La Lega, ha ufficialmente dato avvio alla campagna elettorale. Votando a favore dell’arresto di Alfonso Papa, infatti, essa non ha voluto solo prendere le distanze dalla maggioranza su una questione oltremodo rilevante per il proprio elettorato: ha inteso esplicitare, una volta ancora, anche il proposito di voler staccare la spina al governo; per poter tornare al voto, quanto prima, e senza alcun vincolo di coalizione col centrodestra (c‘è da scommettervi).
Il segretario veneto del Carroccio, Gian Paolo Gobbo, lo ha dichiarato senza tanti giri di parole:
«Quella su Papa è una decisione giusta, sono molto contento, è quello che vogliono i cittadini, cioè vedere ripristinati i principi di eguaglianza e legalità. Berlusconi ne esce ridimensionato: è l’inizio di una nuova politica».
«La questione morale riguarda soprattutto il Pdl, basta vedere i procedimenti in corso in casa Pdl. Adesso noi puntiamo al federalismo, ma dopo, Berlusconi, lo buttiamo a mare. Credo se ne sia accorto lui per primo».
Berlusconi, intanto, fa quasi finta di niente. Nonostante l’irritazione per quanto accaduto ieri, seguita ad illudersi che con la Lega possa ancora ricomporsi tutto; e che per raggiungere l’obiettivo, gli sia sufficiente parlare a quattr’occhi con Bossi.
Pianifica, addirittura, un rimpasto di governo, per settembre: come se distribuire cadreghe a destra e a manca, ora come ora, potesse ancora servire a dare un senso ed un orizzonte al suo esecutivo; come se le scosse telluriche che hanno fatto tremare Piazza Affari, qualche giorno fa (e tante altre ne seguiranno), non fossero finalizzate innanzitutto a bocciare la sua manovra economica e, più in generale, il suo Gabinetto; come se non fosse arrivato per davvero alla fine della corsa, stanco ed imbolsito com‘è, e non gli restasse altro che rassegnare le dimissioni.
Quantomeno per mostrarsi generoso nei confronti del Paese.
Che non merita di sprofondare assieme a lui.
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