Prendo a prestito lo slogan di una coop per parlare in realtà di altre cooperative.
Antefatto, tre bravi studenti documentano una massiccia violazione delle norme di sicurezza in un cantiere edile nel centro di Milano.
La cosa potrebbe anche non apparire, purtroppo, così eccezionale se non fosse che l’edificio sarà destinato ad ospitare la sede della CGIL.
Ovviamente la CGIL non è responsabile del cantiere, lo sono i costruttori (che però potrebbero essere tenuti d’occhio meglio da chi di dovere).
Allora vediamo chi è il costruttore: ITERcoop, cooperativa di costruzioni rossa a me nota avendo anch’essa la sede a Lugo.
A questo punto lo scandalo è doppio, perché proprio le cooperative dovrebbero tutelare al massimo i propri lavoratori e la legacoop dovrebbe prendere seri provvedimenti contro le consociate che non rispettano le norme di sicurezza. Si tratta di un dovere morale e sociale.
Grande arrampicatura sugli specchi dei responsabili (leggete nell’articolo per credere) per dire che se gli operai non hanno i caschi in testa è colpa loro. Strano che le stesse persone se avessero parlato di imprese private anziché di cooperative avrebbero probabilmente (e giustamente direi) detto che comunque sopra a tutto e tutti c’è il datore di lavoro che deve far lavorare solo coloro che sono disposti a non mettere in secondo piano la propria ed altrui sicurezza, per il bene degli individui e della collettività aziendale e civile.
E con l’ITER abbiamo la terza cooperativa rossa di costruzioni della zona che predica bene ma razzola male.
Prima di lei infatti abbiamo la CMC di Ravenna che costruirà l’ampliamento della base NATO Dal Molin.
Ed ancora prima c’era la Coop Costruttori di Argenta, fallita con migliaia di lavoratori che hanno perso stipendi e risparmi di una vita che erano stati costretti a depositare presso la coop stessa.
Non tutti i mali dell’Italia sono Rete4 ed i paladini della giustizia e del moralmente superiore dovrebbero essere un po’ coerenti anche nei confronti di costoro.
Antefatto, tre bravi studenti documentano una massiccia violazione delle norme di sicurezza in un cantiere edile nel centro di Milano.
La cosa potrebbe anche non apparire, purtroppo, così eccezionale se non fosse che l’edificio sarà destinato ad ospitare la sede della CGIL.
Ovviamente la CGIL non è responsabile del cantiere, lo sono i costruttori (che però potrebbero essere tenuti d’occhio meglio da chi di dovere).
Allora vediamo chi è il costruttore: ITERcoop, cooperativa di costruzioni rossa a me nota avendo anch’essa la sede a Lugo.
A questo punto lo scandalo è doppio, perché proprio le cooperative dovrebbero tutelare al massimo i propri lavoratori e la legacoop dovrebbe prendere seri provvedimenti contro le consociate che non rispettano le norme di sicurezza. Si tratta di un dovere morale e sociale.
Grande arrampicatura sugli specchi dei responsabili (leggete nell’articolo per credere) per dire che se gli operai non hanno i caschi in testa è colpa loro. Strano che le stesse persone se avessero parlato di imprese private anziché di cooperative avrebbero probabilmente (e giustamente direi) detto che comunque sopra a tutto e tutti c’è il datore di lavoro che deve far lavorare solo coloro che sono disposti a non mettere in secondo piano la propria ed altrui sicurezza, per il bene degli individui e della collettività aziendale e civile.
E con l’ITER abbiamo la terza cooperativa rossa di costruzioni della zona che predica bene ma razzola male.
Prima di lei infatti abbiamo la CMC di Ravenna che costruirà l’ampliamento della base NATO Dal Molin.
Ed ancora prima c’era la Coop Costruttori di Argenta, fallita con migliaia di lavoratori che hanno perso stipendi e risparmi di una vita che erano stati costretti a depositare presso la coop stessa.
Non tutti i mali dell’Italia sono Rete4 ed i paladini della giustizia e del moralmente superiore dovrebbero essere un po’ coerenti anche nei confronti di costoro.