mercoledì 31 ottobre 2007

Solidali

Mario Niccolai e tutti gli amici del blog manifestano la loro più sentita solidarietà al Sindaco di Quarrata Dott.ssa Sabrina Sergio Gori ed ai suoi collaboratori dopo l’aggressione subita.

Sfiducia

Polemica seduta del consiglio comunale lunedì 29.
Il gruppo di Alleanza Nazionale aveva presentato una mozione per l’istituzione di uno sportello informativo per i sevizi primari: acqua, gas e quant’altro. La mozione respinta dai consiglieri di maggioranza che sostengono il sindaco.
Il paradosso è che l’istituzione dello sportello in questione era riportato pari pari nel programma elettorale del sindaco Gori.
Con questo voto contrario, spiegabile solo nel non voler riconoscere un merito all’opposizione, il centrosinistra non ha solo dato uno schiaffo ai cittadini, ma ha votato contro il suo programma elettorale di fatto sfiduciando il Sindaco.

martedì 30 ottobre 2007

Ora, Mastella rimpasta i letti e li verifica

Non ci viene risparmiata neanche la comica finale. L'ottimo Mastella oggi propone una verifica, poi un rimpasto, poi una separazione dei letti con Dini e Di Pietro.
Prodi continua col suo tiremm'innanz!
Veltroni parla d'altro.
Mannheimer ci informa che il 56% degli italiani vuole o un altro governo o elezioni subito.
La crisi è sempre più virulenta e sempre più allo sbando e nessuno, per primo Veltroni, tenta di incanalarlo dentro binari che abbiano l'apparenza dello scontro politico comprensibile al paese.
Dini e Idv non partecipano a cruciali riunioni sulla Finanziaria con la maggioranza e preparano ''nuovi scenari''. Ognuno tesse la sua tela e ne viene fuori un patchwork disgustoso.
Alla fine, il colorito Matella col suo patetico tentativo di mettere ordine tornando ai riti della Prima Repubblica, pare l'unico tesa a ridare dignità a una maggioranza sbandata.
Una tristezza.

A quattro anni dalla strage di Nassirya

Al Sindaco di Quarrata
Sabrina Sergio Gori

Al Presidente del Consiglio Comunale
Massimo Sauleo


Gentilissimo Sindaco,

come certamente Lei saprà tra pochi giorni, il 12 Novembre, ricorre il quarto anniversario della strage di Nassirya; un evento tragico per l’Italia nel quale 12 Carabinieri, 5 militari e 2 civili, a migliaia di chilometri di distanza dalla propria terra natale e dai propri cari, persero la vita nell’espletare il proprio dovere verso la Patria in un territorio privo di democrazia, segnato da una sanguinaria dittatura e quindi bisognoso di riacquistare la Libertà.

Ricordiamo che i nostri Caduti si trovavano in Iraq per vigilare sulle scuole, ponti, ospedali, mercati oltre a prestare un prezioso contributo nella ricostruzione di acquedotti, strade e strutture di interesse pubblico; un elevatissimo lavoro di solidarietà ma allo stesso tempo troppo fastidioso per i nemici della democrazia e delle pace i quali, vedendo a rischio gli interessi dei più forti a discapito della collettività, ben pensarono di compiere quel vile atto terroristico che non solo tolse la vita ai nostri connazionali ma con il quale venne inflitto un durissimo colpo al già troppo sofferente popolo iracheno; quest’ultimo infatti stava trovando nei sorrisi e nell’umanità degli operatori di pace italiani quella luce che, per troppi anni, era stata oscurata dalle prevaricazioni e dalle barbarie di un tiranno.

Nelle ore successive all’attentato noi tutti riscoprimmo l’orgoglio di essere italiani; siamo certi che tutt’oggi, dentro di Lei, siano ancora vivi i sentimenti suscitati dalle immagini dei tricolori appesi ad ogni davanzale d’Italia, le interminabili processioni di cittadini mobilitatisi per portare fiori e messaggi di ringraziamento ai Caduti presso l’Altare della Patria, le lacrime versate dagli italiani afflitti da un dolore comune e cioè quello di avere perso diciannove Fratelli d’Italia!
Siamo convinti che quel sacrificio non sia stato vano ma, anzi, esso ha contribuito a fare riscoprire in ognuno di noi il nobile sentimento di appartenenza alla nostra madre Patria e, al contempo, a tenere alto il buon nome dell’Italia all’estero; se molti paesi conoscono la generosità degli italiani lo dobbiamo, in larga parte, ai Caduti di Nassirya.

Per ringraziare ed onorare quegli uomini, quei fratelli, riteniamo sia doveroso da parte nostra ricordarli affinchè rimangano per sempre vivi nei nostri cuori ma soprattutto perchè quel grande esempio di coraggio ed altruismo del quale furono i protagonisti venga trasmesso, soprattutto, alle giovani generazioni; per quanto detto le saremo grati se Domenica 11 Novembre p.v. partecipasse assieme a noi ad una cerimonia commemorativa, fuori da ogni simbologia partitica, nella quale verrà depositata presso il monumento ai Caduti di tutte le guerre una corona di alloro dedicata “ai Caduti di Nassirya”.

Glielo chiediamo non in qualità di consiglieri comunali di Alleanza Nazionale ma da comuni cittadini i quali, come tantissimi altri, credono nelle Istituzioni, nella Patria e nel duro lavoro dei servitori dello Stato e della Pace.
Confidando nel suo buon senso e in attesa di un suo gentile riscontro cogliamo l’occasione per inviarle un cordiale saluto.

Quarrata, lì 28 Ottobre 2007 - Massimo Bianchi e Maurizio Ciottoli

lunedì 29 ottobre 2007

Il pesce puzza dalla testa

Le liti chioggiotte tra Mastella e Di pietro fanno pena, ma fa anche pena il tentativo di Fausto Bertinotti di rimandare tutto al Csm, ai canali istituzionali.
Il quadro è chiaro: la coalizione di governo non si tiene più, Prodi è incapace, De Magistris ha in mano un pentito che giura di avere sentito con le sue orecchie compravendite di voti tra un ras locale e Prodi e Mastella. Invece di metterla in politica, invece di denunciare la manovra politica (alla Berlusconi) o di difendersi come imputati (come Andreotti)Prodi e Mastella reagiscono con provvedimenti tecnici che tolgono l'inchiesta a De Magistris.
Una doppia frittata.
In mezzo ci si mette poi Di Pietro, che alla pari di Travaglio, ha una cultura giuridica di estrema destra.
Niente più si tiene.
Il governo cadrà sicuramente nelle prossime settimane e si almanacca sulle date del voto.
Il dramma per Berlusconi è che tutti i senatori oggi interessati come singoli o come gruppo (Mastella e Dini) a fare cadere Prodi, hanno anche tutto l'interesse a non votare nel 2008, ma nel 2009.
Pallino nelle mani di Napolitano, quindi con uno scenario che ricorda molto lo Scalfaro II°.

venerdì 26 ottobre 2007

Esigo, voce del verbo perdere.

Declinazione di una conferenza stampa di un premier aggrappato all'uscio.

Esigo, voce del verbo perdere. Anzi aver già perduto. C’era la profonda verità dell’epilogo nel lessico e nel volto sfinito di Prodi, mentre davanti ai microfoni esigeva, appunto, rispetto da una maggioranza che non lo regge più. In bocca a un premier nelle condizioni prodiane, esigere è una forma verbale che perde autonomia e tracima nello smarrimento. Come dire lei non sa chi sono io, come dire lei mi deve rendere conto, come promettere che ti aspetto fuori. Di regola, se non si tratta di tasse, l’esattore certifica la propria sconfitta e il rifiuto di ammetterla. Si esige la spiegazione dall’adultero, si esige la risposta a una domanda retorica.

Con questo suo cedimento solitario alla rabbia indotta dalla durezza della realtà, Prodi entra una volta in più nella galleria troppo italiana in cui soggiornano quelli che non ci vogliono stare. E’ un moto scontato con una screziatura tenera, perché oggi Prodi ha il caratteristico torto del perdente ma pure delle ragioni. Ha stampato la propria faccia su un prodotto politico a scadenza ravvicinata. Ma quelli che glielo avevano fornito, i contraenti della cooperativa chiamata Unione, un contratto con lui l’avevano firmato. Generico, verboso, paralogico e incapacitante. Però il programma c’era, è stato rimpannucciato una seconda volta dopo la sfiducia del febbraio scorso. Poi è finita che nel centrosinistra ognuno s’è preso una parte di verità per smerciarla appena possibile al proprio elettore. Il Pd ha raccolto il meglio che poteva e ha già eletto il dopo Prodi senza esigere nulla.

Giuliano Ferrara da http://www.ilfoglio.it/, 26/10/2007

giovedì 25 ottobre 2007

Forza Alessio !!!

Abbiamo appreso dalla stampa in questi giorni che l’amico Alessio Bartolomei si è candidato alla guida di Forza Italia della provincia di Pistoia.

Questo blog non è espressione di un partito particolare, e quindi non è interessato direttamente a tale elezione, nonostante questo, io e gli amici della Squadra che si riconoscono in questa avventura, si augurano che il prossimo congresso provinciale di Forza Italia, veda il partito azzurro rinnovato per davvero.

FORZA ALESSIO, NOI SIAMO CON TE!

Venerdì 26 ottobre 2007




Cina - L'interferenza cinese

Pechino vuole siano accettate le sue violazioni della libertà. Bush non ci sta

L’incontro tra il presidente americano George W. Bush e il capo spirituale del buddismo tibetano, il Dalai Lama, ha mandato su tutte le furie i dirigenti cinesi che stanno celebrando il congresso del partito unico. Giudicano quell’incontro “una grave interferenza negli affari interni” della Cina e in questo modo esprimono in modo plateale la loro peculiare concezione dell’autoritarismo. I fatti sono noti.
Dopo aver occupato il territorio del Tibet e averlo annesso alla Repubblica popolare, i mandarini pechinesi hanno destituito il Dalai Lama anche dal suo ruolo di capo spirituale della sua religione e hanno tentato di imporre al suo posto un Lama fantoccio, che nessuno riconosce se non le autorità del governo.
La comunità internazionale ha, di fatto, accettato l’annessione del Tibet, ma non può accettare che un governo, violando i più elementari principi della libertà religiosa, interferisca in modo così brutale nelle vicende interne di una comunità di credenti.
E’ del tutto evidente che se c’è un’interferenza inaccettabile è quella di un governo, peraltro costituito su nomina di un partito ufficialmente ateo, che attraverso il suo ministero dei culti si arroghi il diritto di nominare lama (e vescovi), come se fossero funzionari dello stato.
E’ come se il governo di Vittorio Emanuele II, una volta occupata Roma, avesse preteso di sostituire Pio IX con un Papa di sua nomina e poi avesse considerato un’interferenza inaccettabile ogni relazione di altri stati con il pontefice legittimo.
Pur con tutte le cautele adottate, a cominciare dal carattere formalmente privato dell’incontro, Bush ha mostrato che l’America non si fa condizionare dalle minacce, anche se provengono da una potenza economica in rapido sviluppo ed essenziale per la crescita mondiale.
La questione dei diritti umani in Cina, quella dei lavoratori cui è inibita l’associazione in sindacati liberi, quella dei credenti che debbono sottostare ai diktat dei funzionari di partito è destinata a diventare una questione cruciale e l’America sta dalla parte giusta.

Dal “Il Foglio” del 18 ottobre
(nella foto: negozi cinesi a Prato)

mercoledì 24 ottobre 2007

17-18 novembre, Forza Italia in piazza. Ecco la lettera che Berlusconi ha scritto ai deputati

Forza Italia è nata per difendere la libertà durante un’emergenza democratica che rischiò di consegnare a tempo indefinito l’Italia nelle mani della sinistra comunista. Da allora, grazie alla nostra presenza nelle istituzioni e nel Paese, molte cose sono cambiate: ma il ritorno delle sinistre al governo contro il volere della maggioranza degli elettori ha purtroppo riportato indietro di dieci anni l’orologio della politica e ha fatto riemergere una nuova, e forse più grave, emergenza democratica. L’unico governo occidentale che annovera dei partiti che ancora, orgogliosamente, sono e si definiscono comunisti, sta trascinando l’Italia dentro un tunnel senza uscita, scavando un solco tra Palazzo e cittadini che rischia di divenire incolmabile.
L’Unione tra i comunisti e la ex sinistra democristiana ha perpetuato l’antico patto di spartizione del potere nato sotto l’ombrello ideologico del cattocomunismo, riproponendo vecchi vizi e vecchie logiche politiche, con un governo che assomma impotenza ed arroganza e che blocca, come una pesante zavorra, lo sviluppo del Paese. L’Italia in mano alle sinistre sta collezionando una impressionante serie di record negativi, primi fra tutti la tassazione più eccessiva e l’immigrazione senza controllo, che ha abbassato in misura inaccettabile il livello della sicurezza dei cittadini. Gli italiani ne hanno abbastanza. Sono stanchi di assistere ogni giorno al desolante spettacolo dell’ingovernabilità assunta a sistema, sono stanchi di vendette sociali consumate sulla loro pelle, sono stanchi di un governo ostaggio dei diktat della sinistra estrema.
Per questo è l’ora di voltare pagina e di recapitare l’avviso di sfratto al governo delle tasse, dei tesoretti estorti e dello sfascio politico e morale. Il compito di ogni responsabile forza di opposizione è di convogliare la rabbia che sale da tutto il Paese in manifestazioni democratiche, di dar voce al malcontento dei cittadini e di trasformare la protesta in proposta.Ti prego a tal fine di contattare tutti gli elettori e tutti gli iscritti di Forza Italia della tua città per una grande mobilitazione da organizzare per il 17 e 18 novembre attraverso gazebo, dibattiti, diffusione di volantini e altre iniziative per mettere al corrente più cittadini possibile del nostro impegno al fine di mandare a casa questa sinistra dannosa e pericolosa. Più grande sarà la mobilitazione in ogni angolo del Paese, più forte sarà la possibilità di tornare subito al voto per restituire la parola al popolo sovrano.

Ti ringrazio e confido su di te.

L'ISLAM HA CONQUISTATO ANCHE I LIBRI DI SCUOLA

Nei libri di storia e geografia di una sezione di scuola media il cristianesimo non appare nemmeno. In compenso, le pagine sull'Islam si sprecano. E il libro delle vacanze inizia con "Lode a Maometto". Proponiamo una notizia ad Al-Jazeera. Mondadori, la più grande casa editrice italiana, nel suo settore scolastico dev'essere stata conquistata con una splendida azione di cavalleria araba da qualche emiro, ma forse c'erano anche dei cammelli. I libri di storia per i ragazzini si chiamano "Scambi tra civiltà", autrice Vittoria Calvani. La quale scrive bene ed ha un'idea chiara di questi ultimi millenni: la parte del leone buono e generoso la fanno i musulmani. Maometto è l'eroe pieno di virtù. E Gesù? Gesù ha il suo bel posto nel Corano, e si accontenti: è stato generosamente adottato dall'Islam insieme agli altri profeti biblici. La proliferazione militare dell'Islam è «prodigiosa» e ha una motivazione: il fascino umano dei conquistatori. I non credenti (così sono qualificati cristiani ed ebrei) sotto il regime degli imam e dei sultani non hanno di che lamentarsi. Basta che paghino una tassa in più e la fanno franca, i fortunelli. Certo, ci sono dei problemi: l'islam ammette la schiavitù, ma chi non ha qualche difetto? E via così. Il cristianesimo? Niente. Un fenomeno in fondo minore. Più da vicino. La reclame è: «libri per la scuola che si rinnova». Prima media, volume uno. Qualche dato banalmente numerico. La trattazione dell'Impero Romano è da pagina 62 fino a 85. Totale 23 pagine. Quelle dedicate all'Impero Islamico e alla "Civiltà araba" vanno da pagina 160 a pagina 197. Totale 37 pagine. Radici islamiche battono radici latine. Nessun capitolo intitolato alla "Civiltà cristiana" o al "Cristianesimo" o a "Gesù Cristo".

Il capitolo di Gesù è su internet.

Al di là della quantità. anche il giudizio pende da quella parte. Nei capitoli intitolati «Islam» e «Maometto» i paragrafi trascritti nell'indice sono di sperticata ammirazione. Ne citiamo alcuni, caratterizzati da leccapiedismo linguistico: «La religione accoglie i profeti della Bibbia e Gesù» (secondo me, stavano bene anche a casa loro); «I dissidenti si riuniscono nella casa di Cadigia e di Maometto» (i dissidenti, parola magica, che evoca mitezza e inermità, quando Maometto era notoriamente un predone); «L'arcangelo Gabriele consegna a Maometto il Corano» (non male come fatto storico accertato, neanche Tariq Ramadan osa sostenerlo, ma ai nostri figli Mondadori la passa come notizia sicura); «Maometto predica le virtù delle origini ma e costretto all'egira (esilio) (anche qui, lo cacciano perché buono). Un titolo dedicato magari alla strage degli ebrei? Figuriamoci. Cristo non è considerato? Certo che in questo oggettivo libro di storia si parla del Nazareno. Ecco il capitolo apposito: «Il Corano su Gesù e il Jihad». Procediamo svelti. Un altro capitolo: «Quale fu il segreto della prodigiosa espansione islamica?». Uno pensa: l'abilità nell'agitare la scimitarra, l' organizzazione guerresca. La risposta è questa, e la citiamo ancora: «Umanità nella conquista». Ci invadono, sgozzano: e sono umani, grazie. Meno male che Carlo Martello non la pensava in questa maniera e neanche Isabella di Castiglia. Altro capitolo: «I non credenti devono solo pagare una tassa». In quel «solo» c'è un mondo di tolleranza e di bontà. Cosa sarà mai. Altri titoli: «La scolarizzazione, base del successo dell'Islam». Beh, qui diamo ragione alla professoressa Calvani. Se tutti i libri sono di questo tipo, la scuola e una garanzia di vittoria (per le moschee). E il cattolicesimo? Nel libro non c'è. Se uno vuole sapere qualcosa sul cristianesimo nella storia, bisogna accedere a internet, «se interessa» e «extra-testo». Mica male come discriminazione. Come dire: un optional. Il motore è islamico, se volete le tendine cattoliche fate domanda.

Premio Mecca per la Geografia

Il libro di geografia che merita il premio Mecca è invece edito da Nuova Italia, «L'iper libro del mondo». Autore Giulio Mezzetti. Non si scappa. Uno deve studiare l'islam sia in storia sia in geografia. Mentre nei volumi dedicati all'Italia e all'Europa il cristianesimo è ignorato, in quello dedicato ai «Popoli della terra», cioè al resto del mondo, si dedicano sezioni del volume all'islam e al buddismo. Te lo sei sorbito in prima media. Eccolo che ritorna in terza media. Tre capitoli qui sono per Maometto, vero eroe universale, di storia, geografia, religione, di tutto e di più. Uno dice: parlando dell'America, almeno di quella latina, si suggerirà qualcosa sul cattolicesimo o sui Pentecostali. Niente. Persino i compiti delle vacanze ti addentano il polpaccio per ricordarti chi comanda. Vedi "Melazzurra" di Nicola e Nicco, edizione Petrini. E' un quaderno per l'estate, e ha questo capitolo: "Arabi, crociati e monaci. Comincia con questo paragrafo: «Lode a Maometto». Non abbiamo scelto queste perle in una produzione sconfinata. I volumi sono adottati tutti in un'unica sezione, normalissima, in Brianza. Si chiama signora Patrizia la ricercatrice che ha rinvenuto questa dispar condicio pro-islamica. Lavora ed è madre di due bambine che vanno a scuola in provincia di Lecco. Invece di chiedere alle figlie solo che voto hanno preso, se hanno fatto gli esercizi di matematica e sono state brave, ha guardato i libri di testo e quello dei compiti delle vacanze. E si e accorta che siamo morti, non insegniamo più niente che sia un senso della vita, qualcosa di solido su cui piantare il futuro. Va bene così? Forse sì. Non si protesta nemmeno più. Patrizia mi dice che la Lega sembrava interessata, si è fatta inviare il materiale di questa resa per un'interrogazione parlamentare ma, dice la signora, non è accaduto niente. E' come se avessimo consumato le forze. Invece Patrizia si ribella.

Grazie.

Renato Farina - LIBERO 2 ottobre 2007

domenica 21 ottobre 2007

La legge Levi-Prodi: un allarme lanciato dal blog di Grillo

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo. La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video. L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete. Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog? La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile. Il 99% chiuderebbe. Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale.
In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”. Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

sabato 20 ottobre 2007

In ricordo di Mauro

Poco più di un anno fa moriva Mauro Vignolini, che dal 1989 al 1994 fu consigliere comunale del Partito Socialista e dal 1998 al 2002 presidente del consiglio comunale di Quarrata. Ho avuto la fortuna e l’onore di aver condiviso con lui 20 anni della mia militanza di socialista, all’indomani della sua scomparsa chiesi insieme ad altri che l’amministrazione comunale gli intitolasse la sala del consiglio comunale. Il Sindaco si impegnò formalmente in tal senso ma a tutt’oggi non si è saputo nulla. Mi piace ricordarlo a chi lo ha conosciuto e a chi non sa nulla di lui con un ricordo scritto da Giampaolo Pagliai. E’ un articolo forse lungo ma vale la pena di leggerlo per capire la differenza tra Mauro, funzionario di partito, e gli attuali funzionari, veri e propri mestieranti, mercenari della politica.Mario Niccolai

Via CRISPI 33

Di Giampaolo Pagliai
Dopo la guerra la prima sede del PSI fu in via De Rossi, poi in Via Buozzi, ma la “casa” dei socialisti, dagli anni 50 al 1994, a parte i periodi di Via della Torre e di Corso Gramsci, è stata Via Crispi, 33. La casa fu comprata con una sottoscrizione fatta di contributi mensili di cinquanta lire, lì i compagni si sentivano a proprio agio. La mattina erano scarsi i frequentatori oltre all’impiegata “Bianchina”, una meravigliosa donna socialista e accanita fumatrice, ed a Marino Michelozzi, il funzionario di Federazione, presenze fisse erano quelle di Mario Merciai, Balilla Barelli e Silvio Cinotti pensionati delle ferrovie, che la domenica avevano l’abitudine di portare il fiocco nero, e di pochi altri pensionati o pubblici amministratori. Dopo le ore 15,00, fino alle otto, era un via vai di compagni soprattutto della sezione centro, ma anche delle altre 40 sezioni, gli iscritti al nostro partito erano intorno ai duemilatrecento, e poi i NAS (Comune, Provincia, Ospedale, Breda, Enel, Saca Copit, Ferrovieri), le commissioni di lavoro, le componenti socialiste del sindacato e degli organismi di massa (CNA, Confesercenti, Arci, Uisp, Lega delle Cooperative, associazioni del settore agricolo).
Si leggeva l’Avanti e anche gli altri giornali, specie l’Unità e la Nazione. Molto spesso anche dopo cena la federazione era aperta per una qualche riunione, allora non c’era certo il divieto di fumo, spesso eravamo avvolti da una nebbiolina grigio-azzurra. Le domeniche mattina, all’alba, Mario Merciai coordinava la diffusione dell’Avanti preparando i pacchetti da fare arrivare con i mezzi pubblici alle sezioni periferiche e consegnando ai diffusori i pacchetti già prenotati, come dimenticare il Geom. Giorgio Brancolini che a forza di 10 lire per ogni copia di giornale mise insieme un bel gruzzolo che fu poi utile per comprare la sede della sezione di Capostrada.
E’ in questo clima, in questa atmosfera fatta di discussioni interminabili, di dibattiti su tutto, di approfondimenti specialistici che nacque il centro sinistra, foriero di riforme fondamentali per il nostro paese e purtroppo di una delle tante sciagurate fratture del socialismo italiano.Il primo ricordo, nitido come in una foto, di Mauro Vignolini ha per me una data precisa, l’ottobre 1963, era qualche mese prima della scissione del PSIUP, si svolgeva il congresso provinciale, in preparazione del 35° congresso Nazionale (Roma 25-29 ottobre 1963) dove votarono 484.713 socialisti (57% Autonomia socialista, 39% Sinistra, 2% per l’Unità del partito (Pertini), 1% astenuti).
Il congresso si svolgeva nel saloncino dell’Università Popolare, la chiesa dimessa dell’ex convento da Sala, il buon prof. Leonardo Mingrino vigilava perché non si fumasse, era il suo un eroico impegno ma non dava risultati positivi. Mauro, che era l’unico rappresentante della Mozione Pertini lesse l’appello per l’unità, ma le due correnti principali gli “autonomisti” ed i “carristi” (si erano guadagnati il nome durante la rivolta di Budapest) si scontravano con durezza, Vignolini fu in quella occasione il capo locale di una corrente che temeva il rischio di una scissione, espose con fermezza il suo appello, mi trovavo in fondo alla sala, io avevo 21 anni lui 33, quando finì di parlare gli andai incontro e lo abbracciai, allora tra socialisti c’era molto sentimento, Mauro per e è sempre rimasto il sostenitore dell’Unità.
Lui accettò di venire a lavorare in federazione alcuni anni dopo, forse nel 1965, ma ci vollero molte insistenze dei dirigenti di allora ed in particolare del segretario Luigi Franconi perché l’operaio tessile acconsentisse a divenire “funzionario di partito”, del resto nello stesso periodo Luigi Franconi, strappò Rolando Susini, anche con lui insistendo, dalla Breda alla CGIL, per garantire la presenza socialista dopo la scissione del 1964.Fin dai primi tempi il nuovo funzionario, che aveva sostituito Marino Michelozzi, si mostrò impegnato a migliorare la propria preparazione leggendo libri, giornali e riviste. “un militante operaio andava considerato un bene prezioso, il partito aveva il dovere di perfezionare le qualità e di promuoverlo a compiti sempre più importanti. Alle caratteristiche proprie di un buon operaio – la modestia - l’attaccamento al lavoro e lo spirito di sacrificio – dovevano sommarsi, per farne un dirigente, le qualità proprie del rivoluzionario: la passione politica, la disciplina, la dedizione alla causa.
Un bel mix di valori… e, ancora, il dirigente doveva essere onesto, sobrio, serio, indifferente ai beni materiali e desideroso sempre di migliorare il proprio livello culturale” (così Mirian Mafai “Botteghe oscure addio” definisce il funzionario comunista).
Questa era la descrizione ideale del funzionario comunista, ma anche quelli socialisti erano della stessa pasta, il vero elemento distintivo era la tolleranza laica.
Dal 1965 al 1994, in quasi trent’anni, in Corso Gramsci, 164 o in Via Crispi 33, il funzionario Mauro Vignolini, operaio autodidatta, vestito di grigio o color carta zucchero, fumatore elegante e accanito di sigarette, divoratore di notizie e di libri, dirigente del circolo Ubaldo Signori di Catena di Quarrata, assunse via via il ruolo di mediatore tra le correnti e di custode della correttezza dentro e fuori il partito (noi lo scriviamo con la “P” minuscola) Rolando Susini, io ed i più giovani membri del MGS FGSI, simpaticamente lo nominammo Suslov.
Diventò successivamente segretario di Federazione, membro del CO.RE.CO., dove mostrò equilibrio e saggezza, presidente del consiglio comunale di Quarrata.
Quanti di voi, ora non più giovani, avete da ragazzi, in via Crispi, 33 imparato anche da Mauro le regole dell’impegno politico: coerenza, solidarietà, correttezza, avete imparato da lui l’uso di quel diabolico ciclostile dove ci siamo imbrattati centinaia di volte.Si dice che i politici pensano sempre a sé e non agli altri. Vi ricordate che Mauro abbia mai chiesto, non dico un privilegio, ma un diritto, per sé? Entrò da operaio tessile ed in pratica con lo stesso modesto stipendio è andato in pensione, la sua famiglia non ha auto alcun vantaggio. Coincidenze: stamani lo si ricorda nel saloncino “Nardi”, Vincenzo e Mauro hanno dedicato la loro vita agli ideali ed alle battaglie dei socialisti, sono morti, entrambi in casa in affitto e con modeste pensioni INPS, avevano sempre pensato agli altri e non a sé: è questo il grande patrimonio che ci hanno lasciato.
“…Nella battaglia politica quante difficoltà, quante amarezze, quanti cambiamenti. In certi tempi dichiararsi apertamente socialista voleva dire esporsi a sacrifici di ogni genere. Oggidì, all’opposto, anziché un pericolo, costituisce un mezzo per farsi largo, per assumere delle arie da superuomini e mettersi in evidenza e spianarsi così la via a soddisfare le proprie ambizioni e passioni personali, per arraffare impieghi e canonicati. Ecco perché tanti fannulloni e tanti spostati si rifugiano oggi sotto le grandi ali della Chiesa Rossa! Noi abbiamo la sicura coscienza di non aver mai appartenuto a questo nuovo genere di socialisti..”
Erano altri tempi quelli verso la fine del 19° secolo. Compagni non temete non mi riferisco ad ora, ma queste sono le parole scritte nel 1920 da Idalberto Targioni, sindaco socialista nel 1913 di Lamporecchio, eletto per la prima volta consigliere comunale nel 1901.Scrivo queste poche righe per ricordare Mauro dalla mia stanza di lavoro da assicuratore, era quella della FGS in Corso Gramsci 164 e dalla porta a sinistra vedo la scrivania vuota di Mauro, non c’è un filo di fumo, oggi non è possibile fumare, ma neanche essere socialisti.
8 ottobre 2006, Giampaolo Pagliai
Dal Giornale "LA NAZIONE"

giovedì 18 ottobre 2007

Cinque per mille stabile e senza limite? Firmiamo!!

Cari amici,
siamo venuti a conoscenza che si stanno raccogliendo le firme per rendere stabile e senza limite il cinque per mille per il non profit e la ricerca scientifica. La petizione la trovate nel sito
www.firmiamo.it e mira a fare in modo che questo strumento di democrazia fiscale diretta, introdotto con l'ultima finanziaria del governo Berlusconi, trovi stabilità e sia certo il rispetto della volontà dei cittadini. Vi invitiamo a firmare la petizione!
Presentate due interpellanze dai Consiglieri Mario Niccolai e Lorenzo Mantellassi.

mercoledì 17 ottobre 2007

Chi fomenta l'antipolitica? Riflessioni di Renzo Bardelli

Questa domanda richiede subito una premessa da esplicitare : cosa si intende per “politica”.La politica per me è insita anzitutto nel significato etimologico della parola e riparte dalla “vecchia” polis, dunque la politica è :
il bene comune, il disinteresse personale per affermare ideali sociali ed etici di altruismo, trasparenza, onestà, tutto quello che contribuisce al buon funzionamento della “res pubblica”, della cosa pubblica ;
l'attivazione di canali inesauribili di partecipazione e di trasparenza ;
il progetto di sviluppo e di crescita democratica di una comunità;
la solidarietà ed i buoni sentimenti tra gli individui ;
l'attivazione di “canali” comunicativi diffusi e policentrici tendenti a favorire il coinvolgimento ed il consenso democratico attorno ai meccanismi operativi della comunità o collettività che dir si voglia;
il pensare e agire in positivo “per”, cioè per dare impulso, forza ed energia a tutto quanto alimenta queste fondamenta basilari.

In Italia la politica è il riferimento ai dettati della Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza e quindi l'attività di crescita e di sviluppo della comunità con un sistema di ISTITUZIONI che poggiano sulla DEMOCRAZIA ELETTIVA, ovvero sul suffragio popolare e sulla pluralità dei partiti come organismi di dibattito, di confronto , di formazione delle classi dirigenti a livello locale, regionale e nazionale. La politica è quindi un sistema organico e diffuso di POTERI DEMOCRATICI anti-oligarchici che legittima e rende operativo il pluralismo ed il confronto aperto e leale delle idee e rispetta anche il credo religioso di ciascuno. Queste affermazioni che precedono evidenziano, già dalla semplice enunciazione, l'abisso e l'enorme distanza che separa questi SACROSANTI ED IRRINUNCIABILI PRINCIPI dalle pratiche quotidiane, da come operano i “Palazzi del potere”. I recenti richiami del Presidente Napolitano ai valori della politica non sono davvero casuali.
I “Palazzi del potere” pullulano di politici che si sono autonominati “di professione” ovvero una sorta di “unti dal Signore” che , a vita perpetua, si sono autocostituiti in CASTA e pretendono, di preferenza “BIPARTISAN” ( la parola-concetto evocata, blandita, adorata, venerata, proclamata a più non posso, rincorsa, ad onta delle apparenze nei corridoi parlamentari ) esercitare tra loro, pochi, le leve del potere, dei personali benefits a vita. ( Un esempio di cui di norma non si conosce molto: quando un deputato cessa dalle sue funzioni, ancorché possa fruire di lautissime pensioni, come noto, è “prassi” ( sic ! Sic ! SIIICCC !) che riceva anche un ulteriore e ben remunerato incarico di sottogoverno.
Lo stesso avviene SICURAMENTE anche in Toscana dove quand'uno cessa da consigliere regionale, con lauta pensione e vari benefit, riceve poi remunerati sottogoverni : informarsi intorno e poi valutare come nella CASTA scatti davvero la MUTUA SOLIDARIETA' BIPARTISAN...).
Questo è il primo potente tarlo della snaturata democrazia italiana, ovvero il virus che infetta i meccanismi operativi e dei poteri che sono stati resi :-antidemocratici, perché tendenzialmente non più ELETTIVI ma INDICATI dalle CASTE dei singoli partiti e quindi dalla GRANDE ( ma sempre piccolissima, ancorché dotatasi di poteri di auto riproduzione !) CASTA dei politici di professione, ingabbiati dal loro “bla-bla”, da un esercizio del potere quotidiano della cosa pubblica che ha prodotto tutti quei perversi fenomeni denunciati dal famoso libro “LA CASTA” di Stella e Rizzo, ma ormai denunciati quotidianamente anche dalla stampa più avvertita del nostro paese. Ed allora anche un piccolo “campionario” di denunce tratte dalle fonti solo negli ultimi giorni può meglio far capire l'abisso in cui siamo precipitati ovvero come la politica sia ESSA l'ANTIPOLITICA, e come quindi occorra CAMBIARE TOTALMENTE LA CLASSE DIRIGENTE, ATTINGENDO A NUOVE RISORSE di PLURIME GENERAZIONI capaci di farsi e di essere ALTERNATIVA ONESTA DI POTERE ETICO.
Per esempio, da “La Repubblica” di martedì 8 ottobre apprendiamo che ( pag. 27 e segg.):
-il vice presidente del Consiglio Rutelli si è dotato di 436 consulenti super pagati , fino a 143 .000 euro all'anno;
-il ministro Pecoraro Scanio avrebbe 344 consulenti ( c'è stata qualche precisazione o parziale smentita).
Tra i consulenti proliferano cognomi illustri, ovvero familiari stretti di politici noti con la tecnica dello scambio : io assumo tua figlia e tu assumi mio nipote; io assumo tuo nipote e tu assumi mio figlio.... E, scrive tra l'altro il giornale, i consulenti sono proliferati anche perché ( udite ! udite ! leggete ! leggete!!) ci sono stati ministri che “hanno preso l'abitudine, prima di lasciare la poltrona, di rinnovare i contratti ai loro consulenti per 4 o 5 anni, così ogni ministro si ritrova in eredità i consulenti del suo predecessore...”. Di recente, per esempio, ho personalmente conosciuto a Firenze una bravissima persona, di 35 anni, apartitica, nominata a Roma da un ministro del Governo Berlusconi, che per mesi, mi ha dichiarato, non sapeva nemmeno dove andare fisicamente a lavorare e che solo di recente era stato destinato ad una “funzione” dove non aveva nulla da fare per quelle che erano le sue capacità e quasi nessuno a cui rendere conto: una frustrazione professionale totale, dal costo di 50.000 euro l'anno, improduttivi. Un esempio, mi diceva, simile ad altre centinaia. Un Governo con 103 tra Ministri e Sottosegretari ha acquistato o preso in affitto a costi d'oro tutti i Palazzi del centro di Roma reperibili : ognuno dei sottosegretari si è dotato di uno staff e di costi di funzionamento di milioni e milioni di euro all'anno, incalcolati ed incalcolabili.
I contributi dei sottogoverni : sempre da “La Repubblica” di martedì 7 ottobre, alcuni scampoli. In Parlamento è stata varata BIPARTISAN (ovviamente!) la “Legge mancia” (cosi è stata denominata) con un solo voto contrario, del deputato verde Ripamonti e dell'ulivista Crisci.Tutti d'accordo, quindi, per erogare una lista di venti pagine di finanziamenti di cui il giornale riporta i principali, estratti da un totale di 18 milioni e 375.000 euro:
1)Fondazione Istituto Gramsci : 250.000 euro
2)Istituto Luigi Sturzo : 250.000 euro
3)Fondazione Nuova Italia (di Alemanno di AN) : 100.000 euro
4)Fondazione Magna Carta (di un deputato di Forza Italia) : 50.000 euro
5)AL comune di Merigliano (che interessa a Mastella e suoi amici) per Associazione “L'Altra Merigliano: 90.000 euro e poi 30.000 euro per un'altra associazione “Quasimodo” e 50.000 euro per ristrutturare una chiesa
6)Per i senatori dell'Alto Adige : 200.000 per lavori ad un campo di calcio
7)La Lega Nord ha spuntato una serie di finanziamenti per certe zone di Varese: 60.000 euro. Significativi alcuni stralci del dibattito : “Il metodo favorisce solo le clientele e l'inciucio: il 70% su segnalazione della maggioranza e il 30% dell'opposizione” - “ Tanto varrebbe prevedere l'assegnazione a ciascun deputato di una quota pro-capite, affinchè ognuno decida come utilizzarla nel proprio territorio”…Incredibile. Roba del Parlamento Italiano!
Non sarebbe finita qui : segnaliamo un altro articolo (sempre sul giornale di sinistra “La Repubblica” dall'emblematico titolo “Galoppini e commissioni canaglia nel limbo delle clientele”) ma se volessimo fare una più ampia rassegna stampa schizzerebbe fuori cose da piangere.
Questa sarebbe la politica ?
QUESTA NON E' NEPPURE SOLO LA DEGENERAZIONE DELLA POLITICA:
in effetti QUESTA E' LA VERA ANTIPOLITICA PRATICATA DAI POLITICI ATTUALI.
Chi critica, quindi NON FA ANTIPOLITICA, MA VUOLE PRATICARE LA POLITICA!
Chiaro? E con ciò ho risposto al primo interrogativo di cui all'inizio.

martedì 16 ottobre 2007

Valgono più tre orsi morti di 130 mila aborti all'anno?

Il 5 ottobre nelle pagine di Repubblica si leggeva questo titolo: "Aborti, mai così pochi in Italia". Cosa volete che siano 130.033 aborti legali in un anno (senza contare quelli farmaceutici) su 560 mila bambini nati. In tutto fanno 4 milioni e 500 mila aborti legali da quando è stata approvata la 194. Dicono sia una grande conquista civile. Tutti i media, al seguito del ministro Turco, ci hanno spiegato trionfalmente che 130 mila sono davvero "pochi".
E dunque allegria! Brindiam nei lieti calici! Ma non ci sono solo le "buone" notizie come questa. Purtroppo ci sono anche le "stragi". Infatti il 3 ottobre sempre La Repubblica titolava drammaticamente: "Strage di orsi in Abruzzo". Sono stati trovati avvelenati tre orsi nel Parco. L'articolo iniziava così: "Una strage, una mattanza che nasconde un piano criminale contro il Parco Nazionale d'Abruzzo". Tutti i tiggì hanno parlato di questo orrore. Un'ondata di emozione ha scosso il Paese. Il ministro Pecoraro Scanio prospetta "l'arresto per questi criminali" e annuncia di costituirsi parte civile. La Lipu pure. L'associazione "Amici dell'orso Bernardo" ha fatto una fiaccolata di protesta. La Lega antivivisezione parla di "emergenza criminale" che sarebbe "purtroppo diffusa" fra "cacciatori, pastori e cercatori di tartufi". "Il Wwf" c'informa Repubblica "ha messo una taglia di 10 mila euro sui killer" (quando il senatore Calderoli mise una taglia per avere notizie sugli assassini del benzinaio di Lecco tutti insorsero indignati, ma la taglia del Wwf per sapere chi ha avvelenato gli orsi è parsa a tutti nobile). Fulco Pratesi, presidente del Wwf, è fra gli indignati speciali: "Si tratta di un atto criminale gravissimo. Un Paese civile non può permettersi questi scempi". E' sempre dei tre orsi che si parla. Perché pare che l'orso sia diventato il metro della civiltà. Che vita è la vostra se non avete un orso in giardino.
La scrittrice Dacia Maraini, nostra coscienza civile, l'ha spiegato da par suo: "L'orso non si fa vedere facilmente, ma la sua presenza è come una certezza di vita, qualcosa che ci fa sentire meno soli, meno padroni e tiranni, meno distruttori e soprattutto meno volgari" (Corriere della sera, 4 ottobre 2007). L'orso ci fa sentire "meno soli e meno volgari"? C'è qualcuno al Corriere della sera che chiede e pubblica commenti del genere e che sa spiegarci questa folgorante rivelazione? Esistono orsi di compagnia? La Maraini va a lezione di buone maniere dagli orsi? Capisco il commovente grido di dolore della scrittrice quando ha saputo del luttuoso evento: "Di fronte alla carneficina provo strazio e stupore". Simpatizziamo anche noi con l'orso Bernardo. Ma siamo proprio sicuri che non ci siano altre carneficine, un po' più tremende, che passano nell'indifferenza o che addirittura vengono presentate come "conquiste civili" ? Il dolore degli esseri umani innocenti ha mai interessato i nostri intellettuali? Parlo ovviamente degli intellettuali di Sinistra perché se non sei di Sinistra non puoi neanche sognarti di veder riconosciuta dignità intellettuale a ciò che pensi a che dici. Ricordo una memorabile citazione della stessa Maraini che su Paese sera, il 7 maggio 1969, scriveva: "Gli intellettuali, guarda caso sempre di sinistra, sono gli unici, assieme ai politici guarda caso sempre di sinistra, che dicono la verità". Anche quel memorabile pensiero della Maraini sessantottesca conteneva due strepitose rivelazioni. La prima: un vero intellettuale deve essere per forza di sinistra (in effetti a quel tempo non si potevano considerare intellettuali individui come Eugenio Montale, Rosario Romeo, Mario Luzi, Augusto Del Noce, Indro Montanelli, Geno Pampaloni, Nicola Abbagnano, Vittorio Mathieu, Sergio Ricossa, Renato Mieli, Renzo De Felice, Federico Fellini e via dicendo).
Seconda rivelazione: intellettuali e politici di sinistra "sono gli unici che dicono la verità". Erano gli anni dell'impazzimento ideologico. Avete mai sentito in quegli anni intellettuali e politici del Pci e della Sinistra dire la verità - per esempio - sull'orrore dei regimi comunisti, sul fanatismo rivoluzionario che imperversava in scuole, fabbriche e università (e che di lì a poco sarebbe degenerato) o sulla Resistenza? Avete mai sentito gli intellettuali di sinistra denunciare le "carneficine" comuniste e l'orrore del Gulag ? Di solito più che la verità si sentiva la "pravda", una forma di "verità" molto sinistra. E - ad essere sinceri - ancora oggi, anno di grazia 2007 - siamo in attesa di sentirla dire tutta la verità, come lamenta anche l'ultimo libro di Giampaolo Pansa, "I gendarmi della memoria". Ma fra tutti, il genocidio più censurato è quello di cui parlavo all'inizio di questo articolo. Lo si continua a presentare addirittura come una conquista civile: 130 mila bambini valgono almeno quanto un orso marsicano?

Antonio Socci (da Libero 10 ottobre 2007)

domenica 14 ottobre 2007

Rieccoli!!!


A oltre due anni dall’inaugurazione della parte terminale della via Montalbano, non finiscono mai i lavori di ripristino dei danni causati dal traffico. Praticamente ogni mese la ditta transenna una parte della strada per il rifacimento del pavé. Ogni commento e’ superfluo, sulla scelta di chi ha voluto questa pavimentazione su quel tratto di strada, e di conseguenza sulle spese che la manutenzione comporta, ma oltre a questo, che immagine diamo a chi viene a Quarrata e vede questo cantiere senza fine sull’unica via di accesso alla nostra città?

venerdì 12 ottobre 2007

I sindaci e le periferie, Quarrata come Roma.


Piccolo omaggio semiserio a chi domenica parteciperà all’incoronazione di Walter Veltroni alla guida del nuovo Partito Democratico. Anche qui si votano i candidati alla Segreteria, ma i dirigenti sono imposti dalle oligarchie dei partiti. Grande esempio di democrazia…

mercoledì 10 ottobre 2007

IO HO FIRMATO!!

Per l’abolizione della legge regionale n 25 del 13/05/2004 che ha tolto la possibilità di scegliere chi eleggere attraverso la preferenza. E’ una battaglia per la democrazia e la libertà.
A Quarrata le firme si raccolgono presso l’ufficio URP in via Corrado da Montemagno tutti i giorni in orario di ufficio.
A Pistoia, giovedì 11 ottobre alle ore 18.00, conferenza stampa nella sala Vincenzo Nardi del Comitato Provinciale promotore del referendum.

martedì 9 ottobre 2007

Mestieranti

"A voi dico: non occupatevi solo di politica, ma anche di politica, altrimenti rischiate di diventare come i mestieranti e i mercenari della sinistra, politicanti per professione."



Silvio Berlusconi, Discorso del 6 ottobre ai giovani del meeting dei Circoli della Libertà

lunedì 8 ottobre 2007

I tre errori della dirigenza Comunista

Da "La Stampa" del 02 ottobre 2007


Il governo Prodi è divenuto un lungo interregno, non può né governare né cadere. Ma la sua esperienza mette in crisi non tanto un governo, quanto la governabilità italiana. Il fenomeno Grillo mostra che la base più giovane della sinistra, quella che usa i computer, è in stato di disaffezione. E il fattore comico della crisi è che Marco Follini, che mise in crisi il governo Berlusconi, annunci la fine del governo Prodi. Veramente il calcio dell'asino.La sinistra in Italia vuol dire il Pci, che ha determinato l'interpretazione canonica della storia della Repubblica e della Costituzione. E ora la sua classe dirigente mostra la volontà di sopprimerlo, legandolo, in un improbabile partito, alle clientele democristiane del Sud. È questo fatto che tocca la governabilità italiana: la sinistra è divenuta anch'essa, per usare le parole del nuovo teorico della fine del capitalismo, Toni Negri, una «moltitudine». Questo incide sulla governabilità italiana - anche di un governo di centrodestra - e rende il caso italiano unico in Europa come crisi della Nazione e dello Stato. In Europa la sinistra socialdemocratica è vigorosa ed è di fatto un partito unico della sinistra.Tre errori sono stati commessi dalla dirigenza comunista dopo la svolta della Bolognina. Il primo avvenne durante Mani Pulite, quando Occhetto e D'Alema decisero di puntare sulla fine del Psi e sulla scomparsa di Bettino Craxi, cioè del vero fondatore della socialdemocrazia italiana. Togliatti non avrebbe mai commesso questo errore. Avrebbe potuto benissimo puntare, come fece Luigi Longo nel quinto congresso del Pci, alla fusione dei due partiti. Non lo fece. Il Pds divenne così, per un breve periodo, l'unico partito della prima Repubblica rimasto in piedi e quindi il custode della Costituzione. Troppo: per questo nacque Forza Italia, come forza diversa da quelle tradizionali destinata a rimanere.Il secondo errore fu quello di fare della lotta a Berlusconi il collante di una alleanza che non aveva altro contenuto politico. Questo errore non lo fece Massimo D'Alema, che tentò in qualche modo di agganciare il Pds all'Occidente, mettendo in crisi il governo Prodi e partecipando alla guerra nei Balcani. Ma la sinistra, anche nel Pds, era divenuta antagonista all'Occidente e non accettò la linea del suo massimo dirigente. Essa non aveva più il genio dell'unità nazionale e del compromesso storico, era divenuta una sinistra antioccidentale; e, per questo, non poteva che perdere la sua identità e divenire «moltitudine». La mancata scelta socialdemocratica finiva col distruggere l'identità del Pci. Un vero paradosso storico, che mostra come fosse nel giusto Bettino Craxi nel proporre al Pci l'unità socialista. Era il modo di salvare l'identità comunista oggi perduta.Il terzo errore è quello di liquidare anche il Ds, spaccando il partito e consegnando la sua legittimazione politica alle clientele democristiane del Sud: a Ciriaco De Mita e a Franco Marini. La Dc si era sciolta perché politicamente esaurita. I comunisti avevano benedetto la sinistra democristiana salvandola da Mani Pulite, oggi si acconciano a farsi legittimare da essa.Non sappiamo cosa accadrà del governo Prodi: se verranno nuove elezioni e con quale governo, se ci sarà un governo istituzionale. Ma questa incertezza è la conseguenza del fatto fondamentale: l'autoliquidazione del più importante partito storico della democrazia italiana. Berlusconi cercò a lungo l'intesa con D'Alema, pensò persino di farlo presidente della Repubblica. Ma ormai, dopo la campagna elettorale anti-Berlusconi, non era possibile, neanche al leader di centrodestra, imporre una tale svolta al suo elettorato. Per questo l'Italia vive una crisi combinata della democrazia, della Nazione e dello Stato non conosciuta da nessun'altra Nazione europea.

Gianni Baget Bozzo

sabato 6 ottobre 2007

Lucciole tradite…

Delusione giovedì sera all'Auditorium della Banca di Vignole, dove gli abitanti di Vignole, Ferruccia, Olmi e dintorni aspettavano dagli amministratori comunali una risposta chiarificatrice sul ripetitore di telefonia mobile che TIM ha intenzione di installare appunto in via delle Lucciole, una traversa di via di Mezzo a Vignole. Erano presenti sia il Sindaco che l'assessore all’ambiente Mazzanti, oltre che Daniele Manetti di Legambiente e altri esperti in materia in rappresentanza di ARPAT e ASL. Al termine della serata, vivacizzata dagli interventi preoccupati dei cittadini, il Sindaco non ha potuto far altro che ammettere ciò che oramai tutti purtroppo temevano:l’autorizzazione è già pronta! L’amministrazione comunale non ha mosso un dito per ostacolare tale installazione, magari!Ha cercato di continuare l'intervento tra i fischi dei cittadini, dicendo:" Cerchiamo di modificare gli stili di vita…".Questo è ciò che ci ritroviamo ad amministrare a Quarrata, avevamo chiesto nell’ultimo consiglio comunale, con un ordine del giorno di tutti i consiglieri dell’opposizione, la riunione della commissione ambiente che preparasse un regolamento in tempi brevissimi e contemporaneamente, con un atto autonomo del sindaco, si chiedesse a Telecom di soprassedere in attesa del regolamento, ma la proposta è stata bocciata dai consiglieri del centrosinistra. Ho chiesto personalmente in due interventi in consiglio un intervento coraggioso del sindaco, per dare un minimo di risposte ai cittadini che perlomeno spostasse nel tempo la realizzazione dell’impianto in attesa di ulteriori studi, ma le parole sono cadute nel vuoto.Ora la Dottoressa Gori chiede ai cittadini di modificare gli stili di vita, presto ci chiederà, per non subire i danni derivanti dall’inceneritore di Montale che vuole riaprire, di cambiare residenza.Capisco perché giovedì sera per tornarsene a casa ha preferito farsi scortare dai carabinieri…I cittadini sono preoccupati ma stia sicura, aspettano solo la prossima occasione elettorale per annientare lei e la sua band.

venerdì 5 ottobre 2007

L'indifferenza

Quella presentata dal Governo è per la famiglia la Finanziaria delle promesse mancate.

Sono improvvisamente scomparsi nel nulla più assoluto tanto caro a chi si batte per la distruzione della famiglia sia le promesse attenzioni e le tanto declamate sensibilità annunciate dal mondo politico all’indomani del Family day, sia i programmi illustrati dal ministro Rosy Bindi alla Conferenza nazionale sulla famiglia di Firenze, sia la promessa del Presidente del Consiglio Romano Prodi che voleva destinare alle famiglie i due terzi del tesoretto di risorse disponibili grazie all’extra gettito.Gli annunciati sgravi sull'Ici sono indifferenziati nella loro applicazione e calcolati sui metri quadrati invece che sul numero di persone che su quei metri quadrati vivono, dimenticando che 100 metri quadrati per un singolo sono quasi un lusso, mentre per una famiglia di 5 o 6 componenti, magari con un anziano nella stessa casa, non rappresentano nemmeno il minimo vitale.Non possiamo che chiamare assistenzialismo o se non addirittura una pelosa elemosina l'una tantum di 150 euro per i membri delle famiglie con reddito annuo inferiore ai 7.500 euro.Siamo lontanissimi dai 2.500 euro per ogni bambino sotto i tre anni promessi in campagna elettorale, confermati nella Conferenza nazionale sulla famiglia e di recente ribaditi pubblicamente da Rosy Bindi, ministro per la famiglia impegnata nella corsa alla leadership del Partito Democratico.Non vi è poi nessun segno di attenzione verso le scuole paritarie d'ispirazione cristiana che consentono alle famiglie la libertà di scelta educativa e offrono un servizio alle nuove generazioni, tanto sotto il profilo qualitativo dell'insegnamento, quanto nell'educazione ai valori della solidarietà e della vita intesa come progetto.Come Movimento Cristiano Lavoratori della Toscana non possiamo che dichiarare una profonda delusione per una finanziaria che non mantiene nessuna delle promesse fatte alle famiglie italiane e che ha poche speranze di essere modificata durante l’iter parlamentare.Federico Gorbi Presidente Regionale MCL

mercoledì 3 ottobre 2007

Via dalle strade, non dalla vita.

Dal sito di Alessandro Antichi
Una considerazione critica sulle recenti comunicazioni del ministro Amato per una "stretta" contro la prostituzione e una riflessione sulla legge Merlin, che ha cinquanta anni e li dimostra. Non ci sono piaciute le esternazioni del ministro Amato, che minaccia di perseguitare i clienti delle prostitute fin nelle loro case. Ci sembrano un'altra conferma che questo governo è incapace e, come spesso accade agli incapaci, finisce con l'essere debole di fronte ai problemi, ma vessatorio nei confronti del cittadino.La prostituzione va certamente tolta dalle strade, ma siamo profondamente scettici e assolutamente diffidenti nei confronti di coloro che tentassero di cancellarla dalla vita.Per togliere le "lucciole" e i "viados" dalle nostre statali e dalle periferie industriali, è necessario, prima di tutto, che tutte le autorità facciano rispettare severamente, grado di tolleranza zero, le vigenti leggi contro l'immigrazione clandestina, la tratta degli esseri umani, l'adescamento sessuale in luoghi pubblici. Non c'è bisogno di nuove leggi, o di nuove contravvenzioni o vessazioni.C'è bisogno, invece, di una revisione della legge 20 febbraio 1958, n. 75, meglio nota come legge Merlin. E' il momento di abrogare la prima parte della legge, che impedisce agli individui di farsi gli affari propri in luoghi privati, lasciando ovviamente in vigore la parte in cui si proibisce il sesso a pagamento in luoghi pubblici.

martedì 2 ottobre 2007

Amministrazione sotto assedio







Ancora un Consiglio ad alta tensione ieri sera primo ottobre a Quarrata, dopo quello di venerdì scorso anche ieri sera decine e decine di cittadini hanno partecipato in modo rumoroso ai lavori del Consiglio per contestare le scelte degli Amministratori riguardo l’inceneritore di Montale e la collocazione in via delle lucciole a Vignole di un ripetitore della Telecom.
In tanti anni di vita politica non mi era mai capitato che gli Amministratori comunali avessero dovuto ripetutamente come gli attuali, ricorrere alla protezione delle forze dell’ordine come e’ accaduto recentemente. Hanno semplicemente paura dei cittadini, delle loro proposte e delle loro proteste, e per questo si barricano nel palazzo e chiamano le forze dell’ordine per farsi proteggere.
Giovedi prossimo di nuovo una assemblea a Vignole sulla questione del ripetitore e c’è da immaginare che non saranno applausi…

Inceneritore "modello" di Brescia.


Questa è l'Ordinanza del Comune di Brescia affissa nei giardini circostanti al bell'Inceneritore
di cui tutti si fanno vanto...
Ma se non si corre nessun pericolo, perchè c'è un cartello simile?

lunedì 1 ottobre 2007

Quarrata come Napoli?




Ho ricevuto da un nostro concittadino una foto scattata ieri 30 settembre che mostra lo stato di degrado della nostra città appena fuori la piazza pricipale, la sola per il momento non abbandonata a se stessa dalla nostra Pubblica Amministrazione.

Sindaco come Pinocchio?

Nella seduta del Consiglio Comunale del 28 settembre, nella quale si doveva discutere della richiesta dei consiglieri della opposizione di istituire una commissione speciale di indagine sulle vicende dell’inceneritore di Montale, erano presenti insieme a molti cittadini di Quarrata anche rappresentanti dei comitati contro l’inceneritore stesso. All’inizio della seduta alcuni di loro hanno fatto dono al Sindaco di un pinocchio di legno, la Dottoressa GORI ha mostrato di gradire il regalo.
Evidentemente sente di avere molte affinità con il burattino di Collodi…