Sul suo blog, costruito a pulito con riga e compasso, di recente (vedi) il Signor Sindaco disastro del Comune di Quarrata ha iniziato a piangere con la cantilena delle prèfiche che accompagnano il morto al cimitero.
Il morto è il Comune. I morti d’Italia sono i Comuni.
Il problema è il taglio degli sprechi. I problemi sono i tagli degli sprechi, perché – si chiede la Signora Sabrina – chi pagherà questi tagli?
E andando avanti con i soliti pensierini da piccole donne, da massaie allevate al pollaio della politica e del partito – prima democristiano, poi margheritino e ora piddiessino –, Sabry-disastro vede, nei tagli, non la mannaia che si è resa necessaria a causa del fatto che comunque tutti i Comuni hanno speso e sperperato nonostante leggi finanziarie e patti di stabilità (e lo hanno fatto in nome del popolo, a cui hanno sempre dato poco perché il più lo hanno buttato in opere inutili), ma una vera e propria cattiveria e viltà del Berlusca nei confronti degli umili lavoratori a cui lei vuole tutto il bene del mondo. Lei e solo quelli come lei.
Ma ciò che più scandalizza è la riflessione che viene in queste sue parole: «Nessuno nega che ci sia l’esigenza di tagliare per rimettere in ordine i conti dello Stato, ma qui si sta rubando ai poveri per dare ai ricchi: non si toccano i privilegi e gli sprechi, ma si taglia ai comuni e quindi indirettamente ai cittadini, perché saranno i servizi erogati alle famiglie ad avere la peggio. Chi ha le possibilità economiche per pagare rimedierà così ai tagli del Governo; chi non ne ha le possibilità sarà sempre più in difficoltà».
Si sta rubando ai poveri per dare ai ricchi, dice la Signora-disastro. E ha ragione in pieno.
Solo che, invece di piagnucolare come una pia donna al sepolcro, dovrebbe dare esempi concreti in due direzioni chiare e nette:
- di non aver buttato via 20milioni di euro in Piuss del cavolo
- di mettere su dei banchini in piazza, coi suoi correligionari di partito e i loro capi-imam (magari con Vannino Chiti in testa e sostenuta anche da Tonino e dal Sel), per raccattare almeno 25milioni di firme contro il numero dei parlamentari e i loro stomachevoli privilegi.
Sì, perché prima di piangere, bisogna darsi da fare. Cosa che Sabry-disastro ignora completamente.
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