martedì 31 gennaio 2012

SQUALLORE E MISERIA


Nella Seconda Repubblica ne abbiamo dovute vedere di tutti i colori, ma, come si dice, al peggio non c’è limite.
L’occasione l’ha data, in queste primarie bulgare, in cui il Mazzanti ha raccolto il 70% delle preferenze, un gesto provocatorio di Maurizio Ciottoli, capogruppo Fli, a cui ha fatto seguito la povertà dell’anima del Sindaco che, quanto a stile, è sempre stata la martinicca del barroccio di questo nostro povero Comune disastrato da questo Sindaco-Disastro che, dopo 10 anni, ci dà una città che è più rattoppata delle culotte di un clochard, ma che pure ha, al suo attivo, milioni di euro in piste ciclabili, musei degli uccelli, delle zappe e dei forconi, e giardini d’arte in una Màgia che è servita solo a fare scattare foto di matrimoni.
Sul suo blog, sempre così moderato, la peggio Sindaca di Quarrata, con tutta la seriosità del peggiore spirito cattocomunista che si conosca, bacchetta Ciottoli: che lei, dichiaratamente nei fatti, odia da sempre e da sempre ha trattato come una pezza da piedi. Basta rileggersi le cronache di questi ultimi anni.
Con sarcasmo la Sabrina – di cui nessuno ne può più, né in casa sua né fuori – si lamenta dicendo che gli esponenti di destra le hanno imbastardito e inquinato le primarie: e che restituirà il favore quando alle primarie ci saranno i suoi antagonisti, il 12 febbraio.
Brava. Prima di tutto è questo lo spirito cristiano a cui lei si richiama sempre; in secondo luogo è così che si fa per tenere un comportamento continente e consono a chi – come lei – della politica ha fatto una missione di servizio alla gente. Complimenti.
Si ricordi però una cosa: che se il suo pupillo Dalì domenica non ha raccattato che bucce e noccioli, è anche grazie alla sua presenza al fianco del suo delfino della Caserana
Sabato sul mercato – ne prenda atto – quando chi chiedeva i voti per il Dalì diceva che dietro al «chi la visto?» delle primarie c’era Sabrina Sergio Gori come supporter, la gente avvicinata oltre a buttar via gli stampati, giurava che avrebbe votato Mazzanti che, se pure vicedisastro, è comunque contrario a quella Sindaca che a Quarrata ha portato male, degrado e recessione.
Anche dal punto di vista del rispetto democratico, dato che insultò Ciottoli in consiglio e non ha mai saputo chiedergli scusa. E dato che ha sbeffeggiato tutto il popolo di Quarrata serrandosi in Comune e non dando ascolto a niente e a nessuno: con la superbia di una regina senza cervello.

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domenica 22 gennaio 2012

CIALDI E PRATESI, DUE CANDIDATI SINDACI PER IL CENTRO


Sono stati finalmente presentati a Quarrata i due uomini che dovranno rappresentare, alle primarie del 12 febbraio, le future aspettative degli elettori di Quarrata che non ne possono più della Signora Sabrina – un vero e proprio disastro in tutti i sensi – e dei suoi epigoni-discendenti: uno anomalo, Mazzanti, che, pur vicedisastro per 5 anni, non è nell’occhio destro del Sindaco-disastro; l’altro, Dalì, suo erede universale: e più appropriato non avrebbe potuto trovarlo, la Sabrina, visto che lei, la peggio Sindaca, non ha fatto niente e che Dalì (come giustamente ha detto Cialdi in conferenza stampa) «è passato di colpo da Chi l’ha visto? in prima serata».

Hanno parlato i due candidati e hanno parlato i referenti politici delle liste da cui provengono i due. La cronaca la trovate su La Nazione e Il Tirreno.

Hanno spiegato che la prima loro preoccupazione è quella di dare un taglio al passato della Sabrina, al distacco dell’amministrazione dalla gente, assolutamente abbandonata dal disastro uscente.

Hanno detto cosa vogliono fare e ne hanno fatto un elenco – sia pure sommario – ma che sembra già significativo: depuratore della piana, analisi dei bisogni reali della gente per acqua, gas e fogne; viabilità, facilitazioni alle imprese per favorire la ripresa economica. Pratesi ha addirittura detto che Quarrata dovrà riconvertire la sua vocazione mobiliera in altro: o morirà del tutto.

Una proposta sull’utilizzo della Villa La Magia, anche: uffici comunali? Alienazione di ciò che avanza e/o ‘messa in produttività’ della struttura finora lasciata a gioiellino di famiglia per le foto-ricordo da matrimoni? Vedremo.

Sarà tutto da decidere, perché Cialdi ha chiaramente sottolineato che la decisione dovrà prenderla la popolazione, chiamata a dire cosa pensa dei possibili progetti della coalizione.

Una cosa è certa, che con questi due candidati e con gli accordi delle tre liste Udc-Fli-CittàPerTe, la via è sufficientemente segnata rispetto alla melassa del prima, il Pd verace (Mazzanti) o quello bastardo (Catto-Pd di Sergio Gori-Dalì): lo scarto ci sarà per forza, con questo fronte; e sarà uno scarto forte rispetto al prima, una vera e propria inversione di marcia.

E allora forza alla coalizione del progetto per Quarrata che vede fortemente motivati e uniti Udc-Fli-CittàPerTe.

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domenica 15 gennaio 2012

POVERA EX-CAPITALE DEL MOBILE!


Sì, è proprio il caso di dirlo, almeno dopo l’indecente partenza di questa campagna elettorale a sinistra, che vede contrapposti due scudieri della peggio Sindaca di Quarrata.
Vi ricordate che la avevamo definita il disastro di questa città?
Ebbene, per impadronirsi di quest’ultima frontiera del degrado di 10 anni di amministrazione Sergio Gori, come tutti sapete, ècco due verginissimi e nuovi che si fanno avanti e che – ma guarda! – fanno anche la mossa di crederci.
La mettiamo sotto metafora? Benissimo: abbiamo a portata di mano

Due bei lucidi e ruspanti
galli della Checca:
Dalì e Mazzanti.

Il primo è da 10 anni netti assessore della peggio Sindaca di Quarrata, ma è come se non fosse mai esistito: ha fatto solo da alzamano. Il più delle volte, anche se era presente, era come se fosse in coma: non si è mai mosso o fatto sentire. E se Dalì dovesse passare – cosa improbabile fino al punto, quasi, da scommetterci i gemellini… – sarà l’orecchio e la longa manus della Sabrina, la sua emanazione diretta, il suo ectoplasma: il che vorrebbe dire doverla sopportare, sotto mentite spoglie, per altri 5 o 10 anni, magari a suon di digestivi per non morire di nausea.
Il secondo, più baldanzoso e che si fa fotografare sorridente sotto la grande fontana di piazza Albania a Quarrata, è stato per 5 anni capogruppo Pd e per altri 5 vicesindaco (quindi vicedisastro del disastro principale peggio Sindaco di Quarrata) e ha saputo solo dire due cose: un c’è soldi e un c’è soldi. Per forza: perché li hanno buttati via in cazzate.
Prospettive meravigliose dunque. Ma la sinistra è pericolosa perché, come tutti sappiamo, va a votare tutta insieme come uno yogurt compatto Danone e, alla fine, batte la nausea della gente normale.
Loro, le sinistre, mangiano anche la cacca, pur di tenersi stretta la seggiola per fare il bene del popolo con le idee di Piuss da 20 milioni di euro da realizzare in balene e piste ciclabili da 8 miliardi delle vecchie lire buttati nella Fermulla e nella Stella per i ranocchi che ci gracidano d’estate.
E poi loro hanno anche tutti i transfughi laterali (vedi cartello) che fanno quadrato al momento opportuno, intorno a mamma-PD. Ricordatevelo bene tutti: non appena ce n’è bisogno, anche se i dissidenti hanno fatto il diavolo a quattro, pur di avere una seggiolina Idv, Sel, altri corrono come fido Bau alla mensa Comune a raccattare un osso.
Oltre questo scenario, date un’occhiata al Pdl che candida Flavio Berini a sindaco.
E chi l’ha mai visto? Un illustre sconosciuto in città, noto unicamente per essere il principe consorte della signora Dea Mantellassi. Un po’ poco, no?

E poi non si dovrebbe dire povera ex-capitale del mobile?

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venerdì 13 gennaio 2012

IL PATTO SCELLERATO



L’ATTO DI ACCUSA DI ROBERTO SAVIANO A NICOLA COSENTINO



Non tiri un sospiro di sollievo, Onorevole Cosentino, trattenga ancora il fiato.Non creda che questa congiura dell’omertà che si è frapposta tra lei e le richieste della magistratura, possa sottrarla dal dovere di rispondere di anni di potere politico esercitato in uno dei territori più corrotti del mondo occidentale.Non tiri un sospiro di sollievo, Onorevole Cosentino, perché quel fiato non dovrà usarlo solo per rispondere ai giudici.Il fiato che risparmierà lo deve usare per rispondere a chi ha visto come lei ha amministrato - e lo ha fatto nel peggiore dei modi possibile - la provincia di Caserta, plasmando una forma di contiguità, i tribunali diranno se giudiziaria ma sicuramente culturale, con la camorra.Onorevole Cosentino, per quanto ancora con sicumera risponderà che le accuse contro di lei sono vacue accuse di collaboratori di giustizia tossicodipendenti.I pentiti non accusano nessuno, dovrebbe saperlo. I pentiti fanno dichiarazioni e confessioni; i pm ne riscontrano l’attendibilità ed è l’Antimafia a formulare l’accusa, non certo criminali o assassini.Lei, ribadisco, non è accusato da pentiti, lei è accusato dall’Antimafia di Napoli.Ma anche qualora i tribunali dovessero assolverla, lei per me non sarebbe innocente.E la sua colpevolezza ha poco a che fare con la fedina penale. La sua colpa è quella di avere, per anni, partecipato alla costruzione di un potere che si è alimentato di voti di scambio, della selezione dei politici e degli imprenditori peggiori, il cui unico talento era l’attitudine al servilismo, all’obbedienza, alla fame di ricchezza facile.Alla distruzione del territorio. La ritengo personalmente responsabile di aver preso decisioni che hanno devastato risorse pubbliche, impedito che nelle nostre terre la questione rifiuti fosse gestita in maniera adeguata.Io so chi è lei: ho visto il sistema che lei ha contribuito a produrre e a consolidare che consente lavoro solo agli amici e alle sue condizioni.Ho visto come pretendevate voti da chi non aveva altro da barattare che una “x” sulla scheda elettorale.Sono nato e cresciuto nelle sue terre, Onorevole Cosentino, e so come si vincono le elezioni.So dei suoi interessi e con questo termine non intendo direttamente interessi economici, ma anche politici, quegli interessi che sono più remunerativi del danaro perché portano consenso e obbedienza.Interessi nella centrale di Sparanise, interessi nei centri commerciali, nell’edilizia, nei trasporti di carburante, so dei suoi interessi nel centro commerciale che si doveva edificare nell’Agro aversano e per cui lei, da quanto emerge dalle indagini, ha fatto da garante presso Unicredit per un imprenditore legato ad ambienti criminali.Onorevole Cosentino, per anni ha taciuto sul clan dei casalesi e qualche comparsata ai convegni anticamorra o qualche fondo stanziato per impegni antimafia non possono giustificare le sue dichiarazioni su un presunto impegno antimafia nato quando le luci nazionali e internazionali erano accese sul suo territorio.Racconta che don Peppe Diana sia suo parente e continua a dire essere stato suo sostenitore politico.La prego di fermarsi e di non pronunciare più quel nome con tanta disinvoltura.È un uomo già infangato per anni, i cui assassini sono stati difesi dal suo collega di partito Gaetano Pecorella, peraltro presidente della commissione bicamerale sulle ecomafie e membro della Commissione Giustizia.Perché non è intervenuto a difendere la sua memoria quando l’Onorevole Pecorella dichiarava che il movente dell’omicidio di Don Diana “non era chiaro” gettando, a distanza di anni, ancora ombre su quella terribile morte?Come mai questo suo lungo silenzio, Onorevole Cosentino?Sono persuaso che lei sappia benissimo quanto conti questo silenzio.È il valore che ha trattato in queste ultime ore con i suoi alleati politici.È questo suo talento per il silenzio a proteggerla ora. E’ scandaloso che in Parlamento si sia riformata una maggioranza che l’ha sottratta ai pubblici ministeri. Ma in questo caso nessuno, nemmeno Bossi - anche al prezzo di spaccare la Lega- poteva disubbidire agli ordini di un affannato Berlusconi.Perché lei, Onorevole Cosentino, rappresenta la storia di Forza Italia in Campania e la storia del Pdl.E lei può raccontare, qualora si sentisse tradito dai suoi sodali, molto sulla gestione dei rifiuti, e sulle assegnazioni degli appalti in Campania.Può raccontare di come il centro sinistra con Bassolino, abbia vinto le elezioni con i voti di Caserta e come magicamente proprio a Caserta il governo di centro sinistra sia caduto due anni dopo.Lei sa tutto, Onorevole Cosentino, e proprio ciò che lei sa ha fatto tremare colleghi parlamentari non solo della sua parte politica.Sì perché lei in Campania è stato un uomo di “dialogo”.Col centro sinistra ha spartito cariche e voti. Onorevole Cosentino, so che il fiato che la invito a risparmiare in questo momento lo vorrebbe usare come fece con Stefano Caldoro, suo rivale interno alla presidenza della Regione.Ha cercato di far pubblicare dati sulla sua vita privata.Ha cercato di trovare vecchi pentiti che potessero accusarlo di avere rapporti con le organizzazioni criminali.Pubblicamente lo abbracciava, e poi lanciava batterie di cronisti nel tentativo di produrre fango.Onorevole Cosentino, so che in queste ore sta pensando a quanti affari potrebbe perdere, all’affare che più degli altri in questo momento le sta a cuore. Più del centro commerciale mai costruito, più dei rifiuti, più del potere che ha avuto sul governo Berlusconi.Mi riferisco alla riconversione dell’ex aeroporto militare di Grazzanise in aeroporto civile. Si ricorda la morte tragica di Michele Orsi, ammazzato in pieno centro a Casal di Principe? Si ricorda la moglie di Orsi cosa disse?Disse che lei e Nicola Ferraro eravate interessati alla morte di suo marito. Anche in quel caso ci fu silenzio. Michele Orsi aveva deciso di collaborare con i magistrati e stava raccontando di come i rifiuti diventano soldi e poi voti e poi aziende e poi finanziamenti e poi potere.Lei si è fatto forte per anni di un potere basato sull’intimidazione politica e mi riferisco al sistema delle discariche del Casertano che a un solo suo cenno avrebbero potuto essere chiuse perché la maggior parte dei sindaci di quel territorio erano stati eletti grazie al suo potere: il destino della monnezza a Napoli - cui tanto si era legato Berlusconi - era nelle sue mani.Onorevole Cosentino, non tiri un sospiro di sollievo, conservi il fiato perché le assicuro che c’è un’Italia che non dimenticherà ciò che ha fatto e che potrebbe fare.Non si senta privilegiato, non la sto accusando di essere il male assoluto, è solo uno dei tanti, ahimè l’ennesimo.Lei per me non è innocente e non lo sarà mai perché la camorra che domina con potere monopolistico ha trovato in lei un interlocutore.Non aver mai portato avanti vere politiche di contrasto, vero sviluppo economico in condizioni di leale concorrenza e aver difeso la peggiore imprenditoria locale, è questo a non renderle l’innocenza che la Camera dei Deputati oggi le ha tributato con voto non palese.Onorevole Cosentino prenderà questo atto d’accusa come lo sfogo di una persona che la disprezza, può darsi sia così, ma veniamo dalla stessa terra, siamo cresciuti nello stesso territorio, abbiamo visto lo stesso sangue e abbiamo visto comandare le stesse persone, ma mai, come dice lei, siamo stati dalla stessa parte.
Roberto Saviano(da “La Repubblica”)

Una giornata di merda. Per la giustizia e per la politica





di Filippo Rossi
È una giornata di merda, una di quelle che ti danno una botta in testa e non ti rialzi più, stordito di fronte a una realtà bruttissima che prende inesorabilmente il sopravvento. Forse c'eravamo troppo bene abituati in queste settimane: un governo degno di un paese normale, serio, affidabile, professionale. E sì, ci siamo abituati bene anche quando il sottosegretario “a sua insaputa” Malinconico si è dovuto dimettere in un batter di ciglia, senza che qualcuno urlasse alla “stampa comunista” o alla magistratura assassina.
E invece eccoci qua a commentare una giornata di merda. Non stiamo qui a entrare nel merito delle disquisizioni giuridiche: pochissimo conta. Quel che conta e importa è l'effetto che fa capire che troppo ancora è e sarà come prima, capire che per il combinato composto della decisione della Consulta sul referendum e la decisione della Camera su Cosentino ci restituisce l'immagine di un paese che non vuole cambiare, che non sa cambiare. La decisione della Consulta – anche se prevedibile – ci “regala” la (quasi) certezza che dovremo ancora votare i nostri rappresentanti con liste bloccate, che dovremo ancora votare senza scegliere, senza libertà. Tecnicamente, la Consulta avrà preso anche la decisione giusta ma a noi rimane la tristissima sensazione di un funerale della democrazia.
La decisione della Camera ci restituisce l'idea di una casta che non sa far altro che difendere i propri privilegi, che se ne frega di quel che succede fuori dal Palazzo, che preferisce difendere fino alla morte un (presunto) camorrista piuttosto di fare pulizia al proprio interno. Come ha scritto su Twitter Ferruccio de Bortoli, «poi non si lamentino se l’immagine della politica è scesa così in basso».
Perché mai uno come Cosentino non deve poter andare in carcere come qualsiasi altro cittadino accusato di quei reati? Perché? Non c'è una vera risposta. E nessuna risposta può essere cercata in una Costituzione che certo non è stata scritta per difendere gente che va a braccetto con i camorristi.
A sentirli parlare tutti potevano avere “tecnicamente” ragione o torto. Quel che rimane, però, è l'atroce sensazione di aver partecipato al funerale della giustizia. Sì, proprio una giornata di merda.



mercoledì 11 gennaio 2012

Caro Pier, ma noi non ci saremo... .



Per gli appassionati di retroscenismo è ormai un “must” e da diversi mesi (soprattutto dopo le vicende siciliane) la voce gira insistente, speranzosa o incredula a seconda delle geografie politiche. È il ritorno di Pierferdinando Casini nell’orbita del centrodestra berlusconiano, per riforndare - senza la scomoda presenza della Lega - un “partito popolare italiano” che si ponga come alternativa al centrosinistra e permetta all’apparato di Forza Italia e del Pdl di sopravvivere al crollo della leadership del Cavaliere.
E ora, per quanto remoto possa apparire lo scenario, c’è chi ne parla come se fosse un esito più che probabile. Anzi, è spuntato anche - sul sito di Affari Italiani - il possibile nome della nuova creatura democristian-pidiellina: Democrazia e libertà. Sarebbe questa la sigla che l’ex premier avrebbe scelto, assieme al fidato Angelino Alfano e ad altri “esperti” di dialogo con i centristi come Frattini, Lupi e Galan. L’unico modo per ripresentarsi agli italiani dopo il fallimento clamoroso del Popolo della libertà sarebbe - secondo i “moderati” berlusconiani - l’alleanza con lo scudocrociato di Casini.

Certo è che non si tratterebbe di un’alleanza “con il Terzo polo”, come auspicano alcuni. Perché un ritorno all’ovile arcoriano, sia pure con un’etichetta diversa e con un nuovo leader come Angelino Alfano (il cui grado di indipendenza dai voleri di Berlusconi è più o meno pari allo zero, almeno per quel che si è visto finora) significherebbe la fine del Terzo polo. E anche la fine della scommessa futurista, che ha provato a delineare scenari diversi, fuori dagli schieramenti passati, e soprattutto fuori dal modello berlusconiano di intendere la politica.

Per questo qualora scattasse il “ritorno a casa”, noi non ci saremo. E non saremo nemmeno con chi - è accaduto anche questo - dall’interno di Futuro e libertà chiede la ricostituzione di Alleanza nazionale “da Fini a La Russa”. La scommessa era un’altra. Gettare un seme e non un’àncora in attesa di rientrare nel porto.