Presidente Italo Bocchino, il premier Berlusconi si è stufato, non vuole più trattare: “Prendere o lasciare”. Che fate voi finiani?«Quella di Berlusconi è una logica che appartiene più al commercio che alla politica. Non possiamo accettare che ci si chieda un consenso al 100% di un percorso alla cui elaborazione non siamo stati chiamati a partecipare, e che contiene argomenti che non fanno parte del programma. Ne deriva che non ci sentiamo vincolati né con la maggioranza né con gli elettori».
Se dovesse scommettere, nascerà il partito di Gianfranco Fini?«Non credo che si possa ricucire lo strappo tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, e quindi vedo all’orizzonte la nascita di un nuovo partito politico».
Quando si andrà al voto?«Berlusconi dovrà decidere se questo partito politico potrà far parte della coalizione. Noi naturalmente siamo per questa soluzione. In caso contrario, il voto è nelle cose».
Torniamo a quel prendere o lasciare. A quel 5% del programma che non vi piace.«L’enunciazione dei cinque punti di programma è una vittoria politica di Fini, che aveva chiesto di varare un programma per la seconda parte della legislatura e per questo era stato definito un pazzo. Adesso siamo tutti pazzi».
Federalismo fiscale, sud, riforma del fisco. Temi sui quali eravate state voi a insistere. Su sicurezza e giustizia, invece, il rischio è la rottura?«Sulla sicurezza non possono certo pensare di crearci problemi. Noi solleciteremo di approvare in tempi rapidi il disegno di legge anticorruzione. Sul contrasto all’immigrazione clandestina, naturalmente, non ci sono nostre perplessità, la legge in vigore porta il nome di Fini. Chiediamo un grande progetto di integrazione dell’immigrazione regolare».
Lo scoglio insormontabile è il processo breve?«Premessa: siamo a favore di uno scudo giudiziario per Silvio Berlusconi, vittima di una aggressione giudiziaria. Dunque, va bene il Lodo Alfano costituzionale. Le soluzioni alternative ci lasciano perplessi, non le capiamo, vorremmo discuterne. Per sottrarre Berlusconi da indubbie aggressioni si minano al cuore regole di sistema, facendo saltare un numero spropositato di processi che coinvolgono molti cittadini in attesa di giustizia».
No al processo breve?«Nessuna pregiudiziale ma anche nessun aut aut. Entriamo nel merito della discussione. Non ci è chiaro neppure quel passaggio inserito nel documento e che fa riferimento ai procedimenti civili pendenti».
Dixit Berlusconi che se fate il partito è rottura…«La sua è una strana concezione della politica e del tradimento. Berlusconi fa finta di non ricordare che Fini è stato dichiarato incompatibile con il Pdl. Fini non può essere un apolide della politica. Berlusconi con una logica padronale lo sbatte fuori dal partito e lui ha il dovere verso gli elettori di dar vita a un nuovo soggetto politico a meno che non si torni alla logica politica della compatibilità».
Frattura insanabile tra voi e gli altri del Pdl?«Il progetto del Pdl è imploso. Ma la politica è l’arte delle cose impossibili e Berlusconi potrebbe far marcia indietro. Anche perché i sondaggi dicono che se si va al voto il Pdl perde tra i 60 e gli 80 parlamentari a vantaggio di Bossi e nostro. E al Senato Berlusconi non avrebbe la maggioranza. Il partito dei parlamentari che rischiano di perdere la poltrona e che al voto non vogliono andare è forte. E poi, di fronte a due maggioranze diverse tra Camera e Senato, scommetto che Umberto Bossi sponsorizzerebbe il governo Tremonti».
Se dovesse scommettere, nascerà il partito di Gianfranco Fini?«Non credo che si possa ricucire lo strappo tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, e quindi vedo all’orizzonte la nascita di un nuovo partito politico».
Quando si andrà al voto?«Berlusconi dovrà decidere se questo partito politico potrà far parte della coalizione. Noi naturalmente siamo per questa soluzione. In caso contrario, il voto è nelle cose».
Torniamo a quel prendere o lasciare. A quel 5% del programma che non vi piace.«L’enunciazione dei cinque punti di programma è una vittoria politica di Fini, che aveva chiesto di varare un programma per la seconda parte della legislatura e per questo era stato definito un pazzo. Adesso siamo tutti pazzi».
Federalismo fiscale, sud, riforma del fisco. Temi sui quali eravate state voi a insistere. Su sicurezza e giustizia, invece, il rischio è la rottura?«Sulla sicurezza non possono certo pensare di crearci problemi. Noi solleciteremo di approvare in tempi rapidi il disegno di legge anticorruzione. Sul contrasto all’immigrazione clandestina, naturalmente, non ci sono nostre perplessità, la legge in vigore porta il nome di Fini. Chiediamo un grande progetto di integrazione dell’immigrazione regolare».
Lo scoglio insormontabile è il processo breve?«Premessa: siamo a favore di uno scudo giudiziario per Silvio Berlusconi, vittima di una aggressione giudiziaria. Dunque, va bene il Lodo Alfano costituzionale. Le soluzioni alternative ci lasciano perplessi, non le capiamo, vorremmo discuterne. Per sottrarre Berlusconi da indubbie aggressioni si minano al cuore regole di sistema, facendo saltare un numero spropositato di processi che coinvolgono molti cittadini in attesa di giustizia».
No al processo breve?«Nessuna pregiudiziale ma anche nessun aut aut. Entriamo nel merito della discussione. Non ci è chiaro neppure quel passaggio inserito nel documento e che fa riferimento ai procedimenti civili pendenti».
Dixit Berlusconi che se fate il partito è rottura…«La sua è una strana concezione della politica e del tradimento. Berlusconi fa finta di non ricordare che Fini è stato dichiarato incompatibile con il Pdl. Fini non può essere un apolide della politica. Berlusconi con una logica padronale lo sbatte fuori dal partito e lui ha il dovere verso gli elettori di dar vita a un nuovo soggetto politico a meno che non si torni alla logica politica della compatibilità».
Frattura insanabile tra voi e gli altri del Pdl?«Il progetto del Pdl è imploso. Ma la politica è l’arte delle cose impossibili e Berlusconi potrebbe far marcia indietro. Anche perché i sondaggi dicono che se si va al voto il Pdl perde tra i 60 e gli 80 parlamentari a vantaggio di Bossi e nostro. E al Senato Berlusconi non avrebbe la maggioranza. Il partito dei parlamentari che rischiano di perdere la poltrona e che al voto non vogliono andare è forte. E poi, di fronte a due maggioranze diverse tra Camera e Senato, scommetto che Umberto Bossi sponsorizzerebbe il governo Tremonti».
4 commenti:
Questo? Un paese senza speranza e senza futuro!
Purtroppo signori è giunta l'ora di non perdere più tempo con i discorsi ma di fare i fatti.
Io deluso di AN, dico a Fini di dimettersi da presidente della Camera e di fare un nuovo partito, perchè tanti come me stanno cambiando bandiera.
Moralmente parlando, tra quelli di destra si dice che quelli di sinistra lavorano per stare sulla poltrona, ma a quanto pare non sono i soli.
l'importante è lavorare per il nostro paese e non per noi stessi.
Saluti,
B.M.
Da quando Di Pietro ammazzò l'Italia, nessuno ha più lavorato per il Paese.
Eppure quel pastore abruzzese disse di farlo per rimoralizzare la politica, anche se tutto nasceva da una storia di nude e crude corna.
Che schifo!
E oggi è in sella lui: il sicario della Prima - ma più funzionante - Repubblica...
FLI sembrerebbe a detta dei finiani che equivale a futuro e libertà. Secondo me equivale a forza e liberazione antico motto di sinistra.
Ho letto sul giornale che l'ormai ex capogruppo finiano dell'amministrazione di destra a Montale, che con grande fermezza sembrerebbe abbia dato le dimissioni irrevocabili, è con i cittadini di Montale o è per FLI? Gli appartenenti a FLI, ha detta di Bocchino, sono con i cittadini italiani rispettando il patto stipulato a suo tempo o sono come quelli di sinistra che basta stare sul " seggiolone " a comandare e dettare moralità continua?
Il potere logora chi non ce l'ha; la gente vede il comportamento e tanti come me sono stufi di vedere sempre teste bianche, il passato, cravatte di tutti colori e tanti, tanti discorsi e pochi fatti concreti rivolti agli italiani.
Il tempo ( breve ) darà il suo responso sperando di non essere redicoli!
B.M.
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