domenica 11 settembre 2011

IL PUNTO (SUL MANGIA E BEVI)


34. A FORZA DI dom pèrignon
Domenica 11 settembre 2011
Ci si meraviglia che la gente non sta più a guardare niente e nessuno, che è disaffezionata alla politica, che se ne frega di come vanno le cose: e nel frattempo si spendono milionate di euro per cose inutili, come quei baracconi da carnevale dei Piuss, che sprecano molto e non risolvono neppure uno solo dei problemi della gente.
Ci si meraviglia del fatto che il cittadino è sempre più chiuso in sé e non se la sente di partecipare a niente: ma basta guardare la confusione che hanno in testa i nostri politici, per esempio, sul problema delle Province sì e province no ed è subito tutto chiaro.
Poi ci si meraviglia che la gente mandi tutto e tutti a quel paese e che, proprio per questo, anche il Paese intero vada in malora.
Ma se guardiamo quello che succede, tutto questo sgangheramento è solo la logica conseguenza della stupidaggine dei politici. E di ogni fede.
È emblematica la storia del ponte sull’Ombrone, di cui si parla da più di 10 anni e che, a ritmi alterni, è lì che si risveglia e vive – e guarda caso proprio quando si avvicinano le elezioni.
Johnny Stecchino – tanto caro alle sinistre – dice, al maresciallo delle banane di Palermo: «È tutto un mangia mangia».
Qui è il caso di dire che «è tutto un mangia e bevi». Ogni occasione – anche la più insulsa come può essere quella della posa di un ponte che è lì solo per un miracolo di Dio – è buona per fare bisboccia, per festeggiare con dolci e champagne.
Ma questo è il Paese del Dom Pérignon. Fin da quando gli italiani lo scoprirono in un film di Sean Connery. E i politici – leggete i giornali – ne approfittano tutti: di destra e di sinistra.
Qui si brinda a ogni stadio dei lavori. Ma ve lo immaginate se la BMW facesse festa ogni volta che salda una carrozzeria?

Pratesi, Pistoiesi e Quarratini si sono stretti la mano come se avessero aperto il Ponte di Brooklyn. Ma siamo solo allo scheletro. E chissà quanto passerà prima che la prima auto possa transitare di lì. Facciamola finita, allora! Non prendiamoci in giro.

E buona domenica settembrina!

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1 commento:

alessandro cialdi ha detto...

Mario, e' lo stesso pensiero che e' venuto in mente a me! E' mai possibile "inaugurare" con trombe, fanfare, e, come dico io, tartine, il 30% di un opera che doveva essere terminata cinque anni fa, almeno? Quante altre inaugurazioni dovremmo sopportare ancora, prima di vederci passare sopra un'auto? E non e' questione di destra, sinistra o centro, questa era piuttosto bipartisan, ma di buon gusto. Vogliamo o no smettere di prendere per il culo, scusate il francesismo, il prossimo?