sociolab c’è voluto un tavolo tecnico! E la sinistra mostra tutta la sua potenza in queste mirabili scelte strategiche.
A Pistoia, per dire, si legge un solo nome lungo le strade cittadine: Giusti per l’edilizia.
A Quarrata, di qualsiasi cosa si debba fare una analisi, sempre un unico nome: Sociolab.
Il cliché lo conosciamo: sabato prossimo tavoline rotonde alla Màgia e, in un sol giorno, … voila: le jeux sont faits!
Anche lì, a mezzodì, si apriranno tavoli come quello tecnico. Ma i tavoli, si sa, servono solo a mangiare…

À la santé!

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martedì 22 giugno 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: COERENZA DA FILOSOFI


Non smettono mai di volersi mettere in mostra.
Non la piantano di voler far bella figura ad ogni costo.
Eppure i risultati della loro azione amministrativa sono sotto il naso di tutti: ogni giorno se ne parla per strada, nei bar, alle edicole.
Ogni sera mille famiglie delle frazioni delle colline ne discutono a tavola, tra un’immagine di telegiornale e l’altra, quando, dopo il lavoro, qualcuno ricorda di aver preso una buca secca e di avere quasi spaccato le sospensioni della macchina. O quando qualcuno esce di casa e, nel buio più totale (i lampioni sono… diseducativi: nel medioevo non c’erano) esce di casa e picchia un crepente rompi-femore. O anche quando le fogne puzzano e appestano l’aria che entra da una finestra aperta.
Eppure la Sabrina e il suo staff procedono indisturbati nei loro propositi di rivoluzionare la vita di questo paese del bengòdi che è Quarrata.
Ora poi che andiamo verso la china del dopo-metà-mandato, la cosa è ancor più evidente e oggetto di superbattage pubblicitario.
Stamattina è la volta del professor Vincenzo Mauro, il progressista rifondarolo che salverà le sorti di quanti resteranno senza un tetto per l’emergenza abitativa.
Mauro è filosofo, lo fa di professione: le teorie marxo-leniniste dell’uguaglianza e della solidarietà sono per lui oggetto di frequentazione quotidiana e di riflessione ideologica. Se ne intende di sociale e di servizi alla persona. E si intende anche di vittimismo, dato che ci accusa di riversare bloggate di fango sulla sua sana e giusta ideologica amministrazione.
Ma come si fa, obiettivamente, a fare in maniera diversa?
Lui che è un logico, faccia quattro conti pensando a questi conti della serva:
  1. impegni del Comune per l’emergenza abitativa con alloggi di emergenza nella palazzina ex Macelli e altro: 530mila euro;
  2. piste ciclabili che servono a passeggiare: 3milioni e 730mila euro.
Se questa, al professor Epicuro, sembra coerenza, ebbene sì: allora le nostre sono bloggate di fango.

Riflettete, cittadini di Quarrata!

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lunedì 21 giugno 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: QUARRATA, CITTÀ DELLA ‘RETORICA ROSA’


Diceva, l’emerito primo cittadino di Quarrata su Repubblica, il 12 settembre 2009:
«Ai bimbi ci si tiene. I cittadini, prima di mettere al mondo altri cittadini, vogliono essere sicuri che la comunità abbia preparato per loro il nido giusto». Il nido giusto!
E su una delle reti del Cavaliere, sempre la numero 1 dichiarava, spavaldamente, che questa città è un posto in cui si vive bene. Qualche tempo prima – con i soliti stucchevoli escamotage delle sinistre – ecco che la Sabrina aveva fatto realizzare i parcheggi rosa; non per i vecchi e i disabili, no: per le signore in dolce attesa.
Ha avuto pienamente ragione la signora Renata Fabbri quando ha scritto che la Signora Sabrina vive in un suo mondo sostanzialmente dissociato: una sorta di propaggine infantile nella quale il peggio Sindaco di Quarrata si ricrea un habitat in cui fuggire dalla realtà e sfuggire la realtà.
Ma in questo paese delle cicogne, in questo posto in cui si vive bene, la realtà quotidiana è ben diversa che non quella di Ken e Barbie, della stalluccia delle stelle, di Hello Kitty, per non dire della bella addormentata nel bosco.
Leggete la notizia che Giancarlo Zampini ha pubblicato oggi, 21 giugno, su La Nazione. Leggete le cronache dei giorni scorsi, con Santona e collegàti. Osservate le strade, le piazze, i fiumi, i ponti. Ascoltate le lamentele della gente che, di giorno in giorno, affiorano sui giornali di cronaca, dal Barba alla Catena e da Montemagno-Lucciano-Buriano-Tizzana-Colle alla Ferruccia: e dopo chiedetevi se davvero questa è la Quarrata da bere che ci propone – e ci propina – la Signora Sabrina, o se invece non è ben altra cosa.
Questa città, in mano a un ventennio di sinistra, èccola qua: schiacciata da idee bislacche e velleitarie, da sogni di grandeur che hanno portato debiti come la Màgia e la Querciola, da una bambinificazione in forme di favolosi animali come le balene di Pinocchio da piantare in centro, Quarrata è stata, dalle amministrazioni di sinistra che si sono succedute finora, mortificata e presa a calci; instupidita e stordita con un sacco di discorsi che non hanno fatto neppure un po’ di farina.
Chiedere alla Sabrina che se ne renda conto, è chiedere troppo, dato che lei vive in una sua enclave di pura e pericolosa fantasia, più che di favola o di ottimismo.
E allora il compito più importante, quello di correre ai ripari per toglierle il potere di mano, ce l’hanno solo i cittadini, quelli espropriati dei servizi essenziali – acqua, fogne, illuminazione, gas, strade decenti, parcheggi e quant’altro – a favore di spese milionarie per piscine, piste ciclabili inutili, arte-tarocca come le scritte di Nannucci o insulsi meeting della legalità da parte di chi, la legalità, se la mette ogni giorno sotto i piedi e la calpesta in ogni maniera.

Riflettete, cittadini di Quarrata!

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domenica 20 giugno 2010

IL PUNTO


25. FOSSO DI GALIGANA E STADIO-OLIMPIA – VIALE EUROPA DIMENTICATO – UN SINDACO INSENSATO CHE RICHIAMA AL BUONSENSO & ALTRE AMENITÀ
Domenica 20 giugno 2010

Quello di oggi sarà un punto anomalo. Non parleremo né dell’inchiesta di Perugia sul Cardinale Sepe e sul Ministro Lunardi, né delle mozzarelle blu mi piaci tu che venivano dalla Germania, né dei problemi Fiat o delle dichiarazioni di Bersani che strilla di far pagare la manovra al Cavaliere che è ricco: proprio lui, il Segretario di quel PD che, con tutto il suo marcato aziendalismo privatista degli ultimi 20 anni, ha portato l’Italia alla spubblicizzazione più scriteriata, e alla privatizzazione più feroce e capitalistica, fino a far giocare le banche e gli avventurieri della finanza a tutto campo, insomma fino a mettere l’Italia in ginocchio come lo è in questo momento. Ma vogliamo schersare direbbe Crozza?
Oggi faremo un punto interamente dedicato alle contraddizioni, alle insulsaggini, alle demenze di una Giunta – quella della Signora Sabrina – ormai in piena pre-campagna elettorale del metà-mandato: perché oggi questo dimostrano in maniera evidente le notizie dei due giornali di cronaca locale.
Mentre gli abitanti di viale Europa si lamentano di essere dimenticati dal Comune (su La Nazione parla Francesca Favi, coordinatrice comunale del Pdl), e mentre sia sul Tirreno che sulla Nazione compare la risposta-proclama della Signora Sabrina riguardo alla sicurezza sulle strade (dopo diremo perché riprendiamo questo spunto di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi), due chicche appaiono sul Tirreno: la prima riguarda il campo sportivo dell’Olimpia e la seconda lo stasamento del fosso della Galigana. Dunque procediamo con ordine.
Galigana. La campagna pre-elezioni di metà mandato è iniziata. Si parte da lì; dal fosso della Galigana. Non che non ne abbia bisogno di lavori, ma, guarda caso, è il fosso che si trova in mezzo all’area protetta del Parco Verde, vivavio delle Giunte di sinistra. Per questo fosso la Giunta è riuscita a trovare – come direbbe Mazzanti – una cifra importante: 20mila euro, a cui se ne aggiungeranno 50mila della Provincia. Tenete bene a mente 20mila euro.
Campo sportivo Bennati-Olimpia. Ecco spuntare fuori, dal cilindro del prestigiatore, un coniglietto bianco del valore di 35mila euro a carico del Comune, a cui se ne aggiungeranno 70mila della Regione che, come si legge sul Tirreno di oggi 20 giugno, «con un decreto dirigenziale della primavera 2009, ha ammesso l’ente locale al finanziamento». Dunque saranno 105mila euro in tutto a carico di tutti noi? La cosa non è molto chiara…
Allora facciamo un po’ di calcoli: 20mila più 35mila fanno 55mila euro. Se a questi si fossero aggiunti i 5-10mila spesi per le buche rattoppate in via di Montemagno, la frazione del silurato Burchietti avrebbe avuto la sua strada decente dopo anni e anni di promesse del menga: promesse identiche a quelle che Daniele Manetti stigmatizza sul Tirreno per il fosso della Galigana, quando dice «I soldi da destinare ai lavori sono stati messi e poi tolti svariate volte dai bilanci comunali» in questi ultimi dieci anni.
Che Giunta, quella della Sabrina, gente! Che intelligenza! Che capacità di prevedere, amministrare e dare risposte adeguate ai bisogni della gente!
Facciamo un altro conto su altro versante e stabiliamo un confronto:
  1. piscina di Vignole: 5 milioni di euro e spiccioli (rileggetevi il nostri post);
  2. piste ciclabili: 3 milioni e mezzo;
  3. Casa di Zela: 1 milione di euro (se sono bastati);
  4. scritta di Nannucci: almeno 50mila euro;
  5. balene e altre amene idee da Pinocchi per l’ex-Moderno: 2 milioni di euro…
A ben vedere le risposte di questa Giunta – alla quale partecipa anche un Mauro teorico e filosofo dell’eco-sostenibile e dei servizi sociali da tutelare in periodi di crisi come questa – sono congrue e perfettamente coerenti con una mentalità a dir poco da perfetta idiozia.
Alla gente di viale Europa, né strisce pedonali né lampioni per illuminare una strada che, di notte, è una gola dell’inferno, è un pericolo pubblico, è una strada che porta dritta al camposanto.
E il Sindaco, nel suo intervento sulla sicurezza stradale, ha il coraggio di dire: «Forse un po’ di buon senso e di coerenza in più aiuterebbero gli esponenti del centrodestra a prendere le proprie posizioni, senza doverle ogni volta adattare e contrapporre alle scelte dell’amministrazione».
È proprio vero che Dio ha fatto gli uomini di due categorie: alcuni con il cervello e alcuni senza.
Come la Sabrina, purtroppo.

Buona domenica a tutti.

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sabato 19 giugno 2010

Non siamo i soli a volere un PDL "liberamente" plurale


Questo week-end avrà il battesimo ufficiale la Fondazione Liberamente, ideata da Franco Frattini, Maria Stella Gelmini e Mario Valducci.
Siamo convinti, aldilà delle fisiologiche differenze, che sia un’iniziativa positiva, che aiuterà il Popolo della Libertà e che renderà il nostro partito finalmente plurale, con un dibattito interno e quindi un partito più democratico e libero.
Crediamo che progetti come “Liberamente” costituiscano una diversificazione all’interno del correntone berlusconiano ma anche e soprattutto un modo per avvicinare tanta gente nuova al grande progetto del Pdl, così come stiamo facendo noi con Generazione Italia.
Liberamente vuole essere un punto di incontro per le tante piccole realtà presenti all’interno della galassia berlusconiana, con l’obiettivo di creare una struttura forte, che non sarà forse un correntone, ma ci si avvicina molto.
I promotori non si dicono “contro” il gruppo vicino al Presidente Fini, ma piuttosto vogliono costituire una rete per confrontarsi con strutture organizzate – vere e proprie correnti all’interno del Pdl – e spesso sovra rappresentate rispetto alle reali potenzialità.
Scorgendo i nomi dei fondatori, Liberamente potrà essere un nido di colombe per creare un nuovo clima di unità all’interno del partito e quindi superare il fermo immagine della Direzione Nazionale del Pdl. Superare, cioè, lo scontro Fini – Berlusconi e il documento approvato a maggioranza, un testo più sconclusionato che conclusivo.
Così come l’area finiana, Liberamente ha come obiettivo quello di migliorare il Pdl e per farlo è necessario incrociare le anime vicine a Berlusconi e Fini, che sono le uniche due forze propulsive e vincenti all’interno del partito.
Le uniche due realtà che potranno dare un futuro al partito degli italiani, la felice intuizione di Pinuccio Tatarella concretizzata, solo due anni fa, dai due co-fondatori.
Su questo credo ci sia davvero poco da discutere.

Italo Bocchino

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: SABRINA, IL SINDACO DELLE CIANCE


Scrive, l’emerito primo cittadino di Quarrata sul suo blog, in questi giorni:

Nel 2006 abbiamo partecipato in modo convinto al progetto proposto dal Pozzo di Giacobbe, che si è concretizzato con il posizionamento delle sagome nere in alcuni punti del territorio comunale in cui erano avvenuti negli ultimi dieci anni incidenti mortali. Come si legge nel progetto, l’obiettivo era quello di ricordare le vittime della strada, mettere in risalto i rischi legati alla circolazione, sottolineare la responsabilità sociale degli automobilisti. L’idea però è stata sempre criticata dal centrodestra.
Negli ultimi 3 anni, dal 2007 al 2009, i vigili in servizio sono passati da 12 a 17, le verifiche dei limiti di velocità tramite autovelox da 30 a 150 e le ore di pattugliamento sul territorio comunale da 1220 a 2100, ma anche questi o sono sprechi o sono solo il modo e l’occasione per fare cassa coi soldi dei cittadini.
Ricordo poi le polemiche in consiglio comunale sull’intervento in via Corrado da Montemagno, per ridurre la velocità in prossimità dell’incrocio con via San Lorenzo, perché avevamo curvato anche l’unica strada dritta di Quarrata. Per lo stesso principio e con lo scopo di ridurre la velocità degli automobilisti però, ora si chiede la rotonda in via Firenze. Forse un po’ di buon senso e di coerenza in più aiuterebbero gli esponenti del centrodestra a prendere le proprie posizioni, senza doverle ogni volta adattare e contrapporre alle scelte dell’amministrazione.
Dal 2007 al 2009 le risorse destinate dal Comune di Quarrata per la sicurezza pubblica sono aumentate del 14,86% e dal 2003 al 2009 addirittura del 55%, ma ad ascoltare il centrodestra noi spendiamo solo in cultura (-17,63% solo dal 2007 al 2009).

Dinanzi a questa somma di chiacchiere a vuoto, che rasenta la sciocchezza, è il caso di ricordare all’esimia Sindaca che
  • non bastano quattromila sagomine nere per educare la gente alle proprie responsabilità sociali: e lo si vede giorno dopo giorno;
  • non bastano 5 vigili in più e centinaia di ore in più di pattuglia sul territorio, quando quei vigili servono per lo più solo a fare multe per divieto di sosta e a far cassa – come lei stessa ammette – e a non vedere quanto accade lungo le nostre strade e nelle nostre periferie, compreso il proliferare dell’abusivismo edilizio e dei reati ambientali per discariche abusive spesso generate dallo stesso Ufficio Ambiente;
  • non è onesto confondere le idee della gente con giochi di prestigio verbale parlando allo stesso modo della rotonda di via Corrado da Montemagno e di quella di via Firenze;
  • è più disonesto che mai citare percentuali e numeri senza dare, al contempo, elenchi di cose fatte o non fatte, perché raddoppiare una spesa per sicurezza da 1000 euro a 2000 euro è innalzare una percentuale del 100%, mentre per cultura e look si spendono milioni (sì, milioni!) di euro.
Come al solito la nostra prima cittadina sa aprire bocca solo perché ce l’ha, ma senza mai dare le prove di quello che dice, come del resto gli sciocchi e gli incapaci.
Se vuole essere convincente, organizzi una pubblica tavola rotonda al Nazionale, e chiami il popolo ad ascoltarla: ma si porti dietro le prove di quello che dice!
Ma tanto non lo farà.

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venerdì 18 giugno 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: SABRINA, UN SINDACO AL DI FUORI DELLA VITA REALE


Riprendiamo, per un attimo, le critiche che ieri venivano pubblicamente mosse al Sindaco e alla Giunta dall’IDV; critiche che noi dell’opposizione stiamo movendo da anni a una maggioranza cieca, sorda e muta.
Il bilancio di metà mandato – ma cerchiamo di ricordarci che la Signora Sabrina è qui da 7 anni, che, nel suo caso, sono di guai come quelli del famoso film di Ernst Marischka – è una vera e propria bolla di sapone, da manuale.
Incapace di comunicare non solo con i cittadini, ma perfino coi suoi stessi elettori, la Padrona di Quarrata si è chiusa nella sua torre d’avorio, dalla quale ha emanato radi, sussiegosi proclami. Per lo più si è esibita in personalizzati elogi alle forze dell’ordine (si veda il suo blog, in questi giorni, sull’arresto della Santona); moralistici richiami alla legalità e al rispetto delle regole che lei normalmente ignora (basta vedere che per ricevere un cittadino impiega almeno 17 giorni); indecorose difese di indifendibili suoi adepti (vedasi storia di Magazzini); superbiose aggressioni di cui nemmeno sa chiedere scusa (si ricordi l’indecorosa calunnia lanciata contro Maurizio Ciottoli per insinuare suoi traffici poco leciti in affari con il Comune stesso); fughe dal Consiglio per non prendere posizione sul problema dell’acqua pubblica o privatizzata. Ma molto altro ancora: l’elenco non può arrestarsi qui.
Abbiamo un Sindaco da telenovela. Ricordiamo le sue dichiarazioni sui bambini che nascono in questo suo angolo di paradiso (ove, peraltro, abita da sempre anche Ebe Giorgini, di cui la Sabrina si ricorda solo quando il luogotenente fa irruzione in villa; o ci sono problemi di ordine pubblico, ma certo stemperati dalla bellezza delle colline: una bellezza che, come le ricordava Renata Fabbri, vale solo per chi, sulle colline, non ci abita); le sue mielose litanie natalizie con letterine strappalacrime che sembrano scritte da infanti dell’asilo Bargellini. Ma un Sindaco di 25mila persone, può essere così? Può parlare così come una scrittrice di versi a cottimo o una poetessa da premio di paese?
Ecco, per esempio, cosa dice, proprio in questi giorni, riguardo alla Màgia, sia sul blog di Andrea Balli, sia sulla Nazione:

«Lo spettacolo di Villa La Màgia la notte è imperdibile, si respira un’atmosfera che ci riporta al passato: si ha come l’impressione di vedere comparire da un momento all’altro la contessa che ci guida nelle stanze che ha abitato fino alla sua morte – afferma il sindaco Sabrina Sergio Gori –. La Màgia di notte ha un fascino diverso che ci avvolge e ci rende partecipi di un percorso fatto di emozioni, bellezza ed armonia. Questo momento ci permetterà di apprezzare i mobili d’epoca, gli affreschi settecenteschi, la luce delle opere d’arte che arricchiscono il cortile interno, oltre al sommesso mormorio dell’acqua delle fontane. Non sarà una visita consueta, ma un viaggio dell’anima alla scoperta del bello che aiuta a vivere».

E dopo aver letto queste sue parole così profondamente ispirate, estatiche e vibranti di intenso sentimento che anela al mistero, chiedevi che cosa ne è dei suoi programmi elettorali nei quali aveva promesso, fino da 7 anni fa, di riqualificare le frazioni, di riasfaltare la via di Montemagno, di rifare la piazza alla Ferruccia, di dare un parcheggio alla scuola elementare di Catena, di costruire almeno una passerella pedonale sulla Stella a Valenzatico per evitare che i passanti restassero schiacciati da qualche macchina contro la spalletta di acciaio del ponte stretto e storto su cui gli automobilisti fanno poca attenzione. Chiedetele cosa ne ha mai fatto di tutte le sue bugie.
Tutto questo è passato nel dimenticatoio: una vera presa di culo, scientifica, ripetuta, colpevole. Lei – come dicevamo – ha da far vedere solo sé: gli altri sono il mezzo per mettersi in mostra.
Ed ecco che oggi, sul Tirreno, riattacca la solfa anche il buon Daniele Manetti del Comitato di Olmi, rappresentante della partecipazione all’amministrazione: un paladino con una fede incrollabile, ma destinata a spuntarsi come la lancia di don Chisciotte contro le pale dei mulini a vento della Sabrina.
Nel frattempo i milioni di euro sono corsi in ogni direzione e sono stati buttati via a larga mano. E sapete dove? Per il vostro male ve lo ripetiamo: nella magìa delle notti della Màgia; nelle opere d’arte inutili che pretenderebbero di fare concorrenza a Firenze e che sono, per il 99% del tempo, chiuse nelle sale auguste della villa principesca di cui la Sabrina si sente padrona; nelle cretinate delle scritte al neon di Nannucci (50mila euro almeno); nelle velleità assurde della Querciola, una vasca da bagno per 4 papere e 15 aironi che starebbero meglio in Padule; nel megaprogetto delle piste ciclabili da 3 milioni e mezzo; nelle regalie all’Uisp di Firenze, che avrà una piscina da cui trarre profitto, mentre a noi resteranno le spese. È questa l’amministrazione di questo peggio Sindaco di Quarrata!
Alla Sabrina calza a pennello la famosa barzelletta del democristiano che spiegava all’amico cosa aveva realizzato con i quattrini pubblici che aveva speso a larga mano. All’amico che gli domandava cosa, il democristiano chiedeva: «Lo vedi quel grande ponte laggiù?». E mentre l’amico rispondeva di non vedere un bel nulla, il deputato, orgoglioso, rispondeva: «Appunto», lasciando intendere che tutti i soldi erano andati a farsi fottere altrove. Vi sembra giusto questo modo di governare Quarrata? Vi sembra coretto e rispettoso della legalità?
L’unica cosa da dire a questo Sindaco ciarlatano e parolaio, inconsistente e incapace, immaturo e negligente, arrogante e superbo, mentre ripete la vieta battuta il Governo ci taglia i fondi, è il famoso tormentone dei Trettré del Drive in anni 80: «Sabrina, a me, me pare ’na strunzata»!

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giovedì 17 giugno 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: GIUNTA SS(G), MASSA DI SCIALACQUATORI


La lettura della Nazione di oggi, 17 giugno, è particolarmente istruttiva.
Non ci vogliono dei geni per capire che quello che andiamo ripetendo da più di un anno, oltre che essere un metodo di pessima amministrazione, è un vero e proprio sputo in faccia alla gente: ma il sentirlo ripetere anche dagli alleati IDV della sinistra al potere, fa bene a tutti: compresi i due super-radicali-progressisti, Mauro & Musumeci, che – al contrario di ciò che sarebbe loro preciso dovere morale fare: e cioè venirsene via dignitosamente dalla Giunta, con un calcio bene assestato, mostrando quello che in gergo si definisce poco elegantemente, ma molto efficacemente un po’ di palle, come del resto ha fatto perfino Burchietti – preferiscono starsene seduti in poltrona a scaldarsi il culo e a condividere tutti gli errori inanellati dal ferreo dux quarratino, l’arrogante Signora Sabrina, la cieca, la sorda e la scialacquatrice, la non-presente.
Aldilà della spesa per Casa di Zela, che ormai ha sforato il milione di euro (o i due miliardi di lire, se preferite) e solo per fare quattro giornate di festa all’anno con i prodotti tipici locali o dare ricetto a quattro scuole elementari che finiscono a vedere cose banali e scontate, ma che ci costano altre migliaia di euro e che ci portano poche palanche che non sono neppure sufficienti all’autogestione economica (e se non è vero, portatecene, sostenitori della Sabrina, le prove certe e ragionieristiche!), il grave della questione si impernia tutto sullo scaialacquìo per il Piuss, contro il quale – come abbiamo accennato – ha levato gli scudi e la voce anche l’IDV.
La polemica che c’è stata nei giorni scorsi sul bilancio di metà mandato, è un déjà vu per noi che sosteniamo tutto questo da più di un anno a questa parte.
Ma il sapere che questa festa rinascimentale dello sperpero avviene in un momento in cui la crisi nera pigia sulle famiglie; e il vedere che la Sabrina sa solo dire quattro parole in croce su Mamma Ebe (stronzate da Fantozzi) e nient’altro che il Governo ci taglia i fondi, siamo convinti che siano la dimostrazione più lampante, più inoppugnabile, più solare dell’assoluta incapacità di amministrare di questa medichessa di base che, per prima cosa, dovrebbe curare se stessa dalla deleteria mania di protagonismo che la porta a sciupare quattrini della gente per fare vedere che, in questo angolo di mondo dove si vive bene e dove nascono tanti bambini (ma solo perché è un dormitorio dell’area), forse è esistita anche lei.

Meditate bene, cittadini!

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mercoledì 16 giugno 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: L’AMMINISTRAZIONE DEL “LARDO AI CANI”


Perché spendere troppe parole? In primo luogo nessuno ti sta a sentire, in secondo le cose parlano da sé.
Che a Quarrata non tutti i cittadini sono uguali, lo abbiamo visto e dimostrato per più di un anno dall’aprile del 2009. Esempi? Le vicende della strada di Montemagno, il nuovo parcheggio di Olmi (che favorisce il Parco Verde ma non risolve i problemi di nessuno), la piscina milionaria di Vignole che avvantaggia la speculazione edilizia e affossa ancor più un’area affogandola in un traffico reso già difficoltoso da reticoli di strade insufficienti e disadatte ad un a vera circolazione in grado di rispondere alla presenza di 80 nuovi appartamenti…
Ma tanto nessuno ci sta a sentire, dicevamo.
Ora tocca al buon Daniele Manetti, di recente cooptato all’interno del comitato dei consultabili a cui l’amministrazione potrò dire no quando crede e come vuole.
E anche qui una domanda eterna: perché creare organismi pseudo-partecipativi quando si sa che la formula «sentito il parere di» non serve a un cavolo?
Ripetiamo la nostra solita obiezione: i Sindaci di oggi – voluti fortemente dalle democraticissime sinistre – sono, in buona sostanza, dei nudi e crudi duci fascisti; ineliminabili, autocrati, tiranni e pieni di smania di potere.
Altro che partecipazione! Il paese è comunque in mano a chi, da solo, può permettersi di fare tutti i danni che vuole.
E ci vogliono i fidi di sinistra per credere che Quarrata sia amministrata bene. La Giunta SS(G) butta il lardo ai cani (balene, Querciole, Màgie, meeting della legalità, lavori continui nel chilometro-quadro della locale ‘città-del-vaticano-mobile’), ma lascia gli altri allo stato brado: così bello nell’ottica dell’Assessore Mauro, che predilige il medioevo dei servizi, la bicicletta, i piedi e il buio di notte, vie dirette allo sviluppo sostenibile!
Le cose, cari compagni, parlano da sé. Mettetevelo in testa una buona volta!

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domenica 13 giugno 2010

Le sparate servono solo a rassicurare l'elettorato. Meglio godersi i mondiali


Sarà il caldo, sarà la voglia di vacanze, sarà che sono più di tre lustri che sognano la Secessione, ma i leghisti non hanno più lo smalto di una volta. Le loro “sparate” sono un po’ più stanche, un po’ più appannate, ma soprattutto molto più prevedibili. E anche, non ce ne vogliano gli amici del Carroccio, molto più innocue.
L’ultima (trita e ritrita) arriva da Zaia: niente "Fratelli d'Italia", meglio il "Va' pensiero". E la penultiam, di qualche giorno fa, arrivava dal Piemonte governato dal giovane Cota: assumiamo professori e supplenti che siano solo “del territorio”. Qualche reazione, qualche sussulto, un po’ di indignazione, le solite repliche puntute leghiste e, per ora, basta. Ma tra lezioni di dialetto, esami di cultura locale, graduatorie regionali (che a dire il vero sono state proposte anche, più o meno velatamente, da alcuni esponenti del Pdl), inni mancanti e tricolori usati per altri fini, queste nuove “sparate” pare di averle sentite già mille volte. E hanno buone probabilità di fare la stessa fine. Nel nulla.
Sì, perché la parabola delle boutade leghiste è ormai abbastanza chiara. Effetto annuncio (solitamente quando ci sono elezioni in vista o trattative politiche "romane"), dibattiti infuocati sui media e poi il silenzio. Alle volte al silenzio si affianca il fallimento della proposta. Medici spia, presidi spia, ronde, White Christmas. Per non parlare dell’indipendenza padana, desiderio proibito di una vita e destinato, con buone probabilità, a rimanere tale. Insomma, l'abbiamo capito: perché preoccuparsi?
Allora ecco l’idea: un embargo di un mese (almeno) sulle critiche al Carroccio. Innanzitutto perché toccherebbe ripetere sempre le stesse cose, ricordare i principi fondamentali della nostra Repubblica, qualche nozione di diritto internazionale, un po' di solidarietà e carità cristiana. E poi perché non conviene prestarsi al gioco. Ma soprattutto perché mentre la Lega si occupa di rassicurare il suo elettorato a suon di proclami, noi vorremmo tifare la nostra Nazionale in santa pace, dato che la loro ha già giocato…

Federico Brusadelli da: www.farefuturofondazione.it