Una piccola, buona notizia dal mondo del calcio è una piccola, buona notizia per l’Italia intera, per il grande potere simbolico del calcio. La piccola, buona notizia arriva da Firenze. Domenica scorsa l’Inter strapazza i padroni di casa. I quali, nonostante la strapazzata, fanno i padroni di casa: alla fine della partita, all’ingresso del tunnel che conduce negli spogliatoi, i calciatori della Fiorentina si mettono in fila e applaudono e stringono la mano a quelli dell’Inter. Non è la sola, piccola buona notizia del pomeriggio allo stadio Franchi: all’inizio è stato rispettato il minuto di silenzio per ricordare Manuela, la moglie dell’allenatore Cesare Prandelli morta ad appena 45 anni. Di solito il minuto viene riempito, e rovinato, di applausi e fischi. Stavolta il silenzio si è imposto con il suo frastuono.
Il tunnel del fair play, erroneamente chiamato 'terzo tempo' (i giocatori di rugby, dopo essersele date nei due tempi della partita, si ritrovano al pub a bere birra tutti assieme o, in Italia, alla sede del club a farsi una pastasciutta) alla Lega Calcio è piaciuto. Non il tunnel in sé, quanto il coro di elogi. La Lega ha allo studio qualcosa del genere da più di tre anni. Non se n’era fatto niente perché la cosa appariva complicata… Macché, bastava cominciare. A Firenze ci ha pensato la società dei fratelli Della Valle all’interno di un progetto ben più ampio, Viola Fair, che prevede assoluta correttezza in campo, niente proteste, nessuna reazione, zero polemiche contro gli arbitri, premi ai tifosi più corretti, cose del genere. Alla Lega è talmente piaciuto da renderlo obbligatorio da gennaio.
Scontate le obiezioni: se il gesto non è spontaneo – ha annotato subito un allenatore di grido – non ha valore. E ieri un tifoso, sul sito della sua squadra, osservava: «È mai possibile che non si riesca a capire che è proprio così che si modificano i comportamenti, ovvero facendo anche delle cose contro voglia?». Il tifoso della curva si rivela qui più saggio del miliardario della panchina. In effetti altre piccole, buone notizie giungono dal vituperato mondo del tifo. Gli ultrà dell’Atalanta hanno chiesto formalmente scusa per i gravi incidenti dell’11 novembre, quando impedirono lo svolgimento di Atalanta-Milan. Allora, il presidente bergamasco Ruggeri aveva usato parole molto dure, come deve fare un padre, un presidente, insomma, chi ha delle responsabilità e non si nasconde. Naturalmente, il calcio ha prodotto anche delle piccole, cattive notizie. A Taranto gli ultrà hanno fatto irruzione durante il processo a uno di loro. E all’autogrill di Soave, nei pressi di Verona, due tifosi della Cremonese di ritorno da Padova sono stati malmenati in un agguato troppo simile a quello di Arezzo, cose da poco (qualche livido…) finché non ci scappa il morto. Il tunnel del fair play diventerà dunque un’abitudine. Normale. Per questo perderà valore? Crediamo di no. Le buone abitudini sono salutari. Fanno cultura. Fa cultura il minuto di silenzio fatto di vero silenzio.
Fanno cultura i bambini gratis allo stadio, come già avviene a Udine e saltuariamente in altri stadi. Fa cultura il calciatore che rispetta sempre e comunque la decisione dell’arbitro. Fanno cultura le strette di mano – come avviene nel rugby, nel tennis e nella pallavolo – che dicono: la partita è finita, complimenti per l’impegno, il mio rispetto. Come noi giocatori ci rispettiamo, rispettatevi voi tifosi.
La riconquista della normalità passa anche da qui, dalle piccole buone notizie capaci di fare cultura.
Umberto Folena, http://www.avvenire.it