Sembra passato un secolo da quella apparizione gloriosa di Muammar Gheddafi a Roma. Apparizione imbarazzante in un rapporto a due per il quale all’intero paese è stata sottratta dignità. Le cose finiscono, le parentesi della storia si chiudono dopo essersi aperte. Lo stesso Berlusconi pare aver commentato la notizia con un «Sic transit gloria mundi». Il corpo del Colonnello sarebbe a Misurata, dopo essere stato ucciso durante un bombardamento della Nato su Sirte.
Tuttavia, il conflitto libico è sin dal principio caratterizzato da notizie, smentite e controsmentite e quindi occorre attendere qualche ora ancora per conoscere l’epilogo reale. La morte di Gheddafi implicherebbe un definitivo stop della missione internazionale. Almeno quella che implica l’uso necessario della forza. Ma non può finire così e ciò che occorre è garantire assistenza alla popolazione libica stremata dalla dittatura e dal conflitto. Un appello in tal senso è stato lanciato dal presidente della Comunità del mondo arabo in Italia, Foad Aodi, che chiede al governo italiano di avviare con urgenza operazioni di soccorso direttamente in Libia.
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