mercoledì 30 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: I CONTICINI DELLA BRAVA MASSAIA


All’indomani della seduta del consiglio comunale dove si è discusso il bilancio di previsione, Fli prende una durissima posizione nei riguardi dell’assessore al bilancio, Antonella Giovannetti.
Il fallimento del bilancio previsionale – dichiarano i consiglieri comunali di Fli, Maurizio Ciottoli, Mario Niccolai e Massimo Bianchi – è di fatto stato decretato dal sermone dell’assessore al bilancio nel corso della seduta del consiglio comunale; un intervento intriso di faziosità, vuoto di argomenti e quindi, in mancanza di essi, volto ad individuare un capro espiatorio quali l’opposizione ed il governo nazionale.
L’assessore Giovannetti con la sua aria da unta dal Signore da un lato si è arrampicata sugli specchi attaccando l’opposizione la quale, legittimamente, ha più volte richiesto modalità e tempi consoni alla discussione della proposta di delibera di bilancio; dall’altro lato ha sfoggiato il suo odio antiberlusconiano per raccontare ai cittadini che i conti non tornano a causa del governo cattivo.
Fli dal canto suo, e bollando come patetiche e populiste le provocazioni dell’assessore Giovannetti, rimane su questioni politiche, non di fantascienza e chiede all’assessore stesso piuttosto:
1) dove sono finiti i soldi per l’acquedotto di via Castel Biagini e via delle Lucciole?
2) le sembrano normali in tempi come questi € 250.000 di consulenze?
3) a fronte dei costi sostenuti per la predisposizione del regolamento urbanistico, quali sono i risultati in termini di oneri entrati nelle casse del comune?
4) a cosa è servito il percorso partecipativo di Villa La Magia durante il quale i cittadini hanno deciso che determinati servizi non aumentino quando invece in certi casi sono addirittura triplicati?
5) per quale motivo l’assessore Giovannetti semmai non spiega alla città che questa amministrazione è a corto di risorse in quanto per tre anni ha stanziato 3 milioni di euro per i Piuss (piste ciclabili ) declinandoli così dalle reali esigenze dei cittadini ?
Prima di rendersi autrice di certe insinuazioni – concludono i consiglieri finiani – l’assessore al bilancio trovi una risposta sensata, si metta una mano sulla coscienza e trovi il coraggio di rispondere alle suddette domande con una certa onestà intellettuale oltreché politica.
Maurizio Ciottoli – capogruppo Fli
Mario Niccolai – consigliere Fli
Massimo Bianchi – consigliere Fli
* * *
Fin qui il documento. In aggiunta si possono dire ben poche altre cose, specie dinanzi a una totale mancanza di accortezza e di spessore politico dell’assessore Giovannetti.
Che aspettarsi, del resto, da chi altro non fece, per mesi, che sfregarsi le mani in attesa che cadesse la testa dell’assessore Burchietti?
Caduto quell’ostacolo – ché tale era, per la peggio sindaca di Quarrata, l’intelligenza onesta e franca del precedente assessore – la Giovannetti si è incardinata con squilli di tromba e rulli di tamburo.
Un insediamento che l’ha portata, finora, a non essere pressoché visibile, ma – nonostante tutto – sempre ligia e fedelissima alla Sabrina, tanto che perfino si fa il suo nome come possibile successore al soglio di Pietro.
E non potrebbe capitare di peggio, se ciò accadesse.

Con la sua presuntuosa ragioneria da brava massaia che sa adoperare il pallottoliere – di cui ha dato prova nel dimostrare che l’opposizione avrebbe potuto benissimo leggere il bilancio a X pagine il giorno per X giorni dal 13 marzo in poi –, la Giovannetti, con supponente ambizione, farebbe ai Quarratini perfino il conto di quanti minuti devono passare seduti sulla tazza del cesso per fare i propri bisogni!

P.S. – Il cesso è quello del progetto-Cinema Moderno.

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martedì 29 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA FILOSOFIA DELLO SBANDO


Siamo arrivati a discutere del bilancio 2011 ed ecco che le cose vanno sempre nella stessa direzione: svendita dei beni comunali, sbando sulle spese di fondamentale importanza e rilevanza per i bisogni della popolazione e, al tempo stesso, previsioni di spese centinaia di migliaia di euro, per esempio, per l’acquisto di biciclette.
Biciclette per una Quarrata che ora va in bicicletta all’1%, ma che, come sostiene l’amministrazione con grande lungimiranza, andrà tutta in bicicletta quando avrà a disposizione una piramide di biciclette che saranno costate 250mila euro.
Ma è possibile?
Intanto Montemagno non ha strada. Intanto la gente della piana non ha acqua e gas. Bella sinistra che lavora per il popolo e per la gente!
Ed ecco alcune osservazioni di Alessandro Cialdi (Udc). Cominciamo con due argomenti. Ci torneremo sopra nei prossimi giorni, quando presenteremo anche noi dei documenti con cui bacchettare questa amministrazione scapata e presuntuosa, senza testa né cuore.

Insomma: vuota come una zucca.

Quarrata, 28 marzo 2011

Approvazione Piano alienazioni e valorizzazioni immobiliari e Piano Triennale di razionalizzazione dei beni immobili ad uso abitativo o di servizio

Rieccoci, siamo di nuovo a parlare, con cadenza annuale, della piscina di via del Pollaiolo.
Questo titolone del punto all’ordine del giorno, in realtà, non è altro che la presa d’atto del fallimento della vendita di quel sito.
Riproviamoci, compagni.
Volete continuare a permettere la realizzazione di 1.300 mq. di SUL, pari a 16 appartamenti ai piedi della collina.
Questo scandalo edilizio non ha, per ora, trovato seguaci.
Meno male, dico io.
Il Dirigente Tecnico, Arch. Battaglieri ha stimato, nel 2010, il valore della piscina, meglio dire del terreno di proprietà comunale, in € 800.000,00.
Avete indetto un bando di € 960.000 nel 2009 e non ha partecipato nessuno; a gennaio di quest’anno siamo scesi a € 800.000 con possibilità di abbassare anche il prezzo del 20%, quindi fino a € 640.000 e ancora niente!
Ora, sembra, verrà riproposto con un ulteriore ribasso del 20%, a € 512.000…
Provate a proporlo gratis…

Approvazione Piano Triennale delle opere pubbliche 2011/2013 ed elenco annuale 2011

Il bilancio comunale stanzia, per il 2011, € 1.522.290 di cui soltanto € 146.000 sono stanziamenti di bilancio.
Il resto è PIUSS.
Alessandro Cialdi
Udc
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domenica 27 marzo 2011

CON IL DECRETO MILLE POLTRONE LA CASTA AUMENTA ASSESSORI E CONSIGLIERI A ROMA E A MILANO

INSERITO DI SOPPIATTO NEL TESTO L’AUMENTO DEGLI ASSESSORI DA 12 a 15 E DEI CONSIGLIERI Da 48 a 60… INVECE CHE ABOLIRE LE PROVINCE, NE CREANO TRE NUOVE…I COSTI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO RADDOPPIANO

Il decreto “Millepoltrone”, inserito di soppiatto nel testo di governo che ripristina i fondi del Fus, cancella l’aumento dei biglietti del cinema, e aumenta il costo della benzina, consentirà alle giunte comunali di Roma e Milano di creare tre poltrone in più da assessore (diventeranno 15 più il sindaco) e altre dodici da consigliere comunale (dovevano ridursi a 48, sono tornati 60).
È l’ultimo regalo (non ancora perfezionato vista la contrarietà già manifestata dal Colle sia per i decreti omnibus che non hanno necessità e urgenza sia per la norma in questione, già infilata e poi ritirata dal milleproroghe proprio su pressione di Napolitano) che la politica si concede mentre continua ad affermare che la cinghia la devono tirare tutti, politici compresi.
Rigore, trasparenza, tagli. Quando viene presentato un qualunque bilancio di un organo dello Stato sono questi i termini che vengono adoperati . Nell’annunciare che per il 2011 la Camera dei Deputati avrebbe speso la cifra record di 1.106.340.178,86 euro, si è adoperata la formula: “Si risparmia lo 0,98% rispetto all’anno prima”.
Che è una dicitura anomala se si pensa che nell’arco del 2009 la spesa effettiva di Montecitorio era stata di 1.054 milioni di euro.
Si è risparmiato, insomma, spendendo 52 milioni di euro in più.
Certo, c’è l’inflazione, ma non si comprende come questo affannarsi sui tagli, alla fine non produca risultati in termini reali.
È lo stesso per il Senato dove gli sbandierati tagli di “35 milioni” con i mille euro in meno al mese per le competenze accessorie dei Senatori e alcune formule di risparmio sui 981 dipendenti di Palazzo Madama, non si vedono nel calderone complessivo che ammonta sempre a 594 milioni di euro, contro i 421 del 2001.
Non fa meglio la Presidenza del Consiglio, che l’anno scorso, mentre continuava a parlare di crisi economica, è riuscita a spendere il doppio di quanto immaginato per il solo funzionamento (617 milioni contro i 363 previsti), facendo anche peggio nella spesa complessiva (con un aggravio di spesa di oltre un miliardo e mezzo di euro).
Alcuni casi eclatanti riguardano le promesse elettorali.
Pensiamo ai famosi “enti inutili” che di quanto in quanto sono oggetto di sforbiciate mediatiche tranne poi conservarsi uguali a sè stessi.
Chi si ricorda della cancellazione delle Province?
Anche loro erano finite nel calderone degli enti non fondamentali: tagliare, razionalizzare, spostare competenze.
Mentre ci si decideva sul da farsi, di province ne sono nate altre tre: quella di Monza-Brianza, quella di Fermo, e quella di Bat, acronimo che racchiude i territori pugliesi di Barletta, Andria e Trani. Giusto da ieri, con decreto della Presidenza della Repubblica, le tre nuove Province sono state dotate di tre nuove Prefetture.
Per essere “enti inutili” crescono bene.
Ma non è l’unico caso.
Una delle moltiplicazioni della rappresentanza politica ha creato in un breve volgere di anni la mutazione delle vecchie “circoscrizioni” (organi prettamente amministrativi) in organi politici territoriali.
Ne sono nate nelle grandi città come Roma e Milano, ma poi si sono estese a una larga fetta del territorio nazionale, tanto che nella finanziaria 2009 si era pensato di “limitarne” la presenza alle sole città con oltre 250mila abitanti.
Il risultato è stato un “Comitato Nazionale Circoscrizioni” che ha chiesto deroghe più o meno locali.
Così, Forlì, che ha poco meno di 120mila abitanti, dalle amministrative del 2009 è amministrata da un sindaco, da una giunta, da un consiglio comunale, e dalle sue tre circoscrizioni che contano altri 20 consiglieri circoscrizionali ciascuna.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti aveva usato l’accetta, azzerando i compensi dei consiglieri e gettando nel panico una classe amministrativa che con una certa enfasi si era autodefinita, a Roma, degli “straccioni della politica”.
Adesso, con apposito decreto (è lo stesso del Fus, dei biglietti del cinema e della benzina) anche i consiglieri municipali di Roma riotterranno le loro spettanze.
Ma a quanto ammontano?
Oltre al gettone di presenza e al rimborso per le ore di lavoro mancate, la cifra per ciascuno è poco sopra i mille euro al mese.
La circostanza bizzarra è che quei 20-30mila euro al mese per il mantenimento dei consigli municipali a volte coincide con i 20-30mila euro mensilmente spesi per le attività che la stessa circoscrizione dovrebbe fornire ai cittadini.
È un po’ come se, arrivati i soldi dello Stato, si decidesse di fare a metà: metà ai residenti, metà ai consiglieri.

http://www.destradipopolo.net/


IL PUNTO (SULLE TASCHE VOTE)


13. UN BORSELLINO PIENO DI RAGNATELE
Domenica 27 marzo 2011

Un famoso poeta latino, che certamente conoscerà bene anche il Sindaco, amante delle letture, Catullo, il poeta dell’amore e della passione, scherzando con un amico, Fabullo, in un famoso epigramma, lo invitava a cena, ma era costretto a confessare che, se avesse voluto mangiare, avrebbe dovuto portarsi dietro di tutto e di più: dalla cena a una bella ragazza dalla pelle bianca come la neve.
Le uniche cose che il poeta aveva a disposizione per l’amico, erano l’affetto e un boccettino di profumo da annusare. Per il resto il borsellino – diceva Catullo – è pieno di ragnatele.
Anche il portafoglio del Comune di Quarrata è plenus… aranearum, di ragnatele, perché cronicamente vuoto.
E in questi giorni lo abbiamo visto ripetutamente: non ci sono soldi per le manutenzioni, non ci sono soldi per portare acqua e gas a casa della gente, non ci sono soldi per nient’altro che per l’ordinaria follia di una Giunta che, impazzita in questo suo secondo mandato, ha preferito chiedere aiuti alla Regione e ai suoi bislacchi progetti Piuss, per milioni di euro, mentre per Quarrata non ha fatto un bel niente in concreto – a tal punto che, proprio stamattina, in un servizio del Tirreno che riguarda un’azienda leader quarratina, David Overi fa la radiografia (pur senza fare nomi) della preponderante incapacità di certi amministratori che niente hanno fatto per aiutare mobilieri e tappezzieri di Quarrata nella tempesta della crisi. Solo buchi nell’acqua.
Andatevele a leggere, queste interessanti dichiarazioni.
Intanto Mazzanti imperversa per ogni dove.
E mentre il Sindaco compare con la rarefazione delle apparizioni della Madonna (la Sabrina viene fuori di rado e quando vuole e solo dinanzi ai riflettori di media e tv), il suo vice cerca di far sapere che c’è. Peccato però che lo debba fare dicendo sono una sola frase: un c’è soldi.
Un ci sarà nemmen soldi – si dice alla quarratina –, ma certo questa Giunta sarà ben ricordata per tutti i secoli dei secoli amen per averne macinati e spesi anche in tasca di chi verrà dopo di essa e sarà costretto, come abbiamo sempre sostenuto, a pagare i mutui accesi dalla Sabrina.

Siete contenti, elettori? Buona domenica a tutti!

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venerdì 25 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: UN FILOSOFO IN UN MARE DI LIQUAMI


Stamattina leggetevi bene quello che scrive Giancarlo Zampini su La Nazione a proposito di una traversa di via Ceccarelli. È particolarmente indicativo della politica del Comune di Quarrata in certe direzioni…

Cattivi odori, famiglie in rivolta
In un fosso vicino alle case finiscono scarichi di fognatura

Una ventina di famiglie residenti in Via Ceccarelli è costretta da anni a convivere con acque luride presenti al margine della strada, diventate stanziali. Un tempo l’acqua scorreva ed era limpida, un corso d’acqua che si riempiva durante i giorni di pioggia, che smaltiva quella di scolo che riceveva dai campi.
Dice Franco Vezzosi: «Una situazione diventata insopportabile, i cattivi odori la fanno da padrone, con l’arrivo della bella stagione la situazione si aggrava oltre che favorire la presenza di zanzare».
La zona è in Via Ceccarelli, ma queste venti famiglie abitano in una traversa che porta lo stesso nome della strada principale, è un’appendice lunga quasi duecento metri.
Dice ancora Franco Vezzosi: «Erano gli anni ottanta, noi residenti, raccogliendo soldi da ogni famiglia, provvedemmo a collegare tutte le abitazioni a due fognature che realizzammo noi privati, il comune ci fornì solo i tubi da posizionare: una fognatura a servizio delle acque chiare, l’altra per le acque scure. La fossa attuale, quella diventata lurida, non era interessata da nessun scarico, l’acqua risultava un habitat ideale per le ranocchie».
È la volta di Stefano Biancalani, anch’egli residente proprio di fronte la fossa: «La strada fu anche asfaltata, dimostrazione che ci siamo sempre interessati e preso cura della nostra zona. Da tempo protestiamo per la situazione che si è creata, il danno è notevole, sotto l’aspetto igienico sanitario ed ambientale. La risposta che ci viene data dagli uffici competenti è sempre la stessa, ci rimanda ad una prossima lottizzazione che dovrebbe partire ma non sappiamo ancora quando. Così comunque non si può andare avanti, il degrado la fa da padrone».
Se la fossa è una fogna a cielo aperto significa che dentro ci finiscono scarichi che dovrebbero terminare da altre parti, lottizzazione o no sono questi che devono essere eliminati, inoltre lo stallo dell’acqua è determinato dall’avere distrutto il reticolato di fosse piccole e grandi, oggi interrotte, alcune addirittura sparite nel nulla come è successo in altre zone del territorio.
«La zona della Ferruccia – dice Daniele Manetti della Commissione per la Partecipazione – è stata dotata negli anni scorsi di nuove condotte fognarie, mai entrate in funzione».

E ora fate il debito confronto con i sogni del nostro amato Assessore Gaggioli che, dopo avere scoperto di recente i piaceri del blog, ci sta raccontando la storia di Biancaneve e i sette nani o La bella addormentata nel bosco, scordando – come dice Manetti – che le fogne di Ferruccia ci sono, ma restano inutilizzate solo perché la Giunta ha da pensare alle speculazioni edilizie che hanno da nascere intorno alla piscina di Dugheri, dell’Uisp e della BCC di Vignole.
Un’amministrazione che non ha saputo dare – in venti anni – una risposta adeguata a una fogna a cielo aperto, ma che pretende di farci credere che ha progetti avveniristici ed eterni per Quarrata.
L’assessore-filosofo Gaggioli non ha capito nemmeno che il progetto platonico di mettere a capo della politica filosofi come lui, è destinato a fallire se, appunto, questi filosofi non sono filosofi, ma solo orecchianti della filosofia…

Che mente, perbacco!

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giovedì 24 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: UNA MONTAGNA DI RIFIUTI


Si aprono i giornali e l’occhio cade sul fatto che, mentre Agliana e Quarrata hanno aumentato la raccolta rifiuti del 7-8%, il contestatissimo Scatragli si è rifiutato di imboccare questa via e parla di rinviare il porta-a-porta pur di non gravare sulle spalle dei propri concittadini.
Scatragli ha avuto qualche piccolo problema, in questi ultimi tempi, per la supercontestazione dei comitati antinceneritoristi e per una presa di posizione del Pd che lo ha accusato di favorire alcuni a danno di altri nell’applicazione della tariffa rifiuti.
Potrà anche essere vero e giusto: questo lo vedremo.
Di certo è che questa sua decisione di non pigiare sull’acceleratore dell’8%è in controtendenza rispetto ai sindaci progressisti degli altri due comuni del comprensorio.
Sì. Forse è proprio vero quello che si dice: che Scatragli favorisce la gente. I veri democratici sono loro, gli altri: la Ciampolini e la Sabrina che, secondo la regola del «tutti uguali», fanno cadere la mannaia sul collo di tutti i cittadini.

È così, compagni, che governa il soviet. Nella perfetta uguaglianza delle pecore da tosa.

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mercoledì 23 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: UN’ARMATA BRANCALEONE


Rieccoci, stamattina, con la firma di Marta Quilici sul Tirreno, a parlare della poste di Santonuovo.
Romiti e & C. hanno presentato quasi 900 firme al Prefetto di Pistoia, per perorare la causa dell’ufficio postale ordinario nella frazione di Santonuovo.
Dietro la spinta di Romiti, a cui non poteva dire di no, perfino la Sabrina s’è mossa. O meglio s’è desta, come l’Italia che il 17 scorso aveva ritrovato le sue più profonde radici unitarie e che oggi le ha quasi sicuramente riperse.
Sembra che Romiti stia dicendo a tutti: «Ma quanto mi piace sentirmi capogruppo in consiglio! Vedete come lo fo bene? Rieleggetemi per altri vent’anni».
Però Romiti non ha risposto a Alessio Gargini (Pdl), che aveva detto: «Passate tutto alla Bcc di Vignole» (ma Gargini è un rappresentante della destra e va toccato con la tuta antiradiazioni); né al presidente della Bcc di Vignole, Giancarlo Gori, anche se il Romitino è, comunque, un para-bancario, visto che lavora proprio nella sede di quella banca a Santonuovo.
Ma Romiti è grande ormai; e sa fare le cose da sé. Ha le sue amicizie, le sue aderenze…
Peccato che – sempre sul Tirreno di oggi – le Poste Italiane abbiano detto le stesse cose (no a tutti, riduzioni di uffici e servizi da tutte le parti) anche all’assessore provinciale Lidia Martini, che, da parte sua e per quanto la riguarda più direttamente, pensa di seguire il consiglio Gargini per i tagli delle poste su Pistoia e altrove.
Ma allora è proprio vero che questi politici sono dei visi pallidi che parlano con lingua biforcuta: da una parte la Martini sostiene Romiti (e fa scena, andando fin dal Prefetto – ma oggi tutto è berlusconismo e immagine) e dall’altra tira a diritto senza voltarsi.
Abitanti si Santonuovo, ma non vi prenderanno mica in giro?

Certo è che l’immagine della politica che si ha è solo una, in fondo: quella di una sgangherata armata Brancaleone, sempre in giro a far casino, ma assolutamente incapace di arrivare a Gerusalemme e conquistarla!

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martedì 22 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO…LEVA IL MEDICO DI TORNO: GRANDEZZE & SQUALLORI


Qualche giorno fa abbiamo parlato del degrado di via Montalbano. Oggi Giancarlo Zampini, su La Nazione, ci parla di via Burianese.
Questi sono gli elementi che caratterizzano Quarrata a fronte di un continuo strombazzìo della Giunta, che si vanta di «aver preso questa città di mattoni e di averla restituita – alle prossime elezioni del 2012 – di marmo», né più né meno come fece Augusto a Roma.
Che presa in giro! La gente vive ancora nel medioevo e loro continuano a proporsi come dei saggi architetti del cosmo.
Anche Gaggioli, che ha messo su un blog per suo conto (temeva di non essere abbastanza visibile…?), ci dà lezioni sotto allegorie che inneggiano a fantaletterature di tipo calviniano.
Non ha capito, nemmeno lui – e d’altra parte il suo Platone insegnava che i simili vanno coi simili – che la gente non ha bisogno di letteratura, ma di interventi concreti. Giorno per giorno.

Perché nessuno di loro ha capito che è nella buca dinanzi a casa che il quarratino cade e si tronca l’osso del collo…

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domenica 20 marzo 2011

IL PUNTO (SULLA [dis]INFORMAZIONE)


12. ADDÌO, QUARRATA (dis)INFORMA!
Domenica 20 marzo 2011

In questa domenica di pre-primavera, le uniche notizie che rimbalzano sui giornali di cronaca sono l’ossessione-firme del Romitino per la posta di Santonuovo (porterà al Prefetto le proteste di un migliaio di cittadini) e il riadattamento della scuola di Buriano, beneficata dalla Regione Toscana che – per i Comuni che stanno per andare alle urne – è in pista di decollo (Peretola 2?) per una buona sciacquonata di contributi: tanto per far vedere alla gente che andrà a votare che i compagni, anche se non hanno fatto niente per 4 o 5 anni, insomma… possono sempre contare su qualche piatto di lenticchie e una manciata di soldi da spendere. Del resto questa è l’ottica delle sinistre al potere, fra indignazione e nepotismi.
Ma oggi non vogliamo parlare di questo. Oggi vogliamo insistere su un elemento qualificante, per far riflettere sulla superficialità e sulla poca intelligenza di certe Giunte.
Tra tutte le cose da tagliare a séguito delle decisioni del Governo – e ce ne sarebbero state molte, prima di questa: pensate a quanti quattrini vengono buttati in consulenze inutili, dato che gli uffici comunali sono pieni di superlaureati, che fra l’altro prendono anche premi di produzione a fine anno –, la peggio Sindaca di Quarrata ha fatto fuori il Quarrata (dis)Informa.
Per carità, era un foglietto da tre palanche. Ideologico e ideologizzante fino al midollo più profondo delle ossa. Ma però – anche se non si dice – arrivava a tutte, proprio a tutte, le famiglie.
Strizzare l’informazione su un sito web come quello del Comune, significa, non c’è dubbio, dare un taglio anche a quel po’ di informazione monca che pure prima c’era.
E c’era anche un po’ di informazione degli altri partiti che, sommati insieme, non rappresentavano – vogliamo ricordarlo – la minoranza, ma la maggioranza dei Quarratini.
D’altro canto è così: da Bassanini in poi, la democrazia italiana è affidata alle liste blindate e alle minoranze che pigliano un voto in più in un ballottaggio. Se vi sembra giusto…
Ma per tornare a noi, se prima gli altri partiti erano strizzati in 2 paginette 2 appena e in una manciata di righe, ma che giungevano a tutti, ora le lamentele e i disaccordi delle opposizioni non arriveranno che al 5-10% delle famiglie quarratine. E solo se la gente avrà voglia di andarsi a cercare la pagina del bollettino del Comune navigando in rete.
La cosa più vera, su questo argomento, l’ha detta l’ex-assessore Franco Burchietti, che si è dichiarato tuttora credente Pd e fedele alla linea della sinistra: ovviamente non di questa, quarratina, che sinistra proprio non è. E lo ha fatto commentando il post dedicato al Quarrata (dis)Informa da Andrea Balli.
Ha scritto: Più si rende difficile accedere all’informazione meglio è!!! – Franco Burchietti – 14 marzo 2011 – 16:15.
Andatevelo a leggere.

Parole sante e lucide. Buona domenica a tutti!

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venerdì 18 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: VIA DELLO SQUALLORE


Stamattina, sulla Nazione, Giancarlo Zampini affronta il tema della bruttura di via Montalbano: la strada dello squallore che porta al salotto buono del chilometro-quadro del centro cittadino. E anche qui, su questo ‘salotto buono’, ci sarebbero diverse cosette da dire.
Certo è che Quarrata è messa male.
E certo è che nelle ultime amministrazioni di sinistra di Quarrata, quelle Marini-Sergio Gori, le cose non sono cambiate di molto.
Marini per un verso e Sergio Gori molto di più e peggio – come peggio Sindaca – per un altro, non hanno fatto un sacrosanto tubo per risolvere il problema di una via che porta in centro e che è tutto un canto al degrado.
Oggi gli amministratori stanno tornando alla carica col progetto di riqualificazione dell’area: ma nessuno ci crede, dato anche che, a questi chiari di luna, come direbbe il Mazzanti, un c’è soldi.
Per certi aspetti, passando per via Montalbano, sembra di essere in certe periferie di città della fascia africana mediterranea o delle strisce bombardate del medioriente: ruderi, ammassi di materiali vari, discariche (anche comunali – lo abbiamo scritto più volte) a cielo aperto.
Inutile farla lunga: Marini prima e Sergio Gori dopo, se hanno speso, hanno solo buttato quattrini (e tanti, cari elettori; tanti!) in due pozzi senza fondo: la Màgia e la Querciola, da cui Quarrata non potrà che trarre danno economico e debiti su debiti.
Se si pensa che altri milioni di euro saranno ancora gettati nei bagni pubblici del Cinema Moderno, è facile fare una battuta che viene da sé…

Che questa amministrazione – la peggiore, la più autocratica, la meno democratica, la più proterva, la meno capace di ascoltare la gente – butta proprio i milioni nel cesso!

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giovedì 17 marzo 2011

17 MARZO


Mi piace l'idea che in occasione del 150 anniversario dell'Unità d'Italia dalle finestre delle nostre case possa sventolare quel tricolore che, normalmente, siamo abituati ad esporre solo in occasione dei mondiali di calcio.
Mi piace anche sentire molti esponenti politici, nazionali e locali, che invitano gli italiani a mostrarsi giustamente orgogliosi della nostra storia unitaria e degli eroici protagonisti del Risorgimento.
Salvo la rara eccezione di chi, più per spirito polemico che per effettiva convinzione, si richiama ad una non ben identificata nazione padana, mai esistita nella storia e nella società, tutti sono concordi nel riaffermare l'amor di Patria che dovrebbe essere sempre ben presente in noi.
Anche il segretario del Pd pistoiese, Marco Niccolai, ha deciso di esporre la bandiera tricolore fuori da tutte le sedi del partito per riaffermare la coesione del nostro Paese.
Come sono lontani i tempi in cui i suoi predecessori, che guidavano i compagni verso il sol dell'avvenire, inneggiavano alla bandiera della Repubblica Socialista Sovietica, denigrando la nostra bandiera e definendo immancabilmente fascista chi preferiva rimanere sotto le insegne tricolori. Certo, gli anni settanta sono lontani, e Niccolai nemmeno li ha vissuti, ma se oggi qualcuno si permette di mettere in dubbio l'Unità nazionale è anche perchè prima c'è chi ha immaginato di coprire la nostra bandiera nazionale, e l'Italia, con il vessillo rosso.
Ben venga dunque questo rinnovato spirito patriottico che deve comunque tradursi in un autentico amore per l'Italia e per gli italiani, che equivale a sostenere e difendere il bene comune prima degli interessi dell'una o dell'altra parte.

martedì 15 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: L’AUTOSTRADA PUÒ ATTENDERE


«I lavori di realizzazione della Seconda Tangenziale di Prato, proseguono su tutto il tratto quarratino e pratese. Si tratta di una strada che dovrebbe dare una svolta al traffico, in particolare a quello pesante. Si raggiungerà così da via Firenze il casello autostradale di Prato Ovest, ma per mancanza di copertura finanziaria, al momento, non sarà effettuato il collegamento che dalla rotatoria dei Martiri di viale Europa porterà a via Firenze. Della tangenziale intanto è stato realizzato il ponte che scavalca il torrente Ombrone, certamente l’opera più impegnativa. Prima ancora era stata demolita una casa all’imbocco dall’ex strada Statale 66 all’altezza della frazione di Casini, dove sarà costruita la rotatoria che consentirà il prolungamento di via Firenze.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla».
Così stamattina scrive Giancarlo Zampini sulla Nazione. Ma se si fa attenzione anche a quello che dice il buon Marco Mazzanti, a fianco di quanto dichiarato dall’assessore provinciale Mari, ci rendiamo conto che siamo dinanzi a una… novella dello stento.
Mentre Mari parla delle difficoltà della Provincia, Mazzanti ci dice che, per finire il tracciato quarratino, dalla rotonda dei Martiri fino a via Firenze, mancherebbero 6 milioni di euro. Soluzione? Far passare tutto il traffico sull’incrocio dei Macelli, via Torino e via Vecchia Fiorentina fino ai Casini. E sai che confusione.
Però attenzione: non basta. Prima di poter procedere alla sistemazione definitiva della tangenziale, è bene ricordare che dopo la casa che è stata abbattuta lo scorso anno lungo la Statale ai Casini, altre due abitazioni dovranno essere spianate: ovviamente solo dopo che chi vi abita sia stato trasferito in nuove abitazioni.
Crediamo proprio che il ponte sull’Ombrone – di cui Mari si vanta – starà lì ad aspettare per un altro bel po’.
Quest’opera, promessa da tutte le giunte a partire da quelle Caramelli dal 1975 in poi, occupano ormai l’immaginario collettivo dei Quarratini.
Peccato però che l’amministrazione attuale – che avrebbe bisogno di 6 milioni per finire i lavori – abbia preferito sperperarne 5, di milioni, in una piscina che farà, sì, nuotare la gente, ma non darà certo un sufficiente supporto infrastrutturale alla vera economia di Quarrata.
Un economia che, per chi non l’avesse capito, non si basa sullo stile libero o sullo stile rana (molto adatti alla Sabrina e ai suoi sette armigeri), ma sui mobili, i manufatti e la produzione artigianale.

E intanto per chiudere il discorso non basteranno le elezioni del 2012 per permettere alla Sabrina – la peggio sindaca di Quarrata – di tagliare un altro nastrino tricolore…

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lunedì 14 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA DEMOCRAZIA DELLA DERISIONE


Di recente – come si può leggere anche su Quarrata/news – il presidente della commissione consiliare affari generali, Luca Marini, ha convocato, per mercoledì 16 marzo alle ore 18, la commissione stessa, per l’esame del bilancio: un atto complesso che richiederebbe molte ore per l’esame e le osservazioni.
Anche noi facciamo parte di questa commissione. E dovremmo essere presenti alle 18, discutere e poi, alle 19, essere presenti al Parco Verde per inaugurare piazza Bronte, strombazzatamente reclamizzata dall’amministrazione e dal Sindaco. Non potrà mancare, a questa cerimonia, Luca Marini, presidente della commissione consiliare, ma anche fratello dell’ex sindaco Stefano, anima e presidente del Parco Verde.
Dopo tale inaugurazione, alle 21, dovremmo correre in massa al Nazionale per ascoltare la banda che ci intrattiene in occasione della Notte Tricolore, in onore dell’unità d’Italia.
Alessandro Cialdi (Udc), indignato per queste cialtronerie, che sono un’insopportabile prova di derisione delle minoranze, ha scritto a tutti facendo sapere che non sarà presente alla commissione medesima.
Il presidente Marini ha allora corretto il tiro, rinviando “eventualmente” la prosecuzione della discussione a venerdì 18.
Si noti che si parla di eventuale rinvio e non di rinvio certo.
È evidente che la logica è quella della Sabrina, che ha sempre detto che le commissioni non servono a nulla se non a ritardare gli iter amministrativi: e pertanto, per la maggioranza, un’ora o poco più di confronto è considerata un congruo lasso di tempo per esaminare l’intero bilancio del Comune.
Ne prendiamo atto e, al tempo stesso, esprimiamo, in questa sede, tutti i sensi della nostra più viva indignazione per questa amministrazione cialtrona e irrispettosa delle prime e basilari regole della democrazia: la correttezza dell’azione e il rispetto delle opposizioni.

Se ne vergognino dinanzi a tutta la cittadinanza e agli elettori!
Se ne vergognino dinanzi alle cerimonie – nelle quali evidentemente non credono – per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia!

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domenica 13 marzo 2011

FINI: “NON C’E’ DITTATURA DEI GIUDICI, BERLUSCONI CERCA IL CAPRO ESPIATORIO"


“LA COSTITUZIONE NON E’ INTANGIBILE, MA NON SI CAMBIA A COLPI DI MAGGIORANZA”….IL PREMIER AVEVA DETTO CHE “ERA COLPA DI FINI SE NON SI E’ FATTA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA”…PER MOLTI ITALIANI E’ INVECE UN MERITO DI FINI AVER BLOCCATO TROPPE LEGGI AD PERSONAM

All’attacco di Silvio Berlusconi che lo ha accusato di aver ostacolato fin qui la riforma della giustizia, Gianfranco Fini risponde colpo su colpo.

Intervistato a Sky Tg24, il presidente della Camera spiega che il premier «ora ha bisogno di un capro espiatorio e se mi dà la responsabilità della mancata riforma, me la prendo. Ma le norme proposte - ci tiene a puntualizzare - non facevano l’interesse generale».E anche sulla presunta «dittatura dei giudici» il leader di Fli è in disaccordo con il presidente del Consiglio.

«Non credo che in Italia ci sia, né dei giudici né dei magistrati», precisa.Fini, in realtà, spiega di apprezzare il testo di riforma della giustizia elaborato dal governo. «Non è ad personam ed è la ragione per cui io condivido la posizione di chi ha detto in Parlamento, senza pregiudizi, si discuta e vediamo di che cosa si tratta».Per il presidente della Camera infatti «le riforme vanno fatte anche se bisogna capire con quale spirito e bisogna capire cosa si intende quando si dice riformiamo la giustizia».

Anche sulle eventuali modifiche alla Costituzione, il numero uno di Futuro e Libertà appare possibilista. ma il suo avvertimento è chiaro: la Carta non è intangibile, ma non si cambi a colpi di maggioranza.Un passaggio della sua intervista, Fini lo dedica alle spaccature all’interno di Futuro e Libertà. minimizzando.«Ci sono sensibilità diverse - ammette - ma non mi appassiona né il dibattito tra falchi e colombe né la ricerca del compromesso ad ogni costo».

Quanto alla situazione in Libia e a Muammar Gheddafi, il presidente della Camera non usa mezzi termini: il Raìs «è un pazzo sanguinario, mi rifiuto di commentare le sue minacce, auspico solo che la comunità internazionale faccia seguire alle intenzioni i fatti».«Sicuramente c’è il rischio di conseguenze gravi sui flussi migratori - aggiunge il leader di Fli - ma sarebbe guardare al dito e non alla luna pensare solo a questo e non al cambiamento storico dei paesi del Magreb, paragonabile al crollo del Muro dell’89».

IL PUNTO (DI TAGLIO E CUCITO)


11. TAGLI SU TAGLI E SPESE SU SPESE
Domenica 13 marzo 2011

La nobile amministrazione Sergio Gori, la più attenta a tutto in questi ultimi quasi 10 anni di regolazione oculata della spesa pubblica, dopo avere speso – negli ultimi due anni – quasi un milione di euro solo per la scritta di Nannucci e la fantastica fontana di Buren (se i quattrini sono della Fondazione Caripit, avrebbero potuto comunque essere chiesti per utilità pubblica e non per bischerate pseudoartistiche), in questi giorni si è accorta che anche altre cose vanno fatte, perché quel cattivo del Governo del Berlusca è peggio dei nazisti: castra tutto e tutti.
È per questo che la Sabrina ha raccattato 60 quarratini e gli ha chiesto di decidere sui tagli attraverso la sua grandiosa democrazia partecipativa.
Ora siamo arrivati alle svolte; e quindi ecco la giunta che ha fatto calare la sua mannaia su Quarrata Informa, sui concerti d’estate alla Màgia (è finito il rinascimento alla Lorenzo Il Magnifico) e sui servizi socio-scolastici.
Per il Quarrata Informa si fa alla svelta a dire che è un bene: ma non saranno questi i risparmi sostanziali; ci siamo capiti?
È un bene perché a che cosa serviva una rivistina patinata e bellina, stampata solo per esibire le piccole foto della Giunta e degli assessorini, e per scriverci sopra solo degli Osanna nell’alto dei cieli in onor dell’amministrazione? Che informazioni dà un giornalino di parrocchia di questo genere? Riposi in pace, dunque – mentre qualcuno dice che la Sabrina lo ha ammazzato non per risparmiare, ma per togliere anche la pagina delle opposizioni, nella quale i vari rappresentanti politici (noi compresi) hanno sempre esternato il profondo dissenso sull’azione amministrativa del Sindaco.
Per le scuole e i servizi di questo genere, siamo invece assai più scettici. Anche perché non c’è assolutamente un vero e proprio piano di razionalizzazione e risparmio da parte del Sindaco onnipotente.
La Sabrina ha preso il rasoio in mano, ha convocato il suo staff e ha dato gli ordini.
Gli altri – e non è la prima volta che lo diciamo – dicono di sì, perché altrimenti fusciano via come il Burchietti.
Vi ricordate quando due anni fa, all’improvviso, il signor Sindaco assunse un funzionario all’ufficio tecnico e arrivò la signora Paola Battaglieri?
Se non lo ricordate, ve lo riportiamo in mente noi.
Il Sindaco dichiarò che la Battaglieri avrebbe dovuto coordinare tutti gli aspetti tecnici del Comune. Ci saremmo aspettati più efficienza e meno incongruenze fra lavori pubblici e edilizia. Cosa che, obiettivamente, non crediamo di avere visto. E se qualcuno lo ha visto venga avanti e ce lo dica.
Ebbene, questa signora ci costa più di 75mila euro all’anno, ma il Comune continua ad affidare incarichi come prima se non di più.
C’è qualcosa che non torna, allora.
Non sarebbe stato già un notevole risparmio il fatto di non avere assunto un nuovo funzionario e di poter destinare quei soldi – chissà? – magari a rifare la via di Montemagno o a limitare i costi di mense e scuolabus?
Fra l’altro oggi non si dà più esenzione a chi possiede barche e auto di grossa cilindrata: e prima, invece? Perché si largheggiava con tanta facilità?

Ma la principessa decide sempre da sé. E la gente le serve solo a farle da corte (e spesso dei miracoli).

Buona domenica tagliata!

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venerdì 11 marzo 2011

Riforma della Giustizia: I nostri dubbi nel merito


Certamente serve riformare una giustizia lenta e spesso dannosa per il Paese, soprattutto per la lentezza dei procedimenti civili che incidono molto negativamente sulla crescita economica. E servono molte delle misure previste dal disegno di legge costituzionale, che però è un testo furbo, una cornice che rimanda a successive norme ordinarie di cui oggi non si sa nulla. Siamo d’accordo infatti sulla separazione delle carriere tra pm e giudici, ma il testo del governo enuncia il principio e non dice come sarà fatta questa separazione.

Se l’obiettivo è distaccare il pm dal giudice è giustissimo, se invece qualcuno vuole sottomettere le procure al potere politico noi non possiamo essere d’accordo. L’altro tema importante riguarda l’obbligatorietà dell’azione penale, che è un bel principio di difficile applicazione. Il pm ha sulla scrivania cento fascicoli, ne può portare a termine dieci e alla fine sceglie lui. Va bene quindi fissare dei criteri per dare priorità a questo o quel fascicolo ed evitare eccessi di prescrizioni – così come emerse nella famosa circolare Maddalena -, ma sarebbe un errore cassare il principio. Oggi l’obbligatorietà è un principio costituzionale che il governo vuole derubricare in una norma ordinaria per poi far decidere alla politica quali reati devono essere perseguiti e quali abbandonati.

Questo in Italia è oggettivamente impossibile, anche perché da una legislatura all’altra avremmo ministri con idee diametralmente opposte che sconvolgerebbero di volta in volta il sistema. Un’altra questione è la responsabilità civile del giudice. È giusto che anche il magistrato che sbaglia con dolo paghi le conseguenze dei suoi errori, ma questo è già previsto oggi. Il cittadino danneggiato fa causa allo Stato che se perde si rivale sul magistrato. Prevedere la possibilità di intentare direttamente una causa civile al giudice rischia di intimorire quest’ultimo e alla prima casa pignorata a un giudice i colleghi potrebbero assolvere tutti pur di non rischiare, minando le ragioni dell’esistenza dei Tribunali. Infine lo sganciamento della polizia dai pm nelle indagini. Questo è un tema delicato con pro e contro, ma bisogna riflettere soprattutto sul rischio che affidare le indagini alla polizia rischia una deriva poliziesca che non appartiene alla storia della civiltà giuridica italiana. Nessuna paura a discutere, dunque, e anche ad affrontare costruttivamente i temi sul tappeto, ma con grandi perplessità su questi quattro punti, che se mal riformati potrebbero segnare la fine della gloriosa tradizione giuridica del nostro Paese.

Italo Bocchino

giovedì 10 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: LA BCC VIGNOLE E LO SPROVVEDUTO ‘ROMITINO’


Fa piacere vedere che la proposta dell’amico Alessio Gargini (Pdl), consigliere comunale di Serravalle, apparsa qualche giorno fa sul blog Quarrata/news ha trovato favorevole accoglienza da parte della Banca di Credito Cooperativo di Vignole – la quale però, un po’ furbescamente, fa finta di nulla e si arroga il diritto di primogenitura dell’idea senza dare il merito a chi davvero ce l’ha.
Complimenti ai vertici della banca, attivi, svegli e capaci di cogliere la cosiddetta palla al balzo.
Ma al tempo stesso, una bella ulteriore tirata di orecchie al caro Romitino, che continua imperterrito a cavalcare la tigre del malumore.
Pur essendo, per così dire, “dipendente” proprio della BCC e proprio nella sede di Santonuovo, il Romitino-consigliereprovinciale-capogruppoPD non ha pensato di trovare soluzioni alternative al no fermo di Poste Italiane.
E questo dimostra due cose, in buona sostanza:

1. che le sinistre sono incapaci di trovare soluzioni – anche le più elementari ed evidenti – per le quali, invece, a Gargini è bastato un semplice battito di ciglia
2. che le sinistre non sono affatto cambiate nel post-comunismo: come nella gloriosa epoca sovietica di storica memoria, per cavare un ragno dal buco si spostano Mosca e l’intero Cremlino (Sindaco, PD, Caterina Bini, governatore Rossi).

E tutto questo solo perché se non ora quando Romiti potrà essere visibile per la sua muta e inalterata inefficienza ultradecennale?

Bravo Alessio Gargini! Ci hai dato una mano, una volta di più, a mostrare chi sono i Pd. Grazie ancora!

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mercoledì 9 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: ROMITI E «LA GALLINA DALLE UOVA D’ORO»


Il Romitino – capogruppo Pd a Quarrata, ma anche consigliere provinciale – con la posta del Santonuovo e con la posizione negativa di Poste Italiane, ha avuto, come si dice, la sua bella gallina dalle uova d’oro: un giorno sì e un giorno sì è sul giornale e fa vedere quanto sia bravo nell’organizzare la resistenza armata contro i disastri delle smobilitazioni.
Nella storia hanno sempre ragione gli ultimi che parlano. Infatti – pensate un po’ – per ben quasi 15 anni il Romitino è stato all’interno del Consiglio (da capogruppo, in questa seconda edizione di Sabry-catastrofe) e non si è mai sentito: zitto & puce come un’anatra mutola. Poi all’improvviso il fato gli ha tirato la palla al balzo: e ora non la finisce più di stare in palcoscenico. C’ha preso gusto, come scrivono somarescamente i ragazzi del popolo degli sms.
Fermo restando che anche noi siamo dalla parte dei cittadini e contro la soppressione delle poste di Santonuovo, ci corre l’obbligo di sottolineare – come scrivevano una volta i vetero-Pci – che, da vent’anni a questa parte, queste giunte di sinistra si seguono e si inseguono (da Marini a Sergio Gori), ma le cose non mègliorano affatto, per dirla in dialetto.
Agli uffici postali del territorio di Quarrata, dappertutto, mancavano parcheggi venti anni fa e oggi le cose non sono certo cambiate se non in peggio: eppure né Romiti il politico se n’è mai accorto, né se ne sono accorti i suoi compagni/e di partito o di cordata. Programmazione? Zero, sotto questo profilo.
Oggi il Romitino – siccome gli fa comodo rinfrescare le idee al suo 75% dell’elettorato in loco – smuove la montagna del profeta e fa trattare il tema al suo Sindaco (che ora è pronta a tutto e ascolta tutti, dato che s’è resa conto della sua insulsa latitanza per quasi 4 anni) e perfino alle alte sfere del partito, tipo la consigliera Bini, che metterà le firme della gente di Santonuovo sul tavolo di Rossi – che poi le scaricherà nel cestino della carta che ha a fianco della sua scrivania, preso com’è dai problemi della seconda pista di Peretola e degli inceneritori-termovalorizzatori da costruire, che gli interessano molto, ma molto, ma molto molto di più di una posta di periferia.
Romiti, smetti dunque di fare il demagogo prendendo la gente per i fondelli. E pèntiti, visto che oggi è quaresima e sono le ceneri, chiedendo scusa ai tuoi compagni-fratelli per non aver fatto niente in quasi vent’anni di politica. E se hai proprio bisogno di pubblicità, perché non mandi le firme dei tuoi elettori anche al presidente dell’Onu, dopo averle inoltrate a Napolitano e a Ratzinger?
Le potresti spedire da Quarrata, se non dal Santonuovo: perché spedire è sempre possibile. Il problema, Romiti, è, se mai, farsi leggere davvero.

Dunque, falla finita, perché hai già recitato abbastanza!

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martedì 8 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: I GRANDI PROGETTI NATI MALE E REALIZZATI PEGGIO


Stamattina ci pare utile portare direttamente in post i due commenti che sono comparsi sul nostro intervento di domenica scorsa a riguardo della cassa di espansione della Querciola, dopo l’incontro, a Caserana, dell’amministrazione e di Mari con la gente del posto.
Eccoli:

1. Anonimo ha detto... – ... per fortuna oggi c’è il sole.
Com’è da augurarsi che continui per anni ad assisterci la buona sorte o l’Onnipotente.
Quando le cose partono male, fra equivoci, fraintendimenti, cose dette e non dette, giochi a rimpallo per le competenze, mancanza di chiarezza sulla reale volontà di fare (o, come viene da pensare, visti i risultati) non fare, è complicato aspettarsi un bel lavoro.
A chi sostiene che alle amministrazioni mancano le risorse, vorrei chiedere cosa pensano quando queste sono da anni disponibili e con il passar degli anni stanno evaporando... leggo che quelle della Querciola non sono più sufficienti.
Aspettiamo un altro po’, con pazienza, che in fondo gli anni passano... passano... passano
06 marzo 2011 – 11:10.

2. Anonimo ha detto... – Perché nessuno dice le cose come stanno? Le cose stanno così: l’assessore al rischio idraulico, non è un caso, è Dalì, che abita alla Caserana. Sa che il suo predecessore Meoni non voleva la cassa d’espansione alla Caserana e non la vuole neanche lui ma sono obbligati dal partito a farla fare, perché serve agli Olmi e ai Casini (anche se per loro i Casini, di destra, potrebbero anche affogare). Cosa possono fare, quindi? di facciata farsi vedere consenzienti alla cassa e dietro dietro (alla faccia del Manetti) lavorare perché non si faccia. E cosi è stato. Ma vi sembra normale che il Dalì non sapesse della casa e del mandracchio (o come cavolo si chiama)? Certo che lo sapeva, ma gli faceva comodo far finta di nulla per perdere tempo! Tanto i progetti non costan nulla! E agli Olmi si tengono l’acqua. Il Gaiffi, Oreste e gli altri del comitato di Caserana, è dal 2006 che gli scrivevano che così la cassa non andava bene! se ne sono accorti la vigilia di Natale 2010! Cari quarratini, questi sono gli amministratori che avete votato, teneteveli stretti!
06 marzo 2011 – 14:57.

Sono due interventi che non possono passare sotto silenzio perché è davvero incredibile che Dalì non sapesse e non si fosse accorto di nulla.
Ora la gente della Piana dovrà aspettare altri tre anni per avere la cassa di espansione: e solo nella migliore delle ipotesi e se non ci saranno ritardi.
E intanto si dice (ed è anche credibile) che l’intervento della Querciola non funzionerà se non si creano anche casse di espansione a monte, nel territorio di Pistoia, per catturare acque ancor prima che l’Ombrone entri nelle terre di Quarrata.
Tutto insieme, anche questo è un altro capitolo delle responsabilità della giunta Sergio Gori, che di Quarrata ha solo la percezione della Màgia, del chilometro quadro del centro e dei meeting della legalità.

Alla faccia di quanti ogni anno vanno sott’acqua.

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domenica 6 marzo 2011

IL PUNTO (SOTT’ACQUA)


10. CASSA DELLA QUERCIOLA: DA QUI ALL’ETERNITÀ
Domenica 6 marzo 2011

A leggere quello che scriveva ieri Giancarlo Zampini sulla Nazione, casca il pan di mano, perché, per un’opera necessaria e già finanziata fino dal 2006, si passa, oggi, ad un rimando di 8 anni, con l’ultima novità portata a Caserana da Mauro Mari: l’assessore ha infatti detto che, dopo le incertezze sull’opera, dovute al progetto tavolinesco del Consorzio Ombrone, che non si è accorto della presenza di una casa dentro il perimetro dell’invaso, ora occorreranno altri tre anni di progetto e diverse altre centinaia di migliaia di euro di finanziamento, perché i quattrini che c’erano 5 anni fa, più di 3 milioni di euro, non bastano più.
Non importa che nessuno a Caserana non abbia perso la pazienza e che non ci sia stato quello che qualcuno poteva aspettarsi, ciò un assalto alla carovana dei politici – i quali, peraltro, visti da vicino così, hanno dimostrato solo una cosa: una sostanziale incapacità di seguire i problemi della gente per dare risposte non solo adeguate, ma soprattutto efficaci e risolutive.
Non importa perché la calma non è più indice di distensione fra cittadino e pubblici poteri, ma – ne siamo più che convinti, certi – è segno, molto più evidente e concreto, di rassegnazione e sfiducia nei confronti di una classe politico-amministrativa che sa fare bene solo una cosa: apparire, mostrarsi, reclamizzarsi per poi scomparire di fatto dinanzi alle difficoltà che ogni giorno si incontrano concretamente nell’amministrazione della cosa pubblica.
Che un’opera che potrebbe rassicurare la piana debba, in buona sostanza, slittare di 8 anni dalla sua iniziale partenza, e che si debba sentir dire all’Assessore Mari – quarratino, per giunta – che lui queste cose le sta maneggiando solo da appena un anno e mezzo perché prima non c’era, non tranquillizza affatto: perché è segnale certo, a nostro giudizio, del fatto che c’è sempre una scusa e una scappatoia per respingere le proprie responsabilità e mettersi la coscienza al riparo.
Mari si serva pure del Consorzio Ombrone, che ha commesso il pasticcio che ha commesso.
Ma ci permetta anche di dire che il professarsi sempre in perfetta regola, caso, puro e innocente; e il non riconoscere mai un proprio limite (e qui di limiti saltati ce ne sono più d’uno: dalla Provincia al Comune) o un proprio errore, è l’elemento che fissa l’immagine perfetta e calligrafica della nostra politica: di destra di centro e di sinistra.

Sono tutti e solo un bel branco di pavoni che fanno la ruota.

Buona domenica sott’acqua!

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venerdì 4 marzo 2011

CARI AMICI DEL CAV, LASCIATE STARE BEPPE NICCOLAI


L’INTERVENTO DI ENZO RAISI SUL “SECOLO D’ITALIA”… “GASPARRI ORA CITA NICCOLAI DOPO AVERLO DERISO PER UNA VITA”…I TENTATIVI DI APPROPRIAZIONE INDEBITA DI UN ESEMPIO DI VITA E DI MORALE CHE NULLA HANNO A CHE FARE CON IL BERLUSCONISMO E I SUO SEGUACI


Non sarei mai voluto intervenire nei dibattiti tra ex missini che toccano il tema dell’eredità politico culturale degli anni ‘70 e ‘80.

Ho sempre mantenuto un atteggiamento di basso profilo sia per rispetto di chi non c’è più ma sopratutto perché lasciarsi andare al torcicollo e strumentalizzare il passato per giustificare le scelte di oggi non rientra tra le categorie del mio pensiero.

Chi conosce la mia storia politica dentro il Msi e poi in An sa bene che sono sempre stato laico, liberale e come direbbe il mio amico Benedetto Della Vedova, un “calvinista” per quanto riguarda i rapporti tra etica e politica pur avendo una posizione libertaria rispetto alla vita privata dei cittadini.

Avrei continuato a tacere se ieri al convegno della nuova associazione di reduci missini denominata Rivolta Ideale non fosse stato citato, e in qualche modo accostato a quel parterre, quello che io considero un mio “maestro”, Beppe Niccolai.

Un uomo tanto amato dal sottoscritto quanto deriso e denigrato da buona parte dei coofondatari della nuova associazione come Maurizio Gasparri e il senatore Domenico Gramazio, ricordato negli annali del Senato della Repubblica unicamente per aver pasteggiato con champagne e mortadella quando Prodi fu sfiduciato nel 2008.

Niccolai era esattamente l’antitesi di questi esponenti politici, era un ex parlamentare - ebbe, forse unico, la capacità di ritirarsi dopo due legislature - che viaggiava in lungo e largo l’Italia sempre in seconda classe, presentandosi con abiti che avrebbero fatto inorridire il Cavaliere tanto erano semplici ed economici.

Beppe era un dirigente politico che si era distinto in Commissione Antimafia per la sua battaglia a favore della legalità e contro i rapporti mafia-politica, certo non avrebbe votato come il Pdl sul caso Cosentino.

Beppe era uno che usava azzardare in campo culturale guardando anche a sinistra, e non a caso fu il primo che, guardando l’esperienza craxiana, parlò di “socialismo tricolore” e cercò di convincere un Msi titubante che la fase modernizzatrice aperta in Italia dal leader socialista era anche una nostra battaglia.

Beppe avrebbe ringraziato il Secolo d’Italia di questi ultimi anni, un po’ provocatore e un po’ futurista, per il dibattito culturale che ha saputo sollevare e avrebbe aborrito ogni tentativo di normalizzazione di questo quotidiano anche quando non ne avesse condiviso pienamente le idee.

Proprio questo ho cercato di fare in questi tre anni, quando da amministratore non sempre ero in sintonia con ciò che si scriveva, ma nel rispetto dello spirito niccolaiano ho fatto prevalere le ragioni del dibattito e del confronto delle idee a quelle del conformismo della linea politica.

Ero un giovanissimo dirigente nazionale del FdG quando in splendida solitudine, con pochissimi amici - cito tra i tanti il giovane Gianni Alemanno, poi risucchiato da altre logiche correntizie, Pietrangelo Buttafuoco, oggi poeta del nuovo corso berlusconiano, ma anche e soprattutto Umberto Croppi e Peppe Nanni, che furono con Beppe gli estensori del documento, e quindi Fabio Granata e Carmelo Briguglio - firmammo la mozione “Segnali di Vita” nel congresso del Msi del 1984.

Eravamo pochi, tutti ci guardavano con ammirazione (e ricordo l’amico e compianto Nicola Pasetto, che non firmò per realpoltik ma fece firmare alcuni suoi amici di Verona) ma pochi, anzi pochissimi, ebbero il coraggio di seguire quel visionario di Beppe.Eppure fummo un esempio per molti, quell’atto risvegliò un partito dormiente anche se nell’immediato per molti di noi significò l’isolamento: i rautiani ci guardavano con sospetto e timore perchè andavamo ad intaccare il loro comodo ruolo di oppositori storici e gli almirantiani ci tacciavano di essere traditori.

Politicamente ne pagai il prezzo ma ricevetti in cambio l’amicizia di una persona unica che ha saputo darmi in termini di valori un indirizzo che ho sempre seguito negli anni successivi e di cui sono orgoglioso.

Dopo “Segnali di Vita” ci fu il primo sdoganamento craxiano nei nostri confronti, poi ci fu l’esperienza di Proposta Italia che fu la culla ideologica della futura An, e poi via via, fino ad arrivare ad oggi.La comunità umana missina rappresentata nel convegno di Gramazio, all’epoca fuori dal potere e avversaria assoluta della partitocrazia, dell’illegalità diffusa, della politica come ostentazione, oggi è la più assente su questi temi: essendo nel potere e non più fuori ha “cambiato panca”.

Non ne avrei mai voluto parlare, e forse pochi l’hanno capito, ma la diaspora del nostro mondo ha portato lacerazioni umane che sarebbe stato più opportuno lasciare nell’intimità di ciascuno di noi.

Però Beppe non dovevano toccarlo, lui lo dovevano lasciare stare.Pensare a Beppe Niccolai e guardare Silvio Berlusconi ti fa capire perchè oggi non ho dubbi, non ho alcun dubbio, sulle motivazioni che mi hanno portato in Fli. Ma non voglio neanche io strumentalizzare quel ricordo.

Lasciatelo in pace Beppe: da lassù ci guarda e con la sua ironia toscana riderà anche del goffo tentativo di questa associazione di reduci missini di farlo entrare nel loro Pantheon: Beppe non amava i Pantheon, il suo pensiero e i suoi valori sono vivi in ognuno di noi.

Il Pantheon è un monumento, Niccolai non ha mai voluto esserlo.

Enzo Raisi

Caro Gheddafi, noi no !


giovedì 3 marzo 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: TUTTA LA RETORICA DEL MONDO


È cominciata la campagna elettorale del Pd – come dicevamo anche in questi giorni –, ma insieme ad essa è iniziata anche la presenza fedele dei supporters.
Non passa giorno che il Comune – Sindaco, Vicesindaco & fiancheggiatori – non ci stupiscano con le loro iniziative. Perfino il capogruppo Romiti si è inventato un’occupazione: quella di gettarsi, anim’e ccore, nella crociata per la posta di Santonuovo.
La Sabrina, però, in questo momento, sta preparando tutta la fanfara di partito per la festa dell’8 marzo e per il cosiddetto bilancio di genere. Vuol dire, per chi non lo sapesse, di genere femminile: perché ormai il mondo, da Berlinguer ministro dell’istruzione in poi, l’umanità si divide in femmine e maschi: fu lui a inventare lo Statuto delle studentesse e degli studenti. Insomma i Sioux si chiamano Sioux, i Cheyennes si chiamano Cheyennes e i Bantù si chiamano Bantù, che nelle rispettive lingue significano semplicemente uomini, mentre in Italia, paese del Pd e delle margherite, l’umanità si divide in donne & uomini, e perfino i parcheggi ci sono prima di tutto rosa, e solo dopo celesti e gialli. Tutta la retorica del mondo di questa sinistra che ha trasformato 8 marzo e pari opportunità in cavalli di battaglia dell’aria fritta del ventunesimo secolo.
E non poteva accadere diversamente. Anche perché certe banche e certe fondazioni – un tempo così attente a fuggire dal facile consumismo della retorica, specie se di sinistra – oggi hanno stretto alleanze coinvolgenti con i novi dominatori della scena in-politica attuale.

Così per questo 8 marzo e per questo bilancio di genere (ma non sarà mica un… bilancio de-genere?) e per queste pari opportunità, rappresentate dall’assessore Nannini che – non ce ne voglia –, ma ha sicuramente qualche opportunità in più delle donne comuni di questa terra, anche la Banca di Credito Cooperativo di Vignole si è messa a fare da supporter al Sindaco e ha sborsato 5mila euro, 10 milioni delle vecchie lire, per una festicciola che sarà arricchita – con altri 1.200 euro del Comune, cioè di tutti – di uno spettacolo ad uso e consumo delle quote rosa.
La Sabrina non volle i fuochi d’artificio a settembre 2009, per risparmiare e rispettare la crisi dell’economia quarratina; la Sabrina e la Giovannetti ripensano le merendine dei bambini delle scuole; si parla di austerità da ogni parte… ed ecco che, come dal cilindro del prestigiatore, spuntano fuori quattrini come coniglietti bianchi per le più auguste e incredibili retoriche di propaganda, accolte con scrosci da applausi da banche e fondazioni alla ricerca del proprio lustro, ma anche pronte a lustrare le amministrazioni in sella.
E la BCC del presidente Giancarlo Gori non poteva certo rifiutarsi di dare una spazzolata alle scarpe della Sabrina, sporche di fango delle alluvioni e dei disservizi di Quarrata.


No, non poteva. Era impossibilitata a farlo, visto il regalo che la Sabrina ha fatto alla BCC di Vignole donandole una piscina nuova di zecca da 5 milioni di euro; un’opera che permetterà all’istituto, nato da don Ceccarelli per aiutare in termini di solidarietà, di costruire – con ampio profitto – una 80ina di appartamenti su un terreno che, ogni volta che piove, rischia di andare sott’acqua!


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mercoledì 2 marzo 2011

CIRCONVENZIONE DI RAPACE


SE NON VUOLE ESSERE ASCOLTATO, AL PREMIER BASTEREBBE SELEZIONARE MEGLIO I SUOI INTERLOCUTORI, EVITANDO MAFIOSI, CORRUTTORI, PAPPONI E MIGNOTTE… L’ALTERNATIVA E’ STARE ZITTO ( E NON SAREBBE UNA CATTIVA IDEA) O USARE I PIZZINI…IN FONDO PARLARE CON GENTE ONESTA NON E’ COSI’ TRAUMATICO


Gentile Cavaliere,

scusi l’insistenza, ma abbiamo come l’impressione che Lei continui a farsi del male.Non per colpa Sua, ci mancherebbe: Lei non ha colpe, mai.Ma per colpa di chi La circonda e, se ci consente, La mal consiglia.L’altro giorno, per esempio, lei ha annunciato a una scelta platea di somari, fra i quali numerosi ministri, che Lei ha “rinunciato da tempo ad avere un telefonino perché il mio era esposto a ogni tipo di intercettazione”.Ora, non sappiamo chi Le abbia consigliato una simile scempiaggine, ma possiamo assicurarLe che costui L’ha ingannata.Anzitutto il Suo telefonino non è mai stato intercettato (dal 1994 Lei è un parlamentare e come tale non può essere ascoltato; prima, per quanto più volte indagato, non risulta che i giudici Le abbiano mai messo sotto controllo i telefoni, salvo una volta, nel 1983, quand’era sospettato di traffico di droga, accusa poi archiviata).Ogni qual volta è stata captata la Sua voce in conversazioni telefoniche, è perché i giudici stavano intercettando i telefoni dei Suoi interlocutori: personaggi indagati (l’immobiliarista Della Valle, Dell’Utri, Saccà, Cuffaro) o possibili vittime di Suoi reati (Ruby-Karima e altre Papi-girls).Il che significa, signor Presidente, che per non essere più ascoltato non le basterà rinunciare al telefonino personale e usare quello del suo caposcorta (come per la telefonata in Questura per Ruby) o di qualcun altro, o magari un’utenza fissa: se un giudice intercetta l’altro interlocutore, Lei può pure parlare da una cabina telefonica, sempre che arrivi all’apparecchio, ma la sua voce sarà registrata lo stesso.Quindi, se non vuol essere ascoltato, delle due l’una: o smette proprio di parlare (rendendo, fra l’altro, un gran servigio ai nostri timpani e alla nazione tutta), magari passando al più sicuro sistema dei pizzini molto in voga in ambienti a Lei vicini; oppure cerca di selezionare meglio i Suoi interlocutori, evitando mafiosi, corruttori, papponi e mignotte.Ogni anno, in tutta Italia, vengono intercettate dalle 5 alle 10 mila persone, perlopiù delinquenti matricolati: ecco, Lei tenti, per quanto possibile, di parlare con le altre (sono parecchie, circa 60 milioni).Vedrà che parlare con gente onesta non è poi così traumatico.Ci riescono in tanti.Sempre l’altroieri, Lei ha allietato la giuliva platea con la contabilità al dettaglio dei Suoi processi: “Oggi si celebra la 2.952esima udienza a mio carico. Io sono l’uomo più processato d’Italia, ho avuto 103 procedimenti, oltre 50 andati a dibattimento”.Scusi l’indiscrezione, ma chi Le scrive i testi?Chi le ha messo in testa queste baggianate? Olindo Sallusti? Filippo Mèches? Mutanda Ferrara o Mutandino Ostellino?Dia retta a noi, che i Suoi processi li seguiamo amorevolmente fin dall’inizio: i procedimenti sono una trentina in tutto, di cui 19 andati a dibattimento e gli altri archiviati.Anche ammettendo che ciascun dibattimento abbia prodotto cento udienze, cifra iperbolica, saremmo ben sotto le 2.000. A questo punto però, siccome Lei sostiene di avere “speso 600 miliardi di lire” (300 milioni di euro) in avvocati in 17 anni, ci sorge un sospetto: che i suoi avvocati non Gliela raccontino giusta.Del resto, sono gli stessi che Le avevano garantito la sopraffina costituzionalità del lodo Schifani, del lodo Alfano, del legittimo impedimento, dell’abolizione dell’appello ma solo per il pm, tutta robaccia regolarmente bocciata dalla Consulta (e non perché la Consulta sia di sinistra, ma perché la robaccia era incostituzionale).Già ci pare di vederli mentre s’inventano anche i processi che Lei non ha, per poter dire di averne vinto qualcuno: la mattina escono dicendo “Presidente, stamane c’è il processo Spectre”, “Oggi abbiamo il dibattimento del caso Supercazzola Brematurata”, “Domani non ci siamo, c’è ludienza sullo scandalo Comefosseantani”, “Veniamo dal tribunale, grazie a noi Lei è stato assolto dall’accusa di abigeato”. Poi vanno in camporella, o al biliardo, o al circo.E Lei paga.
Marco Travaglio(da “Il Fatto Quotidiano“)

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UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: VALENZATICO TOCCATA DA DIO


L’uovo fresco di giornata, stamani, è rappresentato dal fatto che Mazzanti ha trovato 120mila euro per sistemare Valenzatico.
Sono mancati per anni 60mila euro per Montemagno, ma evidentemente la frazione in cui vive anche l’assessore all’urbanistica, viene prima di ogni altra cosa, anche se nasce dopo altre situazioni critiche e, forse anche più critiche di questa.
Si vede che le elezioni si avvicinano a grandi passi…
Ma sgombriamo sùbito il terreno agli equivoci: anche l’opposizione ha votato all’unanimità questa soluzione, prospettata oggi da Mazzanti, a favore di Valenzatico. Anche noi, quindi.
Ma insieme al voto l’opposizione fu anche molto critica sul modo di operare della maggioranza: un modo estemporaneo, fu detto, e privo di programmazione in assoluto.
Insomma, la maggioranza dà un colpo a destra e uno a sinistra: a seconda di come si sveglia la mattina. Non fa in alcun modo una lista di priorità e va avanti così, alla cieca: infatti molte altre frazioni che avrebbero, quanto a interventi, il diritto di primogenitura, vengono sempre rimesse in coda, man mano che a qualcuno torna comodo fare diversamente. E perché no? Anche in base alle preferenze elettorali di certe frazioni e di certe borgate: si sa – del resto – che lo spirito è forte, ma la carne è… debolissima.
E quella delle sinistre è una carne debolissima per eccellenza. Addirittura quasi fragile e inconsistente.
Negli anni d’oro del comunismo, la parola, per certe forze era programmazione. Si partiva dai piani quinquennali del Pcus e dei soviet. E chi non raggiungeva gli obiettivi minimi, tornava a casa e, nei casi peggiori, finiva in Siberia.
Oggi le cose si sono completamente rovesciate. Non c’è più capacità di programmare nemmeno una colazione da Tiffany.
Non perché siano finiti i comunisti. No. Perché sono finite le vere sinistre. Al posto delle quali è entrato di tutto di più: anche i democristiani che, non trovando più il loro partito composito e capace di sistemarli in qualche posto, si sono riciclati altrove.

Ma solo per montare su una poltrona e incollarci il culo sopra.

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