giovedì 26 giugno 2008

La guardia medica non raddoppierà.

L’Asl gela le speranze quarratine: «Richieste in calo del 20% in un anno»

Centrodestra all’attacco «La sanità non si fa coi numeri». Niccolai accusa il sindaco di tenere una linea troppo morbida.

Potenziare la guardia medica? Non ve ne è bisogno, risponde la maggioranza a Forza Italia e Alleanza nazionale visionando i dati forniti nel corso dell’ultimo consiglio comunale dal dottor Roberto Torselli, responsabile di area dell’Asl n. 3. Le richieste di intervento alla guardia medica sono diminuite, passando dalle 1065 del 2006 alle 963 del 2007. Entro settembre, fa sapere Torselli, la Asl presenterà lo studio progettuale sulla riorganizzazione del Caselli. Perché non è stato potenziato come promesso il servizio di guardia medica? Lo hanno chiesto in un’interpellanza An e Forza Italia, sollecitando la presenza di un secondo medico al Caselli da luglio a settembre e da ottobre a dicembre. La risposta di Torselli è affidata ai numeri. «Nel 2007 abbiamo registrato una diminuzione del 20% degli interventi eseguiti dalla guardia medica. I dottori impegnati nel turno di continuità assistenziale non hanno a loro volta avanzato richieste di raddoppio del turno. Abbiamo autorizzato l’affiancamento di un medico durante alcuni turni nei primi mesi del 2008, in coincidenza con l’epidemia influenzale». Non vi è necessità, prosegue Torselli, di potenziare il servizio in estate, perché le cifre dimostrano che le richieste in questo periodo sono minori. E il medico di emergenza-urgenza a bordo delle autoambulanze che svolgono il servizio di 118 sul territorio quarratino? Secondo le opposizioni, che hanno presentato una mozione al riguardo, ve ne sarebbe bisogno. Per l’estensione del territorio quarratino, e la presenza di numerose frazioni collinari. «L’automedica del 118 - sostiene Maurizio Ciottoli, An - impiega troppo tempo per raggiungere località come Colle o Forrottoli partendo da Agliana». «Il sistema di emergenza-urgenza del 118 in provincia - ha risposto Torselli - è stato istituito nel 95, e sin da allora, per motivi logistici, è stato posizionato ad Agliana. Nel marzo del 1999 l’ambulanza con medico a bordo è stata sostituita da un’automedica (medico e infermiere a bordo) localizzata presso il distretto Usl di Agliana. Questa nuova organizzazione ha portato indiscutibili vantaggi, sia per quanto riguarda l’operatività delle due associazioni locali di volontariato che per la qualità dei servizi erogati». A conclusione del’analisi, Torselli cita il rapporto tra mezzi di soccorso medicalizzati e densità di popolazione elaborato nel maggio 2007 dalla Simeu (Società italiana di medicina di emergenza urgenza): 1 punto di soccorso fino a 150.000 abitanti per le aree metropolitane e 1 punto di soccorso ogni 50.000-60.000 abitanti per le realtà suburbane. «La salute non si fa coi numeri - ribatte il consigliere di Fi Daniele Ferranti - Questa sanità che fa i conti al risparmio ed evita di considerare le condizioni di ogni territorio nel quale deve operare, non può fare il bene dei cittadini». Soddisfatta dalle cifre fornite dalla Asl la maggioranza, che aveva presentato a sua volta un’interpellanza sollecitando un lavoro più continuo e costante (anche in vista della nascita della Casa della Salute) con l’azienda sanitaria. Con 12 voti contrari e 8 favorevoli (quelli delle opposizioni) è stato respinto un emendamento del capogruppo di Città per te, Marco Grassini, all’interpellanza di An e Forza Italia. Grassini chiedeva l’istituzione di un servizio di guardia pediatrica al Caselli. «Si difendono le scelte della Asl - è stato il commento a caldo del consigliere di Fi Mario Niccolai rivolto al sindaco - perché si spera che finito il mandato la Asl ci trovi un’occupazione». Il giorno dopo, la risposta di Sabrina Sergio Gori è affidata a una lettera aperta. «Un’occupazione ce l’ho già, e non ho dovuto raccomandarmi a nessuno. Il punto non è che dichiarazioni così forti possano essere offensive nei miei confronti, perché probabilmente lo spirito è proprio quello di ledere in qualche modo la mia figura e la mia onestà. È che questo stile impedisce un confronto sulle “cose vere”: i problemi ma anche le potenzialità e i pregi di Quarrata. Non so se sono troppo idealista, ma mi piacerebbe una politica a servizio della gente e non contro qualcosa o qualcuno».

Dalla cronaca locale de "Il Tirreno" del 26/06/2008

mercoledì 25 giugno 2008

E’ nato il Circolo


Si è costituita in questi ultimi giorni a Quarrata una nuova realtà, il Circolo della Libertà Quarrata Piana Pistoiese, facente parte dell'Associazione Nazionale Circoli della Libertà creati circa un anno e mezzo fa da Michela Vittoria Brambilla su indicazione del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi.
Il Circolo della Libertà di Quarrata nasce dalla iniziativa di un gruppo di amici, che facendo riferimento ad un'area politica di centro destra, credono ci sia bisogno, anche dopo la straordinaria vittoria del Popolo della Libertà alle elezioni politiche dell'Aprile scorso, o forse più di prima, di spazi liberi in cui esprimersi senza dover rendere conto ai potentati locali. Con questa iniziativa vogliamo dar voce e corpo a tutte quelle persone che non trovano un'adeguata rappresentanza nei vecchi riti della politica locale e nazionale.
Ci sono infatti troppi cittadini che si sentono esclusi dai processi di costruzione del futuro. I partiti tradizionali e le loro dirigenze tendono ad escludere ed a mettere in un angolo con una burocrazia incomprensibile chi vuol partecipare e chi ha idee da proporre.
Vogliamo con questa iniziativa tentare un recupero della voglia di far politica, di parlare dei problemi dei cittadini e di proporre soluzioni per risolverli senza dover passare prima dalle stanze dei capetti locali.
Vogliamo insomma, a Quarrata così come a Pistoia come in tutto il Paese, con le migliaia di Circoli della Libertà, contribuire a costruire un grande Popolo della Libertà che sappia sconfiggere le lobby e privilegiare i meriti.
Il circolo si costituisce di undici soci fondatori quali Gianluca Fantacci, presidente, Laura Bagni, Marzio Barontini, Andrea Biagi, Silvana Brambilla, Benedetta Burchietti, Enrico Giuliani, Lorenzo Mantellassi, Mario Niccolai, Piera Paoli, Leonardo Pasquinucci.


Per informazioni, contatti e iscrizioni rivolgersi a:
gianlucafantacci@libero.it
marioniccolai3@virgilio.it

La stampa europea si accorge che sulla giustizia ha ragione Berlusconi

E' destinata a saltare la cappa di conformismo anti-berlusconiano che regna in Europa, soprattutto a livello mediatico? Una prima crepa nell'atteggiamento pregiudizialmente ostile della stampa estera nei confronti di Berlusconi potrebbe essere individuata nell'editoriale pubblicato sabato scorso dal Financial Times, in cui Christopher Caldwell spiega che l'Italia farebbe bene a porre un freno ai giudici. E' la prima volta che un autorevole quotidiano europeo dà ragione a Berlusconi sui suoi problemi giudiziari.«L'Italia ha il diritto di frenare i suoi giudici», è il titolo della column. «E' ovvio che non hanno ragione», osserva l'editorialista riferendosi ai magistrati e spiegando che Spagna, Francia, Germania e Unione europea hanno una qualche forma di immunità, che «non dà ai funzionari eletti mano libera, ma serve a proteggere il diritto dell'elettorato di essere governato da persone che hanno scelto democraticamente».«Le accuse contro Berlusconi - si chiede Caldwell - scaturiscono da una disinteressata ricerca di giustizia oppure da un desiderio di una certa parte dell'elite italiana di revocare una scelta popolare non gradita?». Per rispondere a questa domanda l'editorialista parte da un dato di fatto, che in Italia, da oltre 15 anni, «i giudici godono di un livello di potere unico in Occidente», e ricostruisce il quando e il come l'hanno raggiunto:
«Nei primi anni Novanta, quando gli italiani avvertirono che non avrebbero più avuto bisogno di tollerare la corruzione che rientrava in un patto regolare della politica della guerra fredda, giudici ambiziosi destituirono le leadership dei principali partiti in processi di corruzione. L'attività di epurazione condotta in Italia nel periodo successivo alla Guerra fredda è stata più accurata di quella condotta da parecchi paesi comunisti. Vi fu una reggenza del potere giudiziario sui rappresentanti eletti dal popolo, con i giudici che passavano al setaccio la classe dirigente della generazione successiva».
Un potere del genere, alla lunga, «non è salutare per una democrazia». Il sistema, secondo Caldwell, è «malsano», tanto che gli italiani sono arrivati a diffidare del loro potere giudiziario e hanno rieletto più volte Silvio Berlusconi pur conoscendo perfettamente le accuse a suo carico. Gli italiani «pensano che la giustizia funzioni male. E se il prezzo da pagare deve essere una sorta di "immunità" giudiziale per Silvio Berlusconi, essi sono disposti a pagarlo».
«La legge italiana è così lenta che cozza contro l'art. 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani. In luogo di processi veloci, l'Italia ha la cosiddetta "legge Pinto" del 2001, che ribadisce il diritto a un risarcimento del danno di violazione della durata ragionevole del processo. John Major era il premier britannico in carica l'anno in cui ebbe inizio il processo Berlusconi-Mills. Le accuse che Berlusconi si è trovato a dover fronteggiare quando l'ultima legge sull'immunità giudiziale fu soppressa nel 2004 risalivano al 1985. Quando i nemici del premier mettono in guardia che 100 mila processi non celebrati sarebbero congelati perché sono trascorsi oltre sei anni, involontariamente adducono validi argomenti a favore della legge e non contro di essa».Certo, «le acrobazie giudiziarie di Berlusconi sono invariabilmente a suo vantaggio, ma non sono mai solo a suo vantaggio. Riguardano sempre alcuni problemi veri, gravi abbastanza da compattare gli elettori dietro di lui. In questo sta il suo genio politico». L'immunità giudiziale per le più alte cariche dello Stato «potrebbe rendere la politica italiana meno litigiosa e più democratica», conclude Caldwell: «Il fatto che Berlusconi possa evitare un processo grazie a queste leggi costituisce un motivo per opporsi a esse. Ma è l'unico motivo per farlo, e non è sufficiente».


http://jimmomo.blogspot.com

L’Apocalisse di Cossiga


É credibile l’ipotesi apocalittica disegnata da Francesco Cossiga a proposito dell’ultimo conflitto della serie tra Silvio Berlusconi ed i magistrati politicizzati?Quella secondo cui il Parlamento approverà il “lodo Schifani”, la Corte Costituzionale piena di esponenti di sinistra lo dichiarerà incostituzionale, il Tribunale di Milano condannerà il Presidente del Consiglio ai sei anni promessi (e non smentiti) dalla magistrata Gandus, il Cavaliere sarà costretto a dimettersi e si andrà alle elezioni anticipate in un clima da stato d’assedio che saranno gestite da un governo d’emergenza del Presidente?Sulla carta l’ipotesi dell’ex Capo dello Stato non fa una grinza. Nessuno mette in dubbio che, sulla base dell’esperienza del passato, gli avvenimenti possano dipanarsi secondo la linea drammatica da lui indicata. Nella realtà, però, c’è una precisa controindicazione alla visione di un anno di Apocalisse di Francesco Cossiga. Quella che il passato è passato e che le condizioni che nella prima metà degli anni ‘90 fecero saltare la classe politica della Prima Repubblica ed il primo governo Berlusconi e nella legislatura tra il 2001 ed il 2006 resero impossibile una completa riforma della giustizia, sono completamente diverse da quelle di allora.Intendiamoci, la maggioranza della Corte Costituzionale è sempre di sinistra, il Tribunale di Milano continua ad essere pieno di magistrati ideologizzati ed una eventuale condanna del Premier potrebbe sempre provocare un sommovimento del quadro politico nazionale.Ma, prima ancora della forza e della compattezza della attuale maggioranza, della popolarità di Berlusconi, dell’assenza di una forte opposizione, delle divergenze esistenti all’interno dell’Associazione Nazionale Magistrati, delle difficoltà del Csm e del fatto che al Quirinale c’è un personaggio come l’ex “migliorista” Giorgio Napolitano ben consapevole dell’uso politico della giustizia, c’è un’altra e molto più determinante differenza rispetto al passato. Quella che all’interno della stragrande maggioranza del paese si è formata la consapevolezza che la società italiana non può più permettersi di dedicare un altro anno di tempo al dissidio tra politica e magistratura lasciando da parte tutte le emergenze che nel frattempo si sono accumulate pericolosamente. Da questo punto di vista l’Italia è ormai una immensa Napoli. Nella città campana ad accumularsi ed a marcire c’è l’immondizia. Ma tutte le altre città sono a loro volta traboccanti di altri generi di “monnezza”. Dal gigantesco buco di bilancio di Roma alla sicurezza del Nord e delle regioni meridionali abbandonate a mafia, camorra e ‘ndrangheta, dal problema dell’inflazione programmata imposta dall’Unione Europea che minaccia gli stipendi ma rende improrogabile la riforma dei contratti di lavoro ad una produzione industriale che continua a languire, dal disagio crescente non solo dei ceti più bassi, ma anche di tutto il gigantesco ceto medio, alla arretratezza assurda e criminale delle infrastrutture, dal peso sempre più insostenibile dei costi energetici al rischio di collasso generale della società nazionale sull’esempio di quanto avvenuto in passato nel paese sudamericano più vicino al nostro, l’Argentina.Ecco, rispetto al “pericolo Argentina” incombente e di cui è crescente la piena e preoccupata consapevolezza degli italiani, chi può assumersi la responsabilità di buttare al vento un altro anno nel conflitto tra politica e magistratura?La vera e più grande emergenza è di non perdere un solo istante nell’affrontare le tante emergenze. Chi può permettersi di ignorarlo? La vera e più grande novità rispetto al passato è che Berlusconi può porre il paese di fronte a questo interrogativo. I suoi nemici no. Per questo è difficile che l’Apocalisse di Cossiga possa verificarsi.


lunedì 23 giugno 2008

Ci risiamo: Silvio prova ad ottenere un’altra legge ad personam


Non c’è niente da fare: è un farabutto patentato.
Un delinquente, un mariuolo, un uomo senza morale. Un profittatore, un usurpatore, un arrogante. Un parassita che utilizza la cadrega, il potere che il cittadino gli ha demandato, soltanto per curare i propri interessi e farsi leggine su misura.
Nemmeno dinanzi alle gerarchie ecclesiastiche,
riesce a placare l’indole da Caimano:
“Eccellenza, perché non cambiate le regole per noi separati e ci permettete di fare la comunione?”.
Cose da pazzi: costui davvero non ha il senso della decenza. Meriterebbe la galera!
Di questo passo, per mero interesse personale: finirà col chiedere al Papa di legalizzare la poligamia.
Volesse il cielo!


La bandiera della pace e la dottrina cattolica


«Come mai uomini di Chiesa, laici o chierici che siano, hanno per tutti questi anni ostentato la bandiera arcobaleno e non la croce, come simbolo di pace?». Bella domanda. Il logo con i colori dell'arcobaleno e la scritta "Pace" lo abbiamo visto dappertutto, non solo sulle schede elettorali dei partiti di sinistra. Ma anche «sugli altari, ingressi e campanili delle chiese». Ha diritto quel simbolo di stare nelle chiese? Ci azzecca qualcosa con il messaggio di Cristo? Io, cari compagni cattocomunisti, di dottrina delle fede non capisco molto. Propaganda Fide, ovvero la Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, qualcosina però ne mastica. E ha appena deciso (meglio tardi che mai) di esprimersi sulla bandiera arcobaleno. Ripercorrendo la storia del simbolo, senza dubbio ignota al 99,9% dei pacifisti, e spiegandone la simbologia sincretista e new age - e quindi pagana - nonché la valenza intrisa di relativismo etico. Le conclusioni sono ovvie. Peccato che nelle parrocchie italiane non lo leggerà nessuno.


Berlusconi: i giudici vogliono sovvertire l’esito del voto, li denuncerò

Da tanto tempo non si vedeva un Berlusconi così, palesemente infuriato contro quei membri della Magistratura pronti ad emettere una sentenza che potrebbe costare caro alla governabilità, e infangare la persona del Presidente del Consiglio. L’accusa del Premier verso i giudici è pesantissima: “vogliono sovvertire l’esito del voto e della democrazia”. L’indignazione del “Cavaliere furioso” è tale da far prospettare per la prossima settimana una memorabile conferenza stampa contro la magistratura, per denunciare tutti i mali che la colpiscono ed evitare la sovversione del voto democratico.
Non è neanche necessario ricordare che effettivamente, dopo la bufera di Tangentopoli, che spazzò via un intero sistema politico di durata pluridecennale, ben 2 Governi sono caduti per le conseguenze legate all’azione giudiziaria. Il primo fu proprio il primo esecutivo di Berlusconi, colpito da avviso di garanzia in occasione (guardacaso) di un Vertice Internazionale a Napoli. Il secondo fu il Governo Prodi II, impallinato da Mastella, che si dimise dopo le indagini su sua moglie e la “decapitazione” del partito in Campania (in occasione dell’intervento parlamentare sullo stato della Giustizia, sempre guardacaso). Ebbene, Berlusconi ha ragione di temere una nuova azione della magistratura in grado di far crollare l’esecutivo, e con lui la volontà espressa dagli elettori? Purtroppo la Giustizia in Italia non pare capace di assicurare le necessarie condizioni di imparzialità. Le società del Cavaliere hanno subito numerosissime perquisizioni; tutti gli italiani hanno assisito a processi su processi, spesso risoltisi in archiviazioni, assoluzioni, o superamenti dei termini di prescrizione, con gran sperpero di forze e di danaro pubblico. Può nascere quindi il sospetto di un accanimento premeditato contro una sola persona? Può sorgere il dubbio che la Magistratura agisca con qualche fine politico, più che giudiziario? Senza “prove” accertate è difficile dirlo, ma ogni cittadino, dentro di sè, può anche rispondere positivamente a queste domande, basandosi su strane coincidenze, su fatti legati uno all’altro.
E Berlusconi sicuramente in questa occasione ha risposto con un netto, e furibondo “sì”. E’ necessario attendere la preannunciata Conferenza Stampa della settimana ventura per saperne di più, e per vagliare le accuse circostanziate del Presidente del Consiglio. Ma già da ora è lecito il dubbio che il voto democratico sia in pericolo.


http://falcodestro.altervista.org/wordpress/

venerdì 20 giugno 2008

Ma come si può essere contrari?



E' tempo di manovra per l'esecutivo di Silvio Berlusconi, che ha messo il piede sull'acceleratore. La finanziaria sarà di 13,1 miliardi di euro per il 2009, composta da circa 10 miliardi di risparmi sulla spesa (sanità, enti locali e pubblica amministrazione) ed il resto riguarda nuove entrate, provenienti dalle banche, dalle assicurazioni e dai petrolieri. Gli obiettivi sono il 2,4 di rapporto tra il deficit ed il PIL e lo 0,5 di crescita del prodotto interno lordo, per giungere poi al pareggio del deficit nel 2011. Eccovi alcuni principali elementi costitutivi della manovra:
Robin Hood Tax: a tal proposito il ministro Giulio Tremonti ha recentemente
affermato ai microfoni di Sky Tg 24 che: "è stato detto che le tasse sono bellissime, io non credo che lo siano in tutti i casi. La Robin Hood Tax lo è, perché toglie ai petrolieri per dare la possibilità, a chi ha bisogno di cibo, di tirare avanti". Il riferimento a Padoa-Schioppa è palese. Scopo della Robin Hood Tax è fare emergere e a tassare, con una misura una tantum, la valorizzazione delle scorte di materia prima stoccate dalle compagnie petrolifere. Prodotti acquistati quando il prezzo del petrolio era inferiore all'attuale: l'intervento dovrebbe fare incassare almeno 800 milioni di euro. Si tratta di un inasprimento fiscale a valere sull'Ires, che è pagato dalle imprese. Naturalmente questa tassa non piace ai diretti interessati, sostenuti da Emma Mercegaglia, presidente di Confindustria, la quale ha dichiarato che: "Siamo contrari a ogni forma di aumento della tassazione in un Paese che ha le tasse più alte d'Europa a maggior ragione lo siamo per un settore assolutamente strategico. Il modo migliore per trovare una soluzione è sedersi attorno a un tavolo".
Benzina: Ci sarà la diminuzione automatica (e di conseguenza non discrezionale) delle accise a compensazione del maggior gettito Iva, derivante dal rialzo del prezzo industriale dei prodotti in modo tale da limitare i rialzi dei prezzi. Ciò avverrebbe quando il prezzo internazionale del greggio dovesse aumentare in misura pari o superiore del 2% quello in euro indicato nel Dpef, che sarà quello di riferimento.
Gasolio per Tir, Pesca ed Agricoltura: E' prevista un'Iva agevolata al 5% sui carburanti per agricoltura e pesca, fino al 31 dicembre. Per i Tir si punta ad abolire la tassa di circolazione, con un risparmio medio di 350 euro.
Nucleare: entro la fine del 2008 il governo definirà i criteri per l'individuazione dei luoghi idonei a costruire nuovi impianti nucleari. In relazione a ciò il ministro dello sviluppo, Claudio Scajola, ha
dichiarato che: "L'impegno nucleare italiano ha l'obiettivo di ridurre strutturalmente i costi dell'energia, limitare il ricorso alle importazioni, alleviare gli oneri che gravano anche sulle imprese petrolifere ed energetiche per effetto del protocollo di Kyoto".
Tagli agli enti locali: Il governo punta a risparmiare mediante i tagli alle autonomie locali. Previsti, infatti, 310 milioni di tagli per le Province e 1.340 milioni di tagli per i Comuni. A parziale compensazione dei tagli, tutto il patrimonio del Demanio andrebbe a Comuni e Regioni. Si va, inoltre, verso l'abolizione delle Province delle aree metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari e Napoli) e la soppressione delle comunità montane ma ciò non dovrebbe avvenire a breve termine. La discussione è rimandata a
settembre.
Banche e Assicurazioni: Si agirà sull'imponibile Ires ed Irap e perciò il governo conta d'incassare 2 miliardi di euro, ponendo in essere una stretta sui profitti di banche ed assicurazioni.
Caserme Dismesse: l'esecutivo venderà le caserme passate al Demanio ed il profitto sarà di 4 miliardi di euro.
Carta d'Identità: Non scadrà più dopo 5 anni dal rinnovo, bensì dopo 10. In questo modo si riducono, ad esempio, i costi sulla carta.
Piano Casa: Previsto un piano per agevolare l'acquisto della prima casa per le giovani coppie a basso reddito, per particolari categorie sociali e per gli immigrati con regolare permesso di soggiorno.
Tolleranza zero contro i fannulloni della P.A.: Previsti controlli più rigidi, allungando la fascia oraria per le visite del cosiddetto medico fiscale, e tagli alle buste paga per i "finti malati". Il fannullone può essere anche licenziato con un procedimento penale aperto anche prima dell'eventuale condanna, perché fare finta di stare male sarà reato.
Ricette On Line: Certificati e ricette del medico di famiglia saranno trasmessi sul web. Il progetto dovrebbe avere una durata quadriennale con partenza nel 2009 e con entrata a regime nel 2012. Due gli obiettivi: appropriatezza delle cure prescritte e monitoraggio della spesa.
Libri Scuola su Internet: Dal prossimo anno scolastico le famiglie potranno evitare di spendere i soldi per acquistare i libri, perché questi saranno disponibili gratuitamente sul web, sottoforma di e-book. E' ancora allo studio se imporre al collegio dei docenti di adottare esclusivamente libri utilizzabili nelle due versioni sin da subito o rinviare l'obbligo sino all'anno scolastico 2011-2012.
Riforma Visco: Non ci sarà più la tracciabilità dei pagamenti, che doveva scattare dal prossimo primo luglio. Prevista, inoltre, una maximulta (fino a 90.000 euro) per chi pubblica in qualunque modo i redditi.
Università: Le Università pubbliche e quelle legalmente riconosciute possono trasformarsi in fondazioni di diritto privato.
Giustizia: Previste misure per l'accelerazione del processo civile: tutte le comunicazioni e le notifiche viaggeranno su via telematica e saranno ridotti i termini tra le varie fasi della procedura. Con meno carta in giro, decisamente più risparmio.
Fondo Anziani: L'esecutivo porrà in essere un Fondo di sostegno alle persone anziane e deboli "per acquisti di prodotti di base alimentari ed energetiche". I pensionati più indigenti potranno usufruire di una carta, che riceveranno insieme alla pensione, che consenta sconti su bollette e alimentari.

http://waltergianno.splinder.com/

Tutte le balle sulla salva-processi di Berlusconi. Ecco perchè non è una legge ad personam

A qualcuno non piace la norma che sospende per un anno alcuni processi per avvantaggiare lo smaltimento di pratiche urgenti di procedimenti relativi a reati di assoluta gravità, come quelli per cui è previsto l’ergastolo od una pena superiore ai 10 anni e tutti quelli legati a mafia, terrorismo e criminalità organizzata.Dicono favorisca anche Berlusconi, perciò si trasforma automaticamente in una legge ad personam. Quindi non s’ha da approvare.A questo punto resta da capire in che modo un simile provvedimento possa avvantaggiare il Cavaliere nei suoi processi.A pensarci bene, nessuno lo sa. Che favore potrebbe ricavare il premier dal veder sospeso per un solo anno il procedimento che lo vede coinvolto nel caso Mills senza che vengano nemmeno intaccati i termini di prescrizione? E’ vero o no che fra un anno esatto il processo riprenderebbe esattamente da dove è stato lasciato un anno prima senza che nulla sia cambiato?Ed è vero o no che nel frattempo tutta una serie di processi contro malavitosi e criminali pericolosi avrebbero ricevuto una forte accelerazione essendo stati posti tra le priorità di giudizio negli uffici della magistratura?Beh, sebbene la domanda sembri retorica e contenga in sè già la risposta, diciamolo comunque: NO! non cambia niente per Berlusconi perchè non gli assicura alcun vantaggio. SI! fra un anno, a legislatura ancora in corso, tutto ripartirebbe dallo stesso punto lasciando il Cavaliere sulla graticola mediatico-giudiziaria imbastita da certa magistratura e certa opposizione. E…SI! nel frattempo processi importanti verrebbero celebrati con priorità assoluta su tutti gli altri.
Difficile allora parlare di una vera e propria legge ad personam.A meno che, non si voglia bocciare qualunque legge, sebbene impostata sulla generalità delle persone, per il sol fatto che riguarderebbe anche Berlusconi. Che sarebbe quanto ribaltare ogni principio di diritto sulla elaborazione di qualsiasi provvedimento legislativo.In soldoni: Berlusconi non può esser la cartina di tornasole per qualunque legge il governo voglia approvare. Se una norma può esser giudicata valida ed efficace non può ricevere ostruzionismi politici di questo tenore.
Altre critiche agli emendamenti del pacchetto sicurezza sono state avanzate circa due aspetti:dicono che se Napolitano avesse avuto sotto mano fin da subito quel testo non lo avrebbe approvato.Domanda: perchè? Non risponde forse ad esigenze di urgenza anche la proposta di impostare delle priorità nella celebrazione di taluni processi che riguardano reati gravissimi e che da troppo tempo sono fermi a causa di casi meno importanti?Non solo: dicono che così si violi il principio dell’azione penale obbligatoria proprio della magistratura, e quindi non si rispetti l’autonomia e l’indipendenza del potere giudiziario.E’ davvero così?Ovviamente no.Gli emendamenti agirebbero su quei processi per i quali è già stata esercitata l’azione penale, essendo praticamente già istruiti.
Ma se allora stanno così le cose, perchè azzardare critiche campate letteralmente in aria?Non si tratta quindi di uno scontro tra poteri dello stato, ma di un molto più bieco scontro politico che investe anche alcuni settori politicizzati della magistratura.La quale a volte ha memoria corta.Infatti è lo stesso CSM ad aver elaborato la cosiddetta “
circolare Maddalena” del procuratore di Torino con la quale si prevedeva addirittura il blocco in procura di certi processi impedendo così dall’interno (diciamo) l’esercizio dell’azione penale in specifici casi.
Insomma, polemiche veramente sterili e vaque. Ma soprattutto fondate su ipotesi false e sbagliate.
Non sarebbe più costruttivo invece fermarsi a riflettere e chiedersi se quelle norme siano giuste al di là di Berlusconi?


http://ilpensatore.wordpress.com/

Con la Robin Hood Tax, Tremonti intercetta consensi a sinistra

Giulio Tremonti ha indicato le linee-guida della sua azione politica sin dai primi giorni di lavoro: sostenere le famiglie in una fase economica difficile, a causa del continuo aumento della bolletta energetica e della crisi che sta investendo gli Usa. Il ministro dell’Economia ha incentrato una strategia comunicativa attenta al ceto medio, che attualmente è alle prese con insicurezze economiche crescenti e che rappresenta l’elettorato più solido del Pdl. I primi messaggi di Tremonti sono stati chiari: il governo vuole “colpire” i ricchi per garantire sollievo fiscale alle classi sociali medio-basse.
Robin Hood Tax. Il titolare del dicastero di via XX settembre ha scelto un nome efficace per indicare una tassa che preleverà gli utili “straordinari” di petrolieri, banchieri e compagnie assicurative: Robin Hood Tax. La denominazione riesce a raggiungere comunicativamente tutte le fasce d’elettorato: attraverso un nuovo strumento fiscale, Giulio Tremonti “toglie ai ricchi” (che accrescono i loro profitti nell’attuale congiuntura) per far respirare “i poveri” (costretti a fronteggiare caro-petrolio e aumento-mutui). La mossa di comunicazione, attuata dal ministro, risulta dunque vincente e sicuramente convincente verso il ceto medio, che negli anni del governo-Prodi si è sentito bersagliato dalla tasse.
Ironia. La strategia comunicativa di Tremonti contiene, inoltre, una dose di ironia: Robin Hood, nell’immaginario collettivo, è un simbolo della sinistra; il ministro dell’Economia, pertanto, si appropria di un’icona presente nell’apparato simbolico degli avversari. Peraltro, l’esponente del Pdl ha sfoderato un tagliente sarcasmo, definendo “bellissima” la Robin Hood Tax, con chiaro riferimento al suo predecessore Padoa-Schioppa, che invece aveva definito “bellissima” qualsiasi tipo di tassa.


mercoledì 18 giugno 2008

Decreto salva-premier:e se Berlusconi avesse ragione?


In questi giorni è scoppiata una grande discussione sulla proposta di Berlusconi di dare la possibilità al governo di indicare alla magistratura le priorità. Premesso che dire che Berlusconi non ha interesse nelle questioni è nascondersi dietro ad un dito, e premesso anche che ho sempre difeso Europa 7 e il suo diritto a trasmettere (giusto per chiarire a coloro che immancabilmente ci accuseranno di berlusconismo per aver analizzato questa vicenda senza il paraocchi), vediamo di affrontare la proposta del premier facendo finta che non esista. Cioè dal punto di vista dell'interesse del cittadino.
Il governo vuole dire alla magistratura di dare precedenza nei processi ai reati più gravi (quelli che prevedono dai 10 anni di prigione in su: mafia, terrorismo, stragi, omicidi, morti bianche, traffico di droga, riduzione in schiavitù, sequestro a scopo di estorsione, omicidio ). E' un bene o un male, in un paese in cui centinaia di migliaia di processi OGNI ANNO vanno in prescrizione (un indulto di fatto), definire quali vanno ASSOLUTAMENTE celebrati? Dire che vanno privilegiati processi in cui sono coinvolti mafiosi rispetto a quelli in cui sono coinvolti i ladri di polli è così strano? Dire che bisogna dare la precedenza ai processi in cui gli imputati sono già in galera (e quindi secondo la Costituzione, INNOCENTI) non è ragionevole? Voi preferireste che un pedofilo venga scarcerato per prescrizione o che la prescrizione colpisca un anziano che rubava in un supermercato? A me pare delirante che si sostenga che tutti i processi sono uguali, a prescindere.
In tutti i paesi del mondo civile la politica indica le priorità. Non farlo, al contrario, sarebbe criminale.
Se quindi questa è una riforma giusta, perchè non farla se anche se ne dovesse avvantaggiare Berlusconi? Penso che la mia vita, come quella delle altre persone coinvolte, non debba essere un mezzo (per perseguire Berlusconi), ma un fine in sè. Per cui se una legge salva delle vite e ha il difetto di aiutare Berlusconi, mai mi sentirei di dire che per "far fuori" Berlusconi sia necessario passare sulla vita di qualcuno.
Detto in soldoni: meglio migliaia di innocenti in galera (come succede ora, per coloro in attesa di processo) e centinaia di criminali liberi (grazie alla prescrizione) e Berlusconi condannato, o Berlusconi libero e centinaia di criminali in galera ed altrettanti innocenti fuori dalle patrie galere? Questa è la domanda vera. E io non ho dubbi - in assenza di alternative - a scegliere la seconda.Dico in assenza di alternative, perchè in realtà è questo il problema: a destra come a sinistra, di risolvere i problemi veri della giustizia sembra che nessuno abbia voglia. E io tra la scelta dell'attuale terribile status quo e un miglioramento, scelgo il secondo. Quando mi si offrirà un'opportunità migliore, mi schiererò con essa, e se me ne daranno la possibilità la voterò. Ma dare un'offerta alternativa valida è compito della politica. A noi cittadini non resta che scegliere tra le diverse offerte politiche.



Ben venga l’Esercito: il giudizio dei Sindaci del Pd


Mentre alcune personalità di sinistra - come l’ex fascista ed ex antisemita Eugenio Scalfari - denunciano il rischio che si instauri un Regime, a causa dell’invio di uomini dell’Esercito in alcune città d‘Italia (ohibò!) -, la sinistra “intelligente” - quella dei Sindaci che toccano con mano quotidianamente i problemi della gente - plaude all’intervento del governo Berlusconi.
Massimo Cacciari,
Sindaco di Venezia:
“Se il governo valuta di non avere altri mezzi ci mandi pure i soldati”.
Flavio Zanonato,
primo cittadino di Padova:
“Non ho nulla in contrario all’impiego dei militari in funzioni di ordine pubblico rispetto ad un maggiore vigilanza e controllo del territorio”.
E c’è anche chi, come il deputato del Pd - Franco Laratta - addirittura si
lamenta con La Russa per:
“La scelta di utilizzare l’esercito soltanto nelle grandi metropoli”.
E così,
lo invita a prendere seriamente in considerazione:
“L’opportunità di inviare i militari anche nelle zone a rischio di Calabria e Campania dove lo Stato purtroppo è assente da tempo”.
Insomma, piccoli golpisti crescono anche all’ombra del Pd!
Eia eia eia, D’Alemà!


Un regime? Era ora…


Vi fidate? Abbiamo fatto un calcolo approssimato per difetto: nell’ultima settimana la parola regime e la parola Berlusconi ricorrono insieme in oltre 60 diverse dichiarazioni di politici di sinistra (ma anche del Partito democratico di Walter Veltroni). Era da tempo che non le si vedeva associate. Ah sì, era dall’ultimo giorno del precedente Governo a guida Cav. «Ritorno all’antico» l’ha ribattezzato il Corriere della Sera titolando un impeccabile editoriale del professor Angelo Panebianco. L’antico vocabolario bolso di chi quando non ha più cartucce colpisce basso col calcio del fucile. In fondo fa male, ma non uccide mica. Il tempo di riprendere fiato e si può ripartire.
Silvio sta parlando poco (l’aveva promesso) e sta agendo all’“avanti tutta”. Dai rifiuti campani (come promesso scende personalmente a Napoli ogni settimana) ai tagli sugli sprechi della macchina politico-amministrativa pubblica. Alla giustizia, dove il punto non è varare leggi cucite addosso a se stesso, ma semmai cucirle intorno a certe toghe per impedire che con dispositivo a orologeria qualcuno si metta di traverso e impedisca al Governo e al premier di manovrare. Per non dovere attendere un decennio per sapere che di burletta e non di inchiesta fondata s’era trattato.L’opposizione arranca, non riesce a trovare il regime giusto per il suo motore: quella neoextraparlamentare spara a alzo zero come tradizione e vabbè, quella dei Valori dipietristi gioca la sua partita come può, ma quella del Pd di Veltroni no, un tono ancora non l’ha trovato. E perde punti, e forse – chissà – tra un po’ anche pezzi. Eugenio Scalfari, nella omelia domenicale scritta sul soglio pontificio di via Cristoforo Colombo, le ha suonate: vi siete rimbambiti a dialogare col nemico?, ha rimbrottato serafico e ieratico. Avete forse scordato che il Berlusca è il male assoluto? Eddài… Uolter s’è riavuto in un istante, e lunedì (durante un convegno organizzato dalla finiana Fondazione Farefuturo) ha fatto sapere che il filo del dialogo con il Cavaliere rischia di spezzarsi definitivamente se… Sì, se Silvio non farà ciò che piace al Pd. Ah, beh.
I problemi per Berlusconi però vengono da altro che non il Pd: vengono da un assetto istituzionale che dà al premier meno poteri di quanti ne abbia un capocondomino. Basti pensare che una volta nominato un ministro deve tenerselo vita (del governo) natural durante. Un sindaco può cambiare assessore, un presidente del Consiglio non può fare altrettanto con un suo ‘delegato’. E non è ora di cambiare?E non è ora di passare dalle parole ai fatti anche sul taglio (o l’abolizione totale) delle Comunità montane, per esempio? E delle Province? Enzo Divella da Bari dice di non essere d’accordo, ma insomma, che cosa volete che sia?L’agenzia Ansa lunedì l’ha sparata: gli esperti dedel ministro Giulio Tremonti stanno studiando di eliminare da (quasi) subito le Province nelle Aree metropolitane. Ci sono problemi di competenze? Di Costituzione (questi enti sono previsti dalla Carta, e va modificata)? Di che cos’altro? Di personale? Si studia il modo come fare. Ci sono problemi di cadreghe che vengono meno sotto il sedere venerando di politici locali? Chissenefrega. Avanti tutta.L’importante è che si faccia tutto molto presto: o si mette mano a queste riforme subito o non ci sarà più il clima e il tempo per farle. Il Paese c’è, segue, annuisce, concorda: finalmente s’è capito che i soldi pubblici non sono di tutti e quindi di nessuno, sono miei e tuoi.È «fascismo», come l’ha definito Divella? No, soltanto un Paese che va democraticamente messo… a regime.


martedì 17 giugno 2008

Esercito in strada, Stato che c’è


L’opposizione sta montando un caso in merito all’ultima decisione del Governo di spedire nelle città l’esercito per fronteggiare da una parte l’emergenza rifiuti, dall’altra il problema-sicurezza. Pattugliamento dei quartieri, soprattutto di sera, insieme a polizia e carabinieri. Apriti cielo. “Solo in Colombia succede così”, ha tuonato il Savonarola de noantri, Tonino da Montenero di Bisaccia, ormai assurto al ruolo di capopopolo della sinistra antagonista, sempre in vena di farsi riconoscere con le sue (ripetitive) uscite. I militari avranno la qualifica di agenti di pubblica sicurezza. Una cosa abbastanza normale, che però ha dato l’opportunità agli elettoralmente sconfitti di sbraitare gridando alla violazione di non meglio precisati diritti civili, di Stato militarizzato, di Colombie e magari di Grecia colonnellista…
Un po’ troppo, un po’ buffo. Viene da ridere, perchè le truppe consistono in 2.500 unità, vale a dire circa 22 per capoluogo di provincia. Insomma, non vedremo certo i carrarmati sfilare per le strade delle città con le bandiere issate a mo’ di minaccia in stile sovietico. Niente di tutto questo. Il Paese che alle urne ha premiato chi poneva al primo punto del programma la sicurezza, vuole misure forti e concrete. E di certo non storce il naso in modo un po’ snob, come si usa dalle parti della sinistra democratica, quella delle banche e dei giornali che contano.
Ben venga la presenza discreta dei soldati, se ciò comporterà la diminuzione delle rapine, degli stupri o degli altri innumerevoli episodi di violenza più o meno grave che il nostro Paese ha conosciuto negli ultimi anni. Mettiamoci in testa, una volta per tutte, che l’Italia non è più uno Stato normale, come gli altri. No, noi viviamo in un Paese che da molto tempo è stato lasciato cadere in un’anarchia di sistema, dove il senso della legalità (formalmente e materialmente) è andato a farsi benedire. Anche per ovvi errori politici, da una parte e dall’altra. In sostanza, se le carceri sono piene, in Italia si risolve tutto liberando i delinquenti che, come è accaduto, in gran parte tornano a commettere reati. Certezza della pena è un’espressione sconosciuta nel Belpaese.
E’ forse venuto il momento di rifondare tutto, a partire dall’educazione alla legalità. E’ ora di far capire che lo Stato c’è, che finalmente c’è. E se per dimostrare questo si deve mandare l’Esercito per le strade, sia fatto. Tra qualche anno potremo dire di essere anche noi uno Stato come gli altri. Temo che lo potremo affermare tra un bel po’ di anni, ma almeno iniziamo ad imboccare la strada giusta.


http://richelieublog.wordpress.com/

lunedì 16 giugno 2008

BUONA VITA, PRESIDENTE!


Amato da pochi, odiato da molti, ma sulla via per Roma, si mette la coscienza al posto.George W. Bush, si avvia verso la pensione politica, arriva a Roma, per l’ultima volta da Presidente, non risparmiando parole di elogio e d’affetto, verso il nostro Premier, definendolo suo amico da sempre, rinsaldando, la collaborazione tra i due stati amici. In effetti i due amici ne hanno fatte tante insieme, dal comune impegno in Iraq ed Afghanistan, alla stessa convinzione di fermare l’ascesa nucleare dell’Iran. Bush è stato il primo presidente a svegliarsi una mattina, e a dover ragionare sulla cambio repentino delle sorti del mondo. Partendo dall’idea di tenere unito un paese, un popolo, il suo popolo, sconvolto per quanto stava accadendo, noi altri ci siamo adeguati, per preventivare, ma non abbiamo subìto per primi, un vero attacco in casa nostra.E’ venuto in Italia, non solo il presidente dello stato più importante, ma il maggior rappresentante del popolo che ha inventato la democrazia, e oggi c’è chi protesta contro di lui definendolo la radice di tutti i mali del mondo; certo avrà potuto eccedere negli impeti, avrà commesso degli errori, ma nessuno è perfetto. Ha dovuto affrontare un nemico invisibile, il terrorismo internazionale, concepito per la prima volta in modo più vasto e meglio organizzato, io direi sicuramente, in una concezione capitalistica, con un plurimiliardario al comando, contro la nazione più potente che guida la parte del mondo occidentale, ugualmente capitalistico. Non si può certo nascondere il merito di Bush, di aver liberato un popolo dalla tirannia, e di aver cercato in tutti i modi di risollevarlo, dagli inferi e consegnarlo alla democrazia. Sbagliando o meno strategia, sopravalutando o no, la presenza di armi biologiche, ha cercato di dare un senso ad un paese sottomesso per troppi anni. Bush non è solo un guerriero del terzo millennio, ha sempre insistito, nei suoi viaggi in Cina, sulle libertà ed il rispetto dei diritti umani, mettendo in difficoltà le multinazionali del suo paese, manifestando il proprio disappunto verso un paese libero economicamente, ma debole nelle virtù e nelle libertà civili, favorendo al tempo stesso, nel suo paese la ricerca degli embrioni, tutelando la vita sin dal concepimento. E’ un cristiano praticante, al di la della possibile conversione al cattolicesimo, che si vocifera in Vaticano, il presidente Usa oggi ritrova una persona, il Pontefice, nella quale nutre apprezzamento e si pone al suo fianco nella lotta contro il diffondersi delle manipolazioni genetiche e pratiche d’aborto.Bisogna prestare attenzione alle parole, che il presidente Usa sta utilizzando, in questi giorni, perché sono parole sincere, sagge, visto che non sarà più ossessionato dal potere e dal dovere di essere a capo del paese più potente. Lascerà in eredità, opere incompiute, dal punto di vista politico, ma sarà una grande eredità culturale per chi lo seguirà. Siate certi che ci si ricorderà di lui.


Pacifisti a giorni alterni.


Ironie della sorte…e delle coscienze.
Capita in Italia che ci si batta tanto per i diritti del popolo Rom, aggiungendo che verso di esso abbiamo tutti un debito perchè come Europa in preda al delirio nazifascista abbiamo contribuito o lasciato che venissero imprigionati nei campi di concentramento.Proprio come gli ebrei e gli omosessuali.
Sempre in Italia capita che di tanto in tanto, sfilino per le piazze delle nostre città caroselli inneggianti l’orgoglio gay. Anche loro come zingari ed ebrei furono obiettivi del delirio nazifascista.
Capitò, sessant’anni or sono che quel delirio nazifascista venisse spezzato e l’Europa venisse liberata, coi suoi omosessuali, zingari ed ebrei, dalle forze alleate, USA in testa.
Capita oggi, però, in Italia, che se arriva chi vorrebbe cancellare dalle cartine geografiche Israele non succeda niente. Ma in compenso, nelle università e in moltissimi dibattiti pubblici in molti si dimentichino di quel debito che si dovrebbe agli ebrei ben più o almeno tanto quanto che agli zingari e agli omosessuali; e se arriva in Italia colui che rappresenta chi in passato aiutò il popolo ebraico a ricongiungersi dopo la diaspora e la Shoah, come anche liberò gli zingari e gli omosessuali dai campi di sterminio, si scateni la solita piazzata di protesta.
Si dirà: erano altri tempi, era un’altra America (forse).Vero, ma…
Ora, si potrà benissimo essere contrari e contrariati dalle politiche della Casa Bianca, ma è possibile rimanere impassibili di fronte a coloro che minacciano di riportare le lancette dell’orologio indietro di sessant’anni?
Possibile dirsi “ebrei” o “in debito” con qualcuno a giorni alterni?
Forse oggi si valeva la capacità di coerenza di una certa parte dell’opinione pubblica, quella che si dice e proclama “pacifista”, ma a conti fatti… il passivo è pesante.


Famiglia in crisi (d’identità e non solo)


Sin dalla copertina di Liberal si può facilmente comprendere come il Pd di Walter Veltroni sia “una famiglia in crisi”. Il periodico ne spiega anche i motivi così sintetizzati: «Rutelli non vuole confluire nel Partito Socialista Europeo; Prodi respinge gli appelli della Bindi a rimanere; la Binetti contesta la presenza dei radicali e Famiglia Cristiana accusa Veltroni di aver tradito i cattolici; l’ex Margherita apre la guerra sul futuro del Pd».
Altro che “famiglia in crisi”. Nel Pd sono esplose - forse anzitempo rispetto al previsto e prevedibile – tutte le contraddizioni che da tempo erano nell’aria nei cieli del loft. Su tutte quella della collocazione politica del partito nel Parlamento europeo che, come detto, vede Rutelli a capo dello schieramento interno contrario all’adesione al gruppo del Pse.
Non meno complicata per Veltroni sembra essere la gestione dei rapporti con l’Italia dei Valori il cui leader non perde occasione per bacchettare le scelte compiute dal maggior partito d’opposizione.
Ritorniamo a Famiglia Cristiana dalle cui colonne è giunto un violento attacco all’ex sindaco di Roma e all’accordo stipulato con i radicali. Ma c’è di più. Sempre secondo il periodo cattolico, «Veltroni ha avuto il merito di tirar fuori il Paese dalla palude della miriade di partiti, avviandolo al bipartitismo, salvo che ora non si capisce quale sia il secondo partito. L’opposizione fatica, il Governo ombra, più mediatico che reale, serve a distogliere l’attenzione dal vero problema del Pd: la sua identità». Secondo il periodico, «con i radicali Veltroni ha tradito il Pd e le attese dei cattolici». E, come in tutti gli editoriali “d’affondo” che si rispettino, ecco l’attacco politico più pesante: «È vero, Veltroni non ha ancora digerito la sconfitta, ma questa estenuante elaborazione del lutto non fa bene al Pd (e neppure alla politica italiana). Così come non giova l’omertà sugli schieramenti, camuffata da fondazioni e correnti d’ogni tipo. Se la "pax veltroniana" smorza tensioni e conflitti, non può essere un alibi per evitare un confronto interno, visti i tanti malumori. Oggi l’unico risultato evidente – continua Famiglia Cristiana - è che l’anarchia dei valori, teorizzata da Berlusconi, è trasmigrata e ha infettato anche il Pd: vale per la sicurezza, la vita, il testamento biologico, la pace, l’aumento delle spese militari. A eccezione dei cattolici, chi ha sollevato un’obiezione seria contro il reato di immigrazione clandestina?». Il tutto, sempre secondo Famiglia Cristiana, farebbe correre al Pd un altro, serio rischio: quello di perdere qualche pezzo da novanta. A tal proposito si legge tra l’altro: «Una parte consistente dei deputati dell’ex Margherita si sta interrogando sul perché della loro permanenza nel Pd, col rischio che possano prendere la stessa decisione degli elettori. Perché dovrebbero fare la "riserva indiana" nel Pd? Oltre che minoranza, sarebbero minoritari e insignificanti. Chi ha più sentito Bobba o la Binetti?».
Nel frattempo, mentre D’Alema non perde occasione per dimostrare una certa insofferenza verso la gestione del partito, Arturo Parisi è ancor più esplicito: «Mi sento pessimista sul futuro del Pd perché sinora nessuno ha riconosciuto la sconfitta, elaborando il lutto e delineando una politica nuova. Difficile negare – continua l’ex ministro della Difesa - che non esista una questione leadership», e in ogni caso «una leadership può nascere», o anche «rafforzarsi, solo all’interno di un confronto vero».Insomma il Partito democratico sembra sempre più ad una famiglia nella quale le varie crisi (di identità, ma non soltanto) si incrociano e si sovrappongono rischiando di assumere l’aspetto di uno tsunami dagli effetti devastanti, e non solo per il capofamiglia. Le prossime settimane saranno verosimilmente sufficienti per comprendere se Veltroni sarà in grado di affrontare questa ennesima “ondata d’urto plurifronte” e se sarà in grado, soprattutto, di uscirne limitandone i danni.


COMUNICATO STAMPA “ Il Sindaco mente ai cittadini per coprire le sue leggerezze! “

Le dichiarazioni stizzite del Sindaco Sabrina Sergio Gori comparse sulla stampa non corrispondono alla verità; se il primo cittadino vuole fare chiarezza con i cittadini sarebbe doveroso da parte sua che prima di tutto riordinasse le idee nella propria testa perché le cose non stanno assolutamente come da lei esposte – dichiarano duramente gli esponenti del centrodestra Mario Niccolai ( Forza Italia), Massimo Bianchi ( An ) e Francesca Favi ( Nuova Dc ).
Infatti in riferimento all’episodio di sbancamento ai danni della Chiesa di San Michele il primo ente che ha provveduto a fare la segnalazione alla Sovrintendenza ai Beni Culturali, al Comune e alla Procura della Repubblica è stata l’Associazione Progetto Tizzana e non l’amministrazione comunale come invece ha falsamente dichiarato il Sindaco nel tentativo di salvarsi la faccia; lo diciamo con fermezza e tanto di documentazione alla mano che può comprovarlo !!!
Il resto e quindi la revoca di permessi, la sanatoria concessa ( con incredibile leggerezza ) dal Comune è venuto di conseguenza; quindi – ironizzano Niccolai, Bianchi e Favi - o il Sindaco si riferisce ad un altro episodio o non ha letto bene gli atti. Per quanto detto il primo cittadino dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, visto il leggero operato politico dimostrato sulla questione, evitando magari di scaricarle sugli uffici comunali come da tempo, in maniera pilatesca, sta facendo ( lavori di via Montalbano docet).
Detto questo sarebbe bene che da subito l’amministrazione si adoperasse per l’apertura del Parco della Rimembranza e nell’attesa gradiremmo ricevere dall’assessore al turismo Martina Nannini chiarimenti seri in merito alla chiusura dello stesso documentando il tutto con atti appositi.
E’ inutile – attaccano gli esponenti del centrodestra – che il Sindaco cerchi di intorbidire le acque; noi ci siamo assumendo le nostre di responsabilità e rivendichiamo la nostra chiarezza ( nonostante il tentativo di censura nei confronti del consigliere Bianchi in consiglio comunale…e questo episodio la dice lunga ) nell’aver esposto i fatti.
E’ bene – concludono Niccolai, Bianchi e Favi – che i cittadini sappiano chi li amministra ovvero un Sindaco arrogante e presuntuoso ma che però non riuscirà a tappare la bocca alle opposizioni le quali si dichiarano pronte, da subito, anche ad un confronto pubblico sulla questione.


Mario Niccolai – capogruppo Forza Italia
Massimo Bianchi – consigliere comunale An
Francesca Favi – segretario comunale Dc

I cattolici del Pd sotto attacco


L’attacco è micidiale, senza spazio per “trattative” e accomodamenti. Sì, Famiglia Cristiana c’è andata giù pesante come non mai, e adesso, appunto, per i cattolici del Pd giocarsela alla democristiana sarebbe una pia illusione, anzi, neanche tanto pia, a rigore, almeno stando alla sostanza del “ragionamento” sbattuto sul tavolo da Antonio Sciortino, direttore della rivista più diffusa nelle parrocchie italiane. E infatti la «teodem» Emanuela Baio Dossi ringrazia il direttore per aver messo il dito nella piaga e, senza tanti giri di parole, sentenzia: «Non si possono tenere insieme il diavolo e l'acqua santa». Il diavolo, naturalmente, sono i radicali. Sbatteteli fuori o con noi avete chiuso: questo è il succo. Neanche un articolo, in verità: un sms. E invece tre colonne, dal titolo «Il "peccato originale" di un partito fantasma», perché nessuno faccia finta di non capire.Che dire? Difendiamo i radicali? Ma sì, alla fine ci tocca anche questo. E soprattutto difendiamo Veltroni, il “peccatore originario” (se mi si passa la licenza poetica). Ma non, ben inteso, per dar torto al settimanale cattolico, tutt’altro. A ciascuno il suo, cioè: ai radicali fare i radicali, a Veltroni fare il capo di un partito di stampo liberal, progressista e “pacatamente di sinistra,” e ad Antonio Sciortino fare il direttore di Famiglia Cristiana. In un paese che si sta “normalizzando,” infatti, dove volete che vadano i radicali? Con Formigoni e Giovanardi? Ma andiamo … E a chi dovrebbe tenere di più Veltroni, pena diventare lo zimbello dei partiti progressisti d’Europa, a Binetti o a Bonino?Il problema, insomma, non sono i pannelliani, sono i «teodem». Poi, certo, ci sono le Rosi Bindi, i Castagnetti e i Franceschini, ma questa è gente che fa politica fin dai tempi della scuola materna, che ha fatto i propri ragionamenti e, se proprio devono scegliere, beh, per loro il diavolo, per dirla manzonianamente, non è brutto come lo si vuol dipingere, figuriamoci, dopo una vita trascorsa nei ranghi della Dc—non quella di De Gasperi, chiaro, ma quella del suo discepolo Andreotti, quella delle correnti, del sottogoverno, delle contiguità pericolose e degli abbracci soffocanti … A loro può seccare, e molto, un aut-aut così brutale, ma solo perché, se restano dove sono, una bella paccata di voti la perdono di sicuro, ma se l’alternativa è Berlusconi e “la destra,” come suggerisce Sciortino, loro proprio non ci stanno, perché, innanzitutto, quelli per lo più son di sinistra, più ancora di Veltroni, per dire, e se stavano nella Dc era solo per via della perenne ambiguità di quel benedetto “partito di centro che marcia verso sinistra,” come esso stesso si definiva, lasciando che vi convivessero anime radicalmente diverse come quella dossettiana e quella dorotea. Ebbene, adesso che la marcia è finita che si dovrebbe fare? Ora che a sinistra ci sono finalmente arrivati, cosa vorreste che facessero?Già, si potrebbe obiettare, e con la bioetica—la grande e dirompente novità di questi anni post-democristiani—come la mettiamo? In effetti. Ma, se posso azzardare un’ipotesi, secondo me, a loro, della bioetica, non importa un granché. Certo, potrei sbagliarmi, anzi, mi sbaglierò senz’altro, ci mancherebbe. Comunque, come si suol dire, chi vivrà vedrà. Se restano, però, vorrà dire che … Vabbè, ci siamo capiti.


http://windrosehotel.blogspot.com/

martedì 10 giugno 2008

Parliamone insieme


Ciclo di incontri per conoscere la dottrina sociale della chiesa

Giovedì 12 giugno ore 21
Circolo MCL Valenzatico

Don Michele Palchetti
Rapporto tra carità e giustizia nel magistero
di BENEDETTO XVI

Napolitano è molto, molto distratto nei confronti dei giudici della Campania.


Continua l'incredibile amnesia del Quirinale e del primo magistrato italiano su un caso eclatante di tradimento dei proprii doveri: se è vero, come ricorda Napolitano, che centinaia di tonnellate di rifiuti tossici sono stati deposti in discariche abusive in Campania, come mai i magistrati campani non se ne sono accorti?
Si tratta di montagne o di cave immense, di centinaia, migliaia di camion.
Come mai nessuno li ha intercettati?Come mai nessuno ha visto quei depositi?
La risposta è ovvia: perché i magistrati campani non hanno volutamente fatto il proprio dovere.
E' evidente che il presidente del Csm dovrebbe chiedere all'organo che presiede di avviare procedimenti contro tanti e tali magistrati.
Ma non lo fa.
Tace.
Pessimo servizio al meridione.
E all'Italia

http://www.carlopanella.it

Parco della rimembranza: lite fuoribonda in consiglio


IL CANCELLO del parco della rimembranza è stato chiuso anche per motivi di sicurezza e ordine pubblico: sul giardino (di proprietà della parrocchia di Tizzana) si affacciano infatti le finestre di un’abitazione privata. Per questo e solo per motivi di sicurezza l’area non è più accessibile. ma le motivazioni esposte dall’assessore al turismo di Quarrata Martina Nannini in risposta a un’interpellanza di An e Forza Italia hanno lasciato esterrefatti i proponenti scatenando una lite furibonda tra minoranza e maggioranza, con grida e proteste sedate solo dopo una sospensione dei lavori del consiglio. All’origine delle proteste di An e Forza Italia, cui si è aggiunta anche l’Udc, da una parte la «non credibilità della risposta data» e dall’altra «l’esistenza di altri motivi legati a presunti abusi edilizi perpetrati attorno al parco stesso e su cui è intervenuta la sovrintendenza». «Il Comune—ha spiegato Nannini — ha in ogni caso cercato un dialogo con il parroco don Mauro Del Becaro che si è dimostrato disponibile a collaborare. Il parco come importante luogo di memoria sarà quindi fruibile in alcune particolari ricorrenze».
«L’area ha detto Marco Grassini (CittàPerTe) era stata riaperta di recente grazie a un accordo tra Curia, cittadini e Comune che era poi intervenuto con una serie di lavori di manutenzione straordinaria. Non potendo poi fornire un proprio custode la gestione del parco venne data all’associazione "Progetto Tizzana" con cui la collaborazione evidentemente si è interrotta. Spero che il Comune riallacci rapporti del genere con le associazioni del territorio pensando di più al bosco della "Màgia" che versa in condizioni precarie». Per Alessandro Cialdi (Udc - Un’Altra Quarrata) «un Comune deve fare quello che è nelle sue possibilità per evitare che a causa di motivi di ordine pubblico si chiuda un parco custode della memoria». «Ho l’impressione — ha aggiunto Mario Niccolai (Forza Italia) che ci sia qualcosa dietro e che sia compito del consiglio comunale fare chiarezza. Non si spiegherebbe altrimenti la reazione di alcuni residenti di via San Michele
che a parco ancora aperto nel novembre scorso intimarono a me e al collega Massimo Bianchi di allontanarci dall’area». «Risposte vaghe quelle dell’assessore —ha rincarato l’esponente di An Massimo Bianchi —che sottintendono una non chiara volontà di perseguire gli interessi pubblici. Abbiamo sollevato il problema della chiusura perché nella zona si sta agendo con leggerezza (nello
specifico caso di un privato che avrebbe compiuto abusi edilizi ai danni di un terreno della parrocchia attiguo al parco della rimembranza, ndr.) e perché non accettiamo di essere censurati». Sulla vicenda il sindaco Sabrina Sergio Gori ha diramato un proprio documento dove si legge:
«Fermo restando che la proprietà del parco è della parrocchia, che ha facoltà di disporne come meglio crede, ribadisco l'importanza del parco della rimembranza come luogo della memoria di tanti concittadini che hanno perso la vita durante la I guerra mondiale. Siamo in contatto da tempo con il parroco per verificare la possibilità di collaborare per garantire l'apertura al pubblico del parco. In quanto alle ipotesi che ci sia dell'altro rispetto a quanto discusso e che il Comune stia in qualche modo tutelando l'interesse di qualche privato a scapito della collettività, ritengo tali affermazioni pesanti e spero che verranno presto chiarite in un senso o nell'altro: se veramente i consiglieri intervenuti sono a conoscenza di situazioni di illegittimità e illegalità li invito a farle presenti a me come sindaco e a tutti gli altri organi preposti al controllo; se invecesi tratta solo di illazioni senza fondamento, non è opportuno che un consigliere comunale getti pubblicamente discredito sulla gestione di una parrocchia e delle sue proprietà, né su singoli cittadini o su altre persone non meglio specificate che dovrebbero sapere non si sa che cosa».


Dalla cronaca locale de "La Nazione" del 7 giugno

giovedì 5 giugno 2008

Auguri


Sabato 7 giugno nella pieve di San Giovanni Evangelista a Montemagno si sposano

Carlo e Benedetta

A loro vanno gli auguri piu’ sinceri miei e di tutti gli amici del BLOG

Incontri con i cittadini


Venerdì 6 giugno alle ore 21,15
Bar Italia via statale località CASINI

I consiglieri del centrodestra incontrano i cittadini per parlare dei problemi della frazione.

A un anno dalle elezioni i programmi e le attese dei cittadini tradite dalla giunta “GORI”

Come avevamo promesso in campagna elettorale, ritorniamo tra la gente per rendere conto di quello che facciamo noi in consiglio e quello che fa l’amministrazione comunale.
Le nostre proposte, le nostre battaglie, le scelte sbagliate del Sindaco e della sua giunta, sempre più isolata e senza un progetto di città.
Quarrata non merita una giunta cosi dannosa per tutti.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!

mercoledì 4 giugno 2008

Consiglio Comunale


Ancora un appuntamento importante questa sera 4 giugno 2008 alle 21,15 in palazzo comunale.
Il Consiglio Comunale, infatti, è chiamato a discutere di ben sette interpellanze presentate dai gruppi del centrodestra di Quarrata, dopo la discussione della relazione annuale del difensore civico, sulla quale non mancheremo di rilevare le contraddizioni e i limiti, la giunta dovrà rispondere sulla chiusura del Parco della Rimembranza che si trova ai lati della chiesa di S. Michele, dei problemi dell’approvvigionamento idrico delle frazioni collinari, dell’incuria e dell’abbandono delle case popolari di proprietà ATER di via Einaudi e via Montalbano, della riorganizzazione del servizio di guardia medica e del 118 a Quarrata, della installazione di una targa dedicata ad Aldo Moro nella piazza a lui intitolata nonché della commemorazione annuale da promuovere coinvolgendo la popolazione scolastica e ultimo ma certo molto importante, la situazione dell’ultimo tratto di via Montalbano ristrutturata tre anni fa e le continue opere di ripristino su quel tratto a causa di scelte fatte a suo tempo e rivelatesi sbagliate. Tutte le interpellanze sono state condivise e firmate da tutti i gruppi consiliari di opposizione, fatto questo che rafforza il nostro impegno e le nostre battaglie per far emergere i limiti di una amministrazione oramai esaurita, ad appena un anno dalla sua elezione. È importante che come di consueto ci sia una forte presenza di cittadini che così si rendono della pochezza organizzativa ideale e politica di chi li amministra. L’appuntamento, ripeto, è questa sera presso il palazzo comunale alle 21,15.