lunedì 12 novembre 2007

Aborto - C'è una pillola killer che non viene spiegata

Sono in maggioranza italiane, e più istruite delle media, le donne che scelgono la Ru486. Lo sottolinea con soddisfazione l’assessorato alla Sanità dell’Emilia Romagna, presentando la relazione annuale sull’aborto. Come a dire: chi sceglie la pillola abortiva non è una poveretta qualsiasi, magari straniera, magari munita di una semplice licenza elementare, ma una persona informata, che vuole per sé il meglio che c’è sul mercato.
Bisognerebbe però aggiungere che questa convinzione è frutto di una intensa e spregiudicata campagna propagandistica a favore dell’aborto chimico. Sul «Corriere» e su «Repubblica» nessuno ha mai raccontato di Holly Patterson, la diciottenne californiana uccisa dalla 'kill pill' (è da allora che negli Usa la pillola viene definita così), né della straordinaria e tenace battaglia condotta del padre, che ha permesso la scoperta di altre morti, e ha squarciato il velo di silenzio sull’orrore dell’aborto con la Ru486.
Nessuna trasmissione televisiva ha spiegato che l’aborto chimico è una procedura che richiede almeno 15 giorni, il cui esito è incerto fino alla fine, che avviene in solitudine, tra nausee e crampi dolorosi (è, in sostanza, un piccolo parto), che costringe la donna a controllare continuamente il flusso emorragico e quindi a vedere, nella maggioranza dei casi, l’embrione abortito.
Chi crede che la Ru486 sia un metodo sicuro e indolore dovrebbe leggere la stampa straniera: scoprirebbe così che il «New York Times» ha ampiamente informato sulle morti e gli eventi avversi provocati dal farmaco, mentre l’inglese «Times», solo 15 giorni fa, ha pubblicato un articolo dal titolo significativo: «La brutale verità sull’aborto chimico», in cui ha definito la Ru486 «horror-pill».
Il motivo di tante censure e bugie, qui da noi, è chiarissimo: l’obiettivo non è offrire alle donne una scelta in più, come molti sostengono. Se così fosse, dovremmo vedere schiere di assessori, governatori regionali, parlamentari che si battono strenuamente per il parto naturale e la difesa della maternità, con lo stesso accanimento e le stesse dichiarazioni infuocate spese per promuovere la pillola abortiva. Introdurre in Italia la Ru486 – l’abbiamo detto e ripetuto – serve in realtà a taluni come strumento per smontare la legge 194 sull’interruzione di gravidanza, seguendo il percorso che è già stato sperimentato con successo in Francia. Abolire le garanzie offerte dall’assistenza sanitaria pubblica, riportare l’aborto tra le mura domestiche, in una forma legale di clandestinità, lavarsene finalmente le mani, evitando qualunque intervento di prevenzione: è questo che davvero si vuole.
Una volta diffusa l’abitudine all’aborto fai-da-te si potrà modificare la legge, come hanno fatto i francesi, e come forse faranno gli inglesi. Del resto, perché il sistema sanitario pubblico dovrebbe occuparsi delle donne che abortiscono? Perché lo Stato dovrebbe impegnare risorse per aiutare le donne che il figlio vorrebbero tenerlo, ma hanno bisogno di un minimo di sostegno economico e morale?La Exelgyn, che produce la Ru486, ha comunicato che a novembre chiederà la registrazione del prodotto in Italia.
Ci auguriamo che il compito dell’Aifa, l’ente di controllo dei farmaci, non si limiti a un burocratico passaggio di carte, ma a un vero esame della documentazione scientifica e dei dati offerti dall’azienda. Ma soprattutto ci auguriamo che il ministro della Salute Livia Turco voglia applicare integralmente, come ha sempre affermato, la 194 e le garanzie che essa pure contiene, evitando ulteriori distorsioni e peggioramenti. La Ru486 annichilisce infatti ogni forma di prevenzione. Dopo tante accuse ai cattolici, adesso si vedrà con chiarezza chi davvero attacca la 194, infischiandosene della salute delle donne.

Eugenia Roccella - Avvenire

12 commenti:

Unknown ha detto...

Grazie Mario per aver inserito questo articolo che spiega bene come stanno le cose.
In Italia si tende ad assumere una posizione ideologica sulle cose senza la necessaria informazione.
Spero che questo articolo, insieme ad altri, serva a diffondere l'informazione, ad alimentare il dibattito e a formare nelle persone un'opinione corretta.

Anonimo ha detto...

Non creiamo falsi allarmismi sull'aborto chimico. In realtà la pillola abortiva ha una percentuale molto più bassa di complicanze rispetto ad un intervento chirurgico. Mi sono documentata e ho scoperto che la propaganda anti-pillola abortiva è frutto di mentalità bigotte che tentano continuamente di impedire il progredire della scienza in nome di una illusoria fede religiosa che non ha il diritto in alcun caso di interferire con il tema della salute pubblica. Se avessi prestato più attenzione a quello che leggi, caro Mario, saresti informato sul fatto che la causa delle 4 morti presunte non sono ancora state attribuite all'assunzione della pillola, e comunque in un aborto un piccolo margine di rischio di complicazione rimane, ma è sempre inferiore (e non di poco) rispetto a quello di un intervento chirurgico. Con la salute, sia psichica che mentale, delle persone non si scherza, e la pillola abortiva potrebbe evitare inutili dolori e calvari a molte ragazze che non se la sentono di avere un figlio. Non capisco l'ostinazione dei cattolici di ostacolare l'aborto, quando invece è l'unico modo per evitare bimbi abbandonati o non adeguatamente allevati o peggio maltrattati da madri che non li vogliono o che non sono pronte per questa esperienza che forse è la più importante nella vita di una persona.
Di seguito riporto la descrizione del farmaco tratta da Wikipedia:

"Il mifepristone è uno steroide sintetico utilizzato come farmaco abortivo per l'aborto chimico nei primi due mesi della gravidanza. Prodotto sotto forma di pillola abortiva viene commercializzato in Francia con il nome Mifégyne e negli Stati Uniti, dove viene prodotto dalla Danco Laboratories, come Mifeprex. Durante le prime sperimentazioni fu usata la sigla RU-38486, poi abbreviata in RU-486, dall'azienda produttrice, la Roussel Uclaf, da qui il suo secondo nome.

Rispetto ai metodi abortivi tradizionali ha il vantaggio di non richiedere l'ospedalizzazione della donna né interventi chirurgici, per questo si ritiene che provochi minori traumi fisici e psicologici oltre che minori costi per il servizio sanitario. Attualmente è in uso in tutti i paesi della Comunità Europea ad eccezione di Italia (in parte), Irlanda e Portogallo.

Non deve essere confuso con la pillola del giorno dopo che agisce prima dell'impianto dell'ovulo.
Il mifepristone è un ormone steroideo anti-progestinico derivato dal noretindrone, che agisce direttamente sui recettori progestinici, inibendone l'azione particolarmente sull'utero. Il progesterone (dal latino «pro»: che favorisce e «gestare»: gravidanza) è l'ormone che assicura il mantenimento della gravidanza per le sue diverse azioni sulle strutture uterine. Il mifepristone blocca l'azione progestinica sui recettori inibendo lo sviluppo embrionale e causando il distacco e l'eliminazione della mucosa uterina, con un processo simile a ciò che accade durante le mestruazioni.

L'azione del mifepristone necessita di essere completata in un secondo tempo, solitamente due giorni dopo la prima somministrazione, con la somministrazione di una prostaglandina (di solito il misoprostol) che provoca delle contrazioni uterine e favorisce l'eliminazione della mucosa e dell'embrione, solitamente entro mezza giornata.

Il metodo è efficace nel 95% dei casi se la procedura è eseguita correttamente.

Può essere usato entro 64 giorni dal concepimento. Una dose tipica è 200 mg per via orale, seguita dopo 48 ore da 800 µg di misoprostol per via orale o vaginale. Entro quattro ore dalla seconda dose, agisce con un'efficacia tra il 92% e il 99% (a seconda del trial clinico in esame), mentre da solo ha un'efficacia pari a circa l'80%. Alcuni studi recenti mostrerebbero un'efficacia superiore nella somministrazione di misoprostolo per via orale rispetto a quella vaginale.

Ad alte dosi, il mifepristone ha anche lievi effetti antiglucocorticoidi e antiandrogeni
Confronto con la modalità per aspirazione
L'RU 486 può essere utilizzata dalle prime settimane di gravidanza, mentre l'aspirazione non è possibile fino verso la 6° settimana
Il metodo non richiede né l'invervento chirurgico, né l'anestesia, e non ha gli stessi rischi dell'aspirazione: traumi dell'utero, del collo (dell'utero), rischio ulteriore di sterilità, di gravidanza extra-uterina, etc.
L'aborto diventa più confortevole: si sviluppa in privato e dà l'impressione di un aborto spontaneo, inducendo un minore trauma pricologico rispetto all'aspirazione.
Il metodo è anche meno caro e più accessibile, non necessitando di un intervento chirurgico specializzato.
Tuttavia:

Il metodo, ancora relativamente recente, non ha ancora dimostrato l'assenza di rischi a lungo termine.
È più lungo dell'aspirazione, richiedendo in genere da 1 a 2 giorni per il suo completamento.
Controindicazioni [modifica]
Allergia nota al mifepristone.
Gravidanza oltre le 7 settimane.
Dubbi su una gravidanza extra-uterina.
Controindicazioni comuni alle prostoglandine: ipertensione arteriosa, angor, sindrome di Raynaud, insufficienza cardiaca, aritmia.
Nel luglio 2005 la Food and Drug Administration statunitense ha comunicato la morte di 4 donne negli USA (su 460mila) successiva al trattamento con RU-486 nei cinque anni precedenti[1], e successivamente, nel marzo 2006, di altre 2; per tutte la causa è stata una sepsi con sintomatologia atipica, causata senz’altro per le prime 4 da un’infezione batterica da Clostridium sordellii, un batterio normalmente non pericoloso presente nella flora batterica intestinale. Si tratta di casi in cui il misoprostolo era stato somministrato per via vaginale. Ricerche sono in corso per capire come mai questo batterio diventi improvvisamente aggressivo e se vi sia e quale sia la correlazione tra l’assunzione del prodotto e l’infezione. L'incidenza di infezioni fatali è a parere di molti specialisti troppo bassa per giustificare l'impiego di una profilassi antibiotica, soprattutto valutando il beneficio rispetto al rischio di sviluppo di ceppi batterici resistenti.
È controindicato in caso di gravidanza extrauterina, adrenal failure, disordini emorragici, terapia con anticoagulanti o cortisonici.


Effetti secondari
Emorragie (sanguinamento di origine uterina) talvolta abbondanti per un periodo dai 7 ai 15 giorni
Fallimento inferiore al 5% dei casi (ossia un tasso comparabile agli aborti per suzione/aspirazione)
Nausea, vomito, dolori, allergie.
Gli effetti collaterali includono dolore addominale e sanguinamento vaginale, con la possibilita' di nausea, vomito e febbre. Un'eventuale terminazione incompleta di gravidanza richiede un ulteriore intervento del medico (come l'aspirazione).

Mi auguro che le persone si documentino bene prima di prendere qualsiasi decisione e che non si facciano influenzare da correnti politiche o peggio da correnti religiose su temi così importanti e delicati.
Saluti.
Elena Finocchi.

DAG Communication ha detto...

Su Gingergeneration abbiamo lanciato una raccolta firme per la sepoltura dei bimbi abortiti http://www.gingergeneration.it/n/help-23-s.htm

Anonimo ha detto...

Non so a voi ma a me le parole "l'aborto diventa più confortevole" fanno inorridire... Spero di essere in buona compagnia e che chi le fa proprie sia niente più che una misera eccezione.

Anonimo ha detto...

Penso che un argomento come questo che tratta l'etica e la morale della persona vada trattato in maniera seria, pacata e documentata come l'articolo in questione ed elena. Non dobbiamo essere invece pregiudizialmente chiusi alle prospettive dellea medicina che può in molti casi risolvere alcune storiche questioni che da anni si trascinano nel nostro paese: il feto è vita umana oppure no, possiamo studiare sugli embrioni per salvare milioni di vite umane? Ed infine una donna stuprata lesa nella sacra inviolabilità del suo corpo ha diritto nei giorni successivi (comunque sempre prima delle 8 settimane) rifiutarsi di concepire? Interrogativi che certo non possiamo affrontare con il bigottismo clericale.

Daniele Ferranti

Anonimo ha detto...

Appunto perchè si parla di cose serie, importanti e che toccano le coscienze, personalmente ritengo aberrante "pubblicizzare" la pratica in questi termini (per non dire poi del seguito ("Il metodo è anche meno caro e più accessibile..."). Wow, low cost e fai da te! Personalmente non ho dubbi sul fatto che il feto sia una vita umana, se poi questo è bigottismo clericale, ebbene sì, lo preferisco a certe affermazioni e mi pare di avere il diritto di poterlo dire, contro un certo dilagante qualunquismo.

Anonimo ha detto...

Il qualunquismo a cui ti riferisci te in realtà si chiama libertà. Parola su cui Forza Italia ha fondato il proprio credo politico...così è (se vi pare) diceva il saggio Pirandello...
La mia opinione non è incosciente, nè tantomeno voleva essere una critica demolitrice, anzi credo che l'informazione scientifica, che in Italia è molto carente, si debba diffondere con orgoglio.
Volevo inoltre precisare che la pubblicizzazione del farmaco come la chiami te in realtà è la descrizione del RU-486 riportata sull'enciclopedia libera di Wikipedia, che include anche preziose informazioni pratiche.
Non capisco poi il meravigliarsi degli aspetti positivi di questo metodo di aborto, tipo il costo sanitario più basso rispetto al metodo chirurgico. Non mi sembra una cosa da poco, i soldi risparmiati dalla sanità pubblica potrebbero essere impiegati in altro modo in ambito ospedaliero.
Ma il vantaggio più importante che tutti sembrano sottovalutare è la riduzione del dolore nella donna, e il minore trauma fisico che permette una più rapida ripresa delle normali attività quotidiane.
Terzo punto, sul fatto che il feto sia una vita umana non mi sembra di aver detto il contrario e personalmente non credo che abortirei mai, tuttavia ci sono altrettante persone che invece vogliono abortire e secondo me ne hanno tutti i diritti, perchè ripeto, siamo in un paese libero!
Se poi ai cattolici piace dire di essere contro l'aborto per motivi religiosi questo non gli dà comunque il diritto di demonizzare un farmaco testato e già in uso in quasi tutti i paesi occidentali.
Mi sembra, che dietro lo sbandierare di tutte queste presunte morti, ci sia una segreta volontà di impedire che l'aborto diventi più sopportabile dal punto di vista del dolore e dei traumi fisici, per una concezione puramente religiosa che considera l'aborto un omicidio vero e proprio da condannare rendendolo doloroso e più difficoltoso possibile. Spero di sbagliarmi. Ovviamente parlo da agnostica, fiera di non essere bigotta e immune dalle falsità che certi personaggi propinano all'opinione pubblica in nome di una fede!!!
Saluti.
Elena Finocchi.

Anonimo ha detto...

Non vedo cosa c'entra, il qualunquismo, la liberta', L'ex movimento politico Forza Italia,e... Pirandello. in Forza Italia hanno convissuto senza farsi guerre monopolizzanti don Gianni Baget Bozzo e Benedetto dalla Vedova, cosi come Sandro Bondi e l'Onorevole Biondi che pure era presidente del consiglio nazionale del movimento Forza Italia. Quindi sgombriamo il campo dalla polemica politica spicciola. Credo che si debba stare attenti a chi finanzia certa informazione scentifica e sicuramente la EXELGYN fa la sua parte, io piu' che da Wikipedia mi lascio guidare dalla mia coscienza, sono cattolico, rispetto la legge 194, anzi pretendo che sia attuata in pieno, ma quello che sta accadendo mi pare evidente, e lo accenni anche tu, Elena, e nemmeno tra le righe, si cerca di modificare o di superare la legge senza passare dal parlamento, per riportare l'aborto a domicilio. Cosi si risparmia...Non dimentichiamo che la 194 e' inattuata la' dove si parla di prevenzione, di aiuto alla donna e alla famiglia, tutte cose che se si riporta l'aborto a una cosa privata, fanno sicuramente risparmiare risorse allo stato, ma su questa falsariga perche' allora non affidare la sanita' al mago Otelma? Il risparmio sarebbe sicuramente maggiore... Non si puo', e mi rifiuto di farlo, monetizzare una questione come l'aborto. Credo che vada difesa e attuata fino in fondo la legge 194, che in silenzio senza dichiararlo, si vuole demolire, attraverso l'aborto chimico, per restituire la pratica abortiva ai privati e al privato.

Anonimo ha detto...

Beh, se partiamo dal fatto che il feto è una vita umana, cara Elena, abbiamo già detto tutto, ognuno tragga da sé le proprie conclusioni...
Ma non tiriamo in ballo a sproposito la libertà: la libertà propria non prescinde dal rispetto dell'altro e niente merita più rispetto della vita umana, certo non la sanità a basso costo, nè "gli aspetti positivi di questo metodo di aborto"... Per questo, pur riconoscendomi in un partito laico, tra le ragioni della madre e quelle del bambino scelgo le ragioni del bambino senza se e senza ma. E non per i dettami di quella morale contro la quale tanto sbraitate, ma per coscienza personale, e proprio in nome di quella sacrosanta (questa sì) libertà.
Il resto l'hai già detto tu, non mi pare vi sia altro da aggiungere.

alessandro cialdi ha detto...

Complimenti, Benedetta! concordo con te. Se non poniamo in discussione il fatto che il feto sia un essere umano, chi ha il diritto di uccidere un altro essere umano?

Cristina Nannini ha detto...

MI VIENE IN MENTE UNA DOMANDA - RIVOLTA NON TANTO A FEDERICO O ALESSANDRO CHE NON FANNO PARTE DI FORZA ITALIA MA CHE APPARTENGONO AD UN PARTITO LEGATO ALLA CHIESA CATTOLICA E QUINDI AI PRINCIPI CATTOLICI DEI 10 COMANDAMENTI-: SAPETE CHE SIETE NEL PARTITO DELLA LIBERTà? CREDO CHE OGNI DONNA ABBIA IL DIRITTO DI FARE LA PROPRIA SCELTA,SICURAMENTE SOFFERTA! FORSE AD UNA DONNA CHE NON AMA IL PROPRIO FIGLIO E CHE ARRIVA A BUTTARLO VIVO DENTRO UN CASSONETTO O CHE RISCHIA LA VITA PER AVERE UN PARTO IN CASA, PREFERISCO UNA DONNA CHE UTILIZZA LA PILLOLA ABORTIVA. PRIMA DI PARLARE DI PILLOLA KILLER, BUSOGNEREBBE FARE DELLE LEGGI CHE PERMETTONO L'ADOZIONE IN MANIERA MENO RESTRITTIVA DI ADESSO, SOLO QUANDO CI SARà UN BAMBINO PER OGNI FAMIGLIA, LO STATO POTRà, FORSE, CHIEDERE ALLE DONNE CHE VOGLIONO ABORTIRE DI PORTARE A TERMINE LA LORO GRAVIDANZA PER DARE IN ADOZIONE IL FIGLIO ALLE FAMIGLIE CHE LO RICHIEDONO.
E POI LA PILLOLA ABORTIVA HA LO STESSO SCOPO DELLA PILLOLA CONTRACCETTIVA. ALLORA DOVREMMO VIETARE ANCHE QUELLA? E SE NO, PER QUALE MOTIVO? E SE SI, VI CHIEDO SE VOI CHE COLPEVOLIZZATE LA PILLOLA ABORTIVA, NE ABBIATE MAI FATTO MAI USO O SE L'ABBIATE FATTA USARE ALLA PROPRIA COMPAGNA!OVVIAMENTE è UNA DOMANDA RETORICA, MA CHIEDO A CHI CRITICA, DI FARSI UN ESAME DI COSCIENZA PRIMA DI GIUDICARE! CON CIò IO NON CREDO CHE ABORTIREI MA MI DISPIACE CHE TANTE PERSONE GIUDICHINO A PRESCINDERE. OGNI DONNA HA UNA STORIA DIVERSA E SICURAMENTE DI SOFFERENZA, SE DECIDE DI FARE UNA SCELTA COSì FORTE; PER QUALE MOTIVO COLPEVOLIZZARLA FACENDOLE SUBIRE UN INTERVENTO CHIRURGICO, CHE è ANCHE INVASIVO E CHE HA, COME TUTTI GLI INTERVENTI, ANCHE DEI RISCHI?

Anonimo ha detto...

I wish not agree on it. I regard as warm-hearted post. Specially the title attracted me to read the intact story.