venerdì 16 dicembre 2011

CANDIDATI SINDACI PER QUARRATA? PESCI NON FRESCHI


Scende in pista anche Dalì, per succedere alla peggio Sindaca di Quarrata – di cui peraltro il cadavere sta ormai per passare sul fiume, portato finalmente via dalla corrente: tanto che tutti, Sel compreso, ne prendono le distanze anche se in 10 anni di malgoverno, spreco e disprezzo della popolazione, hanno fatto una muraglia cinese a difesa di questa esperienza politica insulsa e offensiva per i cittadini.

Scende in campo anche Dalì, ma si affretta a dire che lui non è il delfino di Lei.

E ha ragione. Gli dobbiamo trovare solo un pesce adatto: trota non è possibile, perché c’è già Bossi junior; storione neppure, perché Dalì non viene da una vera esperienza sovietica, ma da ex-democristiani margheritini (anche questo sarebbe un legame con la peggio Sindaca); luccio nemmeno, perché sarebbe troppo vorace, ma lui non si è quasi visto in questi 10 anni di nulla.

E allora, come chiamarlo? Tinca? Forse sì, dato che abita in una cassa di espansione dell’Ombrone e di pantano ne ha respirato abbastanza con lo stare vicino alla sua padrona dalla quale non ha mai – ridiciamolo a chiare lettere – preso le distanze, come del resto anche quel bravo ragazzo del Mazzanti, che ora apre la polemica sull’acqua, ma esumandola solo per fini e scopi elettoralistici. Del resto lo sappiamo tutti che Mazzanti a Publiacqua c’è andato (e un tempo lo scrivemmo anche) solo una volta su dieci.

Ma per tornare alla metafora ittica – cioè dei pesci – Dalì potrebbe essere definito, visto che non ha mai detto di no alla sua padrona, se non il suo delfino almeno il suo baccalà: sempre pronto e rigido sugli attenti a seguirne le assurde decisioni. Una variante, per senso, potrebbe essere anche stoccafisso

Oggi, si ripete, tutti fanno finta di prenderne le distanze: ma puzzano tutti della stessa cucina sabriniana. Pd compreso che ha protetto, benda sugli occhi, questo Sindaco del nulla, senza battere ciglio.

Tutti tranne Burchietti.

Ecco. Per dare un segno di vera discontinuità bisognerebbe che il Pd avesse lanciato lui come candidato Sindaco; lui che, per non acconsentire agli scempi della peggio Sindaca, si è perfino dimesso con onestà e coraggio.

Dalì e Mazzanti, i due pesci candidati di ora, signori elettori di Quarrata, non sono freschi.

Hanno l’occhio spento da dieci anni di signorsì e insomma… puzzano già ora che sono in cassetta: figuriamoci se saranno messi sul banco!

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Buon giorno a tutti, confermo anch'io quanto già descritto nell'articolo. I due pretendenti sono merce già scaduta ma se costretto a scegliere, andrei su Mazzanti. Dalì è il delfino del Sindaco Sabrina Sergio Gori punto e basta. Lui ha il compito di riuscire a vincere per permettere a tutto l'entourage di vivacchiare per altri cinque o forse dieci anni.. Perchè il pensiero che si sta diffondendo in queste ore è il futuro della segretaria, "padrona del sindaco" che nessuno sa cosa potrà andare a fare poverina se verrà eletto per esempio il Mazzanti. E chi se ne frega non ce lo vgliamo mettere. Non sono problemi che ci interessano. Il Dalì è un "tappettino" steso solo per loro. Non fa una cosa se non sente prima il loro giudizio, non muove foglia senza il loro consenso. E in più sta coinvolgendo anche alcuni dipendendi nella campagna elettorale per le primarie, anche durante e soprattutto l'orario di lavoro. E la segretaria Vannelli che va e viene dall'ufficio come e quando pare a lei, dimenticandosi che è una dipendente, anche se a tempo determinato, del Comue di Quarrata e deve lavorare per la segretria del suo sindaco e non per fare la campagna elettorale al Dalì. E poi cerchiamo di non spendere i soldi pubblici per fare le campagne elettorali (telefono, fax, fotocopie a colori ecc.). Insomma con Dalì rimarrà tutto come adesso. La segretaria Vannelli adirittura candidata a fare l'assessore anche se Dalì smentisce, altre due o tre segretaria che non fanno una mazza e il Sindaco appoggiato dal servo Dalì per farsi sostenere alla guida della Società della Salute, visto che l'incarico del direttore generale Dott. Rossi è a tempo determinato. In ultimo non vanno dimenticati i vari piccoli e grandi centri di potere che già stanno tirando per la giacchetta il povero Dalì. Se lui legge questo commento che sto per lasciare, capirà al volo a cosa mi riferisco. Sempre gli stessi personaggi, i soliti padroni e i soliti leccapiedi. P.S. nel prossimo commento faremo anche qualche nome e cognome.