martedì 18 gennaio 2011

CHE TRISTEZZA. ITALIA NOSTRA COME SEI FINITA


Nulla può. Milioni di immagini, discorsi, letture, tutta la macchina mediatica che per 16 anni ha lavorato al servizio di una sola persona, cortigiani, giornalisti, nani e ballerine, fiction, reality, tutto doveva creare quello che oggi si chiama Italia e che poteva e doveva essere governata facilmente da colui che ha sempre guidato le fila.

I vizi più sfrenati trasformati in virtù, il Dio denaro trasformato da mezzo ad obiettivo, tutto quello che condanna qualsiasi religione di massa trasformato a simbolo di vita e di cultura.

Noi che abbiamo sempre votato a destra siamo stati inconsapevoli strumenti di questo gioco malvagio e pianificato.

Ingenui, forse, ma per questo ancora più arrabbiati, perchè traditi nel profondo, nei nostri sogni, nelle nostre speranze, nella nostre azioni e parole quotidiane.

Quante discussioni, anche con i nostri amici, per difendere un uomo, per anni, dalla magistratura cattiva, dai comunisti cattivi, dai giornalisti cattivi, dagli avversari politici cattivi, fino a quando non ci siamo accorti che forse i cattivi eravamo proprio noi che lo sostenevamo, fino ad un anno fa, giorno più, giorno meno.

Nulla di quanto promesso è stato realizzato, la propaganda continua è l’obiettivo, non più uno strumento di governo.

Le città abbandonate a se stesse, i giovani senza alcuna speranza, l’economia sull’orlo del baratro, la sanità allo sbando e si assiste a discorsi surreali a sfilate e teatrini da fine impero.

Nonostante tutto si sente mormorare da testardi adoratori del nulla, ma chi meglio di lui? Come chi meglio di lui? 60 milioni di italiani meglio di lui, anche prendendone uno a caso.

Si siamo stufi vogliamo un piano strategico che porti fuori l’Italia da questa situazione che ha superato tutti i limiti della decenza, le forze migliori del paese si debbono unire e debbono ridare dignità alle istituzioni, alla nazione senza più girarsi dall’altra parte, senza più soprassedere.

Un’istituzione lo sta già facendo ed è la magistratura, aspettiamo le altre.

Alessandro Piergentili da:http://www.generazioneitalia.it

Nessun commento: