giovedì 20 agosto 2009
UNA FOTO AL GIORNO… LEVA IL MEDICO DI TORNO: E PUBLIACQUA? MUORE AFFOGATA!
Scrive Tiziana Gori, su Il Tirreno del 20 agosto, che a Quarrata Alle perdite nell’acquedotto ci sono abituati, ma alla mancanza d’acqua prolungata no. Per un giorno e mezzo oltre 50 famiglie che risiedono in via Campriana, poco fuori dal centro del comune, sono state costrette a usare l’acqua minerale per fare da mangiare, a recarsi dai parenti per lavarsi o a ricorrere all’aiuto dei vicini. È necessaria, dicono in coro, una rete nuova. «Non passa settimana – spiega uno dei residenti, Stefano Giommarelli – senza un intervento da parte dei tecnici sulla tubazione principale di via Campriana e via Ariosto. Spesso anche più di uno. La rete risale al 1989, ma evidentemente sono necessarie tubazioni nuove. Non ha senso multare una persona che annaffia il proprio giardino e poi consentire perdite di ettolitri d’acqua».
Il 28 giugno 2009, invece, Giancarlo Zampini scriveva su La Nazione: Domani, giornata in cui si svolge il consiglio comunale, c’è l’interrogazione del consigliere del PDL, Massimo Bianchi, riguardo le utenze sprovviste di acquedotto e metano. I cittadini vogliono conoscere il nome ed il numero esatto delle strade non fornite da acquedotto, metanodotto e fognature, conoscere la programmazione per la loro realizzazione.
Tema particolarmente sentito da parte di Daniele Manetti, del Circolo Legambiente Quarrata-Agliana, che ha informato della seduta in programma i 626 cittadini con cui è sempre in contatto, inoltrando loro quanto segue: «È dal 2004 che aspettiamo una risposta, chiara e senza equivoci. Dalle continue segnalazioni dei cittadini che arrivano a ‘Legambiente’ è palese e chiaro che Publiacqua e l’amministrazione del Comune di Quarrata non hanno idee molto chiare sullo sviluppo della rete fognaria sul nostro territorio, inoltre è doveroso ricordare che al 30 aprile 2009, dopo numerose petizioni, non siamo ancora riusciti a conoscere il numero ed il nome esatto delle strade senza acquedotto e metanodotto».
In realtà la seduta del Consiglio non risolse – come al solito – un bel niente: e il buon Mazzanti accusò Bianchi di AN di essere strumentale nelle sue interpellanze (si vede che per il vicesindaco strumentale significa parlare dei problemi reali della gente – ma spesso i DS pretendono di volare alto: magari inquinano con le diossine di Montale, ma poi fanno la… Festa dell’aria pulita, per lavarsi la coscienza).
In contemporanea, sulla prima pagina del 20 agosto di Il Tirreno di Pistoia, Renzo Fagioli – onnipresente vicepresidente di Publiacqua, con faccia sulla quale rimbalzerebbero mattoni non di terracotta, ma di acciaio – va a imbonire la gente di San Felice (che con falsa etimologia francesizzante potrebbe esse scritto Sans Felice = senza Felice, senza felicità) e piange – come ieri aveva pianto Mazzanti in cronaca di Quarrata – dicendo che non ci sono ‘lilleri’, keine euren mehr, niente più euro, ja?
Ma che bugiardi tra tutti! Che facce toste, che facce di bronzo, che facce di tolla (= latta, a Milano)! Non più di un paio di mesi fa, Publiacqua si vantava di aver chiuso il bilancio con ben 8 milioni e mezzo di € di attivo! E si vantava anche – come fece giustamente notare Daniele Manetti di Legambiente – di lasciare, come premio di produzione ai propri dipendenti, un cifra media di ben 2.007 € pro capite.
Se si tiene presente che i dipendenti di Publiacqua sono 660 o giù di lì – lo abbiamo chiesto all’ufficio-stampa per telefono stamattina, 20 agosto, alle 10.39, per l’esattezza – ecco che si arriva a un totale di 1.324.620 € che prendono il volo (ossia 2 miliardi e 564 milioni e 821.967 delle vecchie care £). Il resto dei proventi va ai soci – pare giusto, no?
E chi ha sete? Se la regina di Francia disse se manca il pane mangino brioches, qui è il caso di dire se manca l’acqua bevano, si lavino e facciano tutto con il Chianti – Putto per Quarrata e dintorni, o Gallo Nero per le aree del Valdarno fino a Montevarchi, dominio di Publiacqua.
Eh? Che ne dici, Fagioli?
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