giovedì 15 novembre 2007

Prodi cade domani? Inshallah...

I termini della questione al momento sono i seguenti: Prodi è caduto – pare - perché i tre senatori di Lamberto Dini sono - sarebbero - determinati a non votare la Finanziaria.
Però…
Però la discussione è ancora aperta sul dopo. Dini pretenderebbe subito un ruolo determinante in un governo istituzionale che porti il paese alle urne nel 2009 dopo una riforma elettorale e qualche urgente riforma istituzionale condivisa.
Berlusconi, invece, ha proposto al Quirinale - e a Dini - uno schema innovativo: si va al voto nel 2008 e poi, una volta vinte le elezioni, lo stesso Berlusconi si farebbe da parte per un anno e mezzo e - da vincitore - appoggerebbe un governo istituzionale di inizio legislatura che faccia rapide modifiche costituzionali (e la legge elettorale) per poi passargli la mano per un esecutivo politico per il resto della legislatura.
Napolitano, in questo modo, avrebbe la garanzia di un effettivo cambiamento del quadro istituzionale perché avrebbe sin da ora la garanzia che Berlusconi non pretenderebbe da subito l'investitura a capo del governo, ma non protesterebbe - anzi, collaborerebbe con lui - per la definizione di un governo di larghe intese con un secco mandato istituzionale.
La stessa incredibile, scialbissima relazione di Giuliano Amato stamane alla Camera sul tifoso ucciso (una scena incredibile) sarebbe dovuta alla preoccupazione del dottor Sottile di non rompere né con il Pd, né con il centrodestra, per potere giocare in prima persona la partita istituzionale.
Buono, buonissimo, lo schema berlusconiano (o meglio, di Gianni letta), da spariglio, legato però sempre a Dini.
Si apre una notte di tregenda, di intrighi. trattative, coups de théatre.
Inshallah...

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