domenica 31 luglio 2011

IL PUNTO (DOPPIO DELL’AMBIGUITÀ)


29. LEGALITÀ: STRANIERI E NON RISPETTATI IN PATRIA
Domenica 31 luglio 2011

Ci sono due cose che riempiono le cronache in questi giorni terminali di luglio, in attesa di un agosto che – stando sempre alle cronache – non promette bene per la crisi e per le tasche dei Quarratini.
Queste due cose sono due cavalli di battaglia della moribonda (pardon: già morta e defunta da tempo) Giunta Sergio Gori: quella Giunta che si decide ad ascoltare i cittadini – leggete cosa dice la Sabrina sul suo blog in bella calligrafia: http://sabrinasergiogori.wordpress.com/2011/07/02/idee-in-comune/ – solo a pochi mesi dalle elezioni, andandosene in tour per le frazioni, nelle quali, peraltro, gli assessori si incontrano con non più di qualche sparuto cittadino che chiede un lampione o un tombino. Negli anni in cui hanno chiesto di essere ascoltati per problemi seri, quei cittadini non sono stati mai ricevuti dal Sindaco, o almeno sono stati dissuasi da tempi di attesa medi di 17 giorni di anticamera, come dimostrò bene Marta Quilici.
Ma veniamo a noi e al doppio argomento del Punto.
1. Il primo aspetto riguarda la consegna dei medicinali di notte: una consegna effettuata dai volontari della Croce Rossa Italiana, indubbiamente dei benemeriti per questo loro mettersi a disposizione della gente che ha bisogno, ma pur sempre dei semplici cittadini in veste di volontari. Ora: lo sa anche il ciuco di Pipone – colorita espressione quarratina che né Sindaco né Giunta conoscono bene, troppo presi come sono dal recitare la parte della gente seria… – che la salute rientra tra i cosiddetti dati sensibili, quegli aspetti, cioè, che devono essere protetti e tutelati secondo le disposizioni della legge sulla privacy.
Evidentemente a Quarrata – terra della Legalità con «L» maiuscola e il cervello minuscolo – queste non sono le cose che contano. E allora si va avanti a refe nero – altra espressione più toscana però – sulla strada del costringere la gente a far vedere ai volontari (benemeriti, per carità!) che razza di farmaci assume, rivelando dati sensibili per mero odioso stato di bisogno e necessità.
Un teNpo (come scriverebbe il Vernacoliere: perché qui siamo dinanzi a fatti da Vernacoliere), quando il Segretario Comunale era un vero funzionario pubblico, sarebbero bastate due parole di parere del funzionario e lo scempio sarebbe finito sul nascere. Ma oggi che i Segretari sono dipendenti della Giunta che se li sceglie, anche questi aspetti di legalità vanno tranquillamente a farsi friggere, in nome della comodità del bisognoso e del servizio socialmente utile e lodevole. E pace. Ma non basta credere di fare bene per essere nel giusto.
2. La Legalità a Quarrata – e siamo al secondo aspetto del Punto – consiste in altro. E cioè nella retorica antimafia e pseudo-memorialista della Sindaca, che inonda sia le nostre strade che, ultimamente, le nostre piazze, di nomi stranieri di illustri martiri (non c’è che dire) della mafia e dell’Italia deviata, ma che con Quarrata e con i suoi uomini non hanno niente a che fare o a che dire. Per la nostra peggio Sindaca Sabrina, noi siamo semplicemente degli stranieri in casa nostra: tanto a Lei di noi non interessa un tubo: a Lei è bastato comandare odiosamente e senza ascoltare nessuno per… disfare Quarrata e la sua identità, morfologica, morfosintattica e morfoarchitettonica. Viva Nannucci e Buren!

Continuiamo così e buona domenica a tutti!

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sabato 30 luglio 2011

Un anno dopo…


Un anno fa, dopo il deferimento di Bocchino di Granata e di Briguglio ai probiviri (sic) del Pdl per aver difeso legalità e diritti civili,veniva espulso dal Pdl il suo cofondatore e la sua vera anima politica : Gianfranco Fini.

La storia politica italiana sara’ da quel momento profondamente diversa e il triste declino di Berlusconi caratterizzerà e ancora pervade alcune delle pagine peggiori della storia repubblicana, tra leggi ad personam e acquisizione di Parlamentari, scandali e tangenti,responsabili e disponibili.

Nonostante abbiamo provato in tutti i modi a distruggerci e fermarci, siamo andati avanti e tra mille difficolta’e tradimenti di piccoli uomini, abbiamo iniziato la costruzione di una moderna forza politica innovativa, legalitaria, europea.

A Mirabello apriremo una nuova e autentica fase costituente che attraverserà l’Italia con Gianfranco Fini impegnato a chiamare a raccolta,Citta’per Citta’,tutti coloro i quali vogliono costruire una nuova Italia.

E mentre il berlusconismo da i suoi ultimi colpi di coda, noi ripensando a un anno fa e rileggendo tutti gli avvenimenti siamo consapevoli e orgogliosi di aver fatto ciò che era giusto per quella certa Idea dell’Italia che vogliamo rappresentare:quella della gente onesta,dei giovani e delle donne.

L’Italia della legalità,della giustizia sociale,dell’unità nazionale.

http://www.fabiogranata.com/

martedì 26 luglio 2011

PATACCA PADANA: MINISTERI FANTASMA A MONZA, GLI UFFICI INAUGURATI SABATO SONO GIA’ CHIUSI


NELLA VILLA REALE A MONZA NESSUNA INDICAZIONE SUI DICASTERI DI BOSSI, CALDEROLI, TREMONTI E BRAMBILLA…SPARITE ANCHE LE TARGHE IN OTTONE OSTENTATE SABATO DALLE FACCE DI BRONZO
Un bluff in salsa verde padana. Un’inaugurazione tarocca.
I quattro uffici di rappresentanza aperti in pompa magna sabato da Umberto Bossi, Roberto Calderoli, Giulio Tremonti e Michela Brambilla, sono chiusi.
Sbarrati.
Senza un custode o segretaria che dia uno straccio di informazione.
Senza neppure un cartello che indichi l’esistenza in vita delle sedi che hanno messo a soqquadro la maggioranza e fatto traballare il governo.
I ministeri nordisti sono un fantasma. Uno spettro che si aggira per Monza.
E pensare che sabato Calderoli aveva parlato «di sogno realizzato». Bossi aveva promesso «più posti di lavoro per la nostra gente».
E Roberto Cota, governatore piemontese accorso all’inaugurazione, con un filo di commozione che gli incrinava la voce aveva aggiunto: «Questo è un tassello di un processo che porterà lo Stato più vicino ai cittadini»
I leghisti l’avevano detto: «La sede sarà operativa da settembre».
Ma non hanno avuto la delicatezza (l’accortezza?) di lasciare indicazioni sulla palazzina di Villa Reale.
Un «ripassate a settembre». Almeno un «chiuso per ferie».
Tanto meno una bacheca con affisse le informazioni per il pubblico.
Orari, funzioni, servizi, giorni di apertura.
Anche in città, perfino sul viale che conduce alla nuova sede, non compare alcun cartello segnaletico che certifichi l’esistenza degli uffici voluti da Bossi.
Che dica: «Per i ministeri si va di là».
«E’ stata una specie di caccia al tesoro», racconta l’esponente dell’Udc Luca Volonté: «Ero in Brianza per alcuni impegni familiari e ho deciso di fare una deviazione per scoprire quali servizi sono offerti dalle nuove sedi di rappresentanza ai cittadini e agli imprenditori. Nessuno ha saputo dirmi nulla. Alla fine, per fortuna, ho trovato alcuni operai che facevano lavori di manutenzione e sono stati loro a indicarmi la palazzina. Credevo di avercela fatta, invece nisba».
La porta ministeriale era sbarrata.
Delle targhe in ottone mostrate con orgoglio sabato da Calderoli, «Ministero delle riforme», «Ministero dell’Economia», «Ministero del Turismo», «Ministero della Semplificazione», nessuna traccia.
Volonté ha esplorato, metro dopo metro, i muri esterni di Villa Reale per scovare un’entrata secondaria. Ancora nulla. Ha cercato un campanello, un citofono. «Speravo che qualcuno mi potesse dire se, e quando, avrei potuto ottenere le informazioni che cercavo. Un altro buco nell’acqua».
Insomma, una specie di set di Cinecittà. In cartapesta. Finto e tarocco.
Neanche una segretaria. Neppure un citofono. Tanto meno un custode.
I tre locali arredati di tutto punto con scrivanie, poltrone in pelle, salottini, foto di Giorgio Napolitano, Bossi e l’arazzo dell’eroe padano Alberto da Giussano, chiusi con tre mandate di chiave.
Fatta la festa gabbato lo santo.
Eppure, in occasione dello show lumbàrd, non era stato risparmiato nulla ai giornalisti.
Con i suoi pantaloni verde padano, calice di spumante in pugno e nell’altra mano una manciata di patatine, Calderoli aveva mostrato dove avrebbe alloggiato Bossi: «Per lui un ufficio tutto suo. Io, Tremonti e Brambilla, invece staremo nella stessa stanza. Nella terza lavoreranno le segretarie».
Che fosse un bluff, però, non era poi così difficile capirlo.
«Per ora c’è un solo computer», aveva ammesso il Calderoli medesimo con un filo di imbarazzo. «Telefoni? Per adesso non ci sono ancora».
Ma Bossi, imperterrito: «In un Paese dove non si vuole cambiare niente, abbiamo dovuto partire da qualcosa. I cittadini verranno qui e avranno il loro sportello, senza dover fare tanti chilometri per niente».
I chilometri che ha percorso inutilmente Volonté. «Ho visto una desolazione assoluta, questa storia dei ministeri al Nord è una grottesca pantomina», dice il rappresentante centrista.
«Mi viene da suggerire ad Alemanno di concentrarsi su Roma. A Monza, stia tranquillo, non c’è proprio nulla».
E del nulla si ciba la polemica padana.
L’altra notte a Calderoli è scappata di nuovo la frizione: «Credo che i ministeri debbano stare vicino al territorio in ragione delle proprie competenze», ha detto arringando un drappello leghista.
«Ha senso il ministero dello Sviluppo economico a Roma? Per me avrebbe più senso che stesse a Brescia, perché sarebbe come mettere il ministero del Lavoro a Napoli, dove non sanno di cosa si parla».
Stefano Caldoro, governatore del Pdl della Campania non l’ha presa bene: «Calderoli dice il falso e offende. Non solo i napoletani sanno bene cos’è il lavoro, ma il lavoro è voluto, cercato, preteso da chi non ce l’ha».
Un po’ come i ministeri a Villa Reale. Ci sono, ma non ci sono.
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sabato 23 luglio 2011

La fine si avvicina


La Lega, ha ufficialmente dato avvio alla campagna elettorale. Votando a favore dell’arresto di Alfonso Papa, infatti, essa non ha voluto solo prendere le distanze dalla maggioranza su una questione oltremodo rilevante per il proprio elettorato: ha inteso esplicitare, una volta ancora, anche il proposito di voler staccare la spina al governo; per poter tornare al voto, quanto prima, e senza alcun vincolo di coalizione col centrodestra (c‘è da scommettervi).

Il segretario veneto del Carroccio, Gian Paolo Gobbo, lo ha dichiarato senza tanti giri di parole:

«Quella su Papa è una decisione giusta, sono molto contento, è quello che vogliono i cittadini, cioè vedere ripristinati i principi di eguaglianza e legalità. Berlusconi ne esce ridimensionato: è l’inizio di una nuova politica».

«La questione morale riguarda soprattutto il Pdl, basta vedere i procedimenti in corso in casa Pdl. Adesso noi puntiamo al federalismo, ma dopo, Berlusconi, lo buttiamo a mare. Credo se ne sia accorto lui per primo».

Berlusconi, intanto, fa quasi finta di niente. Nonostante l’irritazione per quanto accaduto ieri, seguita ad illudersi che con la Lega possa ancora ricomporsi tutto; e che per raggiungere l’obiettivo, gli sia sufficiente parlare a quattr’occhi con Bossi.

Pianifica, addirittura, un rimpasto di governo, per settembre: come se distribuire cadreghe a destra e a manca, ora come ora, potesse ancora servire a dare un senso ed un orizzonte al suo esecutivo; come se le scosse telluriche che hanno fatto tremare Piazza Affari, qualche giorno fa (e tante altre ne seguiranno), non fossero finalizzate innanzitutto a bocciare la sua manovra economica e, più in generale, il suo Gabinetto; come se non fosse arrivato per davvero alla fine della corsa, stanco ed imbolsito com‘è, e non gli restasse altro che rassegnare le dimissioni.

Quantomeno per mostrarsi generoso nei confronti del Paese.

Che non merita di sprofondare assieme a lui.

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giovedì 21 luglio 2011

Liberate Papa è il nipote di Ratzinger!



CHI SOSTITUIRA’ PAPA ALLA CAMERA? LA PRIMA DEI NON ELETTI E’ LA SUA ASSISTENTE, ANCHE LEI INDAGATA A NAPOLI


SARA' MARIA ELENA VALANZANO A PRENDERE IL POSTO DI ALFONSO PAPA, IN CASO DI SUE DIMISSIONI A MONTECITORIO

A volte il caso.
Sta di fatto che al posto di Alfonso Papa, a Montecitorio arriverà il primo non eletto alle Politiche del 2008 nel collegio Campania e coincidenza vuole che si tratti proprio della sua assistente, Maria Elena Valanzano.
E si tratta – altra coincidenza – di un’altra persona coinvolta nell’inchiesta napoletana, diretta dai pm Francesco Curcio e John Woodcock.
E di lei, tre giorni f,a ha parlato l’avvocato civilista Santo Emanuele Mungari, ascoltato come persona informata sui fatti dai pm.
Mungari ha raccontato di aver conosciuto Papa tramite la Valanzano.
“Lei – ha detto il legale nell’interrogatorio – mi ha sempre detto di avere un rapporto diretto con Berlusconi e che anzi, in più di un’occasione, era stata lei stessa a far ottenere all’onorevole Papa un appuntamento con Berlusconi. La Valenzano mi ha detto diverse volte che lei stessa aveva cercato di accreditare l’onorevole Papa con il presidente, il quale, invece, non sembrava tenere Papa in grande considerazione. Dunque sempre per quanto rappresentatomi dalla Valenzano, lei stessa si era spesa con Berlusconi per la nomina di sottosegretario alla Giustizia”.
Pare insomma il caso di dire che “morto un Papa, se ne fa un altro"

Se Papessa ancora meglio

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mercoledì 20 luglio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: TEORIA E TECNICA DELLE AMMINISTRAZIONI CIALTRONE


Ieri mattina, sul Tirreno, è comparso questo trafiletto che vi invitiamo a rileggere con attenzione.

A Quarrata i locali
non sono adatti


Oltre 200mila euro di nuovi strumenti senza sapere dove metterli. È la situazione del laboratorio Ceq di Quarrata che sorge in pieno centro cittadino nei locali comunali del Polo tecnologico. Un luogo troppo piccolo, dai soffitti troppo bassi e immerso in una zona pedonale dove i camion e i mezzi delle imprese non possono transitare.
«Gli spazi del Ceq di Quarrata – spiega l’ingegnere Giuseppe Gori, responsabile del laboratorio – sono inadeguati sia per le dimensioni, che per l’accessibilità. Le apparecchiature che a breve arriveranno non sapremo dove metterle. Non abbiamo gli spazi sufficienti. I soffitti inoltre sono troppo bassi sia per l’installazione di alcuni macchinari piuttosto alti sia per motivi di sicurezza, soprattutto rispetto ad alcune prove chimiche».
Altro problema è di tipo logistico: «Il laboratorio – continua Gori – si trova al piano del Polo tecnologico, nel bel mezzo della zona pedonale. I mezzi delle imprese che vengono da noi a fare i test, quindi, tutte le volte devono chiedere l’autorizzazione ai vigili per passare in centro e scaricare i prodotti davanti al laboratorio».
L’unica soluzione è il trasferimento. «Credo sia necessario – continua Gori – aprire un tavolo di discussione per trovare una soluzione che garantisca la possibilità di ampliamento del laboratorio, ma anche il suo corretto funzionamento».

Per chi non lo avesse capito, lo stravantato Polo Tecnologico di Quarrata non serve a un bel nulla e tutto quello che c’è stato speso è stato – in pratica – buttato via. Oggi, se vogliamo fare qualcosa di utile, occorre spostare in blocco il laboratorio del Ceq, o altrimenti è come impiccarsi con le proprie mani.
Un’altra bella dimostrazione, anche questa, della cialtroneria di un’amministrazione che a parole difende e propugna il suo attivismo a favore della vita produttiva di Quarrata, ma che, di fatto, non sa minimamente quello che fa, presa com’è da altre mire faraoniche.
Non possiamo dire che la Sabrina e la sua amministrazione non sappiano quello che vogliono fare, perché tutti siamo consapevoli che, per le inutilità del centro (cessi-balena, sampietrini etc.), della Màgia (installazioni e architettate inutili) o della periferia (Querciola e piste ciclabili!), hanno deciso di buttare dalla finestra (col beneplacito dei compagni della Regione Toscana) ben 20 milioni di euro. E ora tornano a parlare di via Montalbano, mentre la hanno fatta marcire e andare in pieno degrado dopo 20 anni di buona e virtuosa amministrazione i sinistra.
Anche con il tavolo tecnico per il rilancio del mobile, la Sabrina e i suoi nani hanno fatto qualcosa finora…?
Sono questi gli amministratori che, per bocca di Arianna Benigni e del Pd, rilanciano una nuova sfida politica per il prossimo mandato amministrativo e per le elezioni del 2012.
Ovviamente la sfida non è al futuro – di cui la sinistra non è assolutamente padrona, perché non lo è nemmeno di se stessa –, ma all’intelligenza (o inintelligenza) degli elettori quarratini…

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domenica 17 luglio 2011

IL PUNTO (MASSIMO DEL RIDICOLO)


28. COME FAR CREDERE AGLI ALTRI QUELLO CHE NON FAREMO MAI
Domenica 17 luglio 2011

Tocca al Pd quarratino, oggi, sul Tirreno, stupire l’elettorato che da 9 anni viene preso regolarmente a calci in culo dalla Giunta di sinistra.
Stamattina a promettere la luna nel pozzo con un bel libro dei sogni, la nostra amata Sindaca ha dato il là alla signora Arianna Benigni, coordinatrice di un partito che non c’è, non c’è mai stato e che – speriamolo incrociando le dita – non ci sarà più, almeno per venti o trent’anni: o altrimenti ci troveremo non con le toppe al culo, come oggi, ma addirittura senza mutande, insomma dei veri e propri sanculotti.
E come sembra seria l’Arianna – che col suo filo cerca di tirare fuori il Pd dal labirinto in cui l’ha cacciato la Sabrina – nelle sue mistiche affermazioni per il bene della nostra città!
Il suo partito s’è messo in testa una sfida: peccato che l’unica forza a cui può rivolgerla sia proprio se stesso. E ora tutti sanno che sfidare se stessi è una partita persa, a meno di non essere dei santi e dei mistici – cosa che il Pd quarratino, con tutte le sue bischerate ventennali (ma soprattutto originate agli ultimi due giri del Sindaco muto), non ha dato prova di essere: e basterà vedere la politica fallimentare degli investimenti della Sabrina, con le sue mille opere d’arte e il degrado concreto e tangibile di Quarrata e frazioni.
La Benigni torna a parlare di infrastrutture (strade? Le hanno distrutte tutte loro: e con che le rifaranno se non c’è il becco di un quattrino?), di sviluppo industriale (magari con un tavolo tecnico come quello che da due anni a questa parte ha fatto solo discorsi e ha speso solo quattrini…?), di lotta al lavoro nero e per la legalità (ci vorrà davvero poco a ringraziare i carabinieri ogni volta che chiudono una fabbrica cinese: non costerà nulla), di Cis da addomesticare con la democrazia partecipata (ecco che si sta facendo l’occhiolino al Manetti e ai suoi 600 contatti-mail) e di Publiacqua da riportare sulla retta via perché l’acqua è un bene dell’umanità (e così si fa linguino all’Idv e al Sel, per recuperare). Ma di altre stupidaggini di questo genere non ne mancheranno di certo anche prossimamente su questi schermi.
La nostra raccomandazione è semplice: falla finita, Pd, di prendere in giro i Quarratini. Lèvati di torno se vuoi davvero bene a Quarrata – e pòrtati via anche il tuo taumaturgo Gaggioli e le sue aree Apd. O meglio, visto il personaggio, Arie Adatte Al Partito Democratico.

Buona domenica a tutti! E sarà meglio se non voterete Pd.

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giovedì 14 luglio 2011

«UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: L’OTTICA DELLE PRESE DI CULO ISTITUZIONALI


Tempo fa, come ricorderemo, l’assessore Gaggioli ci disse di “levarci dai coglioni” direttamente in consiglio comunale.
Al di là della finesse – visto che la cosa si verificò in una sede istituzionale e che Gaggioli è anche un Prof. e quindi un educatore – e al di là del disgusto per uno degli amministratori più discutibili della nostra disastrosa Giunta Sergio Gori (non dimentichiamoci anche le sue infelicissime uscite nei confronti di Alessandro Cialdi: e tutto fa per ricostruire il profilo di questo “signor assessore”) guardate oggi cosa spara, Luca il Grane, sulla piazza della Ferruccia: un bel progetto che non ha il becco di un quattrino e che spunta come il coniglietto bianco dal cilindro del prestigiatore, così, tanto per ricordarci che… le elezioni sono in arrivo.

Sì. È l’ora che la Giunta dei disastri si levi di torno. E che per primo il fine Gaggioli stesso venga cacciato a sassate, bastonate e forconate. Per tutte le stupidaggini che ci ha raccontato in questi anni, comprese quelle delle passerelle sulla Stella a Valenzatico!

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lunedì 11 luglio 2011

L’IRRINUNCIABILE NECESSITÀ DI ESSERE ARROGANTI


Qualche tempo fa Andrea Bagattini, della Lista Civica CittàPerTe, fuggiasco del Pd della zarina Sabrina, eterodosso scomunicato, ma uomo di ottima volontà, se n’è uscito con una battuta che pare un insulto alla democrazia, ma che, in realtà, ne è la più bella e sostanziale – oltre che sostanziosa – riaffermazione: «Bisogna essere arroganti: cioè arrogarsi il diritto di poter sognare, smarcandosi da segreterie, partiti e uomini di potere, per poter ridisegnare il futuro di Quarrata pensando solo al bene della gente di qua».
Le parole, forse, non saranno queste, nella loro precisione. Per questo Andrea non me ne vorrà. Ma il senso del suo discorso sì: è questo. Ed è anche quello che, a questo punto, ogni sincero e onesto Quarratino, di centro, di destra e di sinistra, ma di buona coscienza, deve pensare; e a cui deve unicamente mirare, per la speranza – oggi assai compromessa – di poter ridare una dignità alla città che ha trainato, con le sue industrie, non solo il nostro territorio, ma anche quello di tutta la nostra provincia.
È arrivato il momento di lasciare da parte qualsiasi interesse di potere per guardare solo ed unicamente al bene di tutti: ora che, dopo nove anni di disfattistica amministrazione sergiogoriana, Quarrata è ridotta a un’area di innegabile degrado urbanistico, di marginalità produttivo-commerciale, di asfissia moral-intellettuale grazie alla pericolosa monoreferenzialità di un Sindaco che ha saputo dare indubbiamente tutto il peggio di sé.
Se qualcuno disse «Qui si fa l’Italia o si muore», ora è il momento di dire «O insieme prendiamo in mano la situazione una volta per tutte, oppure per Quarrata non c’è speranza». E questo, credo, è chiaro a tutti; nessuno può metterlo in dubbio, a meno che non sia un semplice alzamano della zarina di tutte le Russie, che è stata capace di distruggere tutto ciò su cui ha posato il suo provvido occhio e la sua autorevole mano.
Arroghiamocelo, allora, questo diritto di cui parlava Andrea Bagattini. Lavoriamo per riprenderci quello che è nostro: come Quarratini, e non semplicemente nell’ottica degli elettori di destra, di centro o di sinistra. Ricordiamoci, per un istante, dell’orgoglio che ci dava, nei decenni passati, sentirci parte di una realtà trainante, ricca e problematica, ma gratificante e rassicurante al tempo stesso: riappropriamoci con arroganza civile e civica del diritto di dire no a chi ha cancellato la democrazia attraverso, in primo luogo, la cancellazione del buonsenso e del diritto della gente di essere ascoltata, seguita, sorretta nelle difficoltà e nei bisogni di ogni giorno.
L’arroganza di Bagattini altro non è che un no deciso e santo contro l’affermazione di superego che pensano solo al soddisfacimento dei propri interessi, all’esaltazione della propria memoria, alla ricerca della gratificazione dei propri insulsi egoismi.
E sotto questo profilo occorrerà che tutti facciamo la nostra parte, con il massimo impegno.
Le sinistre dovranno pensare a chi ci ha amministrato per nove lunghissimi anni di sopraffazione mascherata da interessi indirizzati solo al superfluo di un’arte senza capo né coda, opere pubbliche di parata come le piste ciclabili, promesse senza speranza come le passerelle sulla Stella a Valenzatico, le vie delle frazioni collinari, le piazze della Ferruccia o i parcheggi di Catena; mentre la destra – e in questo caso il Pdl – dovrà far mente locale e rendersi perfettamente conto che non è con la disinvoltura di un Lapenna, che nomina plenipotenziario Gughi Bonacchi, che si risolveranno i problemi urgenti di Quarrata, resi ancor più urgenti dalla presenza imperante del peggior Sindaco che si ricordi.
Alla grande santa arroganza di Bagattini, occorre accostare, anche, una più bassa citazione: «Non c’è più trippa per i gatti». Che non è affatto un insulto, ma una severa ammonizione a quanti possano erroneamente credere di poter venire a Quarrata a dettare condizioni per alleanze che non portano nessuno da nessuna parte.
Sì. Voglio proprio sottolineare che gli estranei, gli affaristi, i palloni gonfiati di boria – anche se sono di qua – devono levarsi di torno e lasciare spazio a chi vuole non governare, ma fare; non dirigere, ma servire la gente; non dominare, ma collaborare con la gente.
Il treno di Lapenna si era già fermato nel 2009 a Montecatini. Lo avevano gentilmente stoppato gli elettori della Valdinievole: il capo del Pdl, dunque, non può pretendere di riciclarlo adesso da altre parti della provincia, né tantomeno da Quarrata. Quel treno era stato mandato al deposito e lì resti.
Ora tocca alla Sabrina sottoporsi all’ardua sentenza dei posteri.
Perché abbia finalmente ciò che si merita.

Mario Niccolai

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domenica 10 luglio 2011

IL PUNTO (SUI GOVERNATORI)


27. PARCO VERDE/PARCHI ‘ROSSI’
Domenica 10 luglio 2011

Campagne elettorali

Forse Giulio Andreotti ebbe ragione
quando diceva che i verdi alla fine
trovano mille vie, mille stradine
per farsi Rossi: qui sta la questione.

Anche al parco degli Olmi, il Parco Verde,
dopo quindici giorni di gran festa,
che altro non sono che una gran tempesta
di molestie e disturbi, non si perde

il senso di saggezza del gran vecchio:
Rossi vi trova la sua naturale
tana e vi giunge a far proselitismo

suggerendo alla gente nell’orecchio
di far la cosa giusta e naturale
a sostener Sabrina e Sabrinismo.

Èccoci al parossismo:
ad esaltare i danni a più non posso
vien Rossi al Parco Verde a fare il rosso!

Pasquino da Tizzana

Buona domenica a tutti!

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venerdì 8 luglio 2011

LA FESTA DEL PDL: A MIRABELLO PESANO LE ASSENZE E LE SEDIE VUOTE

POCO PUBBLICO, MANCANO DAL PROGRAMMA SIA TREMONTI CHE BERLUSCONI…L’ARIA E’ FIACCA E NESSUNO RIESCE A ENTUSIASMARE LA SCARSA PLATEA
Due ministri, quello della Difesa e dell’Interno (La Russa e l’ospite alleato leghista Maroni), un ex ministro (alla Cultura, Sandro Bondi) e un sottosegretario come Maurizio Gasparri, oltre al coordinatore regionale, Filippo Berselli e al presidente della Regione Lombardia, Formigoni.
Lo stato maggiore di un partito, quello del Popolo delle libertà, riunito (da non confondere con unito) e neppure centocinquanta persone ad ascoltarli.
La crisi del Pdl, nel giorno dei veleni sul Lodo Mondadori, si mostra in tutta la sua crudità a Mirabello, paese della pianura padana vicino a Modena, Ferrara e Bologna, nel cuore rosso sbiadito dell’Emilia, paesello che fu terra del Movimento sociale che qui portava migliaia di persone, nello stesso Mirabello in cui nel 1985, per raggiunti limiti di età, Almirante passò il testimone al suo delfino, Gianfranco Fini.
E fu sempre qui (il caso vuole che sia il paese natale della mamma del presidente della Camera) che lo scorso anno Fini battezzò Futuro e libertà e segno lo strappo che ancora oggi riesce a far barcollare un governo tremulo.
Ieri doveva essere il Pdl simbolicamente a riprendersi il luogo dei significati, ma in termini di pubblico non si è verificato niente di tutto questo.
Più che le presenze si notano le assenze, quella di Giulio Tremonti, non motivata, e quella del presidente del consiglio Silvio Berlusconi che, in genere, in queste kermesse, ritrova lo smalto dei giorni migliori.
Parole, tante, e sul gioco di parole si fonda la festa: “Come può uno scoglio”, la tavola rotonda di oggi, “Non sarà un’avventura” quella di domani e “Chiamale emozioni”, sabato e “Sì, viaggiare”, domenica.
Parole di Battisti e Mogol. Parole come quelle di La Russa che sale sul palco e dice: “Vinceremo le elezioni nel 2013. Siamo pronti a superare qualsiasi scoglio. E non c’era posto migliore se non quello di Mirabello per affermarlo”.
Centocinquanta persone e volti tesi. Tutto sembra meno che una festa. E non potrebbe essere altrimenti, visto quello che accade.
“Noi abbiamo una forte leadership”, spiega La Russa, “ma abbiamo un futuro, e Alfano, domani, sarà la dimostrazione di questo. Perché la sua non sarà un’avventura. E questo non poteva essere luogo migliore”.
Ma anche nello squillo della voce non è lo stesso La Russa di sempre.
Si infiamma meglio davanti alle telecamere.
E non sorride Sandro Bondi, arrivato con la sua giovane moglie, senza più nemmeno la scorta.
La prima uscita, quella di Bondi, dopo essere stato defenestrato senza un grazie, massacrato come ministro e coordinatore del partito.
Tocca proprio a Bondi parlare dello stato di salute del partito, delle innegabili difficoltà. “Una domanda non facile”, dice l’ex poeta, ministro e coordinatore.
“La rottura con Fini è stata una scissione dolorosa, se ci fosse stata avrebbe avuto un epilogo (dice così, poi si corregge con la parola evoluzione ndr) diverso.
Tutti abbiamo cercato di scongiurare quella scissione.
Ma il confronto con Fini, a volte duro, era perché volevamo un confronto democratico”.
Il poeta Bondi a ruota libera, d’altronde è anche la sua festa. Dunque nessuna domanda scomoda, né prima né dopo.
Ma Bondi non resiste. Non ce la fa a non idolatrare Berlusconi. Più forte di lui. “Siamo arrivati ad avere questa forza grazie a Berlusconi. Il vento di cambiamento c’è stato. Innegabile. Ma dovremmo raccogliere questa sfida”. Applauso timido.
Un lungo applauso, invece, e addirittura un bis, introduce il ministro dell’Interno Roberto Maroni: “L’alleanza Lega Forza Italia e Lega Pdl sia stato e sia un fattore di innovazione. Ma la spinta non si è assolutamente esaurita. Siamo alla fine del processo federalista? Nemmeno. Il processo ha un inizio, un percorso e un termine. Passare da uno Stato iper centralista come quello italiano è lungo e faticoso. Dunque non sono insoddisfatto di quello che abbiamo ottenuto”.
Stanco, rosso di una recente scottatura al sole, Maroni parla, ma Mirabello non è Pontida. Le frasi a effetto le tiene nel cassetto.
Salva l’alleanza Maroni? Diciamo che ne accenna, ma non ne parla.
Sa bene che l’evoluzione sarà lunga. “Andiamo nella direzione giusta, io sono ottimista”, dice.
E poi: “I giornali scrivono che il governo è sotto l’egemonia della Lega, ma non è così. Noi discutiamo, abbiamo opinioni diversi, ma l’intesa la troviamo sempre. Non è una coalizione litigiosa, ma che discute”.
Poi chiude: “La fase politica del centrodestra può cambiare gli uomini, ma non l’ideale comune”.
Amen.
Tutti al ristorante.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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giovedì 7 luglio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: BBB. BOMBE, BALLE E BUCHI NELL’ACQUA


Tutti i santi giorni, che il santo Dio mette sulla santa terra è il solito santo “Te, Deum” che ci viene propinato dai giornali che sbandierano la solita santa solfa dei soliti santi amministratori.

Lo sappiamo bene tutti, gente, che le elezioni si stanno avvicinando e che voi – anche se la Sants Sabrina se ne va finalmente a casa, ma sempre troppo tardi per i guasti che ha combinato – vorreste continuare in ogni modo la sua santa opera da Genio Guastatori.

Lo sappiamo e non importa che ce lo facciate ribattere ogni mattina dalle colonne dei giornali.

Non vi è bastato – proprio alla Caserana – fare le figure che avete fatto anche con le casse di espansione che includevano perfino una casa grossa come un palazzo, di cui nessuno – nemmeno il Dalì, che abita lì da una vita – si era accorto (eppure il Comune paga anche dei dirigenti all’ufficio tecnico, o no?); non vi è bastato aver parlato, per 20 anni di amministrazioni di sinistra, delle stesse problematiche nello stesso luogo: intelligenti e scaltri come delle volpi, perspicaci al pari di un ‘battiluocchie’ napoletano, anche in quest’estate preelettorale continuate a parlare delle stesse cose come dei dischi rotti, evidentemente incapaci di individuare e distinguere i vostri insuccessi.

Ma non riuscite ad arrossire?

Che ne direste di levarvi di torno, come una volta disse ben più esplicitamente il vostro superassessore Gaggioli, salvatore dell’edilizia di Quarrata?

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martedì 5 luglio 2011

BERLUSCONI COSTRETTO A RITIRARE LA NORMA SALVA FININVEST


DOPO IL MALUMORE DELLA LEGA, IL GELO DI TREMONTI E LE CRITICHE DELLA STAMPA CATTOLICA, IL PREMIER E’ STATO COSTRETTO ALLA RETROMARCIA
Berlusconi ritira la norma salva-Fininvest.
«Per sgombrare il campo da ogni polemica ho dato disposizione che questa norma giusta e doverosa sia ritirata».
Così il Presidente del consiglio e proprietario del gruppo del Biscione in una nota diffusa nel pomeriggio di una giornata di forti tensioni nella maggioranza di governo. La cosiddetta norma «ad aziendam» spuntata a sorpresa nella manovra di stabilizzazione finanziaria aveva scatenato la polemica.
Si tratta di una leggina sulla sospensione dell’esecutività dei risarcimenti che avrebbe evitato alla Fininvest di Silvio Berlusconi di versare alla Cir di Carlo De Benedetti 750 milioni di euro.
Una mossa che precedeva di pochi giorni il verdetto di secondo grado dei giudici atteso alla fine della settimana.
Il Carroccio non ha fatto mistero del «profondo malumore» dei ministri della Lega Nord.
Ma da quel testo che secondo la procedura è stato inviato da Palazzo Chigi (dove è stato visto per l’ultima volta) al Quirinale hanno preso le distanze un po’ tutti, persino Niccolò Ghedini, avvocato personale del premier e deputato Pdl : «Non l’ho scritto io, non ne sapevo nulla»
Nella bufera è rimasto in silenzio il ministro dell’Economia Giulio Tremonti che, si dice, non ne sapesse nulla.
Si dice anche che il suo silenzio nasconda la profonda irritazione.
Dopo aver annullato la conferenza stampa di presentazione della manovra prevista a mezzogiorno - decisione almeno ufficialmente motivata con le difficoltà a raggiungere Roma a causa del maltempo - Tremonti ha confermato la sua presenza nel pomeriggio al Teatro Centrale in Piazza del Gesù viene presentato il libro sulle fondazioni di Fabio Corsico.
Il vice-presidente del Csm, Michele Vietti, aveva posto l’accento sul principio di uguaglianza: «Non entro nel dettaglio di una norma non ancora presentata in Parlamento - spiega Vietti - ma voglio solo rilevare che il principio dell’esecutività delle sentenze di secondo grado è un principio generale che vigeva già prima che diventassero provvisoriamente esecutive le sentenze di primo grado. Modificare questo principio significherebbe rischiare di stravolgere il sistema giudiziario e credo che convenga non farlo per non violare il principio di eguaglianza fra i cittadini di fronte alla legge».
«Non dico nulla. Sulla manovra, quando sarà il momento, conoscerete le nostre determinazioni». Così, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, presente al convegno «Europa più democratica», ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento sul testo trasmesso dal governo al Quirinale.
«Errori da correggere», chiede il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.
Mentre di «ipocrisia e incompetenza» nel gestire le sorti del Paese parla Famiglia Cristiana nel numero in uscita. «La manovcra non ci pare equa» scrive il settimanale- «Per essere davvero giusta dovrebbe chiedere a tutti di tirare la cinghia». A cominciare dai politici, cui spetta dare l’esempio. E invece? I tagli agli scandalosi costi dei politici vengono rimandati al futuro» scrive il settimanale. Inoltre la manovra è, per Famiglia Cristiana, «simile alla politica cui siamo abituati da anni: solo parole».
«Nel documento economico di Tremonti brillano per assenza due promesse strombazzate in campagna elettorale: abolizione delle Province e quoziente familiare (ora Fattore famiglia).
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lunedì 4 luglio 2011

STANGATA SANITA’, 500 EURO A FAMIGLIA TRA TAGLI E TICKET: E QUALCUNO PROMETTEVA DI NON METTERE LE MANI NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI

STANZIATI 10 MILIARDI IN MENO CHE ORA DOVRANNO PAGARE GLI ASSISTITI.. INSORGONO TUTTE LE CATEGORIE DEL SETTORE DELLA SANITA’

Dal prossimo anno si dovrà quasi sicuramente pagare un ticket di 10 euro su visite specialistiche ed analisi, una «novità» che andrà ad aggiungersi ai maxi-ticket già applicati su queste prestazioni da tutte le Regioni italiane (Molise escluso).
Poi dal 2014 un’altra raffica di nuove tasse, che probabilmente non potranno risparmiare nemmeno i ricoveri ospedalieri, perché fra tre anni si dovranno compensare il tagli al Fondo sanitario nazionale.
In base alle stime dell’economista del CeisTor Vergata, Federico Spandonaro, sulla sanità calerà infatti la scure: 10 miliardi in meno di stanziamenti nei prossimi tre anni, coi fondi totali che scenderanno dal 6,7% del Pil al 6,4%.
Quanto costerà questa mossa agli italiani?
Stando sempre alle stime del Ceis, ogni famiglia sarà chiamate a sostenere un aggravio diretto o indiretto di circa 500 euro all’anno.
Un conto salato, insomma, quello che la manovra estiva presenta agli assistiti.
Che non risparmia nemmeno gli industriali farmaceutici, chiamati a ripianare gli sfondamenti di spesa per pillole e sciroppi.
Mentre il personale dipendente e convenzionato di Asl e ospedali sarà colpito come tutti i pubblici dipendenti dal blocco dei contratti e del turn-over.
Salvo miracoli delle Regioni sui propri già malandati bilanci dal prossimo anno dovrebbe entrare in vigore il ticket di 10 euro su visite specialistiche, analisi ed accertamenti diagnostici, introdotto dal governo Prodi ma mai applicato a seguito del finanziamento statale accordato per scongiurare l’impopolare balzello.
Ora la manovra rifinanzia le Regioni solo per i restanti mesi del 2011 con 486,5 milioni ma anche se all’ultimo istante dal decreto è stata cancellata la esplicita reintroduzione del ticket dal 2012 per il prossimo anno non è garantita alcuna copertura, quindi è più che probabile che la quota fissa di 10 euro vada ad aggiungersi ai 36,16 euro di franchigia (somma entro la quale paga il cittadino, oltre la Regione) già in vigore ovunque e che in alcune Regioni è fissata a un livello anche più alto (vedere grafico).
In pratica la somma dei due ticket renderebbe per molte prestazioni meno complesse, come delle banali analisi delle urine o una radiografia al torace, più conveniente rivolgersi direttamente al privato, aggirando liste d’attesa e trafile burocratiche.
Poi nel 2014 dovranno essere introdotti nuovi ticket, aggiuntivi rispetto a quelli esistenti, per conseguire risparmi pari al 47% del totale.
Quanto possa valere questa percentuale è difficile dire oggi ma poiché il Fondo sanitario nazionale salirà solo dello 0,5% nel 2013 e e dell’1,4 nel 2014, contro il +2,8% sancito per il 2012 dall’ultimo Patto per la Salute sottoscritto da Governo e Regioni, all’appello mancheranno oltre 4 miliardi l’anno.
Quindi i ticket dovranno portare in dote altri 2 miliardi.
Tanti, al punto da rendere più che probabile l’arrivo del famigerato ticket sui ricoveri, anche perché su prestazioni di pronto soccorso non urgenti, specialistica, diagnostica e, in molti casi, farmaci, quasi ovunque si pagano già.
Per tamponare la falla della spesa per i farmaci ospedalieri, destinata quest’anno a sfondare il tetto di 2,4 miliardi, l’industria sarà chiamata dal 2013 ad accollarsi il 35% del ripiano in misura proporzionale ai fatturati con modalità che verranno stabilite da un apposito regolamento il prossimo anno. Ma se risultasse troppo difficile distribuire gli oneri tra gli industriali scatterebbe il taglio dal 13,3 al 12,5% sulla spesa sanitaria complessiva del tetto per la farmaceutica convenzionata, ossia per i medicinali dispensati nel canale farmacie.
A completare il conto presentato dalla manovra agli industriali della pillola c’è la nuova tassa che le imprese dovranno pagare al momento di presentare la domanda di immissione in commercio dei nuovi farmaci.
«Si colpisce un settore che è il motore dell’innovazione, sarà un boomerang», protesta il neopresidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi.
Lamentele alle quali si uniscono i sindacati medici, che protestano contro il blocco dei contratti e del turn-over, dal quale saranno esentati solo i primari delle Regioni alle prese con i piani di rientro dai deficit (quasi tutte quelle del centrosud, dal Lazio in giù).
I medici di famiglia di Fimmg e Snami già minacciano scioperi, mentre per il segretario dell’Anaao, il sindacato dei camici bianchi ospedalieri, Costantino Troise, «è una bomba ad orologeria per la sanità che rischia di diventare un sistema povero per i poveri».
Una bomba, come buona parte della manovra, destinata ad esplodere nelle mani del governo che verrà.

Paolo Barni e Paolo Rossi da "LA STAMPA"

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domenica 3 luglio 2011

IL PUNTO (SULLA GIUNTA IN DECLINO)


26. LA CADUTA DEGLI DEI
Domenica 3 luglio 2011

Basta davvero poco per dire la situazione di questa misera Giunta moribonda che, come un’anguilla pescata nella Stella, tira le ultime boccate d’aria prima di defungere al sole estivo.
Da un po’ di tempo in qua, la Sabrina visita le frazioni per portare il suo spettacolino da asilo. Ma dire visita, forse, è fin troppo: perché lei non ci va, ci manda, più spesso, il buon Mazzanti che, verosimilmente, viene fatto accreditare come il Delfino della Ispirata.
Le bufale, come si vede, non finiscono mai.
Dopo avere, per 9 anni, volontariamente impedito qualsiasi avvicinamento della gente di Quarrata alla politica, la peggio Sindaca ha scoperto l’utilità della propaganda: anche se va detto che ormai nessuno le crede più e, il più delle volte, nelle frazioni in cui la Giunta sbarca, si presentano, a guardare gli attori, solo quattro gatti – non si sa bene se fedelissimi o se semplicemente incazzati per l’ignoranza o la trascuratezza con cui sono stati trattati nel corso dei due mandati sabriniani.
I giovani non se lo ricordano più, ma noi che qualche anno lo abbiamo, rammentiamo quando arrivavano – anni 50 – i teatranti nei paesini: quattro carri sciagurati, un palcoscenico montato in piazza per due o tre sere e, magari, drammi da Pia dei Tolomei o da Genoveffe.
Così fa la Giunta Quarratina.
Che va a parlare alla gente di fosse, marciapiedi, fogne – tutti lavori da poche decine di migliaia di euro –, mentre scorda volutamente di parlare del come canescamente (= cioè da cane) abbia gestito flussi di milioni di euro provenienti da impegni di Piuss e Fondazione Caripit, dimenticando colpevolmente tutte le frazioni ed emarginandole per dare – come ha sempre detto la Sabrina – un volto nuovo alla città: un volto che è comunque da città degli stracci e degli accattoni. E per questo basta guardare il degrado del centro (strade a tozzetti e polo tecnologico che cade a pezzi) coordinato con lo squallore delle periferie, che non hanno una viabilità decente, una fognatura a modo, un acquedotto come si deve o altri servizi essenziali.

Caduta degli dei, sì. Ma… caduta libera, cari elettori di Quarrata.

Buona domenica a tutti!

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sabato 2 luglio 2011

UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: INTERROGAZIONE DEL FLI


Quarrata, lì 29 Giugno 2011
Al Presidente del Consiglio Comunale
Sig. Massimo Sauleo
All’Assessore all’Ambiente
Sig. Marco Mazzanti
Al Sindaco di Quarrata
Dott.ssa Sabrina Sergio Gori
Al Segretario Comunale
Dott. Ernesto Giorgetti

INTERROGAZIONE: richiesta chiarimenti piano contenimento nocivi.

Richiamata la Legge n° 157 11 Febbraio 1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” la quale all’ Art. 19-bis. (Art. inserito dalla Legge 3 ottobre 2002, n.221) comma 1 sancisce l’esercizio delle deroghe previste dall’articolo 9 della direttiva 79/409/CEE ovvero che “Le regioni disciplinano l’esercizio delle deroghe previste dalla direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, conformandosi alle prescrizioni dell’articolo 9, ai principi e alle finalità degli articoli 1 e 2 della stessa direttiva ed alle disposizioni della presente legge”
Visto il Testo coordinato della legge regionale 12 gennaio 1994, n. 3 – (Recepimento della legge 11 febbraio 1992, n. 157) con la quale si delegano le provincie a definire il piano faunistico venatorio;
tenuto conto dell’interrogazione presentata nell’anno 2007 dal capogruppo di Alleanza Nazionale, Maurizio Ciottoli, con la quale si richiedeva se era intenzione dell’amministrazione comunale di procedere ad un piano di contenimento di volatili nocivi per mitigare i rischi sanitari che essi comportano e che alla stessa interrogazione il vicesindaco Mazzanti Marco, rispondendo all’interrogante, si espresse favorevolmente,
appurato che oltre ai rischi sanitari si sono registrati, a causa di alcune specie di volatili, danni economici agli operatori del settore agricolo,
il sottoscritto consigliere comunale richiede a codesta spettabile amministrazione
se il Comune di Quarrata ha provveduto al piano di contenimento come venne richiesto a suo tempo e se intenzione farne uno ulteriore per prevenire i rischi sopra riportati.
Maurizio Ciottoli
C. gruppo consiliare Fli

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