DEFINIRSI SOLO MODERATI E RIFORMATORI NON PORTA A NULLA SENZA UNA CULTURA POLITICA DI RIFERIMENTO E UN PROGETTO PER L’ITALIA… LA POSIZIONE SUI REFERENDUM E LA “LIBERTA’ DI VOTO” DIMOSTRA AMBIGUITA’ CULTURALE E DENOTA UNA POLITICA DI PICCOLO CABOTAGGIO
Comprendo che parlare di “Futuro e Libertà” sia come commentare non certo il viaggio del Rex da Genova a New York con una rotta precisa e una velocità programmata, ma più il sofferto itinerario di uno scafo in partenza dalla Tunisia e diretto a Lampedusa.
Una barca di profughi dal Pdl, cacciati o espulsi dalla guerra civile interna a quel regime dove comanda un dittatore da Repubblica delle banane.
Sanno che vogliono trovare un porto accogliente e diverso, ma non conoscono molto della destinazione prescelta come tappa finale.
Un viaggio tra mille difficoltà, peraltro previste, tra marosi e onde anomale, con la barca talvolta che oscilla pericolosamente sotto la furia del mare, un po’ a destra, un po’ a sinistra.
Con qualche scafista che vorrebbe convincerti a buttarti in mare e qualche altro a tornare alla madre patria.
Sintetizzeremmo che il problema è la scarsa conoscenza delle carte nautiche, nel caso specifico della rotta da seguire e di dove si voglia attraccare e mollare gli ormeggi.
La riunione di ieri della classe dirigente di Futuro e Libertà ha accresciuto le nostre perplessità. Fini ha sostenuto, a proposito dei referendum, che Fli “deve essere coerente con le decisioni prese in passato”. A detta di molti ossservatori concetto assai vago.
Finora è noto che Fli abbia solo dato “una non indicazione di voto”, ma al tempo stesso invitato ad andare a votare.
Così nel partito abbiamo sentito di tutto: dalla minoranza di Urso e Ronchi che scavalca persino il Pdl e chiede 4 No, a Granata e al gruppo “futurista” che annuncia 4 Sì, passando per Bocchino e Della Vedova che sono per due Si e due No (sull’acqua pubblica).
Iniziamo dalla coerenza presunta invocata da Fini: se tale fosse, Fli dovrebbe votare 4 No perchè il decreto sull’acqua pubblica porta la firma di Ronchi, la legge sul nucleare gli autografi di Fini, Urso e Raisi e sul decreto relativo al legittimo impedimento i finiani votarono a favore.
Ma dato che è stato fondato apposta un nuovo soggetto politico, altrimenti avrebbero potuto rimanere tutti nel Pdl, bastava dire: “ci siamo sbagliati, chiediamo scusa, ora la pensiamo così perchè abbiamo questo nuovo modello di riferimento della società e questo nuovo progetto per l’Italia”.
Ci voleva così tanto per azzerare il passato e ricominciare su basi nuove?
Era necessario richiamarsi a una presunta coerenza solo per tamponare le grida isteriche di qualche zitella politica rimasta, invece che senza marito, senza poltrona?
E quella ossessiva ripetizione “non saremo mai una costola della sinistra” che fa solo il gioco di chi la mette proditoriamente in giro?
Perchè non si dice con altrettanta coerenza che “non saremo mai le frattaglie della becerodestra affaristico razzista”?
Ma se ci vuole coerenza nei comportamenti , ce ne vorrebbe ancora di più sui contenuti.
Facciamo un esempio referendario che giunge a fagiolo.
E’ stato detto al Congresso di Fli che si vuole creare “una nuova destra repubblicana, fondata sul rispetto e la valorizzazione delle istituzione e basata sulla meritocrazia”: Stato efficiente, unità nazionale, laicità, libertà.
Ebbene una forza politica di Destra, forte di questo retroterra culturale, di fronte alla scelta tra gestione pubblica e privata della risorsa acqua, dovrebbe secondo voi cederla ai privati perchè qualche “istituzione” non riesce a gestirla al meglio o non piuttosto rendere efficienti le istituzioni?
Una forza di destra non dovrebbe avere l’orgoglio di far sì che la propria macchina burocratica funzioni come un orologio svizzero?
O dovrebbe rassegnarsi a far lucrare i privati su presunte liberalizzazione del menga su beni pubblici?
Che destra è quella che abdica al proprio ruolo storico di efficienza e pulizia a casa propria per consegnare le chiavi della propria abitazione a una società esterna di pulizia?
Col risultato di penalizzare gli italiani che vedranno aumentare le tariffe come sta già accadendo.
Che destra è quella che non sa che città come Monaco, Parigi e Valencia sono tornate dal privato al pubblico?
Sarà forse la destra di Romani, di Berlusconi e di Ronchi, non la nostra.
Ma allora Bocchino eviti di dire sciocchezze, si documenti, non si vive solo di mediazioni per non far sentire strillare le oche di cortile.
Fli non può essere il partito dell’eterno Ni:
Ni sui referendum, Ni sui ballottaggi, Ni sulla strategia, Ni sul progetto futuro, Ni nel sostituire dirigenti locali nullafacenti.
L’andazzo ricorda tanto un aneddoto di molti anni fa.
Un estremista che chiede a un altro : “Allora quando facciamo la rivoluzione?” e l’altro che risponde: “Stasera no, devo andare a cena fuori con la fidanzata”.
Un partito piccolo appena nato ha bisogno di scelte precise, di solide radici culturali e sociali, di coraggio nelle decisioni e di una classe dirigente sintonizzata.
Altrimenti si finisce in mare e non si arriva neppure a Lampedusa.
http://www.destradipopolo.net/
mercoledì 8 giugno 2011
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