CHI SEMINA VENTO RACCOGLIE TEMPESTA: DOPO ANNI DI APOLOGIA DELLA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE, CON UNA FORZA XENOFOBA AL GOVERNO DEL PAESE, QUESTI SONO I FRUTTI… CASA POUND NON C’ENTRA NULLA, IL PROBLEMA E’ AVER SDOGANATO IL RAZZISMO E AVERGLI DATO DIGNITA’ CULTURALE
Mentre Casa Pound prende le distanze da Gianluca Casseri («lo conoscevamo appena», “era considerato lo scemo del villaggio”), definendo l’assassinio dei due senegalesi «un gesto ripugnante», «un gesto vile e miope messo in atto da chi non ha a cuore il vero interesse della Nazione e finisce a fare il gioco del potere che a parole sostiene di voler combattere», ci sono forum di sedicente estrema destra in cui gli iscritti celebrano la memoria del loro «camerata».
Su stormfront.org, forum italiano di «White Pride, World White», si leggono commenti che inneggiano a Casseri quale «eroe bianco», che merita «rispetto e onore» perché ha avuto il coraggio di «fare pulizia di questa immondizia negra».
«E’ uno dei nostri» scrive un utente; «Rispetto e onore» gli fa eco Biomirko.
Chissà in quale mondo vivono questi due soggetti e a quali riferimenti valoriali facciano capo, ammesso che sappiano leggere.
C’è anche chi azzarda concetti più articolati, come NonConforme, «E’ il prezzo che ha pagato un eroe – dice – una situazione ormai figlia dell’esasperazione di chi ha creato questa società multietnica che è una bomba a orologeria pronta a esplodere, perché la storia insegna che tante etnie non possono coesistere insieme».
Ancora più deliranti le affermazioni di un certo Costantino che scrive: «Gli sbirri di m… che non ci sono mai quando un allogeno [uno straniero, ndr] delinque oggi sono stati efficientissimi. E’ terribile, Casseri è morto».
E siccome non c’è limite al delirio, Longobard, un nickname che è tutto un programma, prova a dire la sua: «Firenze è ormai contesa tra bande di sporchi negri criminali. E’ ora che qualcuno faccia pulizia di questa immondizia negra! Via negri e stranieri dall’Italia. Abbattere chi devasta le proprietà degli italiani».
Intanto su Facebook è subito nata l’immancabile pagina celebrativa dell’omicida, «Onore al Camerata Gianluca Casseri, Italiano Vero».
Pochi gli utenti che inneggiano alla sua terribile azione, una quindicina, ma molto significativi i post: immagini di manifestazioni con tanto di saluto romano, slogan pesantemente razzisti come «Morte ai negri» e frasi antisemite talmente sgrammaticate da risultare quasi incomprensibili («Havete le ore contate bancari giudii»); tanto che Sergio ribatte: «Io che sono albanese scrivo meglio».
A ruota, è nata una seconda pagina fan, sempre su Facebook («Gianluca Casseri e il conte Dracula Vlad Tepes eroi!!!») in cui Costel affianca la figura di Casseri a quella dello storico impalatore (di cui l’omicida era un appassionato), esaltando entrambi come eroi «anti islamici».
Il basso livello degli interventi dimostra che portare studi sulla struttura delle società aristocratiche (intesa come espressione della mente e non del censo), sulla fenomenologia dei flussi migratori, sulle diseguaglianze dei processi storici e sull’analisi geopolitica può provocare problemi psichici a persone già scosse mentalmente.
Persino nelle tradizioni di riferimento di costoro, gli eroi sono ben altri, non certo chi uccide a sangue freddo per odio razziale. Per questo suggeriremmo a certi sfigati una lettura alla presenza di un traduttore che sappia far comprendere i testi a fronte.
Forse costoro dimenticano i milioni di emigranti italiani a cavallo del secolo scorso che, spinti dalla necessità, approdarono nelle Americhe e nei paesi del nord Europa. Salvo che anche costoro, seguendo i loro criteri razziali, non avrebbero dovuto essere abbattuti dai locali a colpi di pistola.
In fondo è un peccato che non esistano più i campi di rieducazione dove, rompendosi la schiena a spaccare pietre per 10 ore al giorno, certi soggetti comprenderebbero i reali problemi della società in cui vivono.
E che il posto di lavoro non glielo ruba nessuno, se avessero voglia di lavorare.
Anche se in fondo essi sono solo il prodotto dello sdoganamento di una cultura razzista, fatta di egoismi e meschinità, che ha trovato persino rappresentanza al governo del nosstro Paese e dignità istituzionale (si fa per dire).
Ai figli di Borghezio e Calderoli, acculturati su malfatti Bignami senza libri di testo a fronte, non resta che la trincea razzista per giustificare il proprio fallimento. perchè la sfida del futuro è sulle intelligenze, non sul colore dela pelle.
Ieri non sono morti assassinati “due senegalesi”, ma due esseri umani di nome Mor Diop e Modou Samb che si guadagnavano onestamente da vivere in Italia.
Come un secolo fa nelle baracche svizzere vivevano ai margini della società tanti Salvatore e Carmela.
E per la povertà si deve avere rispetto, non odio.
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