martedì 14 settembre 2010

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: TRA VOLGARITÀ E IGNORANZA


«In ogni modo, la scelta di mettere una fontana di Daniel Buren davanti a una struttura medicea è la riprova della volgarità e dell’ignoranza delle Istituzioni. Dove per volgarità e ignoranza s’intende l’assenza di gusto artistico e di amore per il bello»: così Vittorio Sgarbi su La Nazione del 12 settembre scorso.
Stamattina il Sindaco si manifesta, da vera maestra, in una ulteriore esibizione di volgarità e ignoranza.
In primo luogo – e in perfetta malafede – èccotela che manipola gli interventi della gente sostenendo che se Lei non prendeva i quattrini della Fondazione per la fontana di Buren, certo la Fondazione stessa non avrebbe monetizzato la cifra, promessa per l’arte buranica, dandola al Comune per fare ponti, strade, fogne e vie.
E già qui la Signora Sabrina meriterebbe la classica pernacchiona alla Totò, perché nessuno degli intervenuti al dibattito ha mai detto questo: se mai è stato sostenuto che è una vergogna che si spendano cifre come queste, in momenti come questo. Ma questo Sindaco di se stesso non sa né pensare né parlare e forse è intervenuto oggi solo perché sia Giuliano Gori che Ivano Paci – che lo avevano fatto, mentre Lei, come al solito, aveva dato il meglio di sé con il suo silenzio da sfinge – la hanno spinta in tal senso…
In aggiunta, come se non bastasse, leggete le sue dichiarazioni sugli investimenti per l’arte e poi confrontatele, diligentemente, scoppiando in una sonora risata, con i risultati che tali investimenti miliardari hanno ottenuto:
  • 2009: 271 visitatori paganti alla Màgia
  • 2010: fino ad agosto già (!! pensate!!) 612 paganti
  • presto: un pullman che verrà da Roma, cioè + 50 presenze
Questi sarebbero gli uomini che sanno investire per Quarrata. Questi gli amministratori solerti che prendono le palle al balzo e lanciano la città nell’iperspazio grazie all’investimento-fontana, per il quale (nessuno se ne è bene accorto…) Ivano Paci parla non di una spesa di 400mila euro, bensì (rivedetevi bene la sua nota spedita a giornali e TV) di «una spesa, a carico della Fondazione, certamente elevata, intorno a 400.000 euro salvo consuntivo».
È vero, forse, che gli investimenti-fontana sarebbero giusti, ma solo se scritti così: Fontana con la F maiuscola per ricordare l’artista di rottura che faceva solo dei tagli sulle tele; mentre qui i tagli andrebbero fatti alla Fondazione, per moderarne dispendiosi sprechi.
In ultimo, visto che tutti i difensori di Buren si scandalizzano delle opinioni di chi la pensa diversamente da loro, dalla nostra modesta postazione lanciamo una domanda provocatoria: se il pianeta dovesse essere abbandonato per l’imminente impatto con il classico meteorite; se dovessimo emigrare con una flotta di astronavi portandoci dietro solo alcune delle nostre amate opere d’arte e non tutte, che cosa i Signori Sabrina-Giuliano-Ivano si porterebbero dietro? La fontana di Buren oppure quella del Nettuno di Firenze, detta anche di Piazza o del Biancone? E qui ci fermiamo.

Ma questi sarebbero uomini che investono per Quarrata o piuttosto autentiche artistiche facce di bronzo?

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