martedì 31 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: IL LUPO, LA FAME E LE CIABATTE


C’è un proverbio quarratino che dice “il lupo dalla fame mangiò una ciabatta”.

E su questo proverbio si sta adattando la nostra augusta amministrazione comunale che, presa dalla fame delle elezioni che si avvicinano sempre più a grandi passi, fa quello che non ha mai fatto finora: corre di qua e di là a mettere toppe e far vedere che, come sanno darsi da fare loro, non sa farlo nessun altro al mondo.

Di che cosa non hanno parlato, finora, i nostri amministratori? Il Mazzanti si è occupato perfino dei parassiti dei pini marittimi. Gli manca solo di parlare delle pulci dei cani dell’area di sgambatura e ha toccato tutti gli argomenti utili possibili, dopo quello di stamattina che annuncia 24 nuovi lampioni per dare risposte – come Marco ripete convinto – ai problemi delle frazioni.

Come questa amministrazione si sia interessata delle frazioni lo abbiamo visto negli anni scorsi. Per le frazioni, fino ad oggi, l’unica frase di moda è stata questa: “non ci sono soldi, non si può fare niente”. Pensate alla piazza della Ferruccia o alla via di Montemagno, o al ponte di Valenzatico, o alla via di Mezzo. E giù giù.

Ma per la storia dei lampioni (50mila euro più o meno) c’è dell’altro.

Fino all’altro giorno nessuno voleva mettere lampioni da nessuna parte.

Ve la ricordate qual era la posizione dell’assessore Mauro? Niente punti luce aggiuntivi per non rovinare l’ambiente e il mondo; per impedire l’aumento dell’inquinamento; per la salubrità dell’aria.

Il fatto è che i discorsi teorici sono belli, ma quando poi si passa ai fatti – e qui Mauro è colpevole, perché, se fosse convinto di quel che ha detto finora, dovrebbe smentire il suo vicecapo –, le cose cambiano: per rivincere il Comune si piazzerebbe perfino un lampione per ogni metro quadro di Quarrata e dintorni.

E per qualche voto in più l’ambiente può anche andare a farsi benedire, per non dire peggio…

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lunedì 30 maggio 2011

IL GOVERNO DEGLI ACCATTONI HA AVUTO QUELLO CHE SI MERITAVA: TRAVOLTO DAL POPOLO ITALIANO


IL TRADITORE DELLA DESTRA ITALIANA SILVIO BERLUSCONI SE NE DEVE ANDARE, PORTANDOSI DIETRO IL FALLIMENTARE COMPAGNO DI MERENDE LEGHISTA…. HANNO CONSEGNATO IL PAESE ALLE SINISTRE CON I LORO MISERABILI INTERESSI DI BOTTEGA-…ORA SI PENSI A RIFONDARE UNA DESTRA EUROPEA, SOCIALE E POPOLARE

Per il governo affaristico-razzista è una batosta incredibile: se al primo turno Pisapia distanziava la Moratti di 6 punti, ora il distacco è di oltre 10 lunghezze (55% a 45%).
A Napoli l’aver voluto appoggiare il candidato di Cosentino ha determinato lo sfascio del centrodestra: altro che sommare Idv e Pd e lottare spalla a spalla con Lettieri.
I risultati parlano di un 65% contro il 35% a favore dell’ex magistrato.
Persino una roccaforte del centrodestra come Cagliari viene consegna al candidato sindaco della sinistra. Con 95 sezioni scrutinate su 175, è già finita la sfida elettorale nel capoluogo sardo.
Il candidato di centrosinistra, Massimo Zedda, al 58,56 per cento delle preferenze, ha già ricevuto la telefonata di congratulazioni da parte dello sfidante di centrodestra, Massimo Fantola, al 41,44 per cento
Con la sola eccezione di Rovigo, dove il candidato sindaco di centrodestra è temporaneamente in testa, il centrosinistra registra un’avanzata generalizzata in tutti i Comuni impegnati nei ballottaggi.
Si tratta, al momento, di risultati parziali riferiti allo spoglio di quasi la metà delle schede, ma in molti casi delineano una tendenza netta: Novara, Trieste, Grosseto, Cagliari, Pordenone, Trieste, Crotone, per citare i Comuni maggiori a Nord come a Sud, segnalano i candidati di centrosinistra in netto vantaggio.
Centrosinistra in vantaggio a Macerata, quando i seggi scrutinati sono un terzo del totale. Con 96 sezioni scrutinate su 322 il candidato sostenuto da centrosinistra e Terzo polo Antonio Pettinari è al 52,89%, Franco Capponi, centrodestra, al 47,1%.
Disastro per il Centrodestra nella roccaforte Trieste: Cosolini con il 57,51% straccia Antonione con il 42,49%.
Sconfitta clamorosa del candidato leghista a Novara, dato per sicuro: ottiene solo il 46,7% contro il 53,3% del centrosinistra. Ricordiamo ancora Cota in Tv vantare: “Abbiamo 20 punti di vantaggio a Novara”: eccolo servito.
Crolla la Lega anche a Mantova dove perde il leghista Fava, fermo al 46% contro il 54% di Pastacci.
A dimostrazione che non è solo una sconfitta del Pdl, ma l’inizio del tracollo delle palle leghiste sul territorio.

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domenica 29 maggio 2011

IL PUNTO (DELLA STORIA)


21. LA SABRINA & I BUTTAFUORI
Domenica 29 maggio 2011

Tocca a tutti
(anche alla Sabry)

Chiuse i battenti anche il Romano Impero,
li chiuse pure quel del Kan Kublai:
non c’è mai cosa eterna al mondo, è vero.
E tutto questo non finirà mai.

Così la Dea Sabrina di Quarrata
è contro ai buttafuori che son cari
e parla assai seriosa ed impegnata
dando lezioni con discorsi amari.

Ed anche lei, che ha còlto palme e allori
dal suo Pd, con Piuss e stramberie,
tra poco troverà il suo buttafuori

e chiuderà con le millanterie,
le fonti di Buren: sol pomodori
prenderà in pieno viso e così sie!

O genti caste e pie,
nessun ci liberò dai suoi dolori,
ma anche lei troverà il suo buttafuori!

Non farà come i Mori
che schiacciarono Orlando a Roncisvalle:
Lei finirà il mandato e… fuori dalle…!

Pasquino da Tizzana
Buona domenica, Quarrata!

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sabato 28 maggio 2011

IL GOVERNO PERDE I PEZZI: SI E’ DIMESSA LA SOTTOSEGRETARIA MELCHIORRE A CAUSA DEGLI ATTACCHI DEL PREMIER AI GIUDICI


“LASCIO DOPO LE INCREDIBILI ESTERNAZIONI DI BERLUSCONI CONTRO I MAGISTRATI, DI FRONTE AL PRESIDENTE OBAMA”… “SI E’ SUPERATA LA MISURA: NON E’ ACCETTABILE CHE SI GIUNGA ALLE VOLGARITA’ DEI GIORNI PASSATI E ALLA SISTEMATICA DELEGITTIMAZIONE DEI MAGISTRATI”
Il governo perde i pezzi.
Dopo lo sfilacciamento del gruppo dei Responsabili, il sottosegretario allo Sviluppo economico, Daniela Melchiorre, presidente dei Liberaldemocratici ha rassegnato le proprie dimissioni con una lettera a Silvio Berlusconi.
La liberaldemocratica, che assieme a Italo Tanoni aveva abbandonato il terzo polo per tornare in maggioranza, fa riferimento proprio alle “incredibili esternazioni del presidente del Consiglio contro i magistrati all’incredulo presidente Obama al G8″ 1.
E spiega: “Non ho potuto far altro che constatare che non vi è, almeno per me, uno spazio per proseguire, o meglio avviare, un contributo effettivo all’attività governativa”.
Per la Melchiorre “si è superata la misura: non è francamente accettabile che si giunga alle volgarità dei giorni passati” e alla “delegittimazione” dei suoi colleghi, per di più in un vertice internazionale.
La Melchiorre ricorda i suoi trascorsi da magistrati e difende le toghe che vengono definite “cancro da estirmare: per me è impossibile far parte di un governo il cui capo sconsideratamente parla di “dittatura dei giudici di sinistra”.
Il leader dei Liberaldemocratici ammette che la giustizia italiana ha “diverse cose che non vanno” ma per il Paese le “urgenze” sono altre, come quelle economiche, e ad esse occorre dare il “primato”.
“Ora però - si legge ancora nella lettera - si è superata la misura. Non è francamente accettabile che si giunga alle volgarità dei giorni passati e che si tenti la delegittimazione di quella che comunque è una funzione costituzionale dinnanzi a quella che è una delle autorità più importanti della terra”.
La presidente dei Liberaldemocratici annuncia poi la convocazione della direzione nazionale del suo partito “per verificare se questa scelta è condivisa”.
“Se questa mia decisione irrevocabile di dimettermi non sara’ condivisa dal mio partito, mi dimetterò anche dalla sua presidenza” spiega la Melchiorre.
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venerdì 27 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: L’EUFORIA DELLE ELEZIONI


La Paola Milaneschi
assale il Copit, ma si sta freschi…!


Dopo cinque anni di amministrazione
la Milaneschi è stata riscoperta:
èccola qua che parla, svelta e aperta,
del Copit, che è per tutti un tormentone.

Non ha mai aperto bocca se non solo
per dire o o no come Sabrina.
All’improvviso dèccola, qua, in volo:
sa tutto, dice tutto, da mestrina.

Gli è che, con la tornata elettorale
del prossim’anno, tutti stan correndo
per far vedere che hanno fatto tanto.

Parla il Mazzanti spesso: ed ora è tale
la Paola e a tutti dice: «Or vi difendo
e al Copit della sfida lancio il guanto!».

Ma il Copit per intanto,
anche se Paola strilla e gli fa bega,
le alza il dito sul grugno e se ne frega!

Pasquino da Tizzana

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giovedì 26 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: CATTOLICA E PD, DUE PESI E DUE MISURE


Sembrano storie, ma come dice il proverbio… dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
È la rappresentazione del nostro illuminato Sindaco – o, come preferiamo dire noi, la peggio Sindaca di Quarrata. E ora diremo perché.
Lunedì scorso in consiglio comunale si discuteva anche la relazione del difensore civico e, come ebbi a dire, una delle cose migliori che abbia fatto il governo Berlusconi è stata quella di abolire i difensori civici: figure ambigue se, scelte come qui da noi a Quarrata, a svolgere quel ruolo si chiama un ex-segretario comunale che, più che dare l’idea di un elemento distante dall’amministrazione, sembra un tutt’uno con essa e non offre garanzie di imparzialità, anche se solo apparentemente.
Fui richiamato anche dal Sindaco, per avere detto questo. Poi sul facebook della Sabrina si legge che se anche un solo cittadino di Quarrata si rivolge al difensore civico (da noi il dottor Soreca ha svolto appena una ventina di pratiche in un anno: pensate che sudore!) questo è un successo: quindi quei 500 euro il mese dati al Soreca sono spesi bene!
Poi si passa alla discussione della trasmissione del consiglio comunale in diretta e la Sabrina e tutti i suoi armigeri votano compattamente no: si spende troppo, non è il caso.
I cittadini di Quarrata, come dice il Romitino, alzino le chiappe e vangano a sentirci in diretta in sala consiglio!
Da una parte è spesa bene la cifra per il difensore civico, anche per un solo cittadino; dall’altra la democrazia si attua non trasmettendo nulla e non facendo sapere nulla ai cittadini: perché – come ha detto più volte lo stesso Burchietti, assessore decapitato dalla Sabrina – i cittadini meno sanno e meno danno noia. Un principio fondamentale sia per i cattolici ferventi che per i più ferventi Pd (non diciamo comunisti perché si arrabbiano e perché lo dice solo Silvio).
Come vedete siamo nella terra della perfetta coerenza, trasparenza, correttezza nei confronti dei cittadini.
Su questo argomento potete rileggervi bene il post di Andrea Balli intitolato «Il Pd di Quarrata contrario alle sedute in streaming del Consiglio Comunale. Ampio dibattito. Ecco le posizioni dei partiti e di alcuni ex amministratori. Il forte "rammarico" del coordinatore di Idv di Quarrata».
E allora si torna al punto di partenza sulle ambiguità e sulle contraddizioni: cattolica e Pd è una contraddizione in termini, per la Sabrina. E non lo dico io in prima persona: ce lo dice lo stesso Cristo quando afferma che nessuno può servire a due padroni contemporaneamente.

Lo dovrebbe tenere presente anche la Sabrina – senza stare troppo a sentire la sua maestra Rosy Bindi, anch’essa in piena contraddizione da buona cattocom!

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mercoledì 25 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: BOCCIATA LA TRASMISSIONE DEL CONSIGLIO IN DIRETTA


Se la gente troppo sa
va a finir che romperà…


Di due parole non si fa senza:
la trasparenza e la coerenza.
Ce lo dimostrano, coi loro lagni,
questi politici cari compagni.

La prima a farlo è la Sabrina
che s’alza sempre ogni mattina
e non risponde alle domande
dei cittadini: ma lei è grande!

Poi c’è il Romiti, il Romitino,
di Santonuovo gran cittadino,
ch’è consigliere della Provincia:
la coerenza da lui comincia!

Il Musumeci ha chiesto spesso
che il consiglio venga trasmesso
e i cittadini tutti a Quarrata
possan sentire la sbrodolata

che ogni volta canta il Piddì
per i problemi di là e di qui:
ma tutti votano contro all’istante
perché il silenzio… è più importante.

Dice il Romiti, il progressista:
«I Quarratini scendano in pista!
Voglion sapere cosa vien detto?
Escan di casa, di sotto il tetto,

e a corsa vengano in piedi qua
dove politica seria si fa!».
Ma che grand’uomo, il Romitino,
il bel compagno sanontuovino!

Dove lui parla, là in Provincia,
non c’è consiglio che non comincia
senza la radio che dice tutto:
ed ogni cosa vien messa a frutto.

Però a Quarrata non s’ha da fare.
Solo la gente si deve spostare!
È come ha detto sempre il Burchietti:
ai comunisti locali van stretti

tutti i sistemi di trasparenza
e soprattutto va stretta coerenza.

Nessuno deve troppo sapere
perché potrebbe… troppo rompére!
Tu, Musumeci, or sei contento
ché ti han menato per naso e mento…?

Pasquino da Tizzana

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martedì 24 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: I LUMINI E LA FILOSOFIA DEL RIDICOLO



Sulla storia di un innamorato che piazza 350 lumini (fra l’altro da camposanto…) per fare onore alla sua dama, si sono spesi fiumi di parole: s’è scomodato perfino Satana con tutti i diavoli dell’inferno.
Ora non basta che si sia scoperta la verità per libera ammissione di chi ha compiuto quel gesto.
Si fa perfino parlare il comandante dei vigili urbani che stamattina, 24 maggio, sul “Tirreno”, ci spiega tutte le possibili implicazioni giuridico amministrative: cosa potrebbe e non potrebbe esserci a carico di chi ha speso soldi e tempo per illuminare la notte e il cuore di una donna.
Ce lo dice un Billi che, in altre occasioni, ci ha lasciati perplessi per il suo attivismo energico e la sua, di pari passo, sostanziale inerzia: e basti ricordare le sue minacce a chi imbrattò Quarrata di manifestini contro il Sindaco per la questione del mobile; minacce seguite dall’assoluta piattezza della bonaccia e della impunità in una sorta di compiacente perdono.
Ma non ci sarebbe da meravigliarsi se l’innamorato dei lumini fosse costretto a pagare una multa solo perché lui è un innamorato privato e non un cittadino che conta.

Perché lo abbiamo detto e lo ripetiamo anche qui che a Quarrata ci sono, con questa amministrazione, due pesi e due misure: una per gli amici e una per gli altri – nemici o non amici che siano…

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domenica 22 maggio 2011

IL PUNTO (DELLA SALUTE DEL PIANETA)


20. «IL FUTURO SIAMO NOI»
Domenica 22 maggio 2011

L’assessore Gaggioli
il Salvaterra


Meno male c’è il Gaggioli
nel Comune di Quarrata!
Meno male, sì, figlioli:
ora la terra è già salvata!

Ci ha pensato il caro Luca
con le sue aree appiddì:
l’assessore nostro duca
ci fa vincere anche qui.

Nella gran Terra futura
il Gaggioli ci ha portato:
d’ogni resto non si cura,
questo grande uomo ispirato

dall’idea del sostenibile
nel settor di costruzioni:
e il vantaggio or è visibile,
maledette opposizioni!

Prende i premi, ma non vede,
lungo i fiumi, i mille abusi.
Gli si dice, ma non crede:
«Quei che parlano son fusi!»

Meglio andare, per Gaggiolo,
a diritto in ogni modo:
«Ecco, un premio prendo io solo:
son pavone ed in più godo!».

Questa è l’ottica stringente
della dea filosofia,
che ora domina la mente
di Gaggiolo e così sia!

Salvo è il mondo e sulla terra
che gran genio che è Quarrata
e la Giunta che non erra!
Questa Giunta illuminata,

che sa sceglier sempre il top
in qualsiasi situazione:
ma che infine è solo un flop,
una palla, un bombolone!

Pasquino da Tizzana

Buona domenica, Quarrata!

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MOSCHEE E AREE DI SOSTA PER I ROM A MILANO? MA SE E’ STATO IL PDL AD APPROVARLE NEL PGT 2010, ORA FA FINTA DI NULLA?



SONO BEN 10 LE MOSCHEE SORTE A MILANO DA QUANDO GOVERNANO PDL E LEGA: CHI VOGLIONO PRENDERE PER I FONDELLI?…HANNO VOTATO UN ANNO FA UN EMENDAMENTO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA CHE HA INTRODOTTO GIUSTAMENTE i LUOGHI DI CULTO PER TUTTE LE RELIGIONI E ORA SPARANO AI PASSERI?



“Garanzia di luoghi di culto per tutte le religioni rappresentate in città, di ogni culto”. L’impegno non è estrapolato dal programma di Giuliano Pisapia, che secondo la Lega in spolvero celodurista vorrebbe riempire Milano di minareti, ma dal Pgt firmato Letizia Moratti e approvato dalla maggioranza in Comune.Che, con due emendamenti approvati dalla maggioranza nel giugno 2010, prevede la realizzazione delle moschee e anche “le aree di sosta per i nomadi”.Il consigliere del Carroccio, Matteo Salvini, era assente alla votazione ufficialmente perché impegnato nel suo incarico di europarlamentare o comunque non ha avuto il coraggio di esprimere il suo dissenso, squagliandosi.Gli sarà sfuggito il Pgt voluto dalla maggioranza di cui ha fatto parte per cinque anni, tanto da essersi guadagnato la poltrona di vicesindaco in caso di vittoria della Moratti.Va detto: Salvini ha spesso criticato le decisioni della giunta, come su Ecopass.Salvo però allinearsi allegramente.“Ma ero da solo”, ripete.Come se uno anche da solo non potesse votare contro.In realtà al momento l’unico confermato sarebbe ancora Salvini, con le 8913 preferenze, gli altri sei consiglieri di cui parla gli sono stati garantiti da Moratti: in caso di vittoria il premio di maggioranza sarà spartito anche con il Carroccio.Così Salvini si impegna in una campagna elettorale dagli antichi toni belligeranti che ricorda quella di dieci anni fa, quando i vari Borghezio giravano per Milano gridando “Bastoni a Palazzo Marino”.Uno slogan studiato per il candidato consigliere Massimiliano Bastoni che però non ha mai avuto grande fortuna: lunedì ha conquistato appena 602 voti.Ed è il secondo più votato dopo Salvini.Visti i “risultati” è difficile immaginare che il Pdl sia disposto a lasciare posti in consiglio, considerato che 600 voti li ha presi il 31esimo candidato della lista. Ma in campagna elettorale è lecito dire di tutto.Soprattutto se il candidato sindaco che si sponsorizza deve recuperare sette punti di distacco dall’avversario in due settimane.Si spara su Pisapia. E sul suo programma.“Trasformeranno Milano in una zingaropoli”, è l’accusa più gettonata.Ma anche “Pisapia vuole costruire la moschea più grande d’Europa” piace molto, tanto che persino Silvio Berlusconi, nella maratona televisiva serale (cinque tg diversi: Studio Aperto, Tg4, Tg5, Tg1 e Tg2), lo dice: “La sinistra prevede la costruzione di una grande moschea”.Ignorando però che a Milano di moschee ce ne sono già dieci, abusive e non. Tutte sorte in questi anni in cui il comune è stato guidato proprio dal centrodestra.Da viale Jenner a via Padova, poi Cascina Gobba, via Quaranta, via Stadera, via Meda e altre.Luoghi di culto. Indispensabili in una città che aspira a tornare a essere una metropoli europea, tanto che la giunta di Letizia Moratti ha dovuto far fronte al problema e ha inserito nel Pgt la “garanzia di costruire luoghi di culto per tutte le religioni rappresentate in città”.Approvato dal consiglio.Così come approvati dalla maggioranza due emendamenti al testo che hanno specificato come la garanzia è “per ogni culto”.Così a Milano oggi è riconosciuto il diritto per tutte le religioni di richiedere aree dove poter realizzare i propri luoghi di culto.Un Pgt fortemente voluto da Carlo Masseroli, assessore ciellino della giunta morattiana. In pieno accordo con il sindaco e con la maggioranza.Eppure i manifesti della Lega recitano “Milano zingaropoli con Pisapia, più campi nomadi e la più grande moschea d’Europa”.Il candidato del centrosinistra ovviamente smentisce e smaschera per primo il giochino della maggioranza: “Mi accusano di voler prevedere una struttura multiculturale e multietnica dicendo che comporterebbe decine di moschee, la zingaropoli; ma dovrebbero considerare quanta credibilità ha questa affermazione. Bossi e tanti elettori della Lega non sanno che il centro multiculturale è già previsto dal piano di governo del territorio approvato dal centrodestra”.Nel dettaglio entra Pierfrancesco Maran, consigliere uscente del Pd e riconfermato con 3530 preferenze. “In occasione dell’adozione del Pgt, nel luglio del 2010, il consiglio con una votazione bipartisan aveva introdotto le innovazioni sul diritto ai luoghi di culto. E, sempre il consiglio comunale, a maggioranza, questa volta con il solo voto del centrodestra e di Letizia Moratti, aveva poi approvato l’intero Piano. Se Letizia Moratti ha cambiato idea deve proporre una modifica, cioè una variazione, del suo Pgt, intervenendo contro se stessa”.La Lega fa finta di nulla.Igor Iezzi, segretario provinciale e candidato consigliere comunale sconfitto con appena 363 voti, ribatte che il Pgt “è stato approvato in Consiglio comunale senza il nostro voto”.Il determinante voto leghista?Se ci fosse stato l’eurodeputato Salvini il Pgt mica sarebbe stato approvato.Il pallista non ha neanche avuto il coraggio di essere presente e votare contro, figurarsi…

venerdì 20 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA FILOSOFIA DELLE «STRADE-TELECOM»

Dopo 10 anni di guida della città – beninteso con la Giunta Sergio Gori e non con giunte di sinistra che hanno imperversato per oltre 20! – i Quarratini sono ridotti a farsi rifare le strade da Telecom, perché i loro solerti amministratori non hanno il becco di un quattrino per le manutenzioni: hanno solo milioni di euro da gettare dalla finestra per fontane inutili, scritte di Nannucci, opere alla Màgia e alla Querciola.

Come prospettiva, va detto, questa Giunta moribonda e indirizzata sulla via della catastrofe, è stata il meglio del meglio.

Sempre con la mano tesa per chiedere l’elemosina agli altri e sempre pronta a sbandierare queste notizie deprimenti come successi di portata e rilevanza internazionale.

La Giunta Sergio Gori nacque come tentativo di impedire il passaggio del Comune alle destre cattive: e come tale vinse per una manciata di voti. Ma non era nata affatto, quella Giunta, con idee – e come Giunta delle zucche vuote si è caratterizzata in questi anni e lo vediamo anche oggi.

Anche da una notizia come questa del “Tirreno” il popolo di Quarrata può rendersi conto perfettamente di essersi messo in mano a degli inetti, incompetenti e incapaci di governare anche nell’ordinaria amministrazione.

Ci pensi bene e se ne ricordi al momento opportuno. Anche perché peggio di così non può fare nessun altro, neppure se ci si ingegna e ci si laurea!

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giovedì 19 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA FILOSOFIA DEI CESSI IN PIAZZA


C’è un famoso modo di dire quarratino che indica le persone che non si vergognano di nulla. Questa specie di proverbio si basa sull’espressione «mettere il culo alla finestra».

In effetti, con le nuove esternazioni del Vicesindaco Marco Mazzanti, sarà possibile anche questo, se non su tutto il territorio del nostro Comune, almeno in piazza della Costituzione, dove – pur se l’amministrazione ha rinunciato a realizzare una oscena balena a bocca aperta – sorgeranno i cessi pubblici, riportando il centro-città agli anni 56-60, quando i cessi, per chi non lo sapesse, erano dove ora sorge la Civetta e l’ufficio del ben poco utile difensore civico.

Se si volevano reintrodurre tutti gli elementi capaci di dare un giro di vite al degrado del centro cittadino, ecco che, con il progetto-Moderno, si fa un notevolissimo passo avanti. Complimenti!

Di bagni pubblici non ce ne sono più, da nessuna parte, in nessun angolo della terra – almeno dove ormai regna la civiltà europea… – e invece a Quarrata l’illuminata Giunta Sergio Gori avanza con squilli di trombe e rulli di tamburo e li reintroduce credendo di avere salvato l’umanità.

Lo fa certo per non perdere i contributi del Piuss – ché altrimenti verranno negati –, ma anche questa fretta non darà lustro alla città del mobile (in piena decadenza), ma solo a delle velleitarie e poco intelligenti trovate: una delle quali è anche il glorioso progetto “fasciatoio”.

Ve lo spieghiamo in quattro battute e due pannolini – uno sudicio e uno pulito, fresco e odoroso.

Siccome Quarrata è una metropoli di vaste dimensioni ed estensioni, è indispensabile che se una mamma esce col passeggino e il bimbo se la fa addosso, il tenero virgulto debba essere cambiato immediatamente nel “fasciatoio” che ci sarà nel progetto-Moderno.

Cambio immediato di pannolino perché altrimenti la mammina e il suo tesoro prediletto quanto dovranno aspettare per giungere a casa e fare il bagnettino al culetto?

Insomma, fare il cambio a casa sarebbe un disagio insopportabile come aspettare due metropolitane e 5 linee di bus che riporteranno questi due personaggi alla loro irraggiungibile periferia della metropoli?

Una cosa però è vera: un “fasciatoio” è indispensabile a Quarrata. Se non altro per fasciare le teste pesanti di una così intraprendente e illuminata Giunta!

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mercoledì 18 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA FILOSOFIA DEI BOMBOLONI



Tutti conosciamo cos’è un bombolone. È una pasta gonfia e fatta di aria. Poi può essere anche ripiena di crema o di cioccolata, ma in buona sostanza è una bolla inconsistente.
Ecco: questa è la filosofia della Giunta Sergio Gori. E, in questo caso, del suo vicesindaco Mazzanti. Aiutato, in questo anche dal supporto della stampa in un periodo come questo, preelettorale, che, dati i ‘successi’ di Silvio, è particolarmente favorevole alla propaganda di inetti che per quasi 10 anni non hanno fatto nient’altro che spendere in iniziative inutili e indebitare il Comune a più non posso per milioni di euro.
Stamattina il Mazzanti ha risolto – almeno in parte – il problema del parcheggio-scuola a Catena.
Poi si va a leggere il pezzo e c’è da strapparsi i capelli: si vede che, in piazza della chiesa, la gente ci ha sempre parcheggiato e che si trattava solo di mettere quattro palate di catrame in terra e di disegnare le strisce, con una zona da portatore di handicap. Che bravo!
Ma il bello è che ci entreranno 15 macchine: come se i ragazzi della scuola di Catena fossero 15 e non, magari, 150. Dunque il problema è proprio risolto.
Il fatto è che, per questa soluzione, si è perfino fatto un accordo di 5 anni con la parrocchia! Che sforzo, santo cielo! Ma quanto hanno ponzato?
Però in 10 anni di amministrazione né Mazzanti né la sua cristianissima padrona hanno saputo trovare una soluzione almeno decente, nonostante i tanti discorsi sparati di anno in anno.

Complimenti alla “Giunta dei bomboloni”! Ora manca il cappuccino.

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martedì 17 maggio 2011

STIAMO USCENDO DALL’EQUIVOCO BERLUSCONIANO: ORA E’ TEMPO DI UNA DESTRA VERA



SFUGGIRE AI PROCESSI, DENIGRARE LE ISTITUZIONI, ATTACCARE LA MAGISTRATURA, INVITARE LE AZIENDE A LASCIARE IL PAESE, COLTIVARE L’AMICIZIA DI DITTATORI NON HA NULLA DI DESTRA… MANTENERE INTERESSI PRIVATI, CONDURRE UNA VITA DA SULTANO CON RELATIVO HAREM, ASSEGNARE POSTI A VELINE, FAR ENTRARE A PALAZZO GRAZIOLI ESCORT, NON HA NULLA DI DESTRA… COMPRARE DEPUTATI, VINCERE BARANDO, CREARSI UNA CORTE DI MIRACOLATI E DI KILLER, RIDICOLIZZARE IL PAESE ALL’ESTERO NON HA NULLA DI DESTRA



Mai come oggi è opportuno che da destra, quella vera, si faccia il punto sulle vicende politiche italiane.Per uscire definitivamente da un equivoco che noi (all’inizio in solitudine) denunciamo da anni.Ovvero che la coalizione che ci mal-governa e che è stata bastonata ieri alle elezioni amministrative non ha nulla a che vedere con la tradizionale sintesi politica che identifica una destra, una sinistra e un centro.



In qualsiasi altro Paese si sa chi governa, pur con le varie sfumature ed alleanze.In Italia no.



Siamo in realtà amministrati da una coalizione affaristico-razzista che si fonda sugli interessi di un leader che detiene il controllo di 5 Tg su 6 e sui ricatti di un partito xenofobo che sta sulle balle a 9 italiani su 10.



Qualche povero imbecille, figlio del berlusconismo, ritiene e purtroppo lo dice pure in giro con orgoglio, che questa coalizione sia di “destra”.Basterebbe aver letto, non dico tanto, ma almeno dieci libri di autori di destra, per capire quanto segue.



Un uomo (o una donna) di destra non sfugge ai processi, li affronta, anche quando fossero segnati dal pregiudizio. E molti di noi se sanno qualcosa.



Un uomo di destra non attacca le istituzioni, crede nei valori della Nazione e li difende.



Un uomo di destra non mette quotidianamente in cattiva luce apparati dello Stato perchè, denigrandoli, fa perdere ai cittadini anche la certezza del diritto.



Un uomo di destra non si prostra e non fa affari con dittatori, magari pure ex comunisti, che hanno sulla coscienza migliaia di omicidi di gente inerme.Una cosa è mantenere normali rapporti diplomatici, altra frequentare da amiconi dacie e tende da beduini.



Un uomo di destra cerca di difendere gli interessi economici del proprio Paese, non quelli di un anonimo manager italo-canadese, cerca di tutelare i nostri lavoratori e non invita un’azienda a trasferirsi all’estero.Semmai l’opposto: cerca aziende straniere disposte ad investire in Italia.



Un uomo di destra, se decide di dedicarsi alla politica, lo fa per passione e amore per l’Italia, per dare un futuro ai nostri giovani, per assicurare benessere e giustizia sociale a tutti.Non lo fa per interesse.E se ha interessi pregressi, un uomo di destra sa lasciarli alle spalle definitivamente.



Un uomo di destra non scende in politica per pararsi il culo dai processi per fatti privati, perchè è mosso solo dall’orgoglio di fare qualcosa di positivo per il proprio Paese, non da altro.E non fa di quei processi personali una battaglia di tutto un ambiente contro i presunti “giudici brigatisti”.



Un uomo di destra puo’ avere le proprie debolezze e i propri vizi, ma allora non scende in politica, trascinando nel gorgo un intero mondo politico di riferimento.Se ama aprire l’impermeabile ai giardinetti lo faccia e ne risponda in privato, non a nome di una comunità umana che merita rispetto.



Un uomo di destra deve essere d’esempio: non frequenta sgallettate, veline, oche giulive, non fa entrare escort professioniste o apprendiste a Palazzo, non si circonda di una corte di servi e miracolati, non assolda killer iscritti all’albo dei giornalisti per far sparare a pallettoni sui nemici, non compra deputati, non distribuisce posti a troie e parenti, non usa faccendieri per “acquisire” parlamentari con promesse e prebende.



Un uomo di destra lotta per vincere con la sola forza delle proprie idee e dei propri valori.Non può vincere barando, perchè vorrebbe dire rinnegare la propria vita di sacrifici e le idee in cui crede.



Un uomo di destra preferisce perdere a testa alta dalla parte giusta che vincere da quella sbagliata.Non infama gli avversari per prendere uno sporco voto in più, piuttosto perde tutto per un voto.Ma ne esce pulito e a testa alta.



Un uomo di destra sa rispettare le idee altrui, cerca di capire, recepire, concedere la buona fede al prossimo, sa mediare nel superiore interesse del Paese.Non vive di rancori e di ricordi, di regolamento di conti e di diffamazioni: quando arriva a governare, sa essere ancora più umile perchè c’è sempre qualcosa da imparare dagli altri.



Un uomo di destra odia il conformismo, l’arroganza, la presunzione, le “certezze”, non si circonda di servi ma di critici, cerca stimoli, non stolta obbedienza.



Un uomo di destra dice le cose in faccia, non trama alle spalle.



Un uomo di destra ha il senso dell’onoree della dignità.



Se qualcuno vede in questo modesto affresco qualcosa di riferibile al berlusconismo, continui pure a votarlo.Chi invece pensa che la destra sia tutt’altra cosa si metta in cammino verso un nuovo orizzonte.Occorreranno anni per riparare ai danni del berlusconismo, ma lo spazio per una destra vera, sociale, nazionale, popolare, valoriale esiste più che mai.La fine dell’equivoco è iniziata: il popolo del nord ieri ha castigato i due millantatori.



E’ tempo di andare oltre.Oltre la destra e la sinistra, oltre i vecchi schemi, oltre i luoghi comuni e le vecchie trincee, oltre i privilegi di nicchia.Percorrendo anche i sentieri più impervi, tra momentanee delusioni ed effimere gioie.Per scoprire nuovi orizzonti, per aiutare i più deboli, amando e servendo il nostro popolo e soprattutto dando l’esempio.



Fino a ritrovare la luce e la nostra dignità di popolo.



domenica 15 maggio 2011

IL PUNTO (ARTISTICO GROTTESCO)


19. FONTANE E FONTI DI GUAI
Domenica 15 maggio 2011

Per l’inaugurazione
di un “capolavoro nei secoli”


Parla per primo il gran Giuliano Gori:
«L’arte non si discute, amici miei:
le discussion lasciàmole là fuori!
Questi pezzi di marmo son trofei

che daran lustro alla città in futuro:
la renderanno eterna in tutto il mondo!».
«Questa è un’opera d’arte?» tuona duro
Vittorio Sgarbi; e ammolla un bell’affondo.

La Sabrina difende quest’affare,
non se ne pentirà di certo mai:
«Venite tutti quanti ad adorare

questo capolavoro!». E, in gran viavai,
ecco la gente pronta ad ammirare
l’opera di Buren, fonte di guai!

Lo sanno tutti ormai
che a Quarrata si spendono i quattrini
per le cazzate e non pei Quarratini!

Pasquino da Tizzana

Buona domenica, Quarrata!

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sabato 14 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LE SCELTE DELLA REGINA


Come sappiamo oggi si inaugura a Quarrata la contestatissima fontana di Buren.

Noi siamo stati fra i primi a dire di no a questa decisione unilaterale della Signora Sabrina e del suo entourage archiettico-artistico.

In primo luogo lo siamo stati perché, in tempi di crisi – e continueremo a ripeterlo all’infinito – non si gettano, o non si fanno gettare dalla finestra, centinaia di migliaia di euro per opere che non diano risposte alle esigenze della popolazione. E non ci importa se questi soldi erano o meno della Fondazione Caripit: sempre soldi di tutti erano, in un modo o nell’altro.

Eravamo in disaccordo anche per la scelta della fontana e dell’artista, che fu contestato anche da Vittorio Sgarbi, come ricorderemo.

Siamo in disaccordo, oggi, anche da un altro punto di vista.

Sistemare quest’opera alla Màgia è stato già un sottrarla alla fruizione di tutti, perché solo coloro che vanno alla Magia la potranno vedere. E là sarà un po’ come una cattedrale nel deserto.

Se si voleva che fosse caratterizzante per la città – e non sarebbe stata un’idea da rigettare – forse si sarebbe almeno dovuta piazzare su quella rotonda dell’oscenità (erbacce e discarica a cielo aperto) che è la rotonda dei Martiri: almeno la fontana avrebbe costretto tutti a fare più attenzione al sudiciaio che ogni anno si rinnova sul posto.

Al tempo stesso la fontana avrebbe dato una immagine a Quarrata (lasciamo stare di che tipo: i gusti sempre controversi), ma la avrebbe data. Si pensi, ad esempio, alla statua di Henry Moore nell’aiuola di piazza in centro a Prato.

Non è successo nemmeno questo. Quindi crediamo che tutta questa spesa sia stata solo una bizza infantile.

Ma Quarrata è – da quasi dieci anni – solo questo: la bizza di un Sindaco che non ha chiare in testa quelle che sono le vere priorità della sua popolazione.

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giovedì 12 maggio 2011

NEL PDL ORMAI VIGE IL MODELLO SANTANCHE’: “ELEZIONI COME UN RING, E’ GIUSTO SUONARLE”. MA ORA RISCHIANO DI PRENDERLE


(NON) ABILE E ARRUOLATA ANCHE LA MORATTI CHE LASCIA IL SUO APLOMB PER INDOSSARE I GUANTONI, MA NEL NUOVO RUOLO E’ CHIARAMENTE A DISAGIO…PENSAVA DI ASSESTARE IL COLPO DECISIVO MA E’ FINITA STESA SUL RING… IL BALLOTTAGGIO SI AVVICINA

Mai avremmo immaginato di vedere Letizia Moratti come ieri.
Di lei tutto si poteva dire tranne che fosse in sintonia con la politica urlata e un po’ killer dei nostri tempi.
Una politica fatta di insulti, di riesumazioni di peccati di gioventù, di dossieraggi. Il sindaco di Milano fino a ieri è stata tutt’altro e, se aveva difetti, erano di segno opposto: per quelli del suo schieramento, semmai, era troppo timida e troppo poco passionale, perfino algida, insomma inadeguata a stare sul palcoscenico, a scaldare i cuori, a strappare l’applauso; per i suoi rivali invece la freddezza era il segno di un irreale distacco dalla città e dal mondo, dai problemi della gente comune. In ogni caso – ripetiamo: fino a ieri – Letizia Moratti era, nel bene e nel male, una donna di addirittura eccessivo self control, anzi di gelido aplomb.
Ieri abbiamo vista un’altra Moratti.
Alla fine del confronto su Sky con il suo rivale candidato sindaco, Giuliano Pisapia, ha colpito basso, con un’arma segreta che evidentemente aveva tenuto in serbo durante tutta la trasmissione per poter chiudere con un colpo di teatro, anzi con un colpo da pugile che avrebbe dovuto mettere ko il suo avversario.
Il sindaco di Milano ha così abbandonato il suo bon ton per passare all’attacco personale.
Diciamo subito che in questo ruolo Letizia Moratti è parsa evidentemente a disagio.
Non era lei, e lo si è visto da com’erano contratti i suoi lineamenti e da come fosse assente, sotto i suoi panni, il sacro furore di una Santanchè.
Oltretutto, dev’essere anche stata imbeccata male, perché il dossier sbandierato –una condanna per furto d’auto – era una patacca.
Il cambio di marcia della Moratti comunque c’è stato, ed è evidentemente un ribaltone rispetto all’inizio della campagna elettorale, quando il sindaco di Milano aveva posto un “o io o lui” alla presenza in consiglio comunale di Roberto Lassini, il candidato del Pdl che ha tappezzato Milano con i manifesti “Via le Br dalle Procure”.
E forse non è un caso che il ribaltone abbia seguito di poche ore l’uscita, sul Giornale, di un editoriale del direttore intitolato “Elezioni come un ring. E’ giusto suonarle”.
Evidentemente nel centro destra sono convinti che per raggiungere la pancia del proprio elettorato un Lassini è più efficace di un’educata signora della Milano bene; e così è partito un ordine di scuderia.
Letizia Moratti ha dovuto obbedire.
Ma perché s’è deciso questo inasprimento dei toni?
Da sinistra si è subito risposto così: il centro destra a Milano è nervoso perché ha paura di perdere. Che lo dica la sinistra, è ovvio, Ma è anche plausibile?
A prima vista, una sconfitta del centro destra a Milano appare quasi impossibile. Però ci sono alcuni numeri e alcuni fatti che turbano i sonni del Cavaliere, il quale sa bene quali disastrose conseguenze avrebbe per lui la perdita di Milano. Cominciamo dai numeri.
Nel 2006 Letizia Moratti vinse al primo turno con il 51,97 per cento: ma aveva nella propria coalizione l’Udc e i finiani, che ora non ci sono più.
Il margine appare ancora più esiguo se lo si conteggia, anziché in percentuale, in voti: 35 mila in più del candidato del centrosinistra, che era il debolissimo Bruno Ferrante.
Ma andiamo avanti.
In quelle elezioni comunali, il Pdl prese il 41,8 per cento; alle politiche del 2008 è sceso al 36,9; alle regionali del 2010 al 36.
Sempre alle regionali del 2010, e alle provinciali del 2009, a Milano città il candidato del centro sinistra Filippo Penati ha superato quelli del centrodestra, Roberto Formigoni e Guido Podestà.
Insomma, anche se il Cavaliere ha fatto girare un sondaggio dei suoi, che dà la Moratti vincente al primo turno con il 52 per cento, i numeri reali non sono del tutto rassicuranti.
E poi c’è ci sono quelli che abbiamo chiamato “alcuni fatti”.
Si potrebbe anche dire che per il momento sono, più che fatti, suggestioni.
Stiamo parlando dell’atteggiamento del tradizionale alleato, la Lega.
Quanta voglia ha di impegnarsi per la Moratti? I leghisti non la amano.
Bossi non è andato ai suoi comizi, al massimo ha acconsentito che lei venisse a uno dei suoi.
Ma se queste sono appunto suggestioni, ci sono anche dei fatti.
E i fatti dicono che in queste amministrative c’è effettivamente una prova di disimpegno da parte della Lega.
In Lombardia il Carroccio propone 70 candidati sindaco e, di questi, 49 corrono da soli.
In sette importanti comuni – Desio, Rho, Gallarate, Cassano d’Adda, Malnate, Nerviano e San Giuliano Milanese – la Lega ha rotto con il Pdl.
Bossi in questa campagna elettorale sta privilegiando soprattutto questi comuni, è stato certamente più volte (quattro) a Gallarate che a Milano: vorrà dire qualcosa?
E vorrà dire qualcosa anche quella battuta che Maroni – uno che non parla mai a caso – s’è lasciato scappare appunto a Gallarate?
Ha detto che la scelta di rompere con il Pdl in quel comune – che, non dimentichiamolo, è in provincia di Varese, la culla del leghismo – “ci riporta alle origini e indica anche una possibile strada per il futuro”.
Non è chiaro se la Lega lanci questi messaggi perché davvero sia tentata di rompere, oppure se si tratti delle solite strategie interne all’alleanza.
Ma che Berlusconi cominci a essere irritato, l’ha scritto anche il Giornale.
Ecco insomma le preoccupazioni del centro destra.
Preoccupazioni che hanno portato avanti la linea dei falchi.
Una linea però rischiosa, tanto che la prima uscita della Moratti alla Gattuso pare aver prodotto un autogol.

Michele Brambilla
(da “La Stampa”)

http://www.destradipopolo.net/

martedì 10 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: IL COPIT E LE RIFLESSIONI DEL SINDACO



Il Copit taglia e anche Quarrata resta in una posizione marginale, con tutte le difficoltà del caso.
“La Nazione” affronta il problema e dà spazio anche all’illuminata Sindaca, riferendo un suo verosimile commento: «Rassegnazione. Il sindaco Sergio Gori: “Servizi peggiorati? Colpa della Finanziaria”».
Diciamo “verosimile commento” perché, se andiamo a leggere nel corpo dell’articolo, non troviamo nessuna diretta affermazione del Sindaco. E tuttavia il contenuto del sommarietto rientra nel modo di esprimersi e di pensare tipico della Sabrina, abituata da sempre – come i bambini – a rovesciare comunque le colpe sugli altri.
Parla, come al solito, la filosofa della solidarietà cristiano-cattolica, che s’adopera per risolvere i problemi dei fratelli, della gente sul cui viso va alla ricerca dei tratti di una pietà religiosa aperta al dialogo e al confronto.
E quando mai? Cinica come nessun altro Sindaco di Quarrata, la Signora Sabrina, se andiamo a vedere che cosa ha realizzato in questi quasi 10 anni del suo mandato, ci fa prendere, come minimo, un mezzo infarto quanto a peggioramenti progressivi delle condizioni di vita del nostro Comune, che si è contraddistinto sempre e solo in sperperi e spese inutili finalizzati al superfluo e mai indirizzati alle vere necessità prioritarie delle popolazioni.
E quando una battaglia c’è da fare, Lei, l’illuminata, quale sceglie?
Un elenco è presto fatto: si va dalle spese inutili per le scritte di Nannucci e le fontane di Buren (che si stanno per inaugurare), alle lotte civili – ovviamente semplici fuochi di paglia per fare scena… – per le poste di Santonuovo, per la sepoltura perpetua del canonico Marini o per le “scritte terroristiche” di Forza Nuova alla scuola di Santonuovo, in lode e gloria del suo lacchè Romiti, fidissimo e inconcludente capogruppo Pd.
Per il resto, qualsiasi cosa accada, lei non ha mai una colpa, mai un neo, mai un vizio, nata com’è come Maria, senza macchia.

La colpa è solo della finanziaria, perché così tutto è più facile!

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domenica 8 maggio 2011

IL PUNTO (ENTOMOLOGICO)


18. MAZZANTI E I «MAZZUCOCCHI»
Domenica 8 maggio 2011

Anche entomologo sta diventando il buon Marco Mazzanti che, in prossimità della tornata elettorale, parla a 360 gradi di tutto e di tutti.
In questo caso il tutto resta in famiglia, perché Mazzanti sta facendo la lotta contro i mazzucocchi, parassiti dei pini almeno in parte imparentati con lui per… cognome.
I pini della Màgia sono malati? E allora si spende una cifra importante – come direbbe lui stesso – per sanare il bosco; e per impedire che gli avventori (ma siamo sicuri che la parola sia quella giusta…? Siamo a un’osteria o in bosco?) possano subire dei traumi da rami che cadono loro in testa, 97mila euro (oltre 180 milioni delle vecchie lire) vengono spesi per segare e triturare le piante malate. Novanta giorni di duro lavoro!
La segatura verrà sparsa sul posto come concime: ma si faccia attenzione, resinosa com’è, lascerà terra bruciata sotto di sé per diversi anni – lo saprebbe anche un bambino.
Il problema è un altro: che ora che sentono il terreno scivolare loro sotto i piedi, e una diffusa ostilità della gente nei confronti di una Giunta che non ha realizzato altro che debiti in questo suo mandato, i compagni sono stati presi della foga e sono presenti ovunque pur di farsi vedere. E con promesse di fare – se si riconfermano – di più (ma forse danni, però).
Viva Mazzanti, dunque, e i suoi mazzucocchi provvidenziali!

Buona domenica, Quarrata!

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venerdì 6 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: GLI EDITTI DELLA REGINA



Oggi possiamo accomunare due elementi apparentemente distinti e distanti: da una parte l’indignazione della Signora Regina di Quarrata contro gli atti di vandalismo al giardinetto don Giuliano Mazzei e altrove; dall’altra la grande “fontana di Buren” che sarà inaugurata la settimana prossima
E per quale motivo le due cose possono essere appaiate?
Solo perché – dopo la grande strombazzatura dell’opera d’arte del secolo – occorrerà che un drappello di telecamere siano sistemate anche alla Màgia per proteggere le bianchissime e attraenti pareti dei marmi su cui chissà quante belle scritte a bomboletta potrebbero essere tracciate in onore del “Genius loci”, il dio protettore del luogo, fortemente voluto dalla Sabrina e dai suoi architetti.
Della stupenda amministrazione Sergio Gori, Quarrata avrà ricordi memorabili dell’inutile e del perverso.
Con tanti bei proclami della Regina che non si arrende dinanzi all’inciviltà dei vandali e che riempirà centro e periferia di decine di telecamere.

Così quando qualcuno farà qualcosa o tirerà manifestini anonimi di notte, il comandante Billi potrà dire che “questo qualcuno passerà un brutto quarto d’ora” – anche se poi nessuno farà assolutamente nulla.

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giovedì 5 maggio 2011

La dignità in cambio di una poltrona il prezzo è stato pagato



I ‘disponibili’ sono accontentati, il prezzo è stato pagato, la Patria è salva!!!! Luca Bellotti, Katia Polidori, Gianpiero Catone , Roberto Rosso, Riccardo Villari, Daniela Melchiorre, Bruno Cesario, Aurelio Misiti, Antonio Gentile, Massimo Calearo sono finalmente diventati sottosegretari al Governo. Così si perfeziona una delle pagine più vergognose della storia della Repubblica. Con Berlusconi e con i suoi metodi nessun dialogo al centro e in periferia è possibile: spero lo abbiano definitivamente capito tutti.

Ma noi andiamo avanti senza se e senza ma.



mercoledì 4 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: UNA GIUNTA E I SUOI SANTUARI


Come vedete, stamattina Giancarlo Zampini parla della inarrestabile decadenza degli Olmi.
Ma potrebbe anche parlare dell’avanzata del degrado e della dismissione di una qualsiasi altra frazione del nostro Comune: sarebbe esattamente la stessa, identica cosa.
Questo ci serve per riflettere in breve sul comportamento di una Giunta complessivamente distruttiva che, in dieci anni di amministrazione, è stata capace solo di favorire i suoi eccellenti santuari di culto.
Alla peggio sindaca di Quarrata e ai suoi armigeri interessa solo favorire i centri di culto: e fra questi c’è, in primissima linea, il Parco Verde, laddove tutto può essere svolto a favore della messe del vivaio dei voti.
Riflettete bene, lettori e cittadini di Quarrata.
Il Parco Verde può fare quello che vuole e per esso si creano deroghe, aree, parcheggi e quant’altro, in modo da favorirne le attività – e, evidentemente, i successi e i risultati in termini di ritorno.

Per il resto, anche se tutto il Comune diventa un deserto, chi se ne frega?

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martedì 3 maggio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: UNA GIUNTA DI «SCIUPONI» E DI VANESI


Stamattina leggiamo sul Tirreno, per voce del Pdl e di Daniele Ferranti, una filippica contro il Sindaco di Quarrata e la sua Giunta di sciuponi.
Ferranti, con la penna in mano, fa il conto della serva e arriva a una somma di 600mila euro buttati via: pressappoco la stessa cifra dei mancati conferimenti di denaro del Governo al nostro Comune. E il discorso è facile: se la Sabrina e i suoi avessero voluto attutire il colpo del tiro della cinghia, sarebbe bastato tagliare questi sprechi che, invece, sono stati lasciati al loro posto – e questo, aggiungiamo noi, a prescindere anche da quello che fu l’osceno tentativo di far credere che la Giunta fosse aperta alla partecipazione di quel progetto ridicolo che si chiamò Contiamo tutti e che costò un’altra bella barcata di quattrini a favore delle cooperative nell’occhio destro e benviste dalla serissima politica di sinistra della nostra Regione.
Non parliamo di novità: qui stiamo parlando di storie di ordinaria follia.
Sono almeno più di due anni che ripetiamo la stessa musica e che andiamo dicendo, anche noi, che la Giunta di Quarrata altro non fa che sprecare soldi.
Bene Ferranti quando fa questi conti. Ma non scordiamoci quali sono le vere voragini della nostra situazione patrimoniale. E riassumiamole qui:

1. Piuss – con 20 milioni di sprechi in un Comune che comunque resta in pieno e inarrestabile degrado socio-industriale
2. Màgia, che continua a rimanere un tritacarne infinito
3. Querciola e musei della civiltà contadina che non hanno – perché non possono avere – un futuro per la modestia dei loro contenuti

L’unica cosa, in cui il nostro peggio Sindaco di Quarrata si distingue, è il vaniloquio e l’interesse per il nulla:

1. la battaglia da guerra di Tripoli per le poste del Santonuovo – un vero e proprio flop, ma solo per stimolare l’immagine del suo paggetto Romitino
2. la spedizione contro i manifestini di Forza Nuova contro le preghiere a scuola – sempre cavalcata dall’onda romitico-santonuoviana
3. la scesa in campo per la sepoltura perpetua del canonico Marini – anch’essa una augusta invenzione in gloria della figura del compagno Romiti: ma in questo caso di facile soluzione, perché – senza farla tanto lunga e giornalosa – sarebbe bastato parlarne tre minuti e, in assoluto accordo unanime, nessuno avrebbe detto no come è del resto accaduto in consiglio.

È che si deve fare scena. È che non si può fare a meno di fare scena. È che se non si fa scena che cosa racconta la Sabrina al suo elettorato dopo 10 anni di insulsa amministrazione?

Vi ricordate cosa ha detto l’ex-assessore Burchietti per ben due volte in due incontri organizzati dall’Agorà e riportati puntualmente dal blog di Andrea Balli? L’informazione, quella vera, è meglio non farla – diceva la Sabrina in Giunta: è meglio che la gente non sappia troppe cose, così sta più tranquilla. Ovviamente questo sottintendeva anche: e rompe meno i corbelli a noi amministratori.

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domenica 1 maggio 2011

IL PUNTO (DELLA FOLLIA COLLETTIVA)


17. CHE DIO CI LIBERI DALLA SUA PREGHIERA!
Domenica 1° maggio 2011

Che il Dio che Stella Niccolai ha fatto sostituire a Gesù nella preghiera del pasto dei bimbi della scuola di Santonuovo, ci liberi dalla follia in cui siamo caduti con la vicenda del manifesto – non anonimo, non insultante, non nient’altro – che da giorni è al centro della più gratuita mancanza di intelligenza delle cose.
È grave dover vedere che si monta un caso su una questione che la dirigente scolastica avrebbe potuto e dovuto risolvere in due minuti parlando direttamente con chi lo aveva prodotto e appianando immediatamente le cose.
Questa sarebbe stata una vera opera di pace.
È grave che la stessa dirigente ne abbia fatto un caso, investendone perfino il vescovo che forse avrebbe da preoccuparsi di ben altro che non stare a perdere tempo sull’opinione di chi pensa che se in quella preghiera fosse rimasto Gesù non sarebbe successo proprio un bel nulla.
Ma la figura più grave, in tutto questa incresciosa vicenda, la fanno quei politici – a cominciare dal nostro beneamato peggio sindaco di Quarrata – che adoperano queste insulse situazioni per farsi campagna elettorale e per far vedere che ci sono, che esistono, mentre tutti sanno che sono assenti, arroganti, irrispettosi di tutto e di tutti e solo autoreferenziali – come del resto è stato dimostrato da quasi 10 anni della presenza della Sabrina sul territorio.
Le forze politiche quarratine più equilibrate hanno espresso la loro opinione e lo hanno fatto nella maniera corretta: non si può trattare come una guerra di Libia una questione che non ha sostanzialmente né il senso né il peso che le si vuole attribuire.
E stamattina stessa, sempre su quest’onda, anche Andrea Bagattini interviene sul Tirreno ricordando giustamente che in uno stato laico non sarebbe nemmeno il caso di parlare di preghiere a scuola.
Ma al di là di questo, giratevi intorno, Quarratini. E pensate.

Se l’amministrazione di Quarrata mettesse, nel risolvere i problemi reali della città, solo un decimo dell’impegno che spreca in questa bischerata, il nostro Comune sarebbe mai afflitto da tutti i mali che lo rendono un simbolo della decadenza e del degrado?

Buon 1° maggio senza stupidaggini!

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