mercoledì 19 agosto 2009

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: POVERO MAZZANTI ALL’ELEMOSINA!


Su Il Tirreno di ieri, 18 agosto, Tiziana Gori fa cantare il buon Mazzanti, che si squarcia la gola in una geremiade tutta giocata sulla mancanza di soldi per i lavori pubblici che… si faranno/non si faranno, tutto in dipendenza del fatto che la gente di Quarrata ritiri/non-ritiri le licenze edilizie da tempo approvate dalla commissione.
C’è crisi – dice Marco con le lacrime agli occhi e il cuore in mano – e nessuno si fa avanti con l’obbligo di dover pagare migliaia, se non decine di migliaia, se non centinaia di migliaia di euro. E fanno bene. Grazie alla globalizzazione – benvista e sostenuta anche dai prònubi della sinistra, a cominciar dal mitico D’Alema, che spingeva i vecchietti a giocare in borsa all’epoca in cui era presidente del consiglio dopo aver fatto lo sgambetto al suo compare Prodi – ecco il bel risultato, più volte preannunziato da Tremonti, sempre malvisto dai lungimiranti compagni, fino a giungere al grande Padoa Schioppa, governatore della decuplicazione delle tasse e dei balzelli e maldicente dei giovani d’oggi, i da lui detti bamboccioni (vedi il Corriere della Sera del 4 ottobre 2007).
Ma torniamo a noi: fanno bene a non ritirare le licenze, se quattrini non ce ne sono. Il problema è che Mazzanti & C. della giunta SSG8 hanno fatto quello che a Quarrata si chiama mangiare l’ovo in culo alla gallina.
È un vizio tipico delle sinistre che, per decenni – se non per quasi un secolo – sono state abituate a progettare con i cosiddetti piani quinquennali. Adottarono questa tecnica súbito dopo la rivoluzione di ottobre del 17 e l’hanno mantenuta (che fede!) fino alla caduta del muro di Berlino, quando quella bella mente di Gorbaciov dovette dire apertamente: «Compagni, non c’è più l’ombra di un rublo. Ognuno ripigli i suoi coccini e tutti a casa a giocare sul proprio uscio».
E anche i DS di oggi (compresi quelli anomali, più catto-Francescani/chini che veri DOC) continuano a fare progetti: solo che giocano le previsioni – da veri cialtroncelli – sul… ciò che verrà, ma che ancora non c’è. E quando non arriva… allora sono lacrime, pianti, sospiri e battiture di petti contro la sorte crudele, il fato maligno, la cattiva stella.
Noi, povere anime dell’opposizione, ce la avremmo una ricetta per il Mazzanti e per i suoi fratellini di giunta, garanti di BiancaSabry. Èccola.
Invece:
1. di spendere 70mila euro per l’impianto di refrigerazione della Màgia (come scrisse Marta Quilici);
2. di spendere 3.500 euro all’anno per pagare un agronomo che misura la febbre ai fili d’erba dello stadio comunale per constatare lo stato di buona salute del manto erboso su cui dare calci a un pallone;
3. di spendere 300mila euro (più altri 150mila) per 800 metri di pista ciclabile dai campi da tennis di Folonica alla zona di Santa Lucia;
4. di spendere 60mila euro all’anno di deficit per tenere in piedi il Nazionale (Mazzanti, guarda bene: accanto alle tue lacrime da coccodrillo, leggi il pezzo sul Nazionale e rifletti, se ce la fai);
5. di organizzare serate di jazz e installazioni varie alla Màgia (ma le installazioni sono arte o artefazioni della mente intellettualoide? Che ne direbbero personcine come Leonardo, Michelangelo o Raffaello, il Vasari o Giuliano da Sangallo e così via?);
6. di gettar via milioni di palanche in oasi faunistico-fantastico-fanatiche come La Quarciola;
invece di tutto questo, cominciate:
1. a ragionare in termini concreti e a risparmiare i soldi che state buttando via;
2. a vendere la Màgia e a rinunciare a fare il contadino che ha comprato la villa del padrone;
3. a smettere di caricare di debiti il groppone dei Quarratini;
4. a essere, davvero, della gente sensata, con la testa sulle spalle e che agisce veramente per il bene della cittadinanza e della collettività rispettandone gli sforzi esistenziali di ogni giorno.


Una domanda finale: ma come si fa, Mazzanti, a dire tante bischerate una dietro l’altra per anni e poter credere che la gente sia sempre talmente scema da non capire di essere presa per il culo?
Ci scusi il buon Fortini, candido giovane del PD, che sembra credere ancora che i ciuchi volino. E non è vero, Fortini: i ciuchi non volano. Sono tra noi e mangiano l’ovo in culo alla gallina, o in altre parole a te più gradite (ma ti ricordi La canzone del corpo sciolto? Non era poi così fine ed elegante nelle espressioni…), fanno i conti senza l’oste per poi correre sui giornali a piangere lacrime di coccodrillo e stendere la mano per l’elemosina.
Che roba!

P.S. – L’immagine è listata di viola in segno di lutto…

(cliccare sull'immagine per ingrandirla)

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