mercoledì 29 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: PIAZZA ALDO MORO


«Vorrei fare un intervento molto molto stringato, non voglio entrare nel merito perché credo che quello che ha detto Daniele Ferranti lo condivido in pieno, vi vorrei far fare una riflessione: in Piazza Aldo Moro non solo non ci sono targhe di commemorazione o simili al riguardo di una tal figura, ma non c’è nemmeno il cartello indicatore della piazza, giratela, verificate e vedrete se c’è il cartello che indica Piazza Aldo Moro. Che sia Piazza Aldo Moro lo sappiamo noi quarratini ma chi viene da fuori non potrà mai sapere dove si trova, è diventata una strada più che una piazza quella lì, in realtà e mi rendo conto che sto per dire una cosa piuttosto spiacevole, un cippo a ricordo c’è ma non in memoria di Aldo Moro ma di una persona che con tutto il rispetto non era nemmeno un cittadino di Quarrata, qualcuno ci può spiegare perché?» Così si esprimeva il consigliere Alessandro Cialdi, UDC, intervenendo al punto 3 dell’ordine del giorno del consiglio comunale del 23 giugno 2008. In precedenza aveva introdotto l’argomento il consigliere Daniele Ferranti (PDL).
La proposta – che a noi sembra la più logica e innocua del mondo – scatenò la maggioranza. Il consigliere Simone Niccolai (PD –Ulivo) intervenne aspramente negando che di Moro potessero parlarne “ le destre” e, in un passo del suo intervento, tanto confuso e anacolutico quanto aggressivo, volle sostenere sovieticamente il postulato che l’eredità di Moro apparteneva solo alla sinistra; come se l’assassinio dello statista, il 9 maggio 1978, potesse essere unico appannaggio di certe forze, alla cui ombra, peraltro, le Brigate Rosse erano state allevate e cresciute, con l’appoggio di certe idee cattoliche che sarebbero sfociate nella teologia della liberazione (cosa che, forse, Niccolai (Simone) non vorrebbe sentir dire per poter creare, in assoluta sicurezza, un paradiso per i giusti di sinistra e in inferno per gli altri dannati in massa, da inviare, magari, in un… gulag).
Ecco il passo ‘forte’ di Niccolai (Simone): «Ma l’eredità di una persona la raccoglie non chi ne fa il nome in ogni occasione ma chi cerca di raccoglierne il messaggio autentico, chi cerca di viverne lo stile politico giorno dopo giorno, queste interpellanze demagogiche che non costruiscono niente di positivo poi alla fine che cercano solo divisioni e cercano di ottenere consensi dicendo male dell’altro, questi interventi cialtroni o urlati dove si cerca non la verità dei fatti ma di fare circolare malignità. Questa arroganza, questo modo piccino di fare politica è quanto di più lontano ci può essere dallo stile di Aldo Moro, uomo del confronto paziente, dello sguardo rivolto a un futuro da costruire insieme, camminando insieme verso soluzioni più vere e giuste, questo uomo consapevole che anche il metodo conta, una idea può essere bella ma se costruisce solo divisione avvelena, non costruirà il futuro di cui abbiamo tutti bisogno». Su un punto Niccolai (Simone) ha ragione: che lo stile di Moro era diverso; molto diverso anche da quello di Niccolai (Simone) stesso, che forse non ha mai né visto né sentito Moro in diretta.
In fondo l’argomento era semplicemente Mozione presentata dai gruppi consiliari “Forza Italia verso il Popolo Della Liberta”, Alleanza Nazionale e udc e “Un’altra Quarrata” in data 15 maggio 2008, prot. n. 23250 e avente a oggetto: Commemorazione annuale del 9 maggio – installazione di targa in piazza Aldo Moro; nessuna demagogia, poi, niente aggressività nelle parole di Ferranti: il verbale ne fa certa fede. Ma quando si vuole fare demagogia, la coalizione attualmente regnante supera ogni aspettativa, appropriandosi perfino delle tragedie di Stato.
Alla data odierna la piazza Aldo Moro non ha ancora una targa. Si sente dire che stavolta, il 9 maggio, la targa ci sarà. Ma fallire sul posizionamento di una targa su una piazza per una amministrazione che realizza opere milionarie e convegni di ogni genere e tipo per valorizzare la legalità (si pensi Vitamina L. Crescere nella legalità, del 10-12 ottobre 2008 alla Màgia) non è certo un successo.
Soprattutto se Aldo Moro, figura rabbiosamente rivendicata dalla sinistra, è anche stato – come mostra la foto – a Quarrata: c’è però da credere che la sinistra quarratina non solo non lo sappia, ma non riesca neppure a distinguere e riconoscere i personaggi che vi compaiono…
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martedì 28 aprile 2009

INCOMPATIBILITA'


Riccardo Musumeci, consigliere comunale ex rifondazione e ora de la Sinistra, fedele e obbediente quanto inutile alleato del Sindaco, ci ha contestato gli ultimi post che dice dovrebbero essere indirizzati contro Berlusconi, a tal proposito l'amico Pasquino da Tizzana ci ha mandato questo sonetto che volentieri pubblichiamo:


Musumeci, si sa che sempre pensi
soltanto a Berlusconi incompatibile;
ma questa posizion non è credibile:
guàrdati in casa e allor tu perdi i sensi.

Poco poco ti piglian gli scompensi
cardiaci a riguardare l’incredibile
elezione del Soreca, infrangibile;
cosa più brutta, ahimè, dell’area Lensi.

Sei davvero un gran fino pensatore:
ma il dottore che cura le infezioni
abbia mani pulite a tutte l’ore,

sennò rischia che alcuno gliele suoni:
«Impara a non bleffare, professore,
ché finché non lo fai non hai ragione!»

Ti serva da lezione:
il prete non può dir «tu vai all’inferno»,
se è il primo a bestemmiare il Padreterno.

È colpa del governo
se come difensore voi scegliete
un che sempre fu vostro e vi fu prete?

Dite quel che volete:
corretti e coerenti come un mulo,
prendete sempre il popol per il culo.

Pasquino da Tizzana

lunedì 27 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: QUANTO FUMO NEGLI OCCHI !


Mosè salì sulla montagna e ridiscese con le tavole della legge. Anche il PD ha i suoi Mosè e le sue leggi. Qualcuno dirà che siamo ossessivi e fissati, ma è giusto, secondo una attenta valutazione, misurare gli uomini nella coerenza di parole e fatti.
«Prova le tue parole con le azioni», diceva Seneca il Filosofo ai tempi di Nerone. E allora, perché non mettere alla prova la coalizione regnante a Quarrata sulla questione Soreca-Difensorecivico? Una questione – si badi bene – sulla quale l’amministrazione non ha fatto pio, dando così chiare indicazioni con un eloquentissimo colpevole silenzio.

Citiamo – brucando qua e là – dal Codice etico del Partito Democratico:

1. Le donne e gli uomini del Partito Democratico vivono l’impegno politico con responsabilità e, per questo, sentono il dovere di confrontarsi e di dare conto del proprio operato. Infatti: si vede dal silenzio in cui la maggioranza si è arroccata.

2. [Le donne e gli uomini del PD] Considerano i suoi principi [della Costituzione, n.d.r.], insieme a quelli sanciti nelle Carte sui diritti umani e sulle libertà fondamentali, il riferimento di un impegno politico al pieno servizio del bene comune, della giustizia sociale, di un modello inclusivo di convivenza. Scegliere (o imporre?) il Soreca rende un pieno servizio al bene comune dei cittadini, che non possono permettersi un avvocato, e alla giustizia sociale?

3. [Le donne e gli uomini del PD] Favoriscono la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione democratica nelle forme più inclusive. Infatti: la scelta è talmente trasparente che, come la nebbia di Totò a Milano [vedi: Totò, Peppino e la malafemmina], la trasparenza non si vede proprio.

4. Le donne e gli uomini del Partito Democratico ispirano il proprio stile politico all’onestà e alla sobrietà. Mantengono con i cittadini un rapporto corretto, senza limitarsi alle scadenze elettorali. Non abusano della loro autorità o carica istituzionale per trarne privilegi; rifiutano una gestione oligarchica o clientelare del potere, logiche di scambio o pressioni indebite. Infatti: non c’è stata clientela perché ha parlato e ha scelto direttamente il padrone; non c’è stata oligarchia perché siamo in piena tirannide.

5. [Le donne e gli uomini del PD si impegnano a] utilizzare i mezzi di comunicazione per favorire una informazione corretta dei cittadini sulle questioni politiche ed istituzionali. Infatti: hanno spiegato, con inoppugnabile evidenza, che il dottor Soreca risultava il Difensiore civico più appropriato agli interessi dell’amministrazione (e non già dei cittadini).

6. Ogni componente di governo, a tutti i livelli, del Partito Democratico si impegna a: […] non conferire né favorire il conferimento di incarichi a propri familiari o, tranne che negli uffici di personale collaborazione, a persone con cui si abbiano rapporti professionali. Infatti: così è stato. Hanno affidato l’incarico a persona con cui non hanno, hanno avuto più di 10 anni di rapporti istituzional-professionali.
Dal PD-Ulivo mi scampi Iddio, che dai nemici mi ci guardo io!

domenica 26 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: AIDS GATTINA





Anche qui un paio di foto con poco più che il commento. Questo povero gatto soffre di AIDS gattina. La pelle gli si è staccata dal viso, il naso gli cola – guardate bene l’ingrandimento – e la faccia è stata deturpata dai soliti scrittori di periferia.
T’adoro o Alice bona (non l’Adsl Telecom), Viva le V.E.M.S. sono le opere poetiche più evidenti degli aspiranti premi Nobel.


Quanto ci costò questa astrusità che sta andando in malora?


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sabato 25 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: PAROLA D'ONORE


Io non sarò mai come Celestino,
che fece per viltade il gran rifiuto:
anche se sono un personaggio muto,
sarò padrona a pien del mio destino.

E per godermi il trono, da divino
principe machiavellico, ben scruto
d’eliminar – pur non con atto bruto –
ogni avversario che mi sia vicino.

Ad alcun toglierò d’esser visibile
levando funzionari a tutto spiano,
perché l’assessorato sia inservibile

(per chiarir, sto dicendo: Catapano);
altri li ingloberò con un sensibile
moto di accerchiamento, un fine piano;

sì che creda, l’umano,
d’essere ammesso a pigiare i bottoni
delle scelte di stato: e i bamboccioni

sembreranno padroni,
ma, chiamati a giocar come pierini,
non penseranno d’esser… burattini.

E a suon di contentini,
farò credere lor che sono dèi,
mentr’io potrò ben farmi i fatti miei!

Ve lo dimostro nei
fatti concreti: partecipazione
darà fumo negli occhi alle persone.

E se qualcun propone
qualcosa, sappia: ogni diritto è mio,
poiché il poter mi scende giù da Dio.

Per tutti è un dover pio
pensar ch’io sono la democrazia
in carne e sangue ed ossa – e così sia!


Pasquino da Tizzana

venerdì 24 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: UN SUK O UNA CASBAH ?


Non ce ne vogliano i sostenitori delle bellezze di Quarrata, ma vogliamo tornare ancora una volta su un argomento che ci sta a cuore: la favolosa leggiadria del centro cittadino. È vero che quello del bello è un concetto particolarmente soggettivo, altrimenti come potrebbero sposarsi sia i maschi che le femmine per brutti che siano? Ma c’è anche una linea di demarcazione che segna un criterio di oggettività: tra il centro di Quarrata e il centro di Siena è probabile (se non certo) che corra almeno una qualche piccola differenza, come tra Tina Pica e Nicole Kidman. O no?
Osserviamo attentamente questa foto: è la torre del suk o della casbah di Quarrata – e, per favore, non facciamo battutine idiote, perché non siamo né razzisti né xenofobi: amiamo la diversità fino al punto da non capire come e perché dovremmo essere sempre e comunque d’accordo con le illuminate scelte dell’amministrazione; e per questo cerchiamo di dire ciò che pensiamo e non rinunciamo a parlare.
Osservate bene la torre oltre la quale – dopo l’arco – si entra in una specie di terra di nessuno. La porta, vecchia e malmessa, è l’immagine dell’umido; ci sono perfino le alghe cresciute sulle pareti, belle verdi e in guazzo. La parte alta è ugualmente soggetta al degrado. Vicino c’è l’improbabile architettura – un recupero di postindustriale non particolarmente raffinato – della Caripit: ferro e legno apparentàti, ma con colonne di ferro brunito che sembrano rubate al disarmo del Titanic o comunque di un transatlantico inizio-secolo scorso.
Cosa potremmo aspettarci oltre la porta? Un mercato coloritissimo e all’improvviso un vivace Totò le Mokó (di Carlo Ludovico Bragaglia, con Gianna Maria Canale, Carlo Ninchi, Luigi Pavese, Carla Calò e altri, comico, 1949) che si muove in maniera circospetta e che spara battute fino all’elogio strepitoso della sua donna prediletta che il comico gratifica del titolo splendente di casbalinga!
Appunto, siamo nel comico. Al di là infatti iniziano: per un verso i paesi scandinavi con i palazzetti a finestre quadrate; per un altro il terminal di Milano Linate con le strutture metalliche postindustriali su cui ammassare le merci con i muletti da trasporto; per un altro ancora il lunare paesaggio dei beni comunali, biblioteca in disarmo (lo abbiamo già fatto vedere) e Polo Tecnologico (lunare perché assolutamente vuoto e grigio: serve solo ogni quattro anni per le elezioni).

Com’è bella la città… (dotta citazione da Giorgio Gaber, 1969).

giovedì 23 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: RESPIRARE




Due foto che parlano da sé: sull’incrocio degli Olmi, una qualsiasi mattina di una qualsiasi settimana. Qui si vede via Montalbano congestionata, nella direzione Quarrata-Agliana. La gente di Olmi respira questo, caos e polveri leggere, in pratica ogni giorno, tranne qualche ora la domenica.
Illuminante a questo proposito l’articolo del Tirreno del 22 Aprile.
Non parliamo cosa accade sulla direttrice della Statale, direzione Pistoia-Firenze e viceversa. Quando il capofila, che viene da Pistoia, deve girare a sinistra per Agliana, finisce per bloccare la colonna che giunge a mezzo chilometro di distanza e scarica di tutto in aria. Il semaforo non permette l’arresto della colonna che viene da Firenze e quindi la coda si allunga sulla statale fin oltre il fosso Quadrelli.
Nonostante più volte sia stato chiesto all’amministrazione di piazzare delle centraline per il monitoraggio dello stato dell’aria, nessuno ha dato una risposta alla gente che vive a Olmi e questo – va detto e ribadito con forza – conforta assai, data anche la professione del sindaco e il suo giuramento di Ippocrate, che non pare avere avuto un gran peso neppure sulla nota vicenda dell’inceneritore di Montale…
Eppure la questione Olmi è un problema che potrebbe essere risolto con una semplice mossa: legare il Sindaco e l’intera amministrazione comunale per un giorno intero sull’incrocio. A certuni farebbe proprio bene prendere – come si dice – una boccata d’aria pura…

mercoledì 22 aprile 2009

ANCORA SUL DIFENSORE CIVICO: AMMAZZARE LA DEMOCRAZIA


Ci sono tanti modi per ammazzare la democrazia. Al primo posto ci sono i sistemi noti da sempre: da Dionigi di Siracusa a Mussolini, a Franco, a Hitler, a Stalin (e tutta la serie sinistra in fila), a Pinochet e al resto. Al secondo – come ci suggerisce una attenta e quotidiana visitatrice del nostro blog, in una mail che ci ha mandato dopo aver letto un libro che definisce interessante: Nello Barile, La mentalità neototalitaria, Apogeo, Milano, 2008, € 9 – l’annientamento delle minoranze e delle voci discordi attraendole a sé con il conceder loro di mettere, come si dice, le mani in pasta. Al terzo posto c’è da porre il comportamento della signora Sabrina Sergio Gori, sindaco – ma di sé stessa, non di Quarrata, vista l’alta considerazione che ha dei suoi sudditi –, che ha fatto passare, come difensore civico (della giunta e degli uffici), il dottor Nicola Soreca, ex segretario comunale di Quarrata, gradito al regime di sinistra ed ex capo degli uffici comunali, sui quali, d’ora in poi, il Dottor Soreca dovrà esercitare la funzione di censore e fustigatore, di Torquemada sulle prevaricazioni, o sui ritardi, o sulle inefficienze, o sulle disfunzioni che, di volta in volta, le strutture amministrative potrebbero realizzare nei confronti dei cittadini.
Pur di stretta misura, SSG, con sorrisi e pacche sulle spalle – e forse, anche, in separata sede, con sussurri e grida, per abusare di un titolo di un film – è riuscita a far passare il suo cavallo da corsa: sicché i quarratini rischiano di pagare a vuoto un funzionario che, per garantire senza un ragionevole dubbio, l’assoluta imparzialità, dovrebbe possedere il profilo equidistante di un Socrate – e a tal proposito Vincenzo il filosofo potrebbe tentar di spiegare chi fosse stato costui al medico che sta curando, col protocollo per cancerosi terminali (cioè con una chemio devastante tendente ad abbattere qualsiasi difesa immunitaria con l’eliminarla alla radice), i mali dei quarratini.
Ci vuole – come avevamo scritto – una bella faccia di bronzo per far passare come difensore civico chi ha avuto la responsabilita’ di segretario generale fino ad ieri; e altrettanta ce ne vuole per sostenere che è una scelta giusta, essendo essa in odor di inopportunità politica, o di incompatibilità se non giuridica almeno morale. Nel medioevo (ed era il medioevo) i capitani del popolo erano fatti venire di fuori perché potessero garantire la loro imparzialità. Oggi catto-comunisti e sinistre la pensano diversamente, ma solo perché non hanno mai avuto una educazione vera alla democrazia: i primi in quanto fideisti e i secondi in quanto settari e dittatoriali. Immaginiamo cosa siano, alla fine, i catto-comunisti.
Brava Sabrina! Sei l’immagine della giustizia; e del rispetto degli altri, ce ne dai prova tutti i giorni con i tuoi silenzi e le tue decisioni al di là del bene e del male e al di sopra di tutto e di tutti.Con una battuta particolarmente indicativa – dato che Quarrata è diventata, sotto molti profili, un teatrino della finzione e della comicità… – Totò direbbe: e salutam’a Ssòreca!

martedì 21 aprile 2009

PARTECIPARE PER CREDERE: IL PLEBISCITO


Diciotto aprile: un vero plebiscito.
Ottanta quarratini, su, alla Màgia,
tenuti caldi dentro alla bambagia,
hanno risposto a un nobile quesito:

«Vuoi tu partecipare allo squisito
amministrare il popol che si adagia
e toglierlo dal vischio e dalla ragia
degli accidiosi e renderlo servito?»

Ben ottanta su mille hanno risposto
«Lo voglio!» e sono stati ospiti un giorno
a discuter sul tema a lor proposto.

Prelibate vivande e pasta al forno,
succo di-vino di locale mosto
hanno gustato: e alla materia intorno

hanno a pieno risposto:
e versato il sudor per tante imprese,
han ricevuto anche una bordolese.

Sabry non guarda a spese
per dare a bere ai quarratini forti
d’esser padroni delle proprie sorti!

Fa dar loro conforti,
ma poi li fa guidar, come da un ‘aio’,
passo passo da cani da pagliaio;

così non fanno guaio
i quarratini e, a sera, sorridenti,
vanno a letto beati e, in più, contenti

in virtù delle menti
che, in nome della dea Democrazia,
li fanno gingillare e… così sia!


Pasquino da Tizzana
***


Questo mirabil sonetto caudato (o sonettessa che dir si voglia) mostra appieno la cura con cui la nobile Sabrina De’ Medici sollazza la plebe quarratina affinché la stessa si creda di poter partecipare fattivamente alle scelte per le popolazioni amministrate.
A suon di antipasti toscani, paste asciutte et altre nobili pietanze, il popolo può invero discutere di come intende attuar la partecipazione, ma eziandìo può deciderlo solo attraverso l’illuminata moderazione degli esperti di parte che gli insegnano (d’altronde sono esperti…) come si deve rispondere alle domande di Sua Signorìa: in altre volgari parole, il popolo, per partecipare, dovrà inframmettere, fra sé e la Camera di Consiglio della Signorìa da Dio inspirata, altre figure intermedie che fàccin da diaframma fra la base e l’altezza (e che, possibilmente, divìdin anco per due, come a trovar l’area del triangolo…).
Così sarà certo che non vi sarà assolutamente comunicazione fra il Su dei bottoni e il Giù delle brache: e che ogni istanza, che dal basso tentasse di raggiunger l’alto, potrà essere opportunamente castrata da’ diaframmi…

Riflessione di Picco della Smirandola


(in Il Codice da Vinci o Perdi, tanto è uguale)

domenica 19 aprile 2009

DIFENSORE CIVICO: FACCE VECCHIE, FACCE NUOVE E FACCE DI BRONZO


Prot. n. 16958 dell’11.04.2009 – Invito la S.V. alla riunione del Consiglio Comunale che avrà luogo nella sala consiliare presso il Palazzo Comunale il giorno 20 aprile 2009 alle ore 20,45. Verrà trattato l’argomento iscritto all’ordine del giorno allegato e la relativa documentazione è allegata alla presente. Distinti saluti. Il Presidente del Consiglio Comunale, Massimo Sauleo. Questa è la convocazione del Consiglio Comunale: l’argomento unico all’ordine del giorno è la nomina del nuovo Difensore Civico.
Chi è il Difensore Civico? In teoria colui che tutela i diritti soggettivi e gli interessi legittimi della popolazione spesso posta come un povero suddito, col sedere scoperto, dinanzi al silenzio-caprone dell’amministrazione e al silenzio, quando non peggio, della burocrazia comunale: impiegati amministrativi, tecnici, vigili e quant’altro creda di essere il dominus et deus del destino dei cittadini.
Come si elegge il Difensore Civico? Secondo il regolamento (art. 3) con i voti dei consiglieri e di 24 associazioni presenti sul territorio comunale. Ciascuna associazione mette un proprio rappresentante che vota alla pari dei consiglieri comunali: in altre parole, dato che i consiglieri comunali sono 21 e i rappresentanti delle associazioni sono 24, a Quarrata – bell’esempio di democrazia unica al mondo – contano più le associazioni del consiglio comunale stesso.
Prima domanda da un milione di euro: vi sembra normale che le associazioni possano contare più di un organo istituzionale? Seconda domanda, sempre da un milione: se le varie associazioni ottengono contributi dal Comune, sarà possibile che si oppongano al suggerimento di un Sindaco che voglia indirizzare l’elezione su un suo preciso cavallo? Anche questo potrebbe costituire un sano elemento di riflessione per l’amico Alessandro Fortini, libero pensatore di sinistra.
Bene. Ora veniamo al dunque – che spesso è anche il meglio. Domani sera, in consiglio, i cavalli da corsa saranno tre: 1 Beatrice Chelli (Laurea in Scienze Politiche a Firenze); 2. Maria Paola Pratesi (Laurea in giurisprudenza a Firenze), 3. Nicola Soreca (Laurea in Giurisprudenza a Ferrara). Il difensore civico uscente è, attualmente, la Dott.ssa Beatrice Chelli. Alla sua domanda di rinnovo, per così dire, si affiancano quelle di Maria Paola Pratesi e Nicola Soreca. Solo che il Dott. Soreca – corrente, a quanto sembra, con i colori della Sabrina, quindi, secondo la tradizione biblica, “unto del Signore” – è stato per anni il Segretario Comunale del nostro Comune.Terza domanda, ma da 2 milioni di euro: vi sembra possibile, gente di Quarrata (compreso Alessandro Fortini), che, se avete bisogno di un paladino che vada a contrastare amministratori e dipendenti comunali, l’esimio Dottor Soreca entri in rotta di collisione con: 1. chi gli ha fatto fare il Segretario Comunale per almeno 10 anni (Sabrina compresa) e ora lo chiama al suo fianco come proprio… antagonista; 2. i dipendenti comunali che lui stesso conobbe, con cui ebbe a che fare – a volte pacificamente a volte no, come succede in tutte le migliori famiglie – garantendo l’assoluta e perfetta imparzialità nei rapporti non pacifici con essi? Per garantire in assoluto questo, il Dottor Soreca dovrebbe essere o un santo o un William Wallace eroico e votato al martirio: e se siete assolutamente convinti del contrario, lapidàteci subito.

Ultima domanda da 3 milioni di euro: la poltrona di Sindaco deve trasformarsi per forza in trono da tiranno? La signora Sabrina ha già scelto: il Segretario Comunale, ha dalla sua una segreteria con almeno tre dipendenti (Vannelli – Corrocher - Benesperi) se non di più; gli uffici, che di norma, nell’ottica della pubblica amministrazione, si pongono nei confronti del capo con atteggiamenti di “obbediente” collaborazione: e ora vorrebbe anche assicurarsi la bonaccia in navigazione facendosi guardare le spalle da un suo ex? Non vi sembra un po’ troppa grazia anche per Sant’Antonio?
Con tutte le facce in circolazione, come deve essere definita quella dell’amministrazione se non faccia di bronzo? La vera Quarrata, quella che pensa e vede e critica e fa opposizione all’ingiustizia e alla falsa democrazia partecipata, è solo qui, su questo blog: che non piace a chi comanda – ma non c’è da meravigliarsene, visto che SSG fa di tutto per spuntare le frecce degli avversari e tenere il culo saldamente incollato alla propria poltrona...

Svégliati, Quarrata! Non dormire!

sabato 18 aprile 2009

PARTECIPARE PER CREDERE


Noi insieme… sembra il titolo di una canzone. Vasco Rossi ha, per esempio – sempre alla prima persona noi –, “Siamo soli”, che ci sembra senz’altro più adatto, sotto certi aspetti, ai cittadini di Quarrata, comune in cui governa una minoranza, mentre la maggioranza che sta all’opposizione ha, alle spalle, più cittadini di tutte le margherite che corteggiano la prima Margherita, la dott.ssa SSG.
Oggi è un giorno importante perché il 18 aprile dalle 9 alle 16 i cittadini saranno ospitati presso Villa La Màgia, dove discuteranno riuniti in piccoli gruppi aiutati da moderatori esperti che li accompagneranno nella discussione per decidere come fare per partecipare alle scelte democratiche dell’amministrazione di sinistra. Il neretto è tolto dall’avviso ufficiale che compare sul sito del Comune.
L’assemblea è sempre stata il sogno totale della sinistra, dalla rivoluzione di ottobre in poi: l’assemblea era sacra dal 68 in poi. Oggi l’assemblea è ancora sacra: a consacrarla sono i moderatori esperti che accompagneranno i bravi cittadini con il grembiulino bianco e il fiocchetto blu o rosa, quei cittadini capaci di ragionare e responsabili (eh, Alessandro Fortini?), ma che hanno bisogno di un commissario del popolo, sostituto di suor Camilla, che si chiami Vannelli o Chiunque o Nessuno come Ulisse quando acceca Polifemo.
Oggi alla Màgia i cittadini maturi e dotati di piena capacità mentale e giuridica potranno tracciare le linee guida per come e quando parteciperanno all’amministrazione della cosa pubblica, cioè della Repubblica, forse di Masaniello, più che della vera democrazia: non certo la Repubblica di Platone, così comunistica e partecipata come potrebbe insegnarci fra’ Vincenzo, ma anch’essa affidata non al popolo, ma ai filosofi – che capiscono di più e meglio.
È comico vedere come sindaco e giunta siano sostanzialmente irreperibili (decidono tutto senza sentire nessuno: piste ciclabili, alienazione di piscine e scuole, sperperi di milioni per teatrini da 200 posti e per riqualificare Moderni, Nazionali, aree faunistiche della Querciola e altro), ma facciano finta di far partecipare la gente alle scelte. Quali, viene da chiedersi, se non quelle già fatte in precedenza nelle stanze dei bottoni? Cattolici e sinistre non hanno mai perso il vizio loro: salvare gli altri dagli errori, liberarli dal peccato, renderli sicuri da ogni turbamento e condurli alla vita eterna, dopo averli tosati come pecore ed essersi fumati i loro soldini.
Con tanta partecipazione, da oggi in poi i quarratini finiranno tutti come i personaggi del film Morti di salute di Alan Parker, con Matthew Broderick, Anthony Hopkins, John Cusack, Bridget Fonda (1994): schianteranno cioè di democrazia fatta dagli altri a loro nome e nel loro interesse (quest’ultima frase, però, non vi pare un po’ ambigua…?).Parola di Rosy Bindi: lode a te, o Sabrina.

venerdì 17 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: COME ERAVAMO


Un’altra immagine ancora più antica. Ecco Piazza della Vittoria (si stenta a riconoscere la piazza del Comune, vero?) negli anni 50. La piazza non è ancora asfaltata, a quanto pare. Il Comune, sul fondo, ha un aspetto da classico edificio di inizio 900. Il cedro è – rispetto all’oggi – un alberello poco più che neonato. Sulla destra estrema, dietro l’albero di leccio, il primo edificio della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia: all’epoca ne era direttore il dottor Alberto Zappelli. All’estrema sinistra, nascosto nell’ombra, un bus della Saca (Società Anonima Carretti Arrugginiti, come si diceva allora; ma in realtà Società Anonima Compagnia Autotrasporti).
Ancora sulla destra, per i quarratini DOC, la macchina del Lolli – ne potrebbe fare la storia Carlo Rossetti: lui la conosceva bene… E in mezzo – udite udite – la prima edicola Matteoni, in muratura. Vendeva anche i valori bollati, francobolli e marche ed era tenuta o da Vivaldo o da suo padre, Elipio, ex-postino che aveva pedalato molto in bicicletta ed era perfino finito in una foto antica scattata a Spedaletto – oggi quella sorta di pasticcio strozzato da cui non si riesce a uscire con troppa facilità, un vero nodo gordiano. In questa piazza – pochi lo sanno ormai – si fermavano anche i circhi equestri che di tanto in tanto si fermavano a Quarrata, e il Comune veniva nascosto da tendoni e tiranti, gabbie di animali compresi i leoni…
Non sembrano favole in questi giorni di perdita di identità?Grazie a questa foto-cartolina di Convalle.

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giovedì 16 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: RICORDIAMOLA COSI



Per i quarratini “antichi” sarà un piacere rivederla così, stile anni 60; per quelli di importazione recente – e tanti ve ne sono, a cominciare dagli immigrati per poi finire ai giovani che non arrivano ai 20 anni – sarà una novità fare un po’ l’occhio a quello che fu il centro della città.
Siamo dinanzi a una Piazza Risorgimento addormentata sotto la neve in una grigia e silenziosa giornata d’inverno: a lato sono parcheggiate ancora gloriose Topolino e Seicento Fiat.Alla memoria… e grazie a Luciano Michelozzi che ha fissato questo momento.

mercoledì 15 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: INCROCI... PERICOLOSI



Ma quanto siamo malevoli, quante maldicenze! Accusiamo il nostro povero sindaco di essere lontano e distaccato come un dio di Epicuro! Questo “generale dal suo isolamento” (per abusare di un titolo di Márquez) in realtà è attentissimo a tutti i problemi del mondo – e siamo noi, brutti ‘copioni’ inaffidabili di Andreotti, che ne diciamo peste e corna, anche contro ogni evidenza.
L’equidistanza del sindaco da tutto e da tutti si rivela anche nei particolari più insignificanti, negli aspetti minimi: e Mauro ci insegnerebbe, con la sua bella filosofia, che i sistemi infinitesimi ripetono – deo gratias! – i massimi sistemi universali nella loro interezza e nella loro perfetta efficienza divina.
L’acronimo della sindaca, SSG, d’ora in poi deve essere interpretato – ci cospargiamo la testa di cenere – come “sono santa genuina”, e a lei dobbiamo fare un pellegrinaggio come i suoi piccoli reverenti sostenitori costituitisi di recente in circolo PD (= prostràti dovunque) per interessarsi di politica. Per questo stiamo pensando di prendere lezioni dalla ferrea coordinatrice del gruppo, Barbara Vannelli, consustanziata sia di natura divina (l’investitura politica discesa dal cielo) che di natura umana (la segreteria del sindaco).
“Sabrina equidistans”, si diceva. Non ci credete? Ecco la reliquia, la santa prova, che il Vernacoliere metterebbe tra i miracoli di Padre Pio: il cartello dello STOP fra via Larga e Via Firenze – anche in questo caso in una posizione da gola dell’inferno allorquando scende la sera e non ci si vede più a tre centimetri dal naso. Il segnale si trova in mezzo alla strada: più equidistante di così… si muore.
Infatti, se si continua di questo passo, chissà che fra qualche anno in quella posizione non si debba mettere una di quelle sagomine nere da morticini che piacciono tanto a questa amministrazione…Lode a te, Sabrina!

martedì 14 aprile 2009

COERENZA MANICHEA...



Vincenzo legge solo il manifesto.
Una gli chiede: «Lo leggi anche tu?»
«Sì» risponde. Ma quella aggiunge in più:
«Leggo anche l’unità, non solo questo…»

Vincenzo: «Per voler essere onesto,
a me non piace; troppo ambigua… orsù!
Non è il giornale del tempo che fu:
Concita De Gregorio io la contesto…»

E mentre l’altra aggiunge che lo fa
«sol per leggere articoli – concedo –
di cronaca e di varia umanità»,

Vincenzo aggiunge mormorando: «Io credo
che ognuno debba star di qua o di :
un altro modo d’essere io non vedo».

E allora, ecco, mi chiedo:
se solo il bianco e il nero sa notare,
con la Sabrina, lui, come può stare?


Pasquino da Tizzana

sabato 11 aprile 2009

BUONA PASQUA !


Agli amici che ci seguono da sempre tutti i giorni, a chi ha scoperto questo blog ultimamente, a chi casualmente si trova a passare da queste parti, la squadra che gestisce insieme a me questo blog augura a voi e alle vostre famiglie, una Buona Pasqua.

venerdì 10 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: CORREVA L'ANNO... LUISA DONNINI


La grande storia di Quarrata… Questa foto è un vero documento. Vi compare la professoressa Luisa Donnini, allora assessore alla pubblica istruzione, mentre, con il sindaco Vittorio Amadori e (dietro a lui) il vicesindaco Angelo Martini, si appresta a tagliare il nastro di quella che, all’epoca, sembrava un grande successo e un evento di primissimo piano, e che senza dubbio era una grande intuizione politica: l’inaugurazione della strada Buriano-Le Croci di Vinci, un’opera che inghiottì 2-300 milioni di lire degli anni 60 e finì con il restare un ramo morto della viabilità, data la precaria situazione idrogeologica della zona. Si riconosce anche don Hennj Pietro Innocenti, il parroco di Buriano scomparso di recente.
La signorina Donnini, insegnante di inglese – se non sbagliamo – fu assessore alla pubblica istruzione, battagliero e propositivo per circa 15 anni: gran parte degli edifici scolastici del comune – di quelli che ora, per così dire, ‘prendono il volo per farci appartamenti’ – furono realizzati sotto la sua ègida e per sua tenace volontà.Forse non sarebbe male che la giunta si ricordasse di questa figura istituzionale e le dedicasse un angolo della città, una strada, una sala di un edificio pubblico o della biblioteca…

giovedì 9 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: TORNA A FIORIR LA ROSA

PARCHEGGIO ROSA A FIANCO DEL PALAZZO COMUNALE



  • L’Italia – diceva qualcuno – è il paese dei santi, dei navigatori e dei poeti. Non basta, bisogna aggiungere: è anche il paese del diabete, quello che viene ad ascoltare, per esempio, la canzoncina che ha vinto a Sanremo, così zuccherosa da far peggio di una endovena di saccarosio puro. L’Italia è anche il paese dei romanzi rosa, di Liala e di tutte le sue invenzioni esaltanti. Gramsci si incazzava con Manzoni perché aveva scritto i “Promessi sposi”, un romanzetto consolatorio per bauloppi poco evoluti, ed ecco che – a cominciare da quell’illuminato ministro della pubblica istruzione che fu Luigi Berlinguer – abbiamo avuto, in nome della cavalleria (buonista, non già rusticana e proletaria, quella che tanto piaceva alla sinistra concreta e lavoratrice…), lo “statuto delle studentesse e degli studenti”: prima le donne, per carità (ma Benigni per un 8 marzo non si era presentato sul palco sparando un “buonasera, brutte maiale”, o è solo una leggenda metropolitana?); così si contentano Gramsci, la Livia Turco, la Rosyna e il resto.
    Sembra – volendo – di leggere quelli che una volta, a scuola, si chiamavano i “pensierini”: tutti buoni ed esaltanti, protesi a dare esempi di oblazione, di sacrificio di sé stessi, di impegno nel socio-religioso a mo’ di “Libro Cuore”. E un pensierino l’ha fatto anche l’amministrazione con un gestino che merita una carezzina e un bacino e una pacchettina sulla spalla: abbiamo i parcheggini rosa per le signore in stato interessante e per le mamme con pupo (non il cantante, eh).
    L’Italia è un paese Rosy… pardon, rosa. Parcheggi rosa, romanzi rosa, balletti rosa (anche, tanto siamo… in tinta), Gronchi rosa – la gente non lo ricorda, ma fu un francobollo famoso, sbagliato dall’istituto poligrafico, stampato in occasione della visita del presidente della repubblica in Perù, aprile 1961, 205 lire (bella cifra per l’epoca in cui la benzina costava 60-70 lire al litro).
    Ma parcheggi per chi deve portare un vecchio in giro l’amministrazione ne ha fatti? Eppure i vecchi sono molti di più delle mamme. Anche se non tutti hanno la legge 104, molti sono gli anziani con difficoltà di deambulazione. A loro niente? Che ne direbbe il comandante Billi, intervistato su “Noi di Qua” mentre filosofa sull’educazione o maleducazione degli automobilisti dinanzi alle striscine color gelato-fragola?Tre napoletani doc scherzando con i francobolli-tarocco pubblicarono un libro dal titolo “Granchi rosa”: un’immagine che ben s’adatta ai pensierini mielosi della giunta… (ma si potrà fare ironia o i giovani DS ci censureranno riesumando il veteromoralismo delle gloriose CCCP?).






UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: PORTE APERTE, PORTE CHIUSE




Lasciamo che le foto parlino da sé… Questa è la porta del Polo Tecnologico che appartiene al Comune, ancora nell’ex area-Lenzi.
Guardatene semplicemente le condizioni, che già tendono alla ruggine. E soprattutto guardate le pozze d’acqua che si presentano in via Europan 3. Se non basteranno i bacini per fornire acqua, si potrà sempre ricorrere a queste mega-pozze.
Le lamentele comparse sui giornali locali in questi ultimi tempi – l’amministrazione promette e non mantiene, via Burianese, altro – ci dicono che, generalmente, le porte del Comune sono a parole aperte, ma di fatto chiuse.
Europan 3: vogliamo mettere a confronto il centro di Quarrata con una strada di Wiesbaden o di Francoforte?
E non si dica che diamo di fuori. È comunque ovvio che da noi il progetto realizzato è stato un fallimento: in dissintonia con il resto della città e le sue costruzioni e già in avanzato stato di decomposizione. Carta canta.
Fare clic sulle foto per ingrandire.

mercoledì 8 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: BIBLIOTECHE TRAGICHE




È sotto gli occhi di tutti: la biblioteca comunale, nata nel 1975, è stata trasportata da pochi anni nella ex area-Lenzi, ma è già in precarie condizioni di salute. A pochi anni dalla sua inaugurazione, tutta la struttura ha iniziato a degradare irreversibilmente: i pannelli delle persiane hanno subìto un processo di invecchiamento precoce e presto si dovrà provvedere a un’opera di manutenzione radicale.
Al di là della struttura anonima e postindustriale che caratterizza queste realizzazioni-recuperi (non è meglio l’ex area-Sangiorgio di Pistoia) imperniati su progetti che niente hanno a che vedere con il rispetto della condizione architettonica locale, la biblioteca di Quarrata soffre anche di tremendi reumatismi.
Se si osserva attentamente la prima foto, quella del particolare, ci rendiamo conto che le mura succhiano abbondantemente acqua dal piano di base. E non è la sola struttura in queste condizioni: all’interno dell’ex area-Lenzi il degrado è evidente, palpabile e irreversibile.Nolenti o volenti occorre dire che il grande progetto europeo della riqualificazione di Quarrata si è dimostrato un vero e proprio… buco nell’acqua.
Per ingrandire fare clic sulle foto.

domenica 5 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: PONTI E MURI DI BERLINO




Obiettivamente eravamo convinti che, a questi chiari di luna, ormai di muri di Berlino non ne nascessero altri. Ma evidentemente ci eravamo sbagliati. Queste foto testimoniano che… non è mai troppo tardi. È che le sinistre dicono e dicono di essere cambiate, ma pensano nostalgicamente a quando Est e Ovest erano nettamente separati: a quando il mondo aveva una sua precisa collocazione. Che è mai tutta questa uguaglianza e questa indistinguibilità tra… buoni e cattivi?
Ed ecco il simbolo di questa riappropriazione di identità. Tra via De Gasperi e la zona di via della Repubblica, in onore dell’abbattimento dei muri separatisti, la giunta ha previsto un ponte: ma in onore del passato ecco che esso sorge a mo’ di muro di Berlino!
La villetta che si trova dinanzi a questa grande opera pubblica, sarà sommersa da un trampolino di lancio che, per far superare il ponte alle auto, impedirà, a chi vi abita, di poter entrare in casa e di uscirne: da un lato un danno incalcolabile a chi vedrà svilito il valore venale del suo immobile che dimezzerà il prezzo; dall’altro una comodità, perché, dalla soprelevata, la gente potrà saltare direttamente sul balcone del primo piano della villetta – più facile anche per i ‘grattoni’, no?
Progetto Borelli , esegue i lavori la ditta “Quarrata Scavi 2”, ma deve esserci un errore in termini: più che fare uno scavo, la ditta costruisce una piramide, uno zigurrat mesopotamico, una torre di Babele, un Quarrata’s Wall – e la zona diventerà una Babilonia infernale, a scapito dei residenti. Ma la capa dei lavori pubblici, invece che starsene sempre chiusa in ufficio, l’ha mai fatto un giro da quelle parti? Se l’è mai chiesto cosa penserebbe lei di persona se una giunta le piantasse una soprelevata dinanzi alla finestra di camera – o si contenta di “tirar quattro paghe per il lesso” e… chi muore giace e chi vive si dà pace? Fra l’altro il ponte, a quanto si sa, dovrà alzarsi di altri 20 centimetri (ma si sa che il piano stradale cresce sempre più di quanto si dice).La giunta SSG (= Sabrina Sergio Gori) sarà ricordata a Quarrata – oltre che per la ‘ostalgia’, cioè la mano felice nel bulgarizzare la città e il suo centro – anche per aver fatto, in un sol colpo, due dòtti richiami al passato: il muro di Berlino e l’Italia quale paese dei ponti!

venerdì 3 aprile 2009

LA CACCIATA



Povero Vincenzino, gli han levato
la Tonia Catapano dall'Ufficio:
gli hanno imposto così un bel sacrificio
e dei migliori intenti l'han castrato!

A lui, che un gran da fare s'era dato
con lo sviluppo, il sindaco «t'inficio
ogni sforzo» gli ha detto «ed ogni auspicio
d'ora in poi voglio che ti sia negato!».

Perché la gran Sabrina, tuttasanta,
una e trina nell'esser suo celeste,
sola ha il diritto d'essere il to-pànta:

chi più si fa veder, gli fa le feste,
perché buona non è, ma certo è tanta
e intorno a sé fa cader l'altre teste.

Assomiglia alla peste:
predicando uguaglianza e comunione,
sa far, meglio di tutto, epurazione.

Vincenzino all'azione
in un angolo ha chiuso e l'ha esiliato,
ché più di lei non deve esser guardato.

Tra poco anche il mandato
gli toglierà - per cui sarà un bel guaio:
lei vuole intorno sol can da pagliaio!!!

giovedì 2 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: FONTI. FONTANE E...FONTINE.


Eccola: non vi sembra di stare a Versailles? La ricchezza degli zampilli, il loro numero, i giochi fantasmagorici degli schizzi. È una delle fontane più famose di Versailles…
Oooops. Ci siamo sbagliati. Che cialtroni che siamo! I quarratini ci scusino: questa non è una fonte brutta e antica di quelle che non piacciono ai progressisti; è invece una fonte moderna che ha già trovato spazio nella iconografia dei libri d’arte. Non si chiama Aretùsa come quella di Siracusa, né Perseia come quella di Micene, né Castalia come quella che, a Delfi, dava acque limpide per purificare e lustrare i pellegrini che si recavano al santuario panmediterraneo che era ritenuto il centro del mondo; no. Questa è la famosa fonte… del “w la fica” – e scusate il termine, un po’ volgarotto, ( cosi ha inciso sul vetro l’ “artista”) ma pur sempre degno di cittadinanza fra chi è proteso verso il futuro ancor più dei futuristi di Marinetti.
Agli amministratori di Quarrata farebbe bene andare più spesso a visitare non solo i Paesi dell’Est, ai cui valori etico-politico-civili si ispirano (anche se qualcuno si arrabbia quando diciamo così e ci dice che ci manca il senso del bello e del brutto – quello del bello può darsi, quello del brutto no, perché a vedere questi orrori dobbiamo farci curare la gastrite), nazioni ricche di piazze e monumenti di questo tipo; ma dovrebbero visitare anche e soprattutto la Germania e Francoforte, un giro in centro a Wiesbaden, per esempio, darebbe loro l’idea ben netta che uno che proponesse una “bellezza” del genere finirebbe a calci in galera.E quanto costò, sindaco, questo capolavoro nei secoli…? Chiudete la fontana e apriteci un gazebo che vende fontina: l’odore sarebbe adatto al degrado del luogo (senza offesa per un formaggio davvero eccellente!).

UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: FERMIAMO CHI CORRE !


Ormai è risaputo: la modernità è velocità. Da Marinetti in poi, il 900 ha fatto da volano alla corsa contro il tempo. Ci vogliono infrastrutture adatte; da ogni parte. Treni, aerei, razzi… E Quarrata, che ha bisogno di darsi una mossa, non sfugge a questa regola. Non avrà TAV e superstrade (anche perché certa edilizia Marini-Bracali degli ultimi 20 anni ha messo diversi argini a qualsiasi possibilità di razionalizzare e snellire il traffico), ma nel suo… piccolo, la giunta fa di tutto per intervenire – cercando, ovviamente, di coniugare, con un apprezzabile sforzo di buonsenso, l’utile e il dilettevole.
Ecco un grandioso esempio di modernizzazione ragionata. La foto documenta l’ampliamento della strada che da Caserana porta a Casini: come si sa un ex-budello rimasto, dopo tanti anni, ancora ai livelli della prima asfaltatura Amadori.
Il buon Mazzanti ha fatto di tutto – e, si direbbe, ancora di più… – per dare una risposta concreta: ha ampliato la strada e ha lasciato il ponte della larghezza originaria: “Così – ha detto orgogliosamente – nessuno correrà all’impazzata” su questo tratto che farebbe invidia a Monza o a Malpensa 35 per il decollo di un Super 80.
È una pensata davvero filosofica – gliela avrà suggerita Mauro come sviluppo sostenibile? In una strada buia come la gola dell’inferno, se un disgraziato che non è del posto ci s’infila come in un culo di sacco, rischia di schiantarsi a… fine-pista.
Una cosa però si è ottenuta: tutti continuano a correre sull’altra metà della via. E la parte morta e inutile? È un perfetto parcheggio per le auto che non sanno dove sostare: lì di sicuro non si corre.Bisogna essere fini per delle soluzioni così logiche. Trenta e lode, giunta!

mercoledì 1 aprile 2009

UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA BARACCHINA



Un giorno di pioggia è l’atmosfera giusta per ricordare un’istituzione della città: “La Baracchina” – questo i giovani impegnati del PD non lo sanno e non lo sa neppure il sindaco, perché non era ancor nata all’epoca – era di legno verde; era un semplice chiosco e aveva l’apertura rivolta verso piazza della Vittoria.
Di baracchine a Quarrata ce n’erano due. Nell’altra piazza c’era quella di Nencio (detto anche Bencio) più o meno dove ora c’è la nuova edicola. Allora piazza Risorgimento era contornata di alti ippocastani e divisa in due da via Montalbano, che terminava davanti all’attuale sede della Cassa di Risparmio.
Ma non distraiamoci. La baracchina verde, posta accanto al comune, la teneva, all’epoca, Aldo, detto anche Aldino, piccolo, tondo, simpatico e con la voce un po’ nasale. Vendeva gazzose, gelati da 5, 10 e 15 lire; aranciate, birre, chinotti. Lì accanto c’era la rimessa della Saca, prima che diventasse comunisticamente Copit. Sopra ci abitava il Bartolozzi, che guidava un autobus anni 50-60. La gente scendeva e, estate e inverno, trovava un punto per i conforti minimi per chi viaggia. Quarrata era più bella allora, checché si dica: non aveva né un comune orrido come quello disegnato dall’ingegner Gori, né un centro snaturato come quello di via europan, già ora, a distanza di appena 7 anni dalla sua inaugurazione, in pieno degrado urbano (tanto ci torneremo sopra quanto il sindaco e la giunta non vogliono…).
Ma “La Baracchina” oltre che un punto di conforto per i viaggiatori era anche una istituzione e tale è rimasta fino al suo abbandono. E diciamo perché. Come nel “Comune rustico” di Carducci – ah, oggi il Carducci non si studia più, nemmeno se fu premio Nobel, perché le maestrine della CGIL hanno deciso che è antiquato e sorpassato e preferiscono Dario Fo, grande gigante letterario: degli antichi resta solo Dante perché non ce lo spiega il Sapegno, ma Benigni, che è più bravo e filologo! – come nel “Comune rustico”, si diceva, l’amministrazione si faceva sotto gli alberi della piazza del paese; così a “La Baracchina” facevano colazione e amministrazione tutti i sindaci di Quarrata. Ed era lì che i cittadini incontravano i loro amministratori: lì parlavano con chi li amministrava, dal primo in ordine di tempo, il Bucciantini, all’Amadori, al Caramelli, alla Testai, al Cappellini, al Marini. E stop. Ci andavano a prendere il caffè anche i dipendenti di palazzo.
Oggi – nel postmoderno e postindustriale dei manager, della finanza e della borsa (altrui) – non faceva più scic “La Baracchina”. Oggi fa più trend la megapiazza dell’Est – così gli amministratori sono più intellettuali “à la page”.Tranne il sindaco che preferisce i ritiri mistici dove il suo amato popolo non può raggiungerla. Che prenda il caffè a Camaldoli o alla Verna?