martedì 16 ottobre 2007

Valgono più tre orsi morti di 130 mila aborti all'anno?

Il 5 ottobre nelle pagine di Repubblica si leggeva questo titolo: "Aborti, mai così pochi in Italia". Cosa volete che siano 130.033 aborti legali in un anno (senza contare quelli farmaceutici) su 560 mila bambini nati. In tutto fanno 4 milioni e 500 mila aborti legali da quando è stata approvata la 194. Dicono sia una grande conquista civile. Tutti i media, al seguito del ministro Turco, ci hanno spiegato trionfalmente che 130 mila sono davvero "pochi".
E dunque allegria! Brindiam nei lieti calici! Ma non ci sono solo le "buone" notizie come questa. Purtroppo ci sono anche le "stragi". Infatti il 3 ottobre sempre La Repubblica titolava drammaticamente: "Strage di orsi in Abruzzo". Sono stati trovati avvelenati tre orsi nel Parco. L'articolo iniziava così: "Una strage, una mattanza che nasconde un piano criminale contro il Parco Nazionale d'Abruzzo". Tutti i tiggì hanno parlato di questo orrore. Un'ondata di emozione ha scosso il Paese. Il ministro Pecoraro Scanio prospetta "l'arresto per questi criminali" e annuncia di costituirsi parte civile. La Lipu pure. L'associazione "Amici dell'orso Bernardo" ha fatto una fiaccolata di protesta. La Lega antivivisezione parla di "emergenza criminale" che sarebbe "purtroppo diffusa" fra "cacciatori, pastori e cercatori di tartufi". "Il Wwf" c'informa Repubblica "ha messo una taglia di 10 mila euro sui killer" (quando il senatore Calderoli mise una taglia per avere notizie sugli assassini del benzinaio di Lecco tutti insorsero indignati, ma la taglia del Wwf per sapere chi ha avvelenato gli orsi è parsa a tutti nobile). Fulco Pratesi, presidente del Wwf, è fra gli indignati speciali: "Si tratta di un atto criminale gravissimo. Un Paese civile non può permettersi questi scempi". E' sempre dei tre orsi che si parla. Perché pare che l'orso sia diventato il metro della civiltà. Che vita è la vostra se non avete un orso in giardino.
La scrittrice Dacia Maraini, nostra coscienza civile, l'ha spiegato da par suo: "L'orso non si fa vedere facilmente, ma la sua presenza è come una certezza di vita, qualcosa che ci fa sentire meno soli, meno padroni e tiranni, meno distruttori e soprattutto meno volgari" (Corriere della sera, 4 ottobre 2007). L'orso ci fa sentire "meno soli e meno volgari"? C'è qualcuno al Corriere della sera che chiede e pubblica commenti del genere e che sa spiegarci questa folgorante rivelazione? Esistono orsi di compagnia? La Maraini va a lezione di buone maniere dagli orsi? Capisco il commovente grido di dolore della scrittrice quando ha saputo del luttuoso evento: "Di fronte alla carneficina provo strazio e stupore". Simpatizziamo anche noi con l'orso Bernardo. Ma siamo proprio sicuri che non ci siano altre carneficine, un po' più tremende, che passano nell'indifferenza o che addirittura vengono presentate come "conquiste civili" ? Il dolore degli esseri umani innocenti ha mai interessato i nostri intellettuali? Parlo ovviamente degli intellettuali di Sinistra perché se non sei di Sinistra non puoi neanche sognarti di veder riconosciuta dignità intellettuale a ciò che pensi a che dici. Ricordo una memorabile citazione della stessa Maraini che su Paese sera, il 7 maggio 1969, scriveva: "Gli intellettuali, guarda caso sempre di sinistra, sono gli unici, assieme ai politici guarda caso sempre di sinistra, che dicono la verità". Anche quel memorabile pensiero della Maraini sessantottesca conteneva due strepitose rivelazioni. La prima: un vero intellettuale deve essere per forza di sinistra (in effetti a quel tempo non si potevano considerare intellettuali individui come Eugenio Montale, Rosario Romeo, Mario Luzi, Augusto Del Noce, Indro Montanelli, Geno Pampaloni, Nicola Abbagnano, Vittorio Mathieu, Sergio Ricossa, Renato Mieli, Renzo De Felice, Federico Fellini e via dicendo).
Seconda rivelazione: intellettuali e politici di sinistra "sono gli unici che dicono la verità". Erano gli anni dell'impazzimento ideologico. Avete mai sentito in quegli anni intellettuali e politici del Pci e della Sinistra dire la verità - per esempio - sull'orrore dei regimi comunisti, sul fanatismo rivoluzionario che imperversava in scuole, fabbriche e università (e che di lì a poco sarebbe degenerato) o sulla Resistenza? Avete mai sentito gli intellettuali di sinistra denunciare le "carneficine" comuniste e l'orrore del Gulag ? Di solito più che la verità si sentiva la "pravda", una forma di "verità" molto sinistra. E - ad essere sinceri - ancora oggi, anno di grazia 2007 - siamo in attesa di sentirla dire tutta la verità, come lamenta anche l'ultimo libro di Giampaolo Pansa, "I gendarmi della memoria". Ma fra tutti, il genocidio più censurato è quello di cui parlavo all'inizio di questo articolo. Lo si continua a presentare addirittura come una conquista civile: 130 mila bambini valgono almeno quanto un orso marsicano?

Antonio Socci (da Libero 10 ottobre 2007)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi dispiace vedere come su un sito della Casa della Libertà vengano riportati articoli provocatori proprio su quella che è una libertà: l’aborto. Nessuno può negare che quando l’aborto era praticato non legittimamente, improvvisato nelle case, senza assistenza professionale e cure mediche adeguate conduceva spesso alla morte o comunque a gravi menomazioni di chi vi era soggetta. Oggi l’aborto è una libera scelta, assistito in ospedale e regolamentato. Inoltre il paragone fatto con gli orsi barbaramente uccisi nel Parco Nazionale d’Abruzzo, mi sembra quanto meno inappropriato. Sembra uno svilimento di quanto è successo, che non dimentichiamocelo in questi tempi in cui serve una strenua difesa dell’ambiente, non è fatto da poco. L’Orso Marsicano è una delle tante specie animali che oggi popolano il nostro paese:un domani non troppo lontano, svilendo fatti gravi come quello che si è verificato, potrebbero trovare giustificazione culture che portano a non rispettare nemmeno le specie in via d’estinzione, importanti per tutto l’ecosistema e che sono un patrimonio di tutti. Patrimonio da ammirare e rispettare e non da usare come paragone su altri temi altrettanto delicati.

Anonimo ha detto...

Non posso che essere d'accordo con Maurizio! Trovo il paragone orsi-aborto davvero infelice, non capisco il nesso. Conosciamo tutti Antonio Socci: un giornalista di regime al limite del servilismo. Come spiega benissimo Maurizio, l'aborto è tutt'oggi una scelta LIBERA. Come tutti sappiamo (non nascondiamoci dietro ad un dito) l'aborto verrebbe praticato comunque, anche se non fosse legalizzato, con risultati disastrosi per la salute della donna che lo praticherebbe senza un'adeguata assistenza sanitaria. Un paese civilizzato non può non offrire questo genere di prestazione. E non facciamo tanto i bigotti a pensare che se non ci fosse l'aborto legalizzato non ci sarebbero più aborti!
Vorrei sapere cosa ne pensa Federico Gorbi (presidente toscano di MCL), che ho visto bazzicare questo blog.
Grazie a tutti e complimenti per il blog

Unknown ha detto...

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità ogni anno sarebbero praticati nel mondo 53 milioni di aborti, ovvero abbiamo ogni anno un numero di vittime pari a quelle provocate dall’intera Seconda guerra mondiale.
Si dirà, come sottolinea Caludio che mi chiama in causa, che l’aborto era praticato anche nei secoli precedenti e verrebbe comunque praticato anche se non fosse consentito dalla legge.
Sì, ma non in dimensioni così gigantesche.
Da quando è stato consentito per legge, l'aborto è stato, per così dire, banalizzato, pari a prendere una aspirina.
Inoltre nel passato, e purtroppo in alcune parti del mondo anche oggi, erano perpetrate anche altre crudeli pratiche (guerre, stupri, infanticidi, massacri di civili, sacrifici umani, schiavismo), ma a nessuno è venuto in mente di legalizzare quelle pratiche e renderle assistite e pagate dagli stati. Il fatto nuovo, l’assoluta novità storica, è questa: se la pratica dell’aborto è da tempo diffusa, l’abortismo come teoria, come ideologia, è un fatto circoscritto alla civiltà occidentale moderna.
Insomma è accaduto qualcosa di inedito e orribile, la nostra generazione credeva di essersi liberata dalle vecchie ideologie e senza accorgersene si è trovata immersa in una nuova ideologia. Infatti l’aborto, nel XX secolo, è diventato addirittura un “diritto” rivendicato politicamente, giustificato filosoficamente e codificato nelle leggi.
Questa è la novità, l’enorme e inquietante novità.
C’è un’enorme differenza fra il fenomeno individuale e nascosto dell’aborto dei tempi passati e l’organizzazione seriale da parte degli stati della soppressione di centinaia di milioni di vite umane innocenti con potenti strutture tecnologiche e un apparato ideologico e mediatico che pretende di rivendicare quello sterminio addirittura come uno dei fondamentali “diritti dell’uomo”.
Una cosa simile non si era mai vista prima.
Del resto non solo l’aborto è, oggi, un “diritto” garantito dalle leggi, ma in certi paesi è addirittura obbligatorio. Per legge.
In Cina dai primi anni Ottanta è entrato in vigore il programma di controllo delle nascite che impone il limite di un solo figlio per famiglia.
Caro Claudio, lo definiresti ancora un diritto?
Due ultime note: ho sofferto per la morte degli orsi, è senza dubbio un gesto barbaro; non credo che Socci sia un giornalista di regime, essendo stato epurato dalla Rai (azienda della quale è ancora dipendente anche se non lo fanno lavorare), senza essere riammesso o senza manifestazioni di solidarietà, tipo Biagi e Santoro.
Un saluto

Anonimo ha detto...

Mi sembra che si usino delle situazioni estreme per muoversi contro un diritto ormai fondamentale, come diceva Claudio. Il paragone con la Cina è inappropariato: si parla di un paese guidato da un regime che impone l'aborto per la salvaguardia della propria economia!E' un regime! Nei paesi occidentali democratici e liberi,dove secondo Gorbi l'aborto è stato "banalizzato",abortire è una scelta liibera! Il fatto che magari si dovrebbe maggiormente responsabilizzare la popolazione perchè praticare l'aborto non è come prendere un'aspirina, non vuol dire che la pratica stessa dell'aborto sia da proibire e quindi che si dovrebbe proibirne l'uso anche a chi, responsabilmente, ricorre a questa pratica. Una maggiore educazione servirebbe, questo è vero, per prevenire un numero elevato di aborti, ma non è assolutamente vero che l'aborto legalizzato è stato banalizzato. Credo che nessuna donna sia felice di ricorrervi, se non per vera necessità. E' ovvio poi che nessuno legalizzerà mai, per fortuna, le barbare usanze del passato quali massacri, stupri,guerre, sacrifici umani e schiavismo, ma a quanto sembra dall'articolo di Socci si tende invece a svilire l'uccisione degli Orsi in Abruzzo: questo è pericoloso per il futuro del nostro mondo. Proporre un problema come quello della totale mancanza di rispetto verso la natura come un problema "ridicolo" se confrontato con altri, è una cosa da evitare altrimenti si rischia che trovino giustificazione comportamenti che portano poi ad eventi incresciosi, come appunto l'uccisione dei tre orsi.

Anonimo ha detto...

E Mario Niccolai cosa ne pensa dell'aborto?

Anonimo ha detto...

Intervengo volentieri come richiesto dall'amico Maurizio, sul dibattito che si e' sviluppato dall'articolo di Socci, giornalista che stimo e che ha un sito antoniosocci.it che invito a visitare.Chi mi conosce o chi ha letto il mio profilo personale, sa bene che provengo da una lunga militanza socialista che non ho mai rinnegato e che si e' conclusa con la fine del PSI e l'esilo di Bettino Craxi. Ho una forte matrice cattolica, ma come tanti cattolici degli anni '70 sull'onda di un malinteso rinnovamento della chiesa post conciliare,ho partecipato alle battaglie, che allora si chiamavano "per i diritti civili" per la legge sull'aborto e sul divorzio, cosi come, insieme a tanti che oggi non la pensano piu' come allora ho partecipato a favore del referendum contro il nucleare, oggi quella battaglia non la farei piu'.Anzi... Gli anni passati da quando fu approvata la legge sull'aborto poi confermata dal referendum popolare, hanno fatto riflettere molti, tra gli altri anche il ministro Amato se non mi sbaglio,che quella che fu approvata allora non era una legge di liberta' ma semplicemente un modo per arginare la piaga degli aborti clandestini, praticati con grandissimi rischi per le donne, e a costi altissimi,la legge doveva soprattutto dar vita ad una serie di interventi di tutela attraverso i consultori e le strutture pubbliche, delle donne e delle coppie, per evitare gravidanze indesiderate ed educare ad una sessualita'e a una maternita' consapevole.Questa parte della legge e' la meno conosciuta e la piu' disattesa, mentre la pratica dell'aborto e' entrata oramai nella mentalita' di tutti come un modo per controllare le nascite. So bene il dramma che puo' vivere la donna che arriva a questa decisione estrema, ma davvero credo che la mentalita' che si e' creata da quelle battaglie cosiddette "civili" e' degenerata tanto da essere davvero come diceva nel suo intervento Federico Gorbi "banalizzata" come l'estrazione di un dente. Per il divorzio si assiste allo stesso fenomeno, alla prima difficolta' si va dall'avvocato e ogniuno ritorna a casa sua, se la casa c'e' ancora, e con i drammi dei figli che si vedono divisi dai genitori con un ordinanza di un giudice che stabilisce i giorni per il babbo e i giorni per la mamma.Non rimpiango assolutamente i tempi precedenti alle leggi di cui sopra,ma un ripensamento va fatto. Forse qualche argine va rafforzato o addirittura costruito di nuovo, o forse, meglio, va costruito qualche ponte a favore delle famiglie che hanno difficolta' a crescere ed educare uno o piu' figli, ma la politica non va esattamente in questa direzione, l'ultima finanziaria meno che mai, basta leggere l'intervento di Federico Gorbi di alcuni giorni fa'.Non rinnego nulla del mio passato, cerco solo di riflettere sulle conseguenze delle battaglie che allora si chiamavano conquiste civili e di liberta', ma che nostro malgrado, hanno contribuito in parte a imbarbarire la societa' e i rapporti familiari. Colgo l'occasione per ringraziare i tanti amici conosciuti e sconosciuti che ogni giorno si collegano al blog e con i loro commenti lo fanno crescere e lo animano, insieme alla sqadra con cui condivido questo spazio vi ringrazio tutti della simpatia che ci dimostrate. Grazie.

alessandro cialdi ha detto...

Sono completamente daccordo con il pensiero di Federico Gorbi. E tanto di cappello a Mario Niccolai perchè non è da tutti riconoscere che, forse, su qualcosa ci si può anche essere sbagliati.