mercoledì 19 ottobre 2011
Se sullo sviluppo Berlusconi ci canta la sua solita canzone
“In settimana – ha detto il premier – esamineremo le misure per la crescità e lo sviluppo e con questo decreto dimostreremo che il governo sta sempre lavorando sodo per l’Italia”. Solo qualche giorno fa, prima della fiducia ovviamente, Il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, affermava senza mezzi termini le sue intenzioni di risollevare il Paese dalla stagnazione in cui langue. Oggi tutto è cambiato. Incassata la fiducia, e con il fortunoso (?) epilogo della manifestazione degli indignati, dice finalmente le cose come stanno: «I soldi non ci sono, stiamo cercando di inventarci qualcosa».E così come il mago Zurlì, il Cavaliere scruta la palla di vetro per cercare di trovare la strada maestra. Ma Damasco è lontana così come la via della redenzione. Insomma, ancora una volta ha messo nel sacco il Paese che protesta e che non ce la fa più. Ma lui se ne infischia e ne ha ben donde. Ha avuto la fiducia, ha avuto il favore fattogli “aggratise” da una piccola parte della piazza violenta, ha avuto il proscioglimento di Mediatrade. Ha il ministero di Grazia e Giustizia che ha richiesto le carte del Lodo Mondadori. Ora è tranquillo e se ne infischia di tutto e di tutti. Dei cittadini come degli imprenditori. Non fa caso nemmeno ai rinvii a giudizio di Verdini e di Dell’Utri. Ma nemmeno delle evasioni fiscali milionarie delle banche, le stesse che hanno portato al collasso la finanza e l’economia italiana, europea e mondiale.Insomma gongola. Ha vinto ancora lui. Per quanto tempo non lo sa, ma intanto tira a campare. E può permettersi il lusso di dire senza mezzi termini, solo ora, “Bambole non c’è una lira”. Almeno per noi umili mortali che di bambole non ne abbiamo. E poco importa se una famiglia su quattro ha dovuto chiedere aiuto alla famiglia per tirare a campare, poco importa se quasi la metà degli italiani non è riuscita pagare le bollette.Ma lui è contrario alla patrimoniale proposta addirittura da chi i soldi li ha. Ma come possiamo dare fiducia alla gente? Come all’Europa? Come al mondo intero? Siamo davvero il Paese dei Pulcinella. Peccato che Pulcinella scherzando scherzando diceva la verità. Da noi la verità ormai è un optional. Ed ora non ci resta che attendere la prossima ennesima fiducia con la speranza che qualcuno si renda conto di quello che fa e decida di mandare l’Italia al voto dandogli almeno una nuova speranza. Chissa….
http://www.generazioneitalia.it
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