martedì 21 aprile 2009

PARTECIPARE PER CREDERE: IL PLEBISCITO


Diciotto aprile: un vero plebiscito.
Ottanta quarratini, su, alla Màgia,
tenuti caldi dentro alla bambagia,
hanno risposto a un nobile quesito:

«Vuoi tu partecipare allo squisito
amministrare il popol che si adagia
e toglierlo dal vischio e dalla ragia
degli accidiosi e renderlo servito?»

Ben ottanta su mille hanno risposto
«Lo voglio!» e sono stati ospiti un giorno
a discuter sul tema a lor proposto.

Prelibate vivande e pasta al forno,
succo di-vino di locale mosto
hanno gustato: e alla materia intorno

hanno a pieno risposto:
e versato il sudor per tante imprese,
han ricevuto anche una bordolese.

Sabry non guarda a spese
per dare a bere ai quarratini forti
d’esser padroni delle proprie sorti!

Fa dar loro conforti,
ma poi li fa guidar, come da un ‘aio’,
passo passo da cani da pagliaio;

così non fanno guaio
i quarratini e, a sera, sorridenti,
vanno a letto beati e, in più, contenti

in virtù delle menti
che, in nome della dea Democrazia,
li fanno gingillare e… così sia!


Pasquino da Tizzana
***


Questo mirabil sonetto caudato (o sonettessa che dir si voglia) mostra appieno la cura con cui la nobile Sabrina De’ Medici sollazza la plebe quarratina affinché la stessa si creda di poter partecipare fattivamente alle scelte per le popolazioni amministrate.
A suon di antipasti toscani, paste asciutte et altre nobili pietanze, il popolo può invero discutere di come intende attuar la partecipazione, ma eziandìo può deciderlo solo attraverso l’illuminata moderazione degli esperti di parte che gli insegnano (d’altronde sono esperti…) come si deve rispondere alle domande di Sua Signorìa: in altre volgari parole, il popolo, per partecipare, dovrà inframmettere, fra sé e la Camera di Consiglio della Signorìa da Dio inspirata, altre figure intermedie che fàccin da diaframma fra la base e l’altezza (e che, possibilmente, divìdin anco per due, come a trovar l’area del triangolo…).
Così sarà certo che non vi sarà assolutamente comunicazione fra il Su dei bottoni e il Giù delle brache: e che ogni istanza, che dal basso tentasse di raggiunger l’alto, potrà essere opportunamente castrata da’ diaframmi…

Riflessione di Picco della Smirandola


(in Il Codice da Vinci o Perdi, tanto è uguale)

1 commento:

pfortunati@gmail.com ha detto...

mirabile sonettessa, mirabile poeta! Somma sapienza, nobile arte di non mentir tacendo e anzi dicendo in rima ciò che in prosa potrebbe risultare 'prosaico' :-)