Il Pd presenterà domani, durante l’esame del decreto sviluppo alla Camera su cui il governo ha posto la fiducia, un ordine del giorno contro la richiesta della Lega di spostare la sede di alcuni ministeri al Nord su cui la Camera dovrà pronunciarsi.
Lo ha annunciato il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini, nel corso della conferenza del partito sulla sicurezza a Roma.
Franceschini ha definito “patetica” l’immagine di un governo che pensa di spostare i ministeri. La proposta della Lega del trasferimento delle sedi ministeriali, secondo il dirigente democratico, è “una patetica operazione di immagine che noi porteremo al voto”.
“Pontida 2011 e i discorsi che si sono sentiti mi sono sembrati quelli di Abatantuono nel film Attila e gli Unni”, ha sottolineato Franceschini.
“Su questa vicenda - ha aggiunto - li porteremo al voto domani in occasione del decreto sullo sviluppo. Visto che i ministri leghisti hanno tanta voglia di tornare al Nord lo possono fare e lo faranno, dopo il risultato delle amministrative e dei referendum, ma senza i loro ministeri, che resteranno nella capitale”.
Valutazioni simili a quelle del Pd arrivano anche da Cei e Confindustria. “La chiesa deve da un lato frenare queste mire secessionistiche, dall’altro deve rimotivare dall’interno, con forte valenza biblica, la passione dell’intraprendere dei cristiani”, dice Giancarlo Maria Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace.
Secondo il vescovo, intervistato da Radio vaticana, la proposta di spostare i ministeri al nord sarebbe inoltre “un gesto di grandissimo disprezzo del sud”.
“La Lega paradossalmente - conclude Bregantini - ripete gli errori che rimprovera a Roma”.
Quanto agli industriali, secondo la presidente dell’associazione di categoria Emma Marcegaglia, “questi non sono temi veri del Paese”.
“I temi veri - osserva - sono il bilancio a posto, la riforma fiscale, le liberalizzazioni, investire in ricerca e innovazione. Il resto mi sembra un po’ propaganda”.
L’argomento continua comunque a rimanere centrale nel dibattito politico, alimentando nuove tensioni all’interno della maggioranza.
Il duro confronto tra Lega da una parte e la componente romana e meridionalista del Pdl (Gianni Alemanno e Renata Polverini su tutti) dall’altra, preoccupa in particolare il capoguppo alla Camera Fabrizio Cicchitto.
“E’ in atto un confronto . afferma - ma è sbagliato drammatizzare sia da parte di chi è al Nord e sia per chi è a Roma che dovrebbe occuparsi di governare la Regione e il Lazio. Va detto che non riteniamo possibile rompere l’unità dello Stato, ma è possibile ragionare sul decentramento di alcune sedi sulla base di alcune esperienze passate”.
Dpo tre anni in cui il governo ha vissuto sotto ricatto costante della Lega, dopo aver assistito a vergognosi cedimenti a politiche razziste da parte del nostro governo, censurate a livello internazionale da tutti i massimi organismi preposti, ora nel Pdl si svegliano gli ex sociali e le ex sindacaliste,gli ex proprietari di case pagate a loro insaputa e i pataccari vari: tutti uniti per difende due ministeri da Disneyland.
Quello del Paese dei balocchi che si è inventato Calderoli per giustificare la sua esistenza (nonché gli stipendi di 70 suoi dipendenti, pagati dal contribuente italiano) e quello del federalismo patacca che sarà causa solo di un aumento delle tasse locali. Fosse per noi vorremmo che fosse già in vigore ora e non tra 10 anni: per non perderci la scena dei padagni che inseguono con il forcone i leghisti che gli hanno imposto il federalismo.
Ma dategli quei due ministeri a Monza, così passano il loro tempo a giocare con le cartine, i soldatini, le merendine della mamma, il fac-simile del libretto degli assegni e il bavaglino per chi sbava.
In fondo le specie in via di estinzione vanno tutelate.
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