giovedì 30 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: UNA GIUNTA DI AMMUTINATI


Ammutinati perché muti e ammutinati perché si rifiutano sempre e comunque di rispondere a tutto e a tutti su tutto.
Ecco la grandiosa Giunta di democratici e progressisti che domina e tiranneggia – non ci sono altri verbi – la nostra città.
Tutti ormai sanno che, in Consiglio, lunedì scorso la Sabrina ha eluso ogni doverosa risposta.
Tutti sanno che Gaggioli – con il suo carattere ben poco filosofico – ha mostrato insofferenza totale dinanzi alle osservazioni dell’opposizione circa la nascita di un nuovo vivaio in via di Mezzo.
Proprio insofferenza e fastidio, perché Gaggioli sa bene che molte sono le irregolarità e tanti gli abusi in prossimità dei corsi d’acqua: ma non vuole vedere, altrimenti farebbe quello che aveva promesso e poi negato, e cioè una bella girata con Bianchi sugli argini dei fiumi della piana.
Tutti sanno tutto di questo e di altre cosucce che l’amministrazione non vuole assolutamente vedere.
E allora, per rinfrescare la mente dei lettori sulle nefandezze del comportamento di questa inqualificabile amministrazione, approfittiamo della bontà di Andrea Balli e preleviamo, dal suo blog, alcuni commenti al post “Nessuna voce di spesa in capitolo per la fontana di Buren”. Il sindaco elude le domande. Ecco le ragioni di Udc-An/Pdl e Fi/Pdl.
Leggeteli bene questo commenti, perché sono davvero istruttivi.
Ma per digerirli tenete a portata di mano un tubo intero di magnesia o bicarbonato per ricacciare indietro la bile e l’indignazione dinanzi al comportamento sconcertante di Sabrina & 7 nani.
A voi i commenti:

Anonimo ha detto
...e la rabbia aumenta!!!
28 settembre 2010 – 21:47

Anonimo ha detto
È dura levare il ragno dal buco... ma ad eludere le questioni si va da poche parti. Villa La Magia è di tutta la comunità e ciò che ci viene fatto, il suo utilizzo presente e soprattutto la sua destinazione futura non sono solo una vicenda di provenienza di risorse finanziarie, impegni di spesa da assumere o meno a carico del Comune. È una visione talmente restrittiva che non fa onore a chi la acconsente, né alla città che si ritrova un patrimonio senza un progetto di respiro, non dico partecipato ma neppure conosciuto e condiviso.
Renata Fabbri
28 settembre 2010 – 22:57

Anonimo ha detto
La cosa che più amareggia, è vedere il primo cittadino che, a domanda NON risponde, elude, evita, svicola… ma quanto può durare? E i suoi consiglieri, da Romiti in giù, zitti anche loro! Ma, guardate bene, questo non è successo solo per la fontana della discordia, succede sempre! su quasi tutte le questioni che portano in Consiglio! Ci sono, a Quarrata, persone che vogliono superare questo modo arrogante di intendere la politica? Se ci sono, di destra, di centro o di sinistra (parole che non dicono più niente…) battano un colpo! Io ci sto.
Alessandro Cialdi
29 settembre 2010 – 00:07

Anonimo ha detto
... la cultura berlusconiana è anche dottrina e metodo di gestione del potere... evitare di rispondere, di render conto, come per la vicenda delle domande poste da repubblica, è uno degli strumenti con cui il potere pensa di poter “amministrare il dissenso”...
... almeno sino a quando il potere potrà contare su questa sorta di assuefazione/narcosi della società all’indecenza...
... per non farla complessa, possiamo dire che anche a sinistra evidentemente, laddove ci sia da gestire il potere, si possa decidere di rifiutarsi di rendere conto ai cittadini delle proprie scelte: evitando di discutere come metodo si impedisce di analizzare il merito delle questioni...
... è veramente imbarazzante...
... d’altra parte, siamo la regione che ha dato i natali alla legge elettorale che ha cancellato le preferenze: come si può pensare di poter vantare una indiscussa superiorità morale?
Domenico Alferi
29 settembre – 2010 17:20

Meditate, gente! Meditate!

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mercoledì 29 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO... LEVA IL MEDICO DI TORNO: LE PISTE ALL"INSAPUTA"


«Attendo di vedere il progetto definitivo nei minimi dettagli, i tratti di argini interessati e quali torrenti. Ho letto su La Nazione che verranno posizionate alcune protezioni nei punti più pericolosi, credo comunque che non si possano creare impedimenti o divieti alla nostra manutenzione ordinaria, in particolare ai macchinari per il taglio dell’erba».
A parlare è il presidente del Consorzio Ombrone, Paolo Bargellini, sulla Nazione di ieri, 28 settembre. Anche stavolta la Signora Sabrina e la sua Giunta si sono distinti nel fare prima che nel parlare: hanno deciso tutto senza sentire nessuno.
Deve essere un loro modo particolare di concepire la cosa pubblica quello di arrogarsi ogni diritto a prescindere da tutto e da tutti: più o meno com’è successo decenni fa a Agliana con l’esproprio della terra su cui sorge l’Istituto Capitini. Del resto la mentalità comunista è così fatta: in nome del popolo, si fa come ci pare…
Bargellini continua: «Voglio ricordare che gli argini sono stati costruiti in modo da garantire il passaggio dei nostri mezzi, non solo per effettuare la manutenzione ordinaria ed i ripetuti tagli dell’erba ma per qualsiasi urgenza o evenienza. Nei momenti di piena l’argine inferiore è invaso dall’acqua con la conseguenza che non è percorribile, è obbligatorio transitare da quello superiore, dove verrà realizzata la pista ciclabile. Non so con quali materiali sarà realizzato il manto, certo se dovessero transitarci sopra grossi mezzi – quelli che usiamo abitualmente – l’impatto potrebbe creare problemi».
Ricordiamo che anche il consigliere di An-Pdl, Massimo Bianchi, era intervenuto, nei giorni scorsi, riguardo alle piste ciclabili, sostenendo che certi aspetti si dovrebbero chiarire molto bene prima di dare il via a una realizzazione che non è mai stata condivisa dall’opposizione.

Ma fatelo capire alla peggio Sindaca di Quarrata!

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martedì 28 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO: LEVA IL MEDICO DI TORNO. PASQUINATA QUARRATINA.


Fontane & piste
catto & comuniste


Povera mia Quarrata messa male,
sarai costretta a spendere quattrini
per mutui ventennali e i Quarratini
ti staranno, domani, al capezzale!

T’inguaia la Sabrina, magistrale
Sindaca ed architetta: i tuoi destini
ha scritto con i suoi sette bambini,
una congrega davvero infernale.

Dalla torre d’avorio, in cui s’è chiusa,
chiede al PD di ascoltare la gente
ma questo verbo, ahinoi, per sé non usa.

Piagnucola, ma non le frega niente,
se il popolo sta male: è solo scusa
quello che dice, perché Lei non sente.

Ad un tratto, repente,
ci manda in bicicletta e – vuoi sapé? –
con la fontana ormai ci fa il… bidé!

Pasquino da Tizzana

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lunedì 27 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: POLITICALLY CORRECT TARGATO ‘SABRY’


Direbbe il Chiarissimo Professor Ivano Paci, illustre docente di economia all’Università di Firenze, che mischiare arte e lavoro, sperpero e crisi, sono facili motivi di demagogia, con altrettanta facile presa sulla gente.
Diremmo noi, che tale presa sulla gente non è abbastanza, non è sufficiente, visto che poi, perfino chi è democratico e appoggia la Sabrina, a fine-percorso, quando cioè si arriva alle elezioni, continua a votare PD, proprio come quando i comunisti di oggi, un tempo PCI, pigliavano per il culo i vecchi democristiani dicendo loro: «Allora, amici, continuiamo a buttarlo nel pentolone DC!».
La storia, come al solito, non insegna nulla e si può sempre leggere a diritto e a rovescio. Ma una cosa è certa, che se questo nostro è un discorso demagogico, non è difficile capire il giudizio pressappochistico e superficiale di Paci perché, come Chiarissimo Prof. ha, intanto, una pensione di 6-7mila euro al mese, più le prebende che raccoglierà, in qualche modo, dalle sue diverse attività. E inoltre non ha proprio problemi come padre, perché, da buon Chiarissimo Prof., ha generato un figlio, anch’egli Chiarissimo Prof. universitario ecc. ecc.
Che malelingue che siamo! Che schifezze umane, eh?
Non ne ha, di questi problemi, neppure la nostra beneamata peggiore Sindaca di Quarrata, con il suo stipendio SS (Servizio Sanitario… cosa pensavate?) e tutti i beni di famiglia, che le permettono tranquillamente di vivere una vita anche spericolata alla Vasco Rossi, se vuole – e nonostante tutto Lei ama la plebe, il popolo, i fratelli in difficoltà; e, nel suo doppio mandato amministrativo, come ci sta facendo vedere e dirà stasera stessa in Consiglio, ha pensato di fare il miglior bene possibile alla collettività quarratina, ovviamente indebitandola con mutui che su di lei peseranno il meno possibile.
Verba rebus proba, diceva Seneca: cioè dimostra le tue parole con i fatti. La Sabrina – che si rifà alla Democrazia di Pericle, senza conoscere per niente la storia greca, ma solo per averla orecchiata – sarà felice di sentire una massima filosofica come quella che le abbiamo detto qua.
Sarà felice perché la sua è stata coerenza pura. Lo abbiamo già detto, ma lo ripetiamo ancora una volta per i più scettici e per coloro che continueranno a votare le sue idee e quel suo partito, il PD, che tanto male ha fatto a Quarrata: la Sabrina è stata coerentissima nello scegliersi il paradigma di Democrazia di Pericle. Anche lui, infatti – falso-democratico perché discendente da famiglia di razza padrona [era imparentato con la più antica aristocrazia ateniese] –, per Atene fece solo spese inutili e opere d’arte; e per pagarle, poi, oltre che derubare la cassa comune della lega delio-attica e dei suoi alleati, fu costretto a fare guerra a Sparta, la famosa guerra del Peloponneso, che portò alla distruzione di Atene. Più o meno quello che accadrà a Quarrata assediata dalle banche e dai mutui per i prossimi 20 anni.
Chiudiamo con una considerazione di un lettore del nostro blog.
Il commento – tratto da Il punto (critico) di ieri – dice:

La cosa più incredibile di questa amministrazione è il “mutismo”! Mi sembra impossibile che nessuno provi almeno a difendere o giustificare l’operato della Sabrina (forse perché impossibile!). Ma dove sono finiti quei politici appassionati che ogni tanto apparivano qui o sul blog di Balli come Dalì, Nannini, Gaggioli e soprattutto quel Musumeci che vorrebbe anche impartire lezioni di moralità politica e sociale e poi appoggia questa marmaglia da anni. Venite fuori signori, fate sentire ai cittadini cosa avete da dire sulle accuse che vi vengono mosse... sì e corrano. Buffoni. F.B.

E allora, direte voi?
Allora stasera venite al Consiglio Comunale e divertitevi a vedere la somma coerenza umana della Sabrina, benefattrice di Quarrata!

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domenica 26 settembre 2010

IL PUNTO (CRITICO)


38. IL SINDACO DELLA LEGALITÀ
Domenica 26 settembre 2010

La scorsa settimana, sempre nel Punto, Alessandro Cialdi (Udc) scriveva, alla fine di un commento a un nostro post:

PS: Nel prossimo Consiglio Comunale, credo fissato per il 27 p.v., si discuterà della “fontana di Buren”, grazie ad una interrogazione mia e degli altri consiglieri Niccolai, Ciottoli, Bianchi e Mazzoni; spero di vedere tanta gente.

Importante quello spero di vedere tanta gente che noi qui ribadiamo a chi ci segue e ci condivide, ma anche a chi non ci condivide, per riportare l’attenzione dei cittadini al punto dolente: l’assoluto disinteresse dei Sindaco nei confronti dei veri problemi di Quarrata e la sua inaudita arroganza che le tappa le orecchie da sempre.
È vero che della fontana di Buren, delle piste ciclabili, della nascita di un nuovo vivaio in via di Mezzo la Signora Sabrina parlerà da ultimo e per forza a tardissima ora, anche per disincentivare la voglia dei cittadini di seguire i dibattiti di ciò che li riguarda; ma è anche vero che non si può chiedere all’opposizione – come di solito accade – di essere costantemente sveglia e vigile, senza mai darle una mano con una massiccia presenza alle spalle: specie su argomenti fondamentali come le spese milionarie che sono state decise da questo peggio Sindaco di Quarrata nel suo monadismo plotiniano – lei è infatti unica e irripetibile in ogni cosa, e soprattutto nelle decisioni molto naziste che la caratterizzano e che finiscono per murare la bocca a tutto quel PD al quale, sempre Lei, la carnefice, recitando la parte della vittima, chiede accoratamente capacità di ascolto. È il paradosso assoluto, elettori.
E dunque, per dare un chiaro segnale a questa nazis e ai sui lacchè, noi invitiamo tutti a seguire la seduta consiliare di domani, durante la quale sarà possibile rendersi conto del livello di rispetto della legalità che caratterizza questa donna e la sua amministrazione (quella, cioè, di cui è proprietaria & padrona come della villa della Mà[n]gia).
Una donna che – badate bene – sta per rilanciare, assai presto, un’altra delle settimane-meeting della legalità.

Sì. La legalità dei nostri stivali.

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Montecarlo: la verità di Fini


Purtroppo da qualche tempo lo spettacolo offerto dalla politica è semplicemente deprimente.

Da settimane non si parla dei tanti problemi degli italiani, ma quasi unicamente della furibonda lotta interna al centrodestra.

Da quando il 29 luglio sono stato di fatto espulso dal Popolo della libertà con accuse risibili, tra cui spicca quella di essere in combutta con le procure per far cadere il governo Berlusconi, è partita una ossessiva campagna politico giornalistica per costringermi alle dimissioni da Presidente della Camera, essendo a tutti noto che non è possibile alcuna forma di sfiducia parlamentare.

Evidentemente a qualcuno dà fastidio che da destra si parli di cultura della legalità, di legge uguale per tutti, di garantismo che non può essere impunità, di riforma della giustizia per i cittadini e non per risolvere problemi personali.

In 27 anni di Parlamento e 20 alla guida del mio partito non sono mai stato sfiorato da sospetti di illeciti e non ho mai ricevuto nemmeno un semplice avviso di garanzia.

Credo di essere tra i pochi, se non l’unico, visto le tante bufere giudiziarie che hanno investito la politica in questi anni.

E’ evidente che se fossi stato coinvolto in un bello scandalo mi sarebbe stato più difficile chiedere alla politica di darsi un codice etico e sarebbe stato più credibile chiedere le mie dimissioni.

Così deve averla pensata qualcuno, ad esempio chi auspicava il metodo Boffo nei miei confronti, oppure chi mi consigliava dalle colonne del giornale della famiglia Berlusconi di rientrare nei ranghi se non volevo che spuntasse qualche dossier – testuale – anche su di me, “perchè oggi tocca al Premier, domani potrebbe toccare al Presidente della Camera”. Profezia o minaccia?

Puntualmente, dopo un po’, è scoppiato l’affare Montecarlo.

So di dovere agli italiani, e non solo a chi mi ha sempre dato fiducia, la massima chiarezza e trasparenza al riguardo.

I fatti:

An, nel tempo, ha ereditato una serie di immobili. Tra questi, nel 1999, la famosa casa di Montecarlo, che non è una reggia anche se sta in un Principato, 50-55 metri quadrati, valore stimato circa 230 mila euro. Essendo in condizioni quasi fatiscenti e del tutto inutilizzabile per l’attività del Partito, l’11 luglio 2008 è stata venduta alla Società Printemps, segnalatami da Giancarlo Tulliani. L’atto è stato firmato dal Segretario amministrativo, senatore Pontone da me delegato, un autentico galantuomo che per 20 anni ha gestito impeccabilmente il patrimonio del partito, e dai signori Izelaar e Walfenzao.

Il prezzo della vendita, 300 mila euro, è stato oggetto di buona parte del tormentone estivo. Dai miei uffici fu considerato adeguato perchè superava del 30 per cento il valore stimato dalla società immobiliare monegasca che amministra l’intero condominio.

Si poteva spuntare un prezzo più alto? E’ possibile. E’ stata una leggerezza? Forse. In ogni caso, poichè la Procura di Roma ha doverosamente aperto una indagine contro ignoti, a seguito di una denunzia di due avversari politici e poichè, a differenza di altri, non strillo contro la magistratura, attendo con fiducia l’esito delle indagini.

Come ho già avuto modo di chiarire, solo dopo la vendita ho saputo che in quella casa viveva il Signor Giancarlo Tulliani.
Il fatto mi ha provocato un’arrabbiatura colossale, anche se egli mi ha detto che pagava un regolare contratto d’affitto e che aveva sostenuto le spese di ristrutturazione.
Non potevo certo costringerlo ad andarsene, ma certo gliel’ho chiesto e con toni tutt’altro che garbati. Spero lo faccia, se non fosse altro che per restituire un po’ di serenità alla mia famiglia.

E’ stato scritto: ma perchè venderla ad una società off shore, cioè residente a Santa Lucia, un cosiddetto paradiso fiscale? Obiezione sensata, ma a Montecarlo le off shore sono la regola e non l’eccezione.

E sia ben chiaro, personalmente non ho nè denaro, nè barche nè ville intestate a società off shore, a differenza di altri che hanno usato, e usano, queste società per meglio tutelare i loro patrimoni familiari o aziendali e per pagare meno tasse.

Ho sbagliato? Con il senno di poi mi devo rimproverare una certa ingenuità. Ma, sia ben chiaro: non è stato commesso alcun tipo di reato, non è stato arrecato alcun danno a nessuno. E, sia ancor più chiaro, in questa vicenda non è coinvolta l’amministrazione della cosa pubblica o il denaro del contribuente. Non ci sono appalti o tangenti, non c’è corruzione nè concussione.

Tutto qui? Per quel che ne so tutto qui.
Certo anche io mi chiedo, e ne ho pieno diritto visto il putiferio che mi è stato scatenato addosso, chi è il vero proprietario della casa di Montecarlo?
E’ Giancarlo Tulliani, come tanti pensano? Non lo so. Gliel’ho chiesto con insistenza: egli ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato. Restano i dubbi? Certamente, anche a me. E se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la Presidenza della Camera.
Non per personali responsabilità – che non ci sono – bensì perchè la mia etica pubblica me lo imporrebbe.

Di certo, in questa brutta storia di pagine oscure ce ne sono tante, troppe. Un affare privato è diventato un affare di Stato per la ossessiva campagna politico-mediatica di delegittimazione della mia persona: la campagna si è avvalsa di illazioni, insinuazioni, calunnie propalate da giornali di centrodestra e alimentate da personaggi torbidi e squalificati.
Non penso ai nostri servizi di intelligence, la cui lealtà istituzionale è fuori discussione, al pari della stima che nutro nei confronti del Sottosegretario Letta e del Prefetto De Gennaro.

Penso alla trama da film giallo di terz’ordine che ha visto spuntare su siti dominicani la lettera di un Ministro di Santa Lucia, diffusa da un giornalista ecuadoregno, rilanciata in Italia da un sito di gossip a seguito delle improbabili segnalazioni di attenti lettori.

Penso a faccendieri professionisti, a spasso nel Centro America da settimane (a proposito, chi paga le spese?) per trovare la prova regina della mia presunta colpa. Penso alla lettera che riservatamente, salvo finire in mondovisione, il Ministro della Giustizia di Santa Lucia ha scritto al suo Premier perchè preoccupato del buon nome del paese per la presenza di società off shore coinvolte non in traffici d’armi, di droga, di valuta, ma di una pericolosissima compravendita di un piccolo appartamento a Montecarlo.

Ma, detto con amarezza tutto questo, torniamo alle cose serie. La libertà di informazione è il caposaldo di una società aperta e democratica. Ma proprio per questo, giornali e televisioni non possono diventare strumenti di parte, usati non per dare notizie e fornire commenti, ma per colpire a qualunque costo l’avversario politico. Quando si scivola su questa china, le notizie non sono più il fine ma il mezzo, il manganello. E quando le notizie non ci sono, le si inventano a proprio uso e consumo. Così, con le insinuazioni, con le calunnie, con i dossier, con la politica ridotta ad una lotta senza esclusione di colpi per eliminare l’avversario si distrugge la democrazia. Si mette a repentaglio il futuro della libertà. Chi ha irresponsabilmente alimentato questo gioco al massacro si fermi, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi. Fermiamoci pensando al futuro del paese. Riprendiamo il confronto: duro, come è giusto che sia, ma civile e corretto.
Gli italiani si attendano che la legislatura continui per affrontare i problemi e rendere migliore la loro vita. Mi auguro che tutti, a partire dal Presidente del Consiglio, siano dello stesso avviso. Se così non sara’ gli italiani sapranno giudicare. E per quel che mi riguarda ho certamente la coscienza a posto.

sabato 25 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: POLITICALLY CORRECT TARGATO ‘SBARRA’



Quando si dice correttezza…
Ed ecco un esempio mirabile di questo politically correct offèrtoci – ieri sera, 24 settembre – dal Centro Culturale “Sbarra”, che aveva organizzato un incontro su «La riforma Gelmini: come è cambiata la scuola secondaria di II grado», tutta una serie di imprecisioni che mettono a fuoco lo spontaneismo un po’ cialtrone con cui si dà vita a certe iniziative.
Imprecisione, intanto, perché il tema riguardava, come si può vedere dal titolo, la scuola superiore (secondaria di II grado), ma relatrice iniziale (e, se è consentito, fin troppo prolissa) è stata Angela Desideri, dirigente scolastica della media di Agliana.
Imprecisione perché Alessandra Covizzoli, che faceva gli onori di casa, nel presentare Rita Flamma (definita sul volantino Preside del Liceo “Forteguerri” di Pistoia, ma in realtà ormai in pensione) si è dimenticata, nel rammentarne gli alti meriti, di ricordare alla platea anche una sua peculiare qualità, se non la più qualificante: quella di essere stata l’unica preside di Pistoia, e forse della Toscana, ad essere stata censurata, in tre gradi di giudizio, per comportamento antisindacale, cosa che non deporrebbe tanto a favore di chi, ieri sera, si è professata paladina della democrazia e del lavoro. Questa notizia i nostri lettori scettici la possono recuperare da un documento comparso, proprio ieri pomeriggio, sul blog di Andrea Balli; notizia a cui è possibile giungere direttamente attraverso questo link: Lettera di commiato alla professoressa Rita Flamma. “Il Forteguerri con lei un Lager in piena regola”.
L’incontro di cui parliamo, che si è svolto all’auditorium della Banca di Credito Cooperativo di Vignole dalle 21 in poi, è stato un esempio di come non si debba agire se si vuole informare e non indottrinare la gente.
Metodologicamente errata la scelta delle relatrici, ambedue dirigenti scolastiche, perché questa categoria è sradicata di per sé, data la sua funzione, dal mondo della scuola, ed è inserita, più direttamente, nel mondo dell’amministrazione: di quella burocrazia, vogliamo aggiungere, che parla solo di leggi, norme, decreti e circolari, con una rancida residualità di didattica che è la più aliena dal suo mondo se non sotto la prospettiva falso-donmilaniana che la scuola deve promuovere (non umanamente né culturalmente: più semplicemente passare la gente, tutta uguale come le schiere dei bravi bolscevichi di sovietica memoria – solo che la scuola russa, e anche quella cinese, sono state assolutamente selettive, feroci e spietate).
Metodologicamente errato anche far parlare le due signore praticamente senza contraddittorio.
In parole molto povere, è stato non come sentir parlare in un incontro per gente civile, ma predicare in una cellula di partito – come ormai pare che il Centro Culturale “Sbarra” sia, dimentico com’è della figura dell’eroe a cui si richiama, molto (fin troppo) cattolico e ben poco comunistico, almeno per quanto riguarda l’accezione del termine in relazione alla dichiarata ideologia della ex-preside Flamma.
La punizione per tutto questo era insita nelle cose stesse: un uditorio addormentato di una trentina di insegnanti equamente divisi – come sono parsi – tra leali sostenitori del soviet e fragili ascoltatori intervenuti solo per non sfigurare a causa di una loro eventuale assenza.
Due volti istituzionali in corso d’opera: l’assessore Gaggioli, che ha portato il saluto del Sindaco SS(G), impegnata altrove (forse alla cena della Mà[n]gia, dove casomai la presenza di TVL la aveva probabilmente attratta – in fondo la scuola è solo una bischerata, no?); e l’ex-assessore Franco Burchietti, in prima linea – ma rigorosamente staccato di qualche poltroncina dal suo ex-collega Gaggioli, uomo-professor di provata sabriniana lealtà.
Sì, insomma. Una serata moscina.
Ma, nei contenuti, un evento che avrebbe fatto incazzare il focoso e rubizzo Sbarra, che avrebbe dedicato a questa predica rossa un intero numero della sua ZANZARA.


E la scuola italiana? Ha fatto la figura – consentitecelo – di ciò che è: un dopolavoro per maestrine della CGIL.

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venerdì 24 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: ECCO COME LA GIUNTA CI INGUAIA








Pubblichiamo integralmente la delibera con cui la Giunta ha dato il via all’operazione piste ciclabili.
Sarà facile, per chiunque abbia un pizzico di buonsenso, farsi una chiara idea di che genere di amministrazione disponiamo a Quarrata.

Buona lettura e… coraggio!

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UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: COSE CHE NON TORNANO E CHE NON PIACCIONO


Ecco i testi di due interpellanze presentate, per chiarimenti e discussione, su problemi di sicurezza e salute pubblica.
Riguardano l’autorizzazione di un nuovo vivaio in zona a rischio idraulico e il posizionamento di antenne-ripetitrici di telefonia mobile in aree pubbliche.

Quarrata 15 Settembre 2010
Al Presidente del Consiglio Comunale
Sig. Massimo Sauleo
Al Sindaco
Dott.ssa Sabrina Sergio Gori
All’Assessore all’Ambiente
Sig. Mazzanti Marco

OGGETTO: Interrogazione.

  • Considerato che nel mese di Luglio sono stati notati dai cittadini di via di Mezzo numerosi camion trasportare terra di riporto nei terreni ubicati nelle vicinanze del Fosso Senice;
  • tenuto conto che tale terra di riporto è necessaria alla realizzazione di un vivaio per il quale sono stati rilasciate regolari concessioni da parte dell’amministrazione comunale di Quarrata;
  • considerato che la zona in oggetto è però classificata dal Pai come IP3 ovvero pericolosità idraulica elevata e che nei periodi di pioggia, il tratto di via di Mezzo parallelo alla stessa, è stato interessato più volte da fenomeni di allagamento;
  • tenuto presente che per quanto sopra i residenti di zona hanno presentato alle figure competenti una richiesta di chiarimenti;
i sottoscritti consiglieri comunali interpellano codesta spettabile amministrazione comunale per sapere se
  • l’intervento in oggetto può essere pericoloso in periodo di piogge e quali sono le garanzie e le rassicurazioni che l’amministrazione comunale intende dare, al riguardo, ai residenti.
Con osservanza.
Cons. Com. Mario Niccolai
Cons. Com. Maurizio Ciottoli
Cons. Com. Massimo Bianchi

***

Quarrata 15 Settembre 2010
Al Presidente del Consiglio Comunale
Sig. Massimo Sauleo
Al Sindaco
Dott.ssa Sabrina Sergio Gori
All’Assessore all’Ambiente
Sig. Mazzanti Marco

OGGETTO: Interrogazione.

  • Tenuto conto che con delibera di consiglio comunale n° del 18/05/2009 lo stesso ha approvato il regolamento comunale sulla telefonia mobile;
  • considerato che secondo il sopracitato regolamento tutte le antenne della la telefonia mobile devono essere ubicate in zone di proprietà pubblica;
i sottoscritti consiglieri comunali chiedono a codesta spettabile amministrazione comunale
  1. a quanto ammontano ad oggi gli introiti a favore del Comune di Quarrata per quanto al punto 2);
  2. se nel rispetto del vigente regolamento quanti e quali impianti piazzati a suo tempo (tenuto conto delle lamentale di diversi cittadini di via delle Lucciole) sono stati spostati su terreni di pubblica proprietà.
Con osservanza.

Cons. Com. Mario Niccolai
Cons. Com. Maurizio Ciottoli
Cons. Com. Massimo Bianchi

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giovedì 23 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: VENITE A PRENDERE IL CAFFÈ ALLA MAGIA, IN BICICLETTA


Venga a prendere il caffè da noi è un film del 1970, diretto da Alberto Lattuada e interpretato da Ugo Tognazzi. Il soggetto è tratto dal romanzo La spartizione di Piero Chiara.
Nel film il protagonista, Ermeneziano Paronzini, inventa una specie di aforisma in rima con il quale presenta le tre sorelle Tettamanzi – Fortunata, Tarsilla e Camilla, tre attempate vergini bislacche – che alla fine lui, piccolo impiegato di provincia, si godrà fin troppo, finendo con lo schiantare per un ictus.
Paronzini ripete: «Sorelle Tettamanzi: gioie, amori e grandi pranzi!». Le tre donne, piuttosto squinternate di cervello, soffrono di vari handicap da astinenza, per cui, sempre il Paronzini ama dire: «Visto? Di tre guaste se ne fa una buona. Lo scarto non conta».
Ecco, a riconsiderare in metafora la vita amministrativa di Quarrata e le sue ultime vicende, viene voglia di inventare un aforisma simile per le qualità tettamanziane della nostra mirabile Giunta
  • delle cene alla Màgia
  • dei piaceri della cultura che si sostanzia in realizzazioni come la scritta di Nannucci e la fontana di Buren
  • dell’impegno ecologico-sociale grazie a cui, con assoluta disinvoltura, ha il coraggio di spendere 8 miliardi delle vecchie lire (4 milioni di euro) per mandarci tutti in bicicletta a fare il bagno gelato nei fiumi, d’inverno, quando il buio scende veloce.
Il motto della Giunta Quarratina potrebbe appropriatamente essere: UNA SABRY & SETTE GANZI: FONTANELLE, PISTE E PRANZI.
E non è una semplice celia: è una tragica realtà, se si pensa a quanti bisogni reali verranno gettati nel cesso (magari della balena a bocca aperta al posto del Cinema Moderno) e, dietro, verrà tirato lo sciacquone che manderà nelle fogne un sacco di risorse; fogne che, peraltro, non finiscono (e la Sabrina lo sa bene) in nessun depuratore che funzioni come Dio comanda.
Già ieri Daniele Manetti era preoccupato – rileggetevi il pezzo su La Nazione –, ma ecco cosa ha scritto alla sua mailing-list:

Da Comitato di Olmi e Legambiente
A tutti gli amici di Quarrata

Com’è possibile costruire piste ciclabili su argini in pessime condizioni? Vedi fotografia in allegato degli argini del Torrente Stella (destra idraulica lato Olmi).
Prima va ricostruito gli argini e poi vanno fatte le piste ciclabili, altrimenti si costruisce un gigante dai piedi d’argilla. È importantissimo la sicurezza dei cittadini ed è doveroso tutelarsi contro le alluvioni ricorrenti. L’amministrazione di Quarrata, come al solito, ha presentato il progetto delle piste ciclabili ai cittadini a cose fatte, fregandosene, ancora una volta della democrazia partecipata e delle priorità che i cittadini richiedevano e/o richiedono per gli interventi pubblici sul territorio quarratino (acquedotto, metanodotto, strade, rifacimento argini, ecc…).
Entro breve tempo, dopo aver raccolto tutte le osservazioni dei cittadini, pubblicheremo in dettaglio tutte le nostre osservazioni.
Un saluto 22 Settembre 2010.
Manetti Daniele
Componente della Commissione
per la Democrazia partecipata

E ora ci dica il Signor Barbarani cosa ne pensa della sua amata Sindaca che chiede, al suo amatissimo PD verso i congressi, con le lacrime agli occhi, una innovativa apertura al dialogo.
Barbarani ce lo dica, ovviamente, se ha il coraggio di rispondere…

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mercoledì 22 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: PISTE CICLABILI (O ALTRE PISTE)


È di ieri – 21 settembre – su La Nazione un pezzo di Giancarlo Zampini dedicato alle piste ciclabili a Quarrata: costo sui 4 milioni di euro.
È di mesi e mesi fa una nostra presa di posizione contro il Piuss e queste stupidaggini fatte passare come la salvezza dell’umanità quarratina, per la quale – ora si scopre – le piste ciclabili sono previste fino sul crinale del Montalbano, alla Torre di Sant’Alluccio, per l’esattezza.
Sarebbe bene – a questo proposito – che tutta la Giunta, prima di blaterare come dei caproni (il verbo blaterare, per chi non lo sapesse, è un tardolatino medievale esplicitamente riferito ai montoni del gregge), desse l’esempio e ci facesse vedere come pedala bene in salita: a partire dalle quote rosa (Sindaco in testa) fino a giungere ai maschietti, con Mauro l’ecologista che chiude la fila e con una lingua fuori lunga mezzo metro. A lui basterebbe anche solo fare ogni giorno la salita che ha per arrivare a casa sua: e capirebbe quant’è poco onorevole insegnare agli altri senza sperimentare l’ecologismo sulla propria pelle – ma certo, come filosofo, ci risponderà che lo spirito è forte e la carne è debole. Obbravo!
Il problema delle piste ciclabili, in questa Quarrata che è diventata una sorta di città della gioia e dei parcheggini rosa, si pone sotto due profili precisi:
  • si spendono 8 miliardi delle vecchie lire per 50 appassionati di bici – e allora diteci se questa è una spesa sensata e fatta con la testa sulle spalle o se, invece, è una fantozziana cagata pazzesca della Sabrina;
  • si stanno per accendere decine di milioni di euro di mutui – che poi dovranno essere pagati dai cittadini – senza che ancora ci sia un vero e proprio progetto di nessuno dei capolavori nei secoli di cui si parla in questa follia di Piuss fatta passare per il distillato dell’intelligenza.
Anche qui, come per la fontana di Buren, c’è toccato un Sindaco – il peggio Sindaco di Quarrata – che si spreme quotidianamente le meningi nella sua stanzina nel Comune Vecchio e, mentre dichiara di voler ascoltare la gente sennò non può vivere, fa come diavolo crede senza ascoltare nessuno all’infuori della propria personale segreteria, orientata verso la Newest Architecture and its Bullshit (che in inglese vuol dire stronzate).
Di fatto nessuna delle opere in ponte può contare ancora su un vero e proprio progetto, tranne quella schifezza della balena a bocca aperta al posto del Cinema Moderno.
Di certo, invece, i mutui dovranno essere rimessi: serviranno solo alle epocali cagate della Giunta SS(G) ed avranno impedito, alla fine, qualsiasi vera realizzazione di opere pubbliche e socialmente utili come fogne, acquedotti, metanodotti e illuminazione notturna per la sicurezza di chi viaggia e non per sfizio o voglia di allegre notti bianche. E il simbolo di questa buona amministrazione resterà – udite udite! – la pluridenegata via di Montemagno o la mai realizzata piazza della Ferruccia o il mai seriamente promesso parcheggio della scuola elementare della Catena e… bla bla bla… le blaterate elettorali della democratica Giunta di sinistra.
Ieri mattina un cittadino ci diceva: «Ci vorrà un coraggio da leone a presentarsi come sindaco alle prossime, perché quel Sindaco lì sarà la vittima di questo Sindaco qui».
È vero. Questo è stato in assoluto il peggio Sindaco di Quarrata. Con alle spalle un partito – vero Barbarani? – veterocomunista: vale a dire muto e compatto come una colata di cemento armato. O se preferiamo omertoso e reticente sull’operato di una perfetta incapace rieletta nel 2007 solo perché, ovviamente per il superiore bene dei Quarratini, la poltrona non andava mollata in nessun modo…

Una vera cagata pazzesca della Sindaca delle piste ciclabili (o forse di altre piste…).

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martedì 21 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: CASELLI, SOLITUDINE E DEGRADO


Era la fine di luglio quando abbiamo fatto un giro in città per vedere alcuni aspetti da mettere sotto la lente di ingrandimento.
E siamo finiti anche al Caselli, la struttura che era nata per Quarrata ed è sempre stata di Quarrata, all’inizio come piccolo ospedale e, in séguito, trasformata in ciò che è stata trasformata.
Da qualche anno si parla dello smantellamento del Caselli come casa di accoglienza di anziani e si pensa ad una sua rifondazione in veste di casa della salute.
Roberto Torselli, dirigente dell’Usl e quarratino di nascita, lo ha detto e ripetuto in più occasioni. Solo che non se ne intravede neppure l’inizio, a quanto pare.
E guardate, invece, come era conciato – e lo è ancora – questo patrimonio della collettività: un degrado rivoltante; erbacce e panchine sfasciate e sporche; recinzioni e barriere di tavole oltre le quali compaiono scale piene di sudiciume degne di un ghetto e non di una struttura in cui sono costretti a vivere anziani, parte debole e ultimo anello della catena dei viventi.
Di questa struttura – appartenga a chi appartenga, non ce ne importa affatto – nessuno si è occupato, neppure per migliorarne un po’ l’aspetto; per togliergli quello squallore che avrebbe reso migliore la vista a chi arriva e a chi vi soggiorna.
È impressionante sentire parlare il nostro Sindaco sul suo blog con queste parole: «… svolgo la professione di medico di medicina generale a Quarrata. Sono convinta che il diritto alla salute sia una delle più importanti conquiste della nostra democrazia, perché non è giusto essere curati solo se si è ricchi, anzi, proprio nei momenti di fragilità deve essere garantito il sostegno e la cura della persona» e poi vedere che, al di là dello stanziamento di 5mila euro per assistenza agli anziani affidata alla cooperativa L’orizzonte, sembra dimenticare tutto il resto.
Qualcuno ci chiederà perché non ne abbiamo parlato prima. E noi rispondiamo tranquillamente che parlare di agosto sarebbe stato come parlare al deserto. A fine-agosto, poi, c’è stata la storia degli sperperi per la fontana alla Màgia: e siamo stati costretti a seguirla per riflettere sul cervello di questa amministrazione.
Ecco, ora il tempo è venuto.


Il tempo di mostrare che – nonostante le grandi esternazioni francescane – la Signora Sabrina a tutto pensa fuorché alle vere fasce deboli delle difficoltà e dei bisogni: dalla gente senza acqua, gas, fogne, illuminazione, agli anziani che vivono in strutture dimenticate da Dio e, ancor prima, dagli uomini che dovrebbero occuparsene…

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lunedì 20 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LE BESTEMMIE DELLA SABRINA


Sul suo blogghettino in bella calligrafia da brava studentessa, sabato scorso la Signora Sabrina ha pubblicato il suo augusto punto di vista riguardo all’attuale momento che sta attraversando il PD.
Sotto il titolo pseudo-umile di Quello che vorrei dal Partito Democratico il Signor peggio Sindaco di Quarrata si avventura in una serie di considerazioni che rappresentano l’esatto contrario della sua vita e del suo pensiero.
E allora vediamolo passo passo.

In questo periodo di preparazione ai congressi del Partito Democratico, vorrei anch’io fare alcune riflessioni, che spero possano diventare spunto per la discussione e il confronto, dentro e fuori dalle stanze del partito.

Una bellissima premessa, non ci sarebbe che dire, se la Sabrina fosse disponibilmente democratica e pronta a discutere, e ne desse testimonianza diretta ai suoi amministrati: ma a voi è mai capitato di doverci parlare? Lo sapete che il tempo medio di attesa è – Marta Quilici del Tirreno ne è testimone – di 17 giorni? E potete mai pensare che questa volontà di confronto e dialogo sia davvero sincera?

Dico dentro e fuori dal partito, perché quello che non possiamo permetterci di dimenticare è che i nostri elettori e simpatizzanti sono soprattutto fuori dalle stanze delle segreterie. Per questo dovremmo cercare di avere un approccio quanto più possibile “aperto” e disponibile ad ascoltare gli umori e, perché no, anche le critiche di chi ha votato e sostenuto il Partito Democratico e che ora magari attraversa semplicemente un momento di stanchezza e di mancanza di entusiasmo.

Ecco che la peggio Sindaca di Quarrata si accorge che gli elettori non stanno dentro le stanze del suo partito: peccato, però, che in tutti questi anni non abbia capito che non stanno nemmeno nel suo ufficio o nelle stanze della sua inaccessibile e blindata segreteria. Un po’ dura questa Signora Sabrina che riconosce la necessità di avere un approccio quanto più possibile “aperto” e disponibile ad ascoltare gli umori e, perché no, anche le critiche della gente. Vi risulta che ascolti la gente, l’egregia Signora Medico che parla per gli altri e non sa curare se stessa?

Non so quantificare questa situazione, ma certamente la sensazione, riconosciuta un po’ da tutti, è che ci sia bisogno di dare nuovo slancio alla nostra attività politica. Lo si fa indubbiamente ripartendo dal basso, dalle sezioni locali, dai circoli territoriali e, prima ancora, dalla gente comune; ma lo si fa anche individuando insieme una linea politica chiara e definita, che possa essere vero punto di riferimento per tutti.

Anche qui si notino le sbavate intorno alla capacità di ascolto e al rispetto per la gente: quel rispetto che Lei non ha mai avuto nei confronti dei suoi amministrati o dei suoi assessori (Burchietti ce lo ha fatto vedere bene). È tutto, questo Sindaco, fuorché una vera democratica, data la sua incapacità di ascoltare la gente comune, un difetto in cui, in questi anni, si è davvero distinta.

Dico questo perché sta diventando sempre più imbarazzante che all’interno dello stesso partito si prendano pubblicamente posizioni anche molto diverse sulle stesse questioni. Un esempio su tutti ha rappresentato il referendum sull’acqua pubblica, al quale alcuni deputati hanno aderito convintamene, altri non hanno aderito, altri ancora hanno espresso simpatia senza prendere una posizione chiara.

Ed ecco che, da buona Sindaca-Führer, la Sabrina si augura che il PD possa tornare ad essere quel monolito, quella lastra impenetrabile di acciaio che le servirebbe per poter dire di esprimersi in nome di tutti senza che nessuno potesse dire parola. Siamo di fronte all’espressione di un falso democratismo della più bell’acqua (trovarsi tutti d’accordo) che le permetterebbe di poter esprimere solo la sua opinione come opinione di tutti i suoi subalterni: quello che ha fatto e sta facendo anche in questo momento. La faccenda Magazzini, l’acqua bene comune, la fontana di Buren ne sono esempi di una evidenza tragicamente inoppugnabile. E il suo comportamento aggressivo e sprezzante nei confronti di Ciottoli? Rientra anch’esso nel quadro dell’umiltà dell’ascolto e della obiettività?

Prima di tutto, la chiarezza credo debba essere alla base della nostra proposta politica. Per questo è necessario sviluppare il dibattito all’interno del partito e fuori, per poi assumere posizioni definite, che esprimano in modo chiaro e diretto ai cittadini le nostre idee.

Sentite ora un’altra delle favolose bestemmie: chiarezza di proposta politica e dibattito dentro e fuori del partito. E allora perché no, democraticamente, anche al di fuori della sua stanza nell’amministrazione della città, chiamando anche le opposizioni a discutere delle scelte condizionanti per il futuro di Quarrata? Perché non sentire le voci del 51% dei Quarratini anche nel settore dell’edilizia? E invece il Regolamento fu spedito ai consiglieri pochi giorni prima della discussione e fu approvato senza ascoltare neppure una sola proposta di emendamento!

Questo ritengo sia il presupposto di partenza, l’obiettivo da raggiungere attraverso il nostro dibattito congressuale. Non possiamo continuare a far finta che non esistano posizioni diverse se poi queste si manifestano apertamente tra la gente, ma dobbiamo avere la capacità di discuterle per trovare un punto di sintesi, che superi le conflittualità esistenti, dando risposte concrete ai problemi sociali, del lavoro e dell’economia, senza dimenticare che non si possono affrontare i problemi di oggi coi metodi e gli strumenti del passato, ma che occorre essere capaci di interpretare le questioni in campo in modo innovativo.

Ascoltatela ancora, questa tenera margherita aperta al confronto! Quella che non fa mai finta di non vedere che esistono anche posizioni diverse; che non si rende conto che può parlare così soltanto chi, in tutta la sua vita e non solo nel suo partito, crede davvero nella necessità del dialogo e del confronto! Vedete che è davvero una santa?

In ultimo vorrei affrontare il tema del rinnovamento, tirato in ballo un po’ da tutti, ma che vorrei provare a declinare. C’è bisogno di un rinnovamento prima di tutto generazionale, perché penso sia giusto, necessario e doveroso investire sulle nuove generazioni, che sono il presente ma che possono diventare anche il futuro del nostro partito. È vero però che l’anagrafe da sola non può bastare, per questo sono convinta che il rinnovamento passi anche attraverso il tentativo di individuare persone “nuove”, che possano dare un contributo, sia in termini di freschezza di idee e che di compattezza, superando una volta per tutte gli steccati degli “ex” e le divisioni interne date dall’appartenenza ai vecchi schieramenti, per costruire insieme, per davvero, un partito nuovo.

Ed ecco la Sabrina lanciata verso l’apertura ai giovani, ma – subito dopo – pronta a mitigare la propria posizione riconoscendo che l’anagrafe non basta e che, quindi, qualche vecchio ci vuole (magari proprio Lei, la benefattrice di Quarrata) perché le cose vadano come devono…

Che pena, Signora Sabrina! Sei una bugiarda patetica. Smetti di bestemmiare. Tanto lo sanno tutti – e lo sappiamo anche noi – che i tuoi compagni di partito non ti sopportano più perché ti sei fatta Sindaco di te stessa e basta. Tacciono per non fare baccano (non sono ancora abituati alla vera democrazia…), ma non vedono l’ora che tu esca di scena con l’eutanasia di fine-mandato, per liberarsi di una mitissima bestemmiatrice che di sinistra non ha nemmeno l’unghia di un piede!

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domenica 19 settembre 2010

IL PUNTO


37. LA FONTANA DELLA DISCORDIA
Domenica 19 settembre 2010

A commento del nostro post di ieri, Una foto al giorno… leva il medico di torno: fra sogni di gloria, frivolezze e pappate, scriveva Alessandro Cialdi (Udc):

Mi avete anticipato. Appena ricevuta l’email dalla newsletter del Comune (a proposito, queste notizie ce le mandano, altre, vedi fontana di Buren, no.....) mi è tornato in mente il commento dell’allora Sindaco Marini quando, all’approvazione dell’acquisto della Villa, ebbe a dire: «Non penserete mica che avrei permesso che la Villa diventasse solo un posto dove fare matrimoni!» È agli atti del consiglio e si può ritrovare. Il suo successore, evidentemente, non la pensa così. Il nostro Sindaco, ormai è palese, considera La Magia come cosa sua, fa e disfa; credo saranno contenti anche i vari ristoratori della zona di questa “concorrenza MOLTO sleale” proveniente dall’ente a cui pagano le varie tasse! Non bastava il catering pratese a cui è stato affidato il compito di gestire i matrimoni alla Villa, si devono fare (a che pro, poi…) anche queste cene con tanto di sponsor. A proposito di sponsor; o non si era detto che non era “moralmente accettabile” chiedere a sponsor denari per i fuochi artificiali dell’UNICA festa cittadina… per organizzare cene alla Magia, sì, invece… Ho la sensazione che il nostro Sindaco sia ormai fuori controllo, anche degli stessi altri suoi collaboratori… speriamo bene!
Alessandro Cialdi
PS: Nel prossimo Consiglio Comunale, credo fissato per il 27 p.v., si discuterà della “fontana di Buren”, grazie ad una interrogazione mia e degli altri consiglieri Niccolai, Ciottoli, Bianchi e Mazzoni; spero di vedere tanta gente.

Ed ecco il documento di cui parla Cialdi nel suo P.S.:

Quarrata, 16 settembre 2010
Al Sig. Presidente del Consiglio Comunale di Quarrata
Massimo SAULEO
Al Sig. Sindaco del Comune di Quarrata
Dott.ssa Sabrina SERGIO GORI
Al facente funzioni di Segretario Comunale di Quarrata

Oggetto: INTERPELLANZA avente ad oggetto la “fontana di Buren” in collocazione presso il complesso Villa La Magia.

I sottoscritti Consiglieri Comunali dell’UDC, di AN-PDL e di FI-PDL in relazione alla realizzazione di un’opera di Daniel Buren a Villa La Magia, operazione in corso di esecuzione mai portata all’ordine del giorno di questo Consiglio Comunale,

INTERROGANO

il Sindaco e la Giunta Comunale di QUARRATA affinché chiariscano i motivi per cui:
  • non si sia sentito il bisogno di coinvolgere la cittadinanza, attraverso i suoi rappresentanti del Consiglio Comunale, nella scelta di andare a collocare un’opera di grande impatto ambientale in un’area di così grande valore ambientale che resterà anche dopo la fine di questa legislatura;
  • non si ritenga moralmente discutibile continuare nella scelta operata anni fa, anch’essa mai discussa, di chiedere ad un soggetto terzo (Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia) la messa a disposizione di denari per “opere d’arte” al posto di iniziative che potrebbero incidere maggiormente nella vita dei nostri concittadini.
Inoltre, trattandosi di opera realizzata a spese della Fondazione che però viene collocata su territorio di proprietà del Comune di Quarrata, si chiede:
  • l’importo di tale operazione, suddiviso per spese di costruzione, spese tecniche di progettazione, costi della sicurezza, IVA, il compenso all’artista;
  • se nei costi a carico della Fondazione sono previsti anche gli allacciamenti idrici e elettrici, nonché le loro progettazioni;
  • a quanto ammonta, presumibilmente, la manutenzione ordinaria annuale dell’opera, quando finita;
  • qual è stato il criterio di assegnazione dell’appalto lavori edili;
  • se il progetto è stato sottoposto all’esame della Consulta per la valorizzazione del territorio;
  • se il progetto è stato depositato al competente ufficio del Territorio trattandosi di opera eseguita su terreno a rischio sismico.
Con osservanza.
Alessandro CIALDI (UDC)
Andrea MAZZONI (UDC)
Maurizio CIOTTOLI (AN-PDL)
Massimo BIANCHI (AN-PDL)
Mario NICCOLAI (FI-PDL)

Ma le polemiche non si fermano qui.
Sulla fontana della discordia punta anche Guglielmo Bonacchi,consigliere provinciale PDL, con queste parole comparse su La Nazione di oggi:

Il sindaco di Quarrata sostiene che sia necessario intervenire per coprire le buche e posizionare i lampioni, ma che prima ancora vengano le persone: per questo è necessario privilegiare l’istruzione e la cultura. Poi prosegue sostenendo che l’opera di Buren è una fontana pensata per essere un segno forte per tutto il Montalbano la cui collocazione è stata voluta dalla Sovrintendente ai Beni Culturali e Artistici.
Vorrei ricordare al sindaco che elemento caratterizzante dell’umanità è la famiglia. La città di Quarrata ha già un ‘segno forte’ in pieno centro, è già stata arricchita di un’altra fontana educatrice in cui si leggono a grandi caratteri parole sconce. Non posso pensare che la Sovrintendenza sia contenta di una colata di cemento che stravolga i delicati equilibri di una villa Medicea come La Magia. Il sindaco pone l’opera di Buren come elemento primario per la crescita individuale e culturale della società quarratina, prima del ricoprire le buche o posizionare i lampioni, dimenticandosi che senza i lampioni vi è stato un morto, che nelle buche i cittadini possono cascarci e che vi sono strade intere senza acqua o rete. Al sindaco e alla Fondazione vorrei ricordare che a Catena vi è una scuola priva della palestra e che fra quattro anni non avrà più neanche quello spazio inadatto preso in affitto.

Per ultimo si fa avanti anche l’ex-consigliere comunale di destra, Massimo Niccolai, che chiama in causa la Signora Sabrina per la sua insussistente sensibilità alla trasparenza e al dialogo, non dimenticando, però, neppure le riserve espresse – su questo medesimo argomento – dallo stesso Presidente del Consiglio Comunale, Massimo Sauleo.

Come vedete, non aggiungiamo commento.
Lo lasciamo tutto agli elettori di Quarrata: di destra, di sinistra e di centro.

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sabato 18 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: FRA SOGNI DI GLORIA, FRIVOLEZZE E PAPPATE


Già l’architetto Francesco Gurrieri, pur prònubo della famosa fontana di Buren alla Màgia, nutriva forti dubbi e perplessità sull’utilizzo della nostra (si fa per dire: è della Sabrina) villa medicea e si augurava di veder ridurre a zero lo sfruttamento della struttura per le cerimonie di matrimoni e tavolate; ma ecco che – da dietro l’angolo – spunta un A cena con sapore di Sala organizzato per il 24 settembre e sotto i riflettori di TVL, sicura attrattiva per chi vuol farsi vedere in TV – vedersi e rivedersi dà, si sa, il senso e la certezza della propria esistenza.
Ecco dunque un’abbinata vincente di vari milioni di euro di interventi artistici della Fondazione Caripit con le fette di salame (anche sugli occhi) dei nostri beneamati amministratori istituzionali, come li chiama, ribadendo il concetto, il professor Ivano Paci.
A fianco di tutto questo, leggetevi l’articolo della Nazione di oggi, 18 settembre, in cui parlano gli abitanti di via del Casone: gente reale, non aspiranti intenditori di finezze architettonico-artistiche.
E soprattutto riflettete su questo passaggio, che Paci definirebbe demagogico, ma che ha quel buonsenso che manca a molti altri:

Non manca un po’ di polemica dei firmatari a fronte delle richieste. «I cittadini guardano ai problemi reali e nessuno li risolve – si legge in una nota –: nel nostro comune non vengono presi in seria considerazione i problemi che riguardano la salute e la sicurezza dei cittadini, come le casse d’espansione, servizi di acquedotto, metanodotto, fognature, strade. In tempi di vacche magre le cose frivole e insignificanti devono essere lasciate indietro». Gli interventi richiesti per via del Casone, attraverso una raccolta di firme, fanno seguito a un’altra analoga iniziativa dei giorni scorsi quando furono protocollate altrettante richieste dai residenti di via Podere delle Lucciole e via Castello dei Biagini, sempre attraverso il coinvolgimento della Democrazia partecipata.

E dopo aver letto con attenzione, continuate a sostenere questo Sindaco e i suoi effimeri frivoli sogni di gloria…

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venerdì 17 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: PARCO VERDE, EVVIVA L’UGUAGLIANZA!


Quando si dice due pesi e due misure….
Anche la Giunta di Quarrata, la grande e indiscutibile Giunta Democratica SS(G), adotta lo stesso sistema metrico incongruo.
E per rendersene conto basta osservare attentamente le vicende del Parco Verde, che vedrà la sua pista da ballo coperta in poche battute.
Rileggete titoli e pezzi della Nazione.
La copertura viene fatta passare per una miglioria che serve a sedare le notti dei tormentati abitanti della zona che non hanno requie tra rumori, schiamazzi, gente che gioca a basket dalle 3 alle 5, auto parcheggiate come va va e atti vandalici.
Ma qui… c’è la funzione sociale che tira e quindi va tutto bene.
E poi – si direbbe – anche la copertura con cellule fotovoltaiche aiuterà l’ambiente e Mauro sorriderà come un Apollo con la cetra in mano.
Quindi: che vogliamo di più? La battaglia è sacra, è una vera e propria Jihad, una guerra santa ecologista.
Ma bisogna essere ciechi per non capire che il tutto è solo a favore degli interessi del Parco.
Più feste tutto l’anno, più quattrini tutto l’anno: pecunia non olet, dice la Santa Chiesa, il denaro non puzza.
Èccole le logiche sociali – anche se vengono mascherate con i pretesti della diffusione di prodotti del mercato equo e solidale o di qualsiasi altra… minchiata.
Per nulla un balla il cieco, dice un proverbio.
E per i post-comunisti questo è ancor più vero che per i vetero-capitalisti.
Ai cittadini comuni, per una copertura in più – sia pure di un cesso di 2 metri per 2 – occorre fare la strada soda dal Fabbri e un’anticamera di qualche anno; presentarsi con il cappello in mano e chiedere l’equivalente di un editto di Rotari o di una enciclica papale.
Ma c’è chi pòle e chi non pòle.
Per esempio Baffino non ha polùto.
Questi invece, capitanati dall’ex-Sindaco Marini, e’ possano.

Anche se locali rumorosi, discoteche e balere in mezzo ai centri abitati non potrebbero e non dovrebbero starci…

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giovedì 16 settembre 2010

TERZO POLO? NO, TERZA REPUBBLICA


Non è un caso se si parla insistentemente di Walter Veltroni in uscita dal Pd e in procinto di costituire suoi gruppi parlamentari. Veltroni non è uno qualunque: Veltroni era “l’altro polo” dell’unico vero bipolarismo che l’Italia ha conosciuto: quello delle elezioni 2008. Allora il suo Pd sfidava il Pdl in modo aperto e limpido, in uno scenario politico concentrato su cinque aree in concorrenza (oltre ai due big c’erano l’estrema destra, il centro e l’estrema sinistra).
Il voto ridusse quelle aree a tre, una di governo (Pdl-Lega) e due di opposizione (Pd-Di Pietro e Udc). Dopo due anni è tutto finito. Nel Pd il segretario è stato rapidamente detronizzato, mentre uno dei co-fondatori, Francesco Rutelli, ha cambiato decisamente strada. Nel Pdl Gianfranco Fini ha posto questioni di primo piano, ricevendo in risposta prima anatemi poi procedimenti di espulsione. Risultato: nel Pd, il fondatore pensa a nuovi gruppi mentre uno dei co-fondatori ha già un nuovo partito che guarda al terzo polo.
Nel Pdl, mentre uno dei co-fondatori ha già formato nuovi gruppi, il leader Berlusconi si è in pratica scisso da se stesso, dal suo predellino, dal programma originario di un partito liberale e inclusivo. Si potrebbe ragionare a lungo sul perché in Italia il bipolarismo ha fallito.
Uno splendido articolo di Giuliano Ferrara racconta questa storia: «…Berlusconi, ormai è chiaro, non è mai entrato in politica. Quello era il mio desiderio e di pochi altri scemi. Una anomalia che diventa nuova cultura politica… Ma non era politica. Era davvero una discesa in campo. Era una partita. Quel che più importa, era una partita personale… È chiaro che Berlusconi non ha mai voluto superare la sua anomalia, che è in fondo la sua identità… Berlusconi ha giocato sé stesso nell’avventura, e quando si difende con le unghie e con i denti, fa semplicemente politica, la fa nel modo legittimato dal ruolo che ha interpretato nella storia italiana, dal consenso che riceve, e dalla giusta, sacrosanta resistenza alla trasformazione di questo paese in una caserma o in una dépendance delle procure della Repubblica».
Si può dire meglio di così perché la democrazia italiana non è mai maturata davvero? Da una parte il partito delle procure, che ritiene un certo giornalismo la continuazione della guerra con altri mezzi. Dall’altra, l’uomo che mette in piedi un partito anti-procure per difendere se stesso e magari, ma solo di sfuggita, anche quel po’ di garantismo che sta a cuore agli uomini di buon senso. Ne vien fuori una politica gridata e sofferente, eternamente “ad personam” o “contra personam”, questione di punti di vista. Una politica inchiodata all’odio, perché quando in gioco ci sono le manette, lo sputtanamento e il denaro, non ci sono amore o rispetto che tengano.
La cosiddetta “destra” della Seconda Repubblica è stata soprattutto questo, partito personale più partito del portafoglio nordista, sia pure con i distinguo degli ex An e i sinceri aneliti riformisti dei suoi esponenti socialisti e liberali.
E la cosiddetta sinistra, lucido specchio della destra, è stata un’accozzaglia di forcaioli, massimalisti e tatticisti che ha vissuto come un oltraggio la stagione di Veltroni (“non esistono nemici ma solo avversari”). Ciò di cui è necessario prendere atto è che il bipolarismo così inteso non è finito per ora, ma è finito e basta. Anzi, è utile al paese aiutarlo a tirare le cuoia al più presto. Basti pensare a cosa accade oggi.
Da un lato, come è stato notato, il premier rispolvera i libri sacri dell’anticomunismo, come se l’Urss fosse tra noi (mentre tra noi, se mai, c’è Vladimir Putin).
Dall’altro Bersani evoca una sorta di Cln – l’ennesimo – per liberare il paese da un usurpatore che tuttavia, al contrario di lui, ha il consenso del popolo.
In mezzo… cosa c’è in mezzo?
Ha proprio ragione Massimo Cacciari: “centrista a chi?”.
Davvero si può chiamare “centro” lo sforzo di andare oltre questa perenne barbarie politico-giudiziario-mediatica?
Davvero si può definire “terzo” il polo politico che potrebbe nascere da un cambiamento profondo dei linguaggi e dei metodi di lotta politica?
Davvero si può dire minoritaria e velleitaria un’area che crede nel federalismo solidale, in una giustizia che tuteli le istituzioni ma soprattutto i cittadini e la legalità, nella legge proporzionale e nelle liberalizzazioni dei servizi?
È bene cominciare a chiamare le cose per nome: c’è una parte della politica e della società italiana che, pur rispettando in pieno il governo e il suo mandato popolare, sta cercando di uscire dal pantano di un bipolarismo mai nato e costruire la Terza Repubblica.

Sergio Talamo

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: CERCHI DI CAPIRE, PROFESSOR PACI!


1. La Fondazione partecipa ed è disposta a partecipare in futuro alle iniziative di sostegno a favore delle persone e delle famiglie più colpite dalla crisi; ma non ha gli strumenti né le informazioni per farlo da sola direttamente in via autonoma; senza dire che, per legge e per statuto, non può fare erogazioni a favore di singole persone o famiglie.
2. Noi rispondiamo a progetti presentati da enti e/o associazioni, che siano rivolti ad una pluralità di destinatari aventi determinate caratteristiche; ma queste sono cose che ripetiamo e scriviamo da anni, in tutte le sedi possibili.
3. Per concludere: noi abbiamo ritenuto di fare cosa buona e utile per Quarrata in risposta ad un programma prospettato non da un privato ma dai suoi legittimi amministratori in carica; la dialettica politica fra sindaco, giunta e opposizione non ci riguarda, in quanto la Fondazione tiene solo rapporti istituzionali.
4. Peraltro, ed in ultimo, se gli interventi della Fondazione a Quarrata non sono desiderati o graditi, ne dovremo tenere conto per il futuro.

Queste parole del professor Paci, Presidente della Fondazione Caripit, e altre ancora che riporteremo più avanti, ci spingono a delineare le analisi finali di un fatto che ha suscitato grande scalpore.
Diciamo, in premessa, che mai da questo blog è stato detto che la Fondazione avrebbe dovuto costruire opere pubbliche al posto dell’amministrazione approssimata e cialtrona della Signora Sabrina: perciò respingiamo in assoluto le accuse di demagogismo che Paci ci addossa in questo passaggio: Questo aspetto porta al terzo ordine di critiche, piuttosto facili e al limite un po’ demagogiche, centrate sulle preferibili destinazioni alternative che potevano avere le risorse finanziarie assorbite dall’opera, tenuto conto delle esigenze e dei disagi provocati dalla crisi.
Poi procediamo in ordine:
  1. Nel prendere atto di quanto dice il professore, rivolgiamo qui espressa richiesta alla democratica Giunta SS(G) di farsi portavoce, presso la Fondazione stessa, delle istanze e dei bisogni più urgenti dei cittadini, senza interpretare la realtà secondo i propri concetti e canoni artistico-architettonico-velleitarprovinciali.
  2. Anche noi, opposizione ma non minoranza, siamo enti e/o associazioni degni di essere ascoltati; e anche noi parliamo per una pluralità di interessi che si non si limitano a quelli di una Giunta e della sua area, se non addirittura di una sola persona, Sindaco-Dux-Rais che sia. E anche questo lo avevamo già detto a Paci in occasione del problema-Nannucci – ma evidentemente il professore o non lo ha ancora capito o non intende capirlo.
  3. Vorremmo, una volta per tutte, che Paci comprendesse che i legittimi amministratori in carica di un Comune sono, non solo un Sindaco e degli Assessori, ma una Giunta e un Consiglio, organo, quest’ultimo, chiamato a decidere anche sull’operato stesso della Giunta, specie in materia che esula dall’ordinarietà e delle più semplici attribuzioni dell’esecutivo – né più né meno di quanto accade con Parlamento e Governo.
  4. Peraltro, ed in ultimo, Paci e la Fondazione dovranno davvero tener conto, per il futuro, dei propri interventi a favore di Quarrata; ma dovranno farlo nell’ottica di non dimenticare che né una Giunta, né tantomeno un Sindaco che da anni non rappresenta altri che se stesso, possono rappresentare la pluralità e che, proprio per quanto abbiamo detto al precedente punto 3, la dialettica politica fra sindaco, giunta e opposizione riguarda – eccome – anche la Fondazione, in quanto essa, se intende tenere davvero rapporti istituzionali, ha il preciso dovere morale di confrontarsi e consigliarsi anche con le opposizioni che, caro Professor Paci, rappresentano il 51% dei Quarratini, che piaccia o che non piaccia alla Sabrina.
E come saluto di chiusura su questa vicenda, vogliamo sottoporre al professore tre considerazioni di anonimi che hanno scritto così sul blog di Andrea Balli (http://andreaballi.blogspot.com/2010/09/fontana-monumentale-di-buren-villa-la.html):

Mi chiedo: ma perché la caript non ha dato quei soldi alle aziende bisognose invece di investirli nella fontana che molto probabilmente non serve a nessuno? A noi aziende ci chiede di rientrare, rientrare e rientrare quanto prima, e se gli chiedi un piccolo finanziamento restituibile in 3 mesi e coperto da GARANZIE PERSONALI ti rispondono picche .... appena posso, tolgo il conto in caript, il mio e quella dell’azienda che rappresento! Pagliaccioni ..

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[…] La Caript spende e spande come vuole perché quei soldi che vi piaccia o no erano vostri, ma dal momento che avete il conto diventano suoi... questo problema ha una semplice soluzione: mettete i risparmi sotto il mattone. Se il Paci passasse anche di lì a prenderveli allora la situazione si farebbe grave e in quel caso vi sosterrei […].

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io è dal tempo del primo scandalo (perché ce n’è stato più di uno) che ha coinvolto la dirigenza Caript che non ho più rapporti bancari con loro, venendo via sbattendo la porta! E fino ad oggi non ho trovato motivo di pentirmi del gesto. L.B.

Riflettiamo su questo e che riflettano anche Paci e la Sabrina.

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