Paese della fertilità: è il nuovo nome di Quarrata. L’ha detto
Simona Branchetti al
TG5, ieri, 12 settembre, durante l’edizione delle 20.
A
Quarrata la cicogna ha fatto il nido. Quarrata è, per la cicogna, quello che
Francoforte sul Meno è per
Lufthansa, l’
aeroporto-madre di bandiera.
E non c’è da meravigliarsi di questo: Quarrata ha
La Querciola, l’oasi naturalistica più bella e importante del mondo; l’oasi che resta aperta tutto l’anno e offre una recettività di
ben 15 posti letto in ostello, pronti ad accogliere migliaia di visitatori e di giovanissime speranze del domani in candidi lettini da
Biancaneve e i sette nani; una struttura, la
Casa di Zela, che ci è stata donata,
per grazia di Dio e volontà della Nazione, dalla famiglia Banchelli – e che, se Dio vuole, ci è costata
appena 937mila euro, di cui
solo 275mila dei Quarratini.
Quarrata ha anche
La Màgia, una villa medicea che costa un occhio della testa, ma in cui si possono ospitare, per
ben un mese all’anno, qualche decina di ragazzi studiosi di fisica e astrofisica; ma oltre a questo anche spettacoli
jazz e
cinema e
chiccai di Lamporecchio e
cene e
matrimoni e vescovati (che
son dal cielo destinati) e poi… splendenti installazioni di artisti viventi, che stanno reintroducendo un
Nuovo Rinascimento nella storia dell’arte, con tubi al neon e scritte sorrette da strutture Dalmine, e tappeti di erba e altre bellezze di questo genere, capaci di ricreare l’ideale cinquecentesco e classico del
locus amoenus, il
luogo bello e piacevole in cui stare bene, con ruscelletti e vari fiori ed erba per sognare…
Quarrata garantisce una salubrità dell’aria disseminata di
vapor leggeri di pascoliana memoria: vapori e polveri sottili spìntici dalla tramontana dall’inceneritore di Montale, fermato anche a giugno scorso senza che nessuno ne abbia mai saputo niente fino ad oggi. E il Comune di Quarrata ne è comproprietario, di questa bella macchina da inquinamento. La condivide con il
CIS.
Quarrata gode dell’olezzo dei fiori dei vicini vivai di Pistoia: così la
retorica un po’
squacquerona di
Simona Branchetti, che viene, dice tre dati scollegati e senza senso – 256 nati, 51 stranieri –, non conosce nessuno e, come tutti gli inviati speciali, se ne va in tre minuti, dopo aver sparato un sacco di stupidaggini da
bella lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città. Un modo come un altro per dare una pacca sulla spalla agli allocchi. Ma nessuno dice che i vicini vivai di Pistoia, con tutta la vasetteria, scaricano sì profumi in aria: ma nel suolo, e quindi nel sottosuolo e nell’acqua, fitofarmaci e anticrittogamici a non finire; e che da qualche tempo i vivaisti possono anche adoperare sostanze inquinanti senza essere tenuti al rispetto rigoroso di certe norme di legge sulla documentazione dell’impiego e dell’utilizzo di sostanze nocive.
Quarrata è a 11 chilometri dai
fiori e dai
tumori di Pistoia, una delle città peggiori d’Italia sotto questo profilo sanitario. Ecco perché Quarrata è bella, è una città meravigliosa, è un
posto – come ha detto il sindaco dinanzi alle telecamere (non gliene importava che fossero di
Berlusconi: bastava che la facessero
pavoneggiare, ed era già lì che
scodinzolava: guardatela e diteci se non è vero… – è
un posto dove si sta bene. Specialmente lei. E tanto bene che si sente dire che ha acquistato casa a Montecatini.
Quarrata è una grande città perché, per le menti sopraffine di certi giornalisti-interpreti delle realtà che viviamo, il dato dell’alta natalità coincide, di per sé, con il postulato assiomatico secondo cui
dove si nasce in tanti, si sta per forza bene, anzi meglio. Anche questo è un nobile frutto dello studio della storia per cui si sono battuti i marxisti e i ministri dell’istruzione di sinistra: ma ci si dimentica che le aringhe fanno milioni di uova perché le balene fanno fuori miliardi di aringhe; ci si scorda degli indici di natalità dei Paesi sottosviluppati del Sud del mondo; si tace di quanta gente nasceva nell’Italia della miseria delle
terre del sacramento e si salta a piè pari alle
conclusioni-droga:
tanta gente, tutto bene. È, insomma, l’ottica del
venite tutti in Italia perché più siamo e meglio si sta e le cose vanno meglio e tutti si socializza e si diventa anche neosocialisti: il che significa
PD di Franceschini e poi
di Bersani, cioè
catto-com, che in parte somiglia al
TG5.com, peraltro guidato da chi le sinistre le ha conosciute bene.
Tra le rose e le viole, a Quarrata si sta bene: noi vogliamo tanto bene alla madre superiora, perché a Quarrata la famiglia (se
DS) ha un ruolo centralissimo in ogni aspetto della vita socio-economico-politico-biologico-culturale-solidale etc. etc. etc. periodico.
E ora il
rovescio della medaglia.
Quarrata: 200 posti di lavoro persi a causa dell’attuale crisi economica (fonte CGIL).
Quarrata: per parlare con il sindaco ci vogliono anche
17 giorni di lista di attesa (ma che avrà da fare?); e se gli scrivi un'istanza non ti risponde: la storna nei meandri di quegli uffici che non rispondo mai (a richiesta possiamo produrre documenti certi di questa
in-trasparenza o, se volete, omissione di atti d’ufficio).
Quarrata: un territorio coperto di sporcizia ammassata dallo stesso
Ufficio Lavori Pubblici e Ambiente.
Quarrata: depuratori che non funzionano e scaricano
bottino puro (la famosa
merde del generale francese
Pierre Cambronne) nei fossi; e siamo certi che essi non funzioneranno, se tutto va bene, fino al 2016, ma nel frattempo si pagano quattrini a
Publiacqua che lascia l’acquedotto in condizioni da
colabrodo.
Quarrata: ed hai
gatti,
civette e
balene in centro; hai un
villaggio normanno e una
architettura baltica appena al di là della porta del
Suk, che si affaccia su piazza Risorgimento.
Quarrata: ed hai, volendo – nelle
belle frazioni collinari e in aree decentrate – strade vicinali, interpoderali e di uso che è sempre stato pubblico dalla notte dei tempi,
ostruite,
invase,
incatenate dai nuovi arrivati dalla città e da fuori che, acquistata una colonica, hanno fatto e disfatto come è loro parso con l’avallo degli uffici
Urbanistica e
Lavori Pubblici che si sono riparati sotto il comodo ombrello del “
fatti salvi i diritti dei terzi”, senza controllare un bel nulla perfino in zone di
vincolo ambientale. E magari, mentre cammini per queste
amate sponde, ti trovi dinanzi anche cani sciolti di grande taglia e grossa stazza, e ti senti dire di non azzardarti mai più a passare da dove sei sempre passato da una intera vita.
Quarrata: e hai intere frazioni
senza fogne,
senza acquedotto e
senza gas.
Quarrata: e hai la gente degli Olmi che lotta da una vita contro l’inquinamento acustico e fisico-chimico del supertraffico della Statale 66.
***
Questa è
Quarrata paese della
fertilità?
Non sarà mica, per caso, per
discariche e
liquami vaganti, il paese dei
fertilizzanti?
Questa è
Quarrata: città che ha una Giunta che lamenta di non avere 50 o 100mila euro per le manutenzioni delle scuole e i servizi necessari, ma che parla e preannuncia, per bocca dell’
illuminata, dinanzi alle telecamere del
Cavaliere, l’imminente miracolosa costruzione di scuole di ogni ordine e grado, dai nidi all’università, tra poco – e oltre.
E intanto a Quarrata, scrive
Marta Quilici,
raddoppia il numero delle famiglie in miseria. E intanto a Quarrata, diciamo noi, l’unica
quasi-scuola, di cui si può parlare, è l’acquisizione di uno stanzone nei pressi della rotonda di via Folonica, zona San Lorenzo, in cui l’amministrazione realizzerà qualche aula, magari con tramezzi di cartongesso perché costano meno – mentre le costruzioni di scuole elementari in via Dante Alighieri e di un asilo nido ci sono, sì: ma solo nella
pentolaccia dei sogni di
SSG8, di là da venire come l’eccelsa
piscina di Vignole, quasi quasi già inaugurata due anni fa, in campagna elettorale, poi ripresa in questi ultimi mesi e lasciata lì, tra un articolo della
Nazione e un altro.
Davvero non c’è
faccia, Sindaco!
C’è rimasto solo il
back, ben accarezzato dai media del
Cavaliere in faccia al quale non sputate mai neppure voi, suoi
tirannicidi, quando venite intervistati – anche perché col
back non è facile sputare, è chiaro…
Questa è Quarrata.
Una Quarrata… da ‘bere’. Ma per gli ingenui, vogliamo dire: per quei
candidi (di
spirito, non di
voto) che non vogliono rendersi conto del fatto che certe
strombazzate hanno tutta l’aria di essere soltanto delle vere e proprie mascalzonate.
Quarratini,
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