venerdì 13 luglio 2012

Al paese non serve una nuova destra, ma una nuova politica



Un suggerimento agli stucchevoli nostalgici di quadri organizzativi e direttive in vecchio stile Pcus o Forza Italia.



A chi ancora si arrovella le cervella nell’ingabbiare aprioristicamente concetti e idee all’interno di contenitori improduttivi e con la data di scadenza passata ormai da un pezzo.



Al paese non serve una nuova destra, né tantomeno la si può semplicisticamente individuare in quella che ha mancato tutti gli obiettivi possibili e immaginabili, rivoluzione liberale in primis.
All’Italia serve una politica nuova, che faccia volentieri a meno degli apparati che l’hanno appesantita come una balena spiaggiata, che dica “no, grazie” alle ricette farlocche su meno tasse per tutti, che hanno causato i dolorosi provvedimenti attuati oggi dal governo.



Che rifiuti uno stato asservito ai desiderata del feudatario di turno, che si indigni quando a dettare l’agenda è la pancia di una piazza di ebeti militanti anziché la logica programmazione di ampio respiro.



Il berlusconismo, sotto le spoglie di quella destra camuffata da polo moderato, si è presentato a cittadini e imprenditori, inducendoli a credere in un cambiamento effimero. Per poi tramutarsi non solo in un nulla di fatto, ma in un danno epocale. Dove sono le riforme promesse, i nuovi sbocchi occupazionali o le liberalizzazioni di chi ha invece monopolizzato l’etere? Né la rivoluzione liberale, né qualcos’altro di buono, dunque.
Da destra, da questa destra italiana-berlusconiana non si può oggettivamente aspettarsi uno scatto culturale, politico e attuativo. Semplicemente perché ha fallito a più riprese l’evoluzione contenutistica proposta.
E allora la strada deberlusconizzata da seguire non può che essere quella di un modello liberale e solidale di patriottismo costituzionale, che salvi il capitalismo dai capitalisti come osservato da Andrea Romano sul Foglio. Che parli alla gente non alle pance, che rompa il monopolio di contenitori obsoleti a cui una pletora di burocrati ha ammanettato per troppo tempo le sorti di una nazione intera.



di Francesco De Palo