Le liti chioggiotte tra Mastella e Di pietro fanno pena, ma fa anche pena il tentativo di Fausto Bertinotti di rimandare tutto al Csm, ai canali istituzionali.
Il quadro è chiaro: la coalizione di governo non si tiene più, Prodi è incapace, De Magistris ha in mano un pentito che giura di avere sentito con le sue orecchie compravendite di voti tra un ras locale e Prodi e Mastella. Invece di metterla in politica, invece di denunciare la manovra politica (alla Berlusconi) o di difendersi come imputati (come Andreotti)Prodi e Mastella reagiscono con provvedimenti tecnici che tolgono l'inchiesta a De Magistris.
Una doppia frittata.
In mezzo ci si mette poi Di Pietro, che alla pari di Travaglio, ha una cultura giuridica di estrema destra.
Niente più si tiene.
Il governo cadrà sicuramente nelle prossime settimane e si almanacca sulle date del voto.
Il dramma per Berlusconi è che tutti i senatori oggi interessati come singoli o come gruppo (Mastella e Dini) a fare cadere Prodi, hanno anche tutto l'interesse a non votare nel 2008, ma nel 2009.
Pallino nelle mani di Napolitano, quindi con uno scenario che ricorda molto lo Scalfaro II°.
Il quadro è chiaro: la coalizione di governo non si tiene più, Prodi è incapace, De Magistris ha in mano un pentito che giura di avere sentito con le sue orecchie compravendite di voti tra un ras locale e Prodi e Mastella. Invece di metterla in politica, invece di denunciare la manovra politica (alla Berlusconi) o di difendersi come imputati (come Andreotti)Prodi e Mastella reagiscono con provvedimenti tecnici che tolgono l'inchiesta a De Magistris.
Una doppia frittata.
In mezzo ci si mette poi Di Pietro, che alla pari di Travaglio, ha una cultura giuridica di estrema destra.
Niente più si tiene.
Il governo cadrà sicuramente nelle prossime settimane e si almanacca sulle date del voto.
Il dramma per Berlusconi è che tutti i senatori oggi interessati come singoli o come gruppo (Mastella e Dini) a fare cadere Prodi, hanno anche tutto l'interesse a non votare nel 2008, ma nel 2009.
Pallino nelle mani di Napolitano, quindi con uno scenario che ricorda molto lo Scalfaro II°.
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