giovedì 4 agosto 2011

BERLUSCONI TEME LA SPALLATA FINALE: “DIETRO MARCHIONNE C’E’ UN’OPERAZIONE POLITICA”


I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI, NEL PDL C’E’ IL TERRORE CHE LE PAROLE DEL PREMIER SI RIVELINO UN BOOMERANG… I CETI PRODUTTIVI DEL PAESE IMPAURITI DALLA PARALISI DEL CENTRODESTRA

“Quel Marchionne è un irriconoscente”. Le paure prendono forma.
Gli incubi di questi mesi si materializzano.
Il rischio che un nuovo fronte si formi e un blocco sociale alternativo si costituisca anche per Silvio Berlusconi si è improvvisamente manifestato.
Proprio mentre tentava di blindare se stesso e l’esecutivo nel suo discorso alla Camera. Perché le parole dell’amministratore delegato della Fiat sembrano essere la punta di un iceberg che si sta muovendo contro il governo.
Al punto che il Cavaliere, più che le bordate di Pierluigi Bersani o le ironie di Antonio Di Pietro, è rimasto scioccato dall’intervento del “numero uno” dell’azienda torinese.
Dietro quel giudizio netto e irreversibile, infatti, per il capo del governo non c’è un’iniziativa isolata.
Lo stesso allarme è stato già lanciato la scorsa settimana dall’Abi (l’associazione delle banche) e dalla Confindustria.
E il Cavaliere ha ora notato una singolare coincidenza.
In questi giorni poi alcuni imprenditori e banchieri hanno cominciato a porsi interrogativi su come trovare una “soluzione”.
La paralisi del centrodestra li impressiona più della forza espressa in queste ora dalla crisi dei mercati finanziari.
Così molti degli esponenti dell’”intellighenzia” produttiva del Paese si sono messi in moto per individuare una via d’uscita.
Sperando di poter essere ascoltati dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Del resto, il Quirinale viene sempre più considerato il “supplente” nell’assenza e nell’inattività del governo.
Per ora, certo, si tratta solo di una intenzione. Non avanzata formalmente al presidente del Repubblica. Ma spiega comunque il grado di preoccupazione e di allarme che sta attanagliando oramai tutte le parti sociali.
Anche il premier si è in effetti convinto che qualche operazione è in corso.
Conosce gli umori dei suoi “colleghi” imprenditori e le iniziative che possono assumere.
“Se Marchionne spara alzo zero in quel modo - si è sfogato con i suoi fedelissimi - allora si sta muovendo qualcosa”.
I continui richiami al ‘92-’93 e ai gabinetti tecnici si presentano adesso con una suggestione più ficcante anche nei confronti di Berlusconi.
E pure a Palazzo Chigi sanno che ogni passaggio di questo tipo necessita di due presupposti: la crisi della sua maggioranza e la consultazione del Colle.
È sicuro allora di aver blindato la coalizione e di aver ridimensionato il nervosismo interno alla Lega.
E in più si sente tranquillo nel rapporto con Napolitano.
“Io - è l’ultima rassicurazione con cui il Cavaliere ieri sera ha salutato i suoi ospiti - sono certo che Napolitano non avallerà scorciatoie tecniche”.
Eppure nel centrodestra i timori ormai si susseguono.
La “pancia” del Pdl che registra più di tutti gli umori della coalizione si mostrava ieri a Montecitorio depressa e impaurita.
Il segretario del Pdl Alfano in aula ha dovuto associare proprio i governi tecnici alla “puzza di nuove tasse”.
Ma la depressione che quasi tutti i “peones” della maggioranza non riuscivano a nascondere è determinata dall’impotenza evidenziata dall’esecutivo nell’affrontare le turbolenze in borsa e sui titoli di Stato.
Dal terrore che oggi le parole del presidente del Consiglio si rivelino un boomerang a Piazza affari e sui tassi dei Btp.
Un’eventualità che lo stesso premier sta prendendo in considerazione. Avendo invitato tutti i ministri a essere immediatamente convocabili in caso di necessità.
Palazzo Chigi smentisce una “manovra bis”, ma un’accelerazione sulla delega fiscale invece non la esclude nessuno.
E oggi proveranno a illustrare le loro intenzioni proprio nell’incontro con le parti sociali. Prima di confezionare qualsiasi misura, il premier preferisce ricucire con la Confindustria e con l’Abi, con la Cisl e con la Uil, Con l’obiettivo di uscire dall’isolamento nel quale è stato schiacciato nelle ultime settimane.
Il premier vorrebbe anche istituire una “Commissione di saggi” per monitorare il risanamento dei conti e lanciare un messaggio agli analisti che puntano il loro obiettivo sul nostro debito pubblico.
Ma se tutto dovesse precipitare, il Cavaliere ha già pronta una convocazione del consiglio dei ministri per l’11 agosto.
“Siamo pronti a tutto - ammette il sottosegretario all’Economia, Luigi Casero - anche a riunirci la prossima settimana. Ma se anticipiamo la manovra ci possono essere effetti recessivi. Soffochiamo il bambino nella culla”.
Il vero nodo, però, a questo punto è che in presenza di un nuovo tonfo nei mercati finanziari, la via d’uscita potrebbe non essere solo un nuovo pacchetto di misure.
Ma come chiedono banchieri e imprenditori anche un nuovo governo.
Come dice un autorevole ministro, “sembra tutto preparato per incoronare Monti”.

Claudio Tito
(da “La Repubblica“)

http://www.destradipopolo.net/

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