martedì 9 giugno 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: 300 GIORNI ALLA CASA DI ZELA ?




Querciola quarta tappa. Ed ecco finalmente la meraviglia delle meraviglie in cui il Comune di Quarrata profonde fiumi di quattrini – non importa da dove provengano. Questa mirabile opera, da terminare nel linite di 300 giorni, è sotto i nostri occhi.
Le cifre sono… modeste: 812 mila euro (1 miliardo e 600 milioni delle vecchie lire) come importo netto dei lavori; più 54 mila euro per oneri riguardanti la sicurezza. E le opere sono cofinanziate – il che vuol dire che Quarrata dovrà frugarsi in tasca per suo conto per arrivare a dama.
Su questo cartello esposto dinanzi all’area dei lavori, sotto la responsabilità dell’Arch. Nadia Bellomo, non c’è scritto neppure la data di avvio dei lavori. Quando scadranno i 300 fatidici giorni? E perché non c’è nessun riferimento come in qualsiasi altra opera di qualsiasi altro cittadino? Forse perché il Comune può fare quello che vuole?
Se c’è materia di sanzioni dovute, inizi il Comune stesso – così ligio alle leggi da buttar giù la Baracchina – a sanzionare se stesso; e dia esempio ai suoi cittadini nei confronti dei quali è sempre così attento a emettere provvedimenti che in alcuni casi vengono fatti eseguire e in altri no: e se non ci credete ve ne potremo dare la prova. Giunta, è l’ora di farla finita di fare ciò che ti pare e come ti pare! Alla Querciola non ci sono struzzi che fanno finta di niente e mettono la testa sotto la sabbia. Alla Querciola – diciamolo forte e chiaro – non c’è un bel niente

Cliccare sulla foto per ingrandire e leggere.


Querciola 4 continua...

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: CHI HA RUBATO LA LAGHINA ?


Querciola terza tappa.
Arriviamo sul luogo e un cartello ci avverte che lo specchio d’acqua è stato prosciugato per urgentissimi lavori.
Fortunatamente, però, possiamo sostituire la visita facendo un salto alla Laghina
Sì, ma qualcuno potrebbe spiegarci dov’è? Abbiamo girato quasi un’ora, ma non abbiamo trovato un bel niente.


Querciola 3 continua...

lunedì 8 giugno 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: ENTRO O NON ENTRO?




cliccare sulle foto per ingrandire



Proseguiamo il nostro viaggio alla ricerca della Querciola e della Casa di Zela. Eccoci arrivati all’ingresso dell’area protetta ed ecco che già al visitatore si pone un dilemma: dove vado? Entro? No, perché ci sono due segnali che lo vietano. Ma in compenso ce n’è uno che mi dice che devo per forza entrare per questa unica via. E allora entrerò.
La cura con cui il Comune segue questa costosa realtà si può vederla sino da questi minimi particolari.A diritto, dunque, e a testa bassa per vedere – passo passo – cosa stia succedendo in questa oasi così famosa…


Continua 2......

venerdì 5 giugno 2009

SENZA PELI SULLA LINGUA E SENZA PAURA, PLEASE !


Chi credesse che questo blog non esprime le più ampie idee di libertà di critica, cronaca e creatività garantite dalla Costituzione, è bene che legga anche queste poche righe di approfondimento, scaturite da una nostra riflessione dietro i due commenti anonimi inseriti al post dell’assegnazione dello Zugo a Guglielmo Bonacchi.
Basteranno pochi dati. Eccoli: il PDL della nostra provincia (= Alberto Lapenna), ha presentato, per il rinnovo del Consiglio Provinciale, questi candidati in collegi sicuri:
1. Paolo Ammendola – Buggiano
2. Maurizio Galligani – Montecatini Nord
3. Karim Lapenna – Pescia
4. Marco Onori – Uzzano
5. Mauro Niccolai – Serravalle
Questi cinque personaggi, tutti montecatinesi, fedeli alla linea, sono i cosiddetti delfini del trono; ma, occhio al Lapenna: il terzo della serie, Karim, è quello dal sangue blu, visto che è pure figlio del futuro sindaco di Montecatini, ed è quindi il più accreditato a diventare, in un futuro prossimo, papabile in ogni senso – e questo in virtù di certo trasversalismo instauratosi grazie a sotterranee pattuizioni democristiano-comuniste fin dagli anni 50 in poi, per cui i figli dei medici diventano medici, quelli dei notai notai, quelli degli avvocati avvocati, quelli dei magistrati magistrati, quelli dei dipendenti comunali dipendenti comunali e, via via, quelli dei politici diventano politici e prendono, prima o poi, sempre e comunque, prima il posto alla destra del padre e poi il posto del padre stesso, perpetuando un’Italia in cui i disperati del terzo e quarto mondo vengono e si trovano a casa loro perché si imbattono, oltre che in una accoglienza osannata dalle sinistre catto&comuniste, nella rigida e ben consolidata struttura delle caste inviolabili dell’India di Gandhi, a cui i disperati sono da sempre avvezzi.
Che Alberto Lapenna, poi, sarà il futuro sindaco di Montecatini è anche un pettegolezzo che proviene dalla sua stessa città, dove pare che in questi giorni l’aspirante si sia presentato a chiedere voti e consensi in un nobil consesso, ed abbia concluso, senza mezzi termini, che, anche se non gli fossero stati dati i voti che chiedeva, lui avrebbe comunque vinto le elezioni – ma un pettegolezzo lasciatecelo dire, via! Qualche piccola maldicenza non fa mai male, secondo Andreotti.
Chiariamo altre due o tre cosette, però. A cominciare da Mario Niccolai.
Niccolai non ha mai chiesto di essere candidato per la Provincia: se lo ficchino bene in testa tutti, a cominciare da certi PDL che, pur di stare sulla cresta dell’onda e cavalcarla, non esitano ad allinearsi e, magari, a spedir letterine scandalizzate di protesta a Silvio…
Niccolai sapeva e sa dell’incompatibilità tra consigliere comunale e provinciale – anche se tale norma per i nemici si applica e per gli amici si interpreta, secondo lo stile del sindaco di Quarrata e dei suoi seguaci.
Niccolai intendeva e intende tuttora dedicarsi alla cura della cattiva amministrazione quarratina, della Signora Sabrina e dei suoi accoliti e, al tempo stesso, vede con grande soddisfazione la crescita di questo blog che, a dispetto di tutto e di tutti, è cresciuto a dismisura da qualche mese a questa parte: da quando, cioè, alcuni di noi si sono impegnati più a fondo per far le bucce e le creste alla peggiore giunta degli ultimi 50 anni di Quarrata. Così non governava nemmeno il Podestà Conte Gazzola di fascistica memoria.
Ma Niccolai non è nemmeno cieco: vede che al Consiglio Provinciale, Montecatini – che pure è una realtà demograficamente, produttivamente ed economicamente inferiore a quella di Quarrata – sarà rappresentata da ben 5 consiglieri termali, anzi sei, se si considera il candidato presidente Ettore Severi; mentre Quarrata non ha nemmeno un rappresentante o ne avrà uno che non sa arrivare a Quarrata e sbaglia strada. Niccolai, infine, non è un ebete, come qualcuno vorrebbe accreditare; non è un invidioso e non è un arrivista. Non lo è mai stato – e sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario.

È giusto e santo, quindi, il suo impegno di piena libertà nel demistificare gli arrivismi e i nepotismi (o meglio ancora i figliolismi) di certi personaggi che, plurisqualificati in passato, sono riusciti, con la loro capacità di galleggiare, a tornare a galla e a garantirsi privilegi, prebende e lustro.
È giusto e santo dire tutto questo senza peli sulla lingua perché non si creda che sia vera l’osservazione del secondo commento anonimo allo Zugo a Bonacchi Limitiamoci a sostenere che chi sa fare fa e fa bene, chi non sa va a casa... No. Questo non è vero: spesso, invece, è vero il contrario, e cioè che chi mesta fa e fa male e chi non mesta resta per lo più escluso ed emarginato.
Il rispetto per l’uomo e la libertà si difendono e si garantiscono non solo alzando il dito contro gli avversari, ma anche puntandolo, con lo stesso rigore, contro gli uomini della propria area allorquando, come in questo caso, agiscono peggio degli avversari perché, in nome del servizio degli altri, tendono a crearsi solo un potere personale che nel Sud viene stigmatizzato e combattuto in ogni modo…

E ora diteci se non siamo chiari e onesti.


LA SQUADRA DEL BLOG

giovedì 4 giugno 2009

ZUGO A GUGLIELMO BONACCHI


Nell’inaugurare il nuovo corso di questo blog, avevamo detto che saremmo stati franchi, liberi e critici; e non solo nei confronti degli altri, ma anche della nostra stessa area politica. Com’è giusto.
Ebbene, come lo siamo stati parlando del Cubo magico del signor Alberto Lapenna, lo siamo, stavolta, anche nei confronti del Dottor Guglielmo Bonacchi, candidato di Quarrata per il rinnovo del consiglio provinciale: un candidato quantomeno improvvido per i Quarratini, dato che, per giungere a Quarrata, nonostante i suoi 60 anni e una laurea in medicina (fa di mestiere l’anestesista), non sapeva che, venendo da Pistoia, per sbarcare nello splendido centro della Città del Mobile basta seguire la strada statale 66 (quella che collega Firenze a Vienna grazie ai Lorena) e che, arrivati all’altezza di Olmi, si deve girare a destra, seguire per 2 chilometri via Montalbano e poi parcheggiare in piazza.
No. Bonacchi per arrivarci accese il navigatore satellitare e, nonostante questo, riuscì a finire a Carmingnano. Quale sarà il suo orientamento circa i problemi di Quarrata, lo si può profetizzare da questo episodio. Bonacchi rischia di essere un novello Di Pietro senatore del Mugello: visto una volta, mai più visto – e chi s’è visto s’è visto.
Scelto con criteri di pura fedeltà a Lapenna (anche lui, ex delfino di Lenio Riccomi, è ora giunto a crearsi un gruppo di delfini fedeli, che sarebbe meglio, però, chiudere in un acquario), Guglielmo dovrà far vedere come ama e conosce Quarrata – in caso contrario potrà sempre cercare di… anestetizzarla; tanto all’anestesia Quarrata è abituata: basta vedere quante coscienze dormono sotto le droghe sparse dal Sindaco e dalla sua solerte e multiforme segreteria…
Complimenti ai nuovi sistemi di far politica con politici nuovi e non cotti da precedenti scottanti esperienze politiche, tutti giovani di buone speranze, solerti, attenti e vigili. Un bello zugo Bonacchi lo merita proprio come simbolo del suo delfinato lapenniano. Ma auguri a chi cade in queste trappolette di piccolo cabotaggio, perché rischia grosso!

martedì 2 giugno 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: UN CAVALIERE INESISTENTE.


Fa impressione leggere questa lettera aperta dell’Illustrissimo Signor Sindaco di Quarrata, signora Sabrina Sergio Gori. Non la fa a chi non è abituato a riflettere sui particolari, a chi, fra i suoi millanta(tori) sostenitori, è assuefatto a ingozzare di tutto e di più con la stessa foga con cui Gurdulù, il servo del Cavaliere inesistente di Italo Calvino, infila la testa dentro la pentola della zuppa e trangugia, chiedendosi solo se è lui che mangia la zuppa o la zuppa che mangia lui: tutto questo accade sempre quando all’interno di un branco o di un gruppo, come di uno schieramento politico, si crea l’effetto culto della personalità, meglio definibile, anche, con il fenomeno leviano di effetto-Lager: amo il capo ad ogni costo anche se mi manda alla selezione e mi fa morire in forno. È un gran risultato, questo, per cattolici e comunisti: ma i primi hanno vescovi che non credono alla shoa e i secondi, con Stalin, di shoa ne hanno fatte altre dopo quelle naziste – sicché non c’è da meravigliarsi più di tanto.
Ma torniamo a noi. Al di là del contenuto – che è la somma della banalità provinciale di chi non sa e non fa altro che ripetere le parole dette da altri, come un Tonio ex-appestato e ridotto all’idiozia mentre guarda Renzo con occhi da down – questo documento fa impressione per la riga che Andrea Balli, per onestà di cronista, ha aggiunto in fondo al distillato di qualunquità messo in bottiglia e gettato in mare in nome della faraona di Quarrata: fonte: segreteria del sindaco del comune di Quarrata. Guardate il blog del Balli di domenica 31 maggio.
È bene che i lettori riflettano su questa nota solo apparentemente insignificante; una nota che però illumina su una verità inconcepibile e sgradevole per quanti, da sempre, sono abituati a fare politica, e non per chi alla politica è arrivato con l’ondata post-dipietrana della Seconda Repubblica, vale a dire i giovani preparati dalla scuola post-sessantottina a non sapere né leggere, né scrivere, né fare di conto da una serie di docenti filtrati da esami di gruppo e materie liberalizzate che venivano date in ondate di 50 persone per volta, con uno studente che parlava e un docente (sempre rigorosamente comunista) che estendeva (o spalmava, come Spalmen però…) il voto a tutti, oves et boves, bravi e ciuchi indistintamente.
Il Sindaco di Quarrata parla sempre per editti, per lettere, per comunicati, e mai in prima persona – a meno che non venga chiamato in TVL (TV libera da che? Dal peccato e sicura da ogni turbamento…?): ma se andiamo a vedere qualche spezzone, ci rendiamo conto di quanta povertà di espressione caratterizzi la sua grigia e invecchiata anzitempo dialettica – al massimo, quando non sa più cosa dire, Sabry fa come le formiche nel loro piccolo, si incazza e chiude lì.
La apparentemente insignificante nota di Andrea Balli è indicativa, come un valore sballato nell’emocromo o nelle transaminasi, di una realtà ben più complessa: Quarrata non ha un sindaco; ha una segreteria (o meglio: una segretaria) che pensa e scrive per il Sindaco e che determina – con le sue qualificate intuizioni maturate in una stanza chiusa e impermeabile, quasi una camera iperbarica e una novella turris eburnea – le faccine di circostanza della signora Sabrina. Una segretaria che Quarrata corre il rischio, una volta che finirà il sindacato sergiogoriano, di ritrovarsi fra gli impiegati stabili del Comune attraverso un escamotage di creazione di posto postmortem del sindaco uscente: altra bella rappresentazione della libertà delle sinistre antinepotiste, incorruttibili e inflessibili sotto il profilo morale di altissimo, indiscutibile livello. Così la signora Vannelli, che per tutto l’impero Sergio Gori ha dettato gli indirizzi di regime, Quarrata dovrà anche sorbirsela a premio della fedeltà con cui ha servito – ci sia consentito per diritto intellettuale – il peggior Sindaco che la città abbia avuto, un novello cavaliere inesistente di Calvino, fatto di una corazza di fuori e di un vuoto di dentro, che si è interessata solo del centro cittadino per portarci cetacei di cemento armato, fioriere con fiori giallorossi, amenità varie come case degli artisti e installazioni d’arte (??) alla Màgia con sperpero di fiumi di quattrini: e provi a negare.Rileggete attentamente quante banalità sono state scritte in questo brillante pezzo sul nulla, in cui, dopo aver slappato (neologismo onomatopeico dall’inglese slap, rumore della linguata in Walt Disney) carabinieri, polizia e soprattutto il prefetto, non già il sindaco, ma la sua segreteria/segretaria, rispondendo a certe osservazioni di Giancarlo Zampini riguardo a una caserma di vigili del fuoco, gli dà, senza troppo fair play, del povero coglione che non capisce che, in momenti di crisi come questo – in cui siamo costretti a non poter erogare 80 € a una disgraziata, ma se ne spendono 800 mila per una pista ciclabile –, non si deve chiedere l’impossibile, dato che mancano anche i soldi per la benzina delle forze dell’ordine. Assassino, dice il palermitano a Benigni quando è al teatro con un casco di banane in collo in Johnny Stecchino; e il comico toscano risponde con pratese immediatezza: ma vaffanculo! O è rozzo e volgare anche questo, eh, Fortini?
È proprio vero che le sinistre hanno il cervello vuoto come un guscio di cicala; un cassa di risonanza della più vieta, scontata, povera, trita banalità.
cliccare sulla foto del pezzo tratto dal blog di Balli per ingrandire.

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: OASI...DI COSA ?




Il nostro viaggio alla Querciola e alla Casa di Zela inizia da qui, dal cartello che si trova lungo la strada e che è lasciato nell’abbandono in cui lo si vede in via Nuova.
Basteranno, per iniziare, queste due foto a documentare come il Comune cura una realtà in cui ha investito e continua a investire – ma per cosa? – centinaia di migliaia di euro. Ortiche, erbacce, polvere assediano un cartello dalle mille pretese che porta a una realtà molto modesta.Questo è solo l’inizio del nostro viaggio. Di volta in volta illustreremo altri particolari dell’Oasi, una vera cattedrale nel deserto…


Nei prossimi giorni dimostreremo con le foto, il nulla della Querciola.

lunedì 1 giugno 2009

IL CUBO MAGICO DI LAPENNA SINDACO



"Si va verso i congressi. Con regole giuste è arrivato il momento di organizzarsi e di scegliersi la classe dirigente.
Preciso che io non sono candidato a nulla. Sto chiudendo la mia carriera politica dedicandomi ai giovani dei Circoli delle libertà.
Berlusconi ha quasi vinto le elezioni da solo, nonostante i danni fatti da tutti noi. Sarà il caso di smettere di fare perdere voti al Presidente?
Liste forti, mi raccomando. Forse a qualcuno ha fatto comodo, in passato, che Forza Italia faccia le liste piene di morti e all’ultimo momento, ma i tempi sono cambiati.
Lavoriamo per un programma credibile."


Così parlava Alberto Lapenna alla conferenza organizzativa di Forza Italia, a Pistoia, il 20 gennaio 2007, presso il Palazzo del Tau. La citazione diretta è tratta dal blog di Alessandro Antichi, consigliere regionale PDL.
Ed ecco a voi l’immagine della coerenza di Lapenna fatta carne: oggi, dopo essersi fatto "nominare" coordinatore provincial del PDL, aspirante sindaco di Montecatini, Lapenna appare come lo vedete nell’immagine.
Morto anche lui, dopo che aveva scelto di chiudere la sua carriera (?) politica occupandosi solo di educazione dei giovani come un novello Socrate, èccotelo in prima linea a promettere che farà prendere il volo a Montecatini, che porterà la città in alto – un’altezza tale dalla quale, se per caso dovesse cadere, si sfracellerà finendo in briciole.
E il giovane candidato-morto sceglie, come immagine-simbolo del suo futuro sindacato, il Cubo di Rubik, o Cubo Magico: ma dal suo cilindro di prestigiatore che cosa potrà mai uscire? Un coniglio bianco? Il miracolo del secolo? Per completare il cubo deve avere letto la soluzione su Wikipedia all’indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/Cubo_di_Rubik .
Lapenna non ha ancora capito che il tempo è galantuomo e porta alla luce la verità.Complimenti alla sua coerenza di comprovato rigore morale!

domenica 31 maggio 2009

CON AMORE E RISPETTO PER LA NOSTRA GENTE



Da qualche giorno questo blog ha cambiato nome e veste: negli ultimi mesi esso è cresciuto e ha avuto un successo imprevisto e davvero straordinario per un sito politico.
Il segreto di questo successo è, crediamo, il fatto che alle spalle del blog ci sono persone vere, come voi, e non politici trafficanti e fattucchieri; c’è gente che lavora e si guadagna da vivere con impegno e fatica; menti libere, critiche e schierate, ma mai cloroformizzate dal vento che tira, di volta in volta, nel loro schieramento – come invece spesso sembra accadere altrove, in altre aree che amano definirsi progressiste.
In fondo scriviamo quello che pensiamo e quello che molti di voi pensano: siamo spiriti liberi che cercano di analizzare le cose senza paraocchi. Saremo anche particolarmente vivaci, forse; o un po’ garibaldini: ma siamo sempre onesti e documentati e sfidiamo chiunque a dimostrare che ciò che scriviamo non è oggettivamente vero e difficilmente confutabile.
Come voi che leggete e condividete questo blog, noi crediamo, in prima persona, che la politica non debba essere calata dall’alto, ma debba rappresentare realmente e tutelare in concreto i cittadini, specialmente quelli più svantaggiati, come quelli cui si negano 80 euro proprio mentre se ne sprecano 8.000 come 800 mila in stupidaggini.
Abbiamo un grosso difetto e lo riconosciamo subito: non guardiamo in faccia nessuno, non abbiamo il culto dell’autorità, non abbiamo pietà dei disonesti. E il cambio della testata è un segnale che rivolgiamo in primo luogo, con lo stesso spirito critico con cui bacchettiamo la sinistra, anche verso il centrodestra, perché siamo assolutamente convinti, per estrema onestà intellettuale, che anche questa parte abbia bisogno di belle frustate e forti richiami.
Per questi motivi, crediamo, stiamo riscuotendo la stima di tanti lettori, compresa quella di chi non la pensa come noi, ma che, da uomo libero, non intende portare il suo cervello all’ammasso del centrosinistra.
Noi vorremmo che anche a sinistra ci fosse una voce fuori dagli schemi e dagli steccati, così come lo siamo noi; una voce che, con altrettanta onestà intellettuale e libertà di pensiero, riconoscesse le colpe e gli errori di casa propria, sferzasse i suoi rappresentanti, li mettesse a nudo: perché con una voce così noi saremmo subito disposti a discutere per trovare soluzioni, impossibili, al momento attuale, dinanzi al silenzio pervicace, supponente e inossidabile del monopolistico Sindaco di Quarrata, intruppato come un moderno Peppone – ma senza certe doti umane del personaggio di Guareschi – nelle blindate schiere celesti di una sinistra che ha già lasciato la sua pelle – e tutta intera – sotto i sassi del muro di Berlino, pur se la maggior parte dei suoi militanti non ne è ancora convinta, e lo mostra senza ombra di dubbio nei comportamenti dirigistici di cui è sostenitrice e al tempo stesso vittima e schiava.
Non si cresce senza libertà, non si rende un servizio alle idee in cui si crede senza anticonformismo. Ringraziamo, perciò, quanti ci seguono su questo percorso. Li ringraziamo di pensarla come noi, di sostenerci con le loro visite, di veicolare – al di fuori del mondo virtuale, in quello reale di ogni giorno e della gente che vive e lavora – le idee e i commenti capaci di far riflettere e sviluppare il vero senso civico e civile: perché la vita ha un senso se riusciamo a lasciare una traccia di noi nelle coscienze, nelle menti, nei cuori di chi cammina al nostro fianco e di chi potrà seguitare la marcia quando noi dovremo metterci seduti.
Scriveva Angelo Panebianco sul Corriere della sera qualche giorno fa: «La buona politica è, e sempre deve essere, una ben dosata combinazione di convinzione e di conve­nienza. Una politica senza convinzione e tutta conve­nienza è una politica op­portunistica: è l’acqua in cui sguazzano i piccoli po­litici, i trasformisti di pro­fessione. Ma nemmeno una politica fatta solo di convinzione è una buona politica. Essa facilmente si riduce a testimonianza morale, a predica inutile. Il buon politico deve esse­re un uomo di convinzio­ni, comunque maturate, ma anche dotato di quel forte istinto del potere che gli permetta di costruirsi una strategia in grado di mobilitare consensi, ap­poggi, voti».A questo noi vorremmo tendere, con tutti i nostri sforzi, pur se con qualche debolezza. In queste idee noi crediamo e non per sedere su una sella da cui non schiodarci, ma per cavalcare un cavallo che apra la strada, anche a Quarrata, verso un modo nuovo di concepire la politica come servizio della gente e non contro la gente stessa come sembra fare l’attuale Giunta al governo.
Stiamo nel centrodestra e lo facciamo con orgoglio: ma senza dimenticare l’amore e il rispetto umano per la nostra gente, tutta, a prescindere dalle sue scelte politiche.
Siamo nel centrodestra e siamo anche convinti che, se ce ne sarà data l’opportunità, potremo certo fare di più e meglio per la nostra città, ma in primo luogo per i nostri concittadini. Siamo in questo blog per testimoniare e ribadire, con le nostre idee e i nostri scritti, il valore assoluto della libertà.

sabato 30 maggio 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: PAGINE BIANCHE


Tanto pour parler – l’amministrazione si fa anche parlando… –, guardate questa pagina del Quarrata Informa (?), numero 4 di marzo 2009. È una pagina bianca. È bianca perché, se un articolo non giunge in redazione entro la data prefissata, lo spazio del gruppo resta a disposizione del… vuoto. Per quello di Marco Grassini si legge: l’articolo non è pervenuto in redazione (manco fosse quella del New York Times!).
L’amministrazione si giustifica dicendo che la redazione che si occupa del periodico non ce la fa a seguire i lavori editoriali: bozze, prove di stampa e altro.
La realtà è un po’ diversa: se una redazione non è in grado di lavorare su un pezzo di 2000 battute in 28 secondi e 8 decimi, è davvero una redazione di impiegati pubblici e di funzionari di partito.
Se si vuole, si fa tutto. Si riesce anche ad avere un testo di 25 righe – una stupidaggine – dal consigliere Marco Grassini o da chiunque altro. È una questione di rispetto e di serietà.
Ma la logica è diversa: meno si parla e meglio è. Già concedere 2000 battute a una forza politica è come dire ti castro preventivamente. Immaginate poi chiudere questa pseudo-strada con sbarramenti anticarro come date e vincoli irriducibili d’ogni genere. Se una pagina di giornale si facesse con questi ritmi, di Nazione ne uscirebbe una ogni 9 mesi, non vi pare? Ma il Comune di Quarrata sembra la segreteria di stato della Casa Bianca o peggio del Vaticano.
O non sarà che la signora Barbara Vannelli deve studiare ogni testo, parola per parola, sillaba per sillaba, virgola per virgola, lettera per lettera per indicare al suo kapo il pensiero presunto e sotteso di tutti i carbonari che attentano alla vita del re…? Voto: tre e mezzo; un punto a testa per le redattrici e un mezzo punto per la tipografia. Tutti a settembre con il debito!
Cliccare sulla foto per ingrandire.

venerdì 29 maggio 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: CARO IL MI' OMBRONE !


Le giunte progressiste son veloci:
rattoppan tutto quello ch’è spezzato.
Perfin l’Ombrone sarà rattoppato,
stando a sentir quel che dicon le voci.

Per evitare altri problemi atroci,
la Provincia un bel mutuo ha già fissato:
entro l’estate esso sarà erogato
e saràn cancellate mille croci.

Ai Ferrucciani tornerà il sorriso
con le notizie, che aspettavan, buone:
si sentiranno come in Paradiso.

Accatta, la Provincia, un bel milione
e vi sistema… Perché triste è il viso?
Pensate forse: caro il mi’ Ombrone?

È gran bel gruzzolone
per cento metri d’argine nei guai:

piedi all’acqua non più ne avrete mai…


Pasquino da Tizzana


L’Amministrazione provinciale di Pistoia con una variazione di bilancio di fine legislatura, ha deciso di predisporre l’acquisizione di un mutuo di un milione di euro per dare avvio ai lavori di ripristino dell’argine dell’Ombrone franato nella frazione di Ferruccia nel Comune di Quarrata, in seguito agli eventi alluvionali del dicembre scorso. La provincia ha classificato l’intervento come prioritario facendosi quindi carico dell’intero importo dei lavori anche per la parte di competenza del Consorzio di bonifica dell’Ombrone (300.000 euro) e del comune di Quarrata (100.000 euro). Questa decisione presa dalla Provincia servirà ad abbreviare i tempi d’intervento andando incontro alle richieste dei cittadini del comitato della Ferruccia che chiedono da tempo il ripristino della zona dopo alcuni mesi di disagi… Dalla provincia informano inoltre che il consorzio di bonifica dell’Ombrone pistoiese predisporrà il progetto di ripristino con l’intento di garantire i lavori entro la stagione estiva.

[dal Blog di Andrea Balli, 22 maggio 2009]

mercoledì 27 maggio 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: REFRIGERATORI ALLA MAGIA.


A volte anche un error può dire tanto.
Guardate questo esempio sul giornale
che sembra fatto apposta, tale e quale:
se ci ripenso, mi sganascio e schianto.

Per onorar la Giunta ed il suo ammanto
e, allorquando l’estate è micidiale,
tenerla al fresco perché il caldo assale,
ecco qua progettato un bell’impianto.

Euro settantamila, però, gente!
Non noccioline – e per du’ volte l’anno:
caro il mi’ fresco pur col sol… caliente!

Per star bene poch’ore, fanno un danno
che cade sulle spalle della gente
che suda per pagar – lor bene stanno.

Dinanzi a questo inganno
dice il giornale refrigerazione
– cioè congelarli senza esitazione

e dargli una lezione
facendoli restar come i vitelli
appesi a quarti, lì, dai beccatelli.

Che splendidi cervelli!
C’è crisi, soldi pochi e scarso il desco:

ma il culo, lor, lo voglion bello fresco.


Pasquino da Tizzana
fare clic sull'articolo del Tirreno per ingrandire

martedì 26 maggio 2009

VESTIVAMO ALLA MARINARA


O… gli uomini che hanno fatto la storia? Ecco qui un pezzo del nostro vicesindaco “giornalista in erba”. Amava il calcio e sapeva tutto. Era in prima media. La data la trovate sulla foto. Il buon Marco aveva i pantaloni corti, anche se non vestiva alla marinara come da copione.
Allo stesso tempo la signora Sabrina frequentava la seconda o la terza media (questo ce lo dica lei) e andava in giro con i calzini. Chi l’avrebbe mai detto che questi due personaggi in futuro sarebbero stati i protagonisti della nostra storia? Una sindaco e uno vice; uno assessore ai lavori pubblici e l’altra una vera e propria desaparecida, da far pensare a molti di doversi rivolgere a Chi l’ha visto? per sapere se esiste davvero.
Era la media del preside Poluzzi e, ancora, delle contestazioni dei professori della CGIL: ci spiace per i PCI, oggi convertiti al più sfrenato conservatorismo borghese e propulsori della borsa e del libero mercato a oltranza, di quella globalizzazione di cui erano stati i più feroci oppositori lungo tutti gli anni della guerra fredda.
Quando il Mazzanti scriveva e la Sabrina filava, le sinistre urlavano che i presidi dovevano essere aboliti e cancellati dalla faccia della terra: qualche decennio dopo, invece, venne Luigi Berlinguer, ministro della pubblica istruzione, e i presidi furono trasformati in Dirigenti Scolastici, così il loro stipendio raddoppiò e molti ex 68ini trovarono una solida poltrona cui restare saldamente appiccicati.
Marco Mazzanti non ricorda com’era… Noi gliene diamo una prova. E probabilmente non lo ricorda neppure la signora Sabrina che oggi propone e dispone la rivoluzione quarratina parlando solo per editti-comunicatistampa e arando il centro dopo avere abbattuto la Baracchina per costruirci un orto botanico e col proposito di acquistare il Moderno per realizzarci le Terme di Caracalla, dove tutte le balene verranno a galla.
Viene in mente la cinica battuta sui ragazzi della barzelletta: che andrebbero soppressi da piccoli perché crescendo diventano distruttivi…Meditate, gente!

Fare clic sulla foto per leggere l'articolo di Marco Mazzanti

lunedì 25 maggio 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: ALBERI DI GIUDA





Un tempo questa spianata ospitava la discarica comunale del Mollungo. Era il tempo in cui i sindaci e gli assessori attuali giravano sul triciclo e si divertivano a far passare stelle, cerchi e cubi dai fori appositi nei giochi della Chicco, o a costruire con il Lego e i mattoncini colorati a incastro, o a giocare con le bamboline.
Qui lo spettacolo non era piacevole: masse di sporcizia e fuochi spesso accesi; cattivo odore, materiali di qualsiasi genere, anche pericolosi. Sotto questi alberi furono sepolti anche cinquecento maiali colpiti dalla peste suina – cose che nessuno sa, neppure tra i funzionari emeriti degli uffici tecnici, perché sono arrivati a cose fatte e non hanno memoria storica di Quarrata, venendo, come vengono, per lo più da fuori, piovuti qua chissà come.
Del consiglio comunale quanti ce ne saranno che hanno memoria di questo? Il territorio del nostro comune è, per i più, un esperimento di volo strumentale, alla cieca: tutti vogliono parlare di Quarrata, occuparsene, abbellirla, ringiovanirla, ma la conoscono in tre o quattro appena.
Questa zona fu bonificata durante il sindacato di Stefano Marini, che qualcosa sapeva, ma era pur sempre un po’ troppo giovane per sapere tutto. Marini promise di fare, di quest’area bonificata, un parco-bosco, piantando un albero per ogni nuovo nato di Quarrata.
Ecco: giudicate voi che guardate le foto. È vero che in Italia c’è il picco demografico negativo; ma è mai possibile che siano nati così pochi bambini a Quarrata negli ultimi 20 anni?
Più che altro quest’area è piantata ad alberi di Giuda, il siliquastro o Cercis siliquastrum, proveniente dal Medioriente, una leguminacea che produce fiori lillà-violetti e frutti dalla forma di baccelli.


E le promesse di cura da parte della Giunta, dove sono finite?

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: OBELISCHI D'EGITTO




Per spostar l’obelisco e poi piazzarlo
in mezzo della piazza del Comune,
trascinandolo lì con una fune,
diecimila teston dovrem pagarlo.

A me però mi rode un poco il tarlo,
mi prendono – si dice – anche le lune:
dilapidar così tante fortune…
Sarebbe meglio, lì dov’è, lasciarlo

e, con venti milion di vecchie lire,
aiutare la gente che ha bisogno.
Sentiamo Mauro cosa ci ha da dire:

«O saggio, non è osceno questo sogno?
A veder le persone lì a soffrire
nell’indigenza, io per te mi vergogno…

E in più, ti dico, agogno
di rimandare a scuola (e non mentisco)
chi sbaglia una colonna e un obelisco».

Ma infine io lo capisco
che dietro a quest’idea Sabrin-targata
si respira più… Egitto che Quarrata.

E pure se l’ha sbagliata,
perdono l’architetto: gli obelischi


non fan per lui… che sbaglia fiaschi e fischi




Pasquino da Tizzana




Nel progetto di massima per la riqualificazione del centro di Quarrata, laddove si parla di spostare la colonna dell’impero fascista da dove ora si trova fino al centro di piazza della Vittoria, proprio dinanzi alla porta del palazzo, con una mirabile svista che sa molto di lapsus freudiano, l’architetto Osonagli definisce tale colonna con il più nobile appellativo di obelisco. Sembra che il tecnico voglia suggerirci l’idea che il sindaco ha scelto di autoincoronarsi Faraone – e anche a vedere i costi delle opere, si va pressappoco su una cifra da piramide di Cheope, ma sussidi per i bisognosi non ce ne sono…
Cliccare sulle foto per ingrandire

venerdì 22 maggio 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: UN MAR DI GUAI



Trasformiamo quel centro in un bel… mare:
mettiamo poi sul bordo una balena
a bocca aperta, con la bocca piena
di cessi, una gran cosa da mostrare.

Accanto una civetta stia a guardare
e, dietro, un gatto, una figura amena:
o gente, non vi piglia un po’ di pena
a veder l’accozzaglia? Come fare?

Ma ancor non è finita: la trovata
– non te lo aspetteresti certo mai –,
qual fosse il Colosseo, qua, di Quarrata,

molto ha di più; sarà coperto (sai?)
con un’onda del mar ben increspata:
ah, sì… d’un mar – ma un mar certo di guai!

Pasquino da Tizzana


Ecco un’immagine (commentata) del progetto-balena: quello per cui l’illuminato Sindaco di Quarrata ci dava, qualche giorno fa, di visionari e fantastici dalle colonne della Nazione
Noi siamo fermamente convinti dell’assoluta sconvenienza dell’opera. Comunque tutti i gusti son gusti, diceva quello che ciucciava un sasso…
Ai lettori l’ardua sentenza. Che ne dicono? Ci starebbe bene, al posto del Cinema Moderno, una balena accartocciata e raggrinzita così?
Poi magari, invece che Quarrata città del mobile sui cartelli autostradali ci si mette Quarrata città della balena e si stampa anche sulla carta del Comune – o s’adopera come logo locale alla stregua dell’arena per Verona, delle due torri per Bologna, del castello sforzesco per Milano…
Per continuar la battuta – alla maniera nostra, che non piace alle sinistre – questa balena non fa una grinza!

giovedì 21 maggio 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: FIGLI ILLEGITTIMI !



In questi giorni una signora non più giovanissima, con seri problemi di salute tanto da non poter svolgere attività lavorativa, è venuta da noi con un foglietto in mano. Voleva chiedere alcuni chiarimenti su questioni particolari, ma abbiamo capito che doveva esserci qualcosa d’altro: quel foglietto fra le mani non poteva essere casuale.
All’improvviso la signora si è messa a piangere ed ha, come si dice, sputato il rospo: Mi hanno staccato la fornitura dell’energia elettrica… Dovete aiutarmi, dovete pagarmela o altrimenti sono in serie difficoltà. E questo mentre le lacrime le scendevano senza freno sul viso.
Non è una invenzione strappalacrime: è la verità. A Quarrata – come nel resto del mondo – esistono anche casi come questi. Allora le abbiamo chiesto se avesse pensato di rivolgersi al Comune, all’assessorato alle Politiche sociali, della casa e del lavoro, insomma a Vincenzo Mauro. Sempre piangendo, la signora ci ha risposto di averlo già fatto; e quando le abbiamo chiesto qual era stata la risposta, ha concluso: Mi hanno detto che per via della crisi non ci sono soldi…
Siamo rimasti senza parole e senza fiato e abbiamo pagato la bolletta insoluta; ottanta euro. Ma quella frase, per via della crisi non ci sono soldi, ci frullava nella testa, anche pensando da dove è uscita.
Questa Giunta non ha soldi per interventi minimi ma urgenti, ma pensa di spendere 70mila euro per l’impianto di condizionamento alla limonaia della Màgia; questa Giunta non ha soldi, ma vuole costruire piste ciclabili da centinaia di migliaia di euro; questa Giunta non ha soldi, ma continua a mantenere teatri da 60mila euro all’anno di deficit o prevede di realizzare case di artisti e fabbriche di talenti: cattolici, ex-comunisti, rifondaroli e quant’altro tutti unanimi. Eppure non ci sono fondi di intervento straordinario, nell’ordine di qualche migliaio di euro per le urgenze a favore dei bisognosi. Ed è una Giunta ispirata ai serafici miracoli di Rosy Bindi e di un Franceschini che va in giro sui mercati a tagliar fette di salame, a sbucciar banane e a parlare con le casalinghe, definite vere matrone salva-Italia perché sanno fare la spesa (ma i parassiti, uso Massimo D’Alema, che vivevano in case superlusso dell’Inps, pagando affitti da assistenza sociale e sacrificando i lavoratori, questi non si ricordano più e non rientrano in nessuna questione morale…). È una Giunta che fa la cresta al 24-25% di consumo Enel, ma che non ha 80 euro per un suo figlio in povertà in miseria. È una Giunta che assomiglia alla Chiesa medievale, morta di grasso e di lusso ma incapace di accogliere e assistere un povero (per chi non lo sapesse, esistono ancora).
E allora parliamoci chiaro: se Vincenzo Mauro fa lo sdegnato perché si è sentito preso in giro su questo blog, perché si è sentito offeso dal diploma dello Zugo o da un malizioso commento, siamo convinti che sia ancora troppo poco (checché ne pensi il buon Alessandro Fortini, difensore civico della Giunta dei Difensori Civici Addomesticati), e ha ancora bisogno di un’ulteriore dose di educazione alla vita pubblica, viste le risposte che il suo assessorato dà al cittadino, visto come un figlio illegittimo di un’amministrazione che getta i soldi in velleità e non risponde alle necessità reali di chi, nello stendere la mano, piange facendo vedere una disperazione umiliata a cui, chi ha la pancia piena e non conosce digiuno, non sa dare e non vuole dare neppure una risposta da 80 euro.Non basta, caro Vincenzo, essere filosofi e insegnare filosofia per sentirsi puri e fare gli offesi!

mercoledì 20 maggio 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: IL "SONNO DELLA RAGIONE"


Qualche giorno fa, in un commento anonimo, ma chiaramente targato filo-Sabrina, un/a fan del sindaco scriveva che noi siamo ammalati di una tremenda malattia, il sonno della ragione, come dire che siamo dementi e non abbiamo alcun argomento che poggia su solide basi razionali per poter fare opposizione.
Grazie, anonimo/a sostenitore/trice del soviet! Mentre ci cospargiamo il capo di cenere – e perciò dovresti essere contento/a – ti invitiamo, con tutta la vigile razionalità che risiede stabilmente nella tua cassa cranica e che caratterizza i progressisti (Berlinguer parlava di ottimismo della ragione, non sapendo che altro di meglio trovare rispetto all’ottimismo della volontà di Craxi), a leggere e ad analizzare queste brillanti affermazioni dei tuoi leader, Mazzanti e SSG.
Dice Mazzanti (Il Tirreno, 17 maggio 2009): Di fronte all’opportunità di partecipare a questo bando, di cui si sapranno i risultati tra qualche settimana, il Comune non poteva trovarsi impreparato. Il vicesindaco-assessorre ai lavori pubblici sta parlando del Piuss e della Regione: e il Comune di Quarrata, dinanzi a tanta ghiotta torta (fiumi di quattrini buttati via) ha pensato bene di non farsi trovare impreparato: ha ideato una bella balena con la bocca aperta e una gola-cloaca che inghiotte bottino. Un senso della logica ineccepibile, crediamo. O no?
Ma non è finita, o anonimo/a sostenitore/trice della troika sergio-goriana. Ecco le dichiarazioni della tua Sabrina, poggianti sul plinto di solide basi razionali: L’idea dei bagni vuole migliorare l’estetica della zona. L’immagine della balena è stata pensata in relazione alle altre due strutture, la Civetta e il Gatto, poco distanti. In questo modo si completerebbe la triade degli elementi: dopo l’aria, con la civetta, e la terra, con il gatto, ci sarebbe l’acqua, con la balena»: l’estetica, infatti, si migliora costruendo cessi nella zona; in quella zona in cui, quando il sindaco aveva la gonnellina, la cuffietta in testa e il ciuccio in bocca, erano ospitati nell’attuale Civetta; cessi che divennero l’emblema del degrado già fino dagli anni 60 e che, in séguito, dovettero essere smantellati per cancellare una vera e propria schifezza sotto ogni profilo.
Ma seguendo il filo logico del pensiero del sindaco, degno davvero di un ragionamento da Einstein, per completare la presenza del gatto e della civetta, una balena ci stava bene, così c’era rappresentata la triade aria-terra-acqua: in séguito Vincenzo Mauro potrà insegnare al sindaco che manca il quarto elemento filosofico del mondo, il fuoco – che fu protagonista dell’incendio della Lenzi. Ci vorrà, quindi, anche un bel drago, per esempio Fumé con il simpatico figlio Grisù, senz’altro presente nell’educazione sentimentale del sindaco quand’era all’asilo: ma un drago che dia fuoco al centro stesso per cancellare le anomalie architettonico-orroristiche di sovietica-progressista memoria.
Al posto del cinema Moderno – si legge ancora sul Tirreno verrà edificata (finanziamenti permettendo) una struttura coperta, ma leggera, simile a un porticato, per ospitare manifestazioni culturali e cose varie: ma, caro/a sostenitore/trice del soviet, il polo di via Europan e che è sempre vuoto, sudicio e polveroso e che viene utilizzato una volta, massino due all’anno? A cosa serve? Tutto questo tu lo chiameresti razionale? Le sinistre sono davvero delle scienziate, sotto questo punto di vista!
È più facile credere – credimi – che non sia il caso di costruire cessi in centro. Non servono; davvero: bastano, e sono anche troppe di per sé, tutte quelle idee bislacche che hanno fatto di Quarrata una chimera, vale a dire una di quelle bestie mitologiche assemblate dal peggio del peggio di tutte le altre bestie feroci – in altri termini un mostro di accozzaglie di stili e di forme. Evviva la modernità progressista!