13. OBAMA, UNA RIFORMA TROPPO ‘SOCIALISTA’. GOOGLE DELLA CINA ‘SE NE IMPIPA’. LA CEI CHIAMA AL VOTO ‘CATTOLICO’. SANTORO IL RIBELLE. LIBIA TRA NARCISIMSO E FOLLIA. SILVIO CONTRO BERSANI. LA STORIA NON INSEGNA NULLA ALLA SABRINA.
Domenica 28 marzo 2010.
Il cartellone del Punto di oggi è rovesciato, ma vedrete che il fatto non è casuale. Cominciamo però come al solito, dagli eventi internazionali.
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Per Obama e per la sua riforma sanitaria la profezia è stata lanciata dal Washington Times. Il Presidente americano? È troppo socialista e, si sa, gli Americani temono il colore rosso quanto e più dei tori. Quindi: mazzate a Obama per vedere se va in crisi. Anche se qualcosa che non quadra c’è, dato che la riforma deve ripassare per il Congresso a causa di certe irregolarità nell’iter di approvazione.Il fantasma della libertà – noto film di Luis Buñuel – tocca anche Google, che ha avuto gravi problemi con la Cina e coi suoi democratici governanti. Ai ricatti, però, non si cede, e il colosso americano ha deciso di impiparsene – come direbbe il Manzoni – stornando il proprio traffico altrove e facendo maramao agli epigoni di Mao.
Del voto di oggi se ne è interessata anche la CEI. I vescovi si preoccupano che gli italiani scelgano bene e dìano risposte congrue con le loro scelte di vita. Forse dovrebbero richiamarli anche a non aderire con troppa facilità a certe ideologie, anche se oggi tutti i comunisti – mangiapreti di un tempo – hanno scoperto che, fin da bambini (come ebbe a dichiarare Piero Fassino ai microfoni della Rai), credevano in Dio; e perfino il Vicepresidente del Senato, l’On. Vannino Chiti, faceva il chierichetto ogni mattina, prima di andare a scuola dove risparmiava i soldini delle merendine per stornarli sull’acquisto di libri da leggere. Della CEI si è preso gioco Luttazzi dalla scena di ‘Santoro’ per una notte (è davvero tanta roba, però) all’inizio del suo show che è stata tutta una sequenza di volgarità – e allora lì dovremmo chiedere ai compagni se pensano che siamo più beceri noi o i loro comici, fra i quali va messo anche il Beppe Grillo Parlante…
Santoro ha fatto il cattivo. Si è ribellato a mamma Rai, dalla quale prende centinaia di milioni all’anno, per fare di testa sua. In aziende normali questo vorrebbe dire giusta causa di licenziamento. E in effetti Santoro è già stato licenziato, una volta, dal suo amico D’Alema (non Silvio, per essere chiari). Ma poi si sa: in un’azienda comunistizzata come la Rai è facile tornare anche per un figliol prodigo se comunque serve a «scagliare statuette del duomo di Milano in faccia a Berlusconi». La trasmissione, però, non doveva chiamarsi Rai per una notte, ma Santoro per una notte intera. E veramente è stato troppo: tutti i veleni dovrebbero essere presi a piccole dosi. Accanto a Floris, dalla bella faccina pulita, e accanto a Travaglio, ha parlato anche Lerner: al cui attivo dobbiamo riconoscere una cosa, che i suoi ospiti possono parlare durante L’infedele, mentre da Samarcanda ad Annozero nelle trasmissioni di Santoro possono parlare solo i comunisti di chiara fama e fede. O meglio: chiunque voglia insultare Berlusconi.
Libia tra narcisismo e follia. Leggete semplicemente la notizia e dite se non è così. Gheddafi è sempre più sul trampolino di lancio della pazzia. Anche i passaporti, ora, diventeranno delle brochures inneggianti alla personalità del rais?
Silvio contro Bersani. Meglio dire Bersani contro Silvio. Ma D’Alema sta ripetendo che non bastano i PM per mettere k.o. il leader della maggioranza: ci vogliono idee. E Bersani non ce le ha. Ed è facile capire perché, data la presenza, tra i suoi piedi, da una parte di Di Pietro e dall’altra di Rosy Bindi, che peraltro ha già aperto alla maggioranza dicendo che il PD si sta aspettando una stagione delle riforme anche sulla figura del Premier. Come vedete la Rosy anticipa Bersani stesso; sembra avere più forza e rilevanza politica di lui. Bersani intanto, con il suo sigaro toscano in bocca, deve fare l’equilibrista fra questi cattolici e il radicalismo giustizialista di Di Pietro. Il PD – e lo ripetiamo per l’ennesima volta – è destinato a colare a picco, perché gli equilibristi, prima o poi, sono fatalmente portati a cadere dal filo su cui stanno camminando.
A Quarrata la Sabrina invita tutti a votare Enrico Rossi. E per motivare questa sua scelta brillante, cita “Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo viene chiamata democrazia” dal Discorso di Pericle agli ateniesi.
È proprio vero che la storia non insegna niente a nessuno. Tantomeno alla Sabrina che cita a orecchio nella perfetta ignoranza della realtà storica.
Cita solo perché le parole le sembrano belle e morali, e magari perché gliele ha trovate la sua segreteria politica: ma meglio farebbe a lasciare la storia agli storici e quella greca agli studiosi di storia greca.
Se la Sabrina avesse studiato seriamente – ma lei è un’orecchiante in tutto, specie in politica e amministrazione della cosa pubblica –, sarebbe stata alla larga da queste parole, riferite a un politico che tutto fu fuorché un democratico, dal momento che, in tutta la sua oggi decantata democrazia, seppe fare questo: rubare l’intero tesoro della Lega di Delo (quattrini degli alleati, come quelli dei contribuenti di oggi), portarlo ad Atene e, con quei soldi versati per la difesa comune, costruirci tutta l a costosissima acropoli di Atene.
E quando Pericle arrivò al limite, non sapendo come giustificare questo spèrpero (la scena sembra rappresentare la Sabrina che sciupa 10milioni di euro della Regione per il Piuss…), fu aiutato – secondo quanto scrive Cornelio Nepote – dal giovanissimo Alcibiade, suo parente.
Il ragazzo, vedendo Pericle pensieroso, gli chiese cosa avesse. E Pericle – oggi idolo della Sabrina – rispose che non sapeva come giustificare tutte le spese e gli spèrperi fatti. Non vi sembra di vedere la SS(G) che se ne sta muta senza mai rispondere alle domande dell’opposizione?
Fu allora che Alcibiade gli suggerì di non dare affatto ragione delle sue malversazioni; e fu così che Pericle, per non rendere ragione delle sue scelte, mosse contro Sparta e aprì la guerra del Peloponneso, che portò alla disfatta di Atene.
Bell’esempio di democrazia! Studia, Sabrina!
Buona domenica elettorale e davvero democratica a tutti!
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