mercoledì 28 marzo 2012

Anticorruzione, il Pdl frena, ecco il "partito degli onesti"

Non c’è solo la Rai, a turbare la “luna di miele” tra Pdl e governo. All’orizzonte, superata la riforma del lavoro che sta mettendo in seria difficoltà il Partito democratico, si staglia la norma anti-corruzione, fortemente voluta da tutti ma non dai berlusconiani. E così il “partito degli onesti” di Angelino Alfano si ritrova ancora una volta a dover difendere i “furbetti della casta”, innalzando barricate contro il disegno di legge predisposto dall’esecutivo.
«Mentre Fli si impone un codice etico per le elezioni amministrative impedendo a chi ha pendenze con la giustizia di candidarsi - sottolinea il finiano Fabio Granata, vicecoordinatore di Futuro e libertà - il Pdl è sempre più lontano dall'essere il partito degli onesti: lo dimostrano le pressioni che stanno esercitando i vertici del partito di Berlusconi nei confronti del premier Monti e del ministro Severino per bloccare la riforma della giustizia e il disegno di legge anticorruzione». E il deputato futurista si rivolge direttamente al governo, affinché «respinga questi maldestri tentativi di persuasione del Pdl e vada dritto per la sua strada».
Ma d’altronde Angelino era stato chiaro, dal palco della scuola di partito di Orvieto: la priorità nazionale è il lavoro. La corruzione, la giustizia e la televisione pubblica possono attendere. Eppure, che la lotta alla corruzione sia una questione di interesse nazionale (e di crescita dell’economia, viste le cifre in ballo) è evidente a tutti, premier incluso. Per questo c’è da credere (e da sperare) che la fermezza di Monti non si esaurirà con la battaglia sull’articolo 18...
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