Il progetto è comunque interessante sotto ogni profilo e, per approfittare di un po’ di cattiveria andreottiana (si fa peccato – diceva il vecchio – ma per lo più ci si picchia…), è molto appropriato ai cittadini futuri di Quarrata; e vediamo perché.La Cooperativa Ichnos (che in greco dovrebbe voler dire “impronta”) spiegherà ai giovanissimi come nasce una fattoria. Lo farà insegnando ai ragazzi: 1. a scheggiare la pietra per fare raschiatoi, lame e punte varie o asce; 2. a dipingere bisonti sulla pietra o a lasciare tracce di mani intinte nel colore; 3. ad accendere il fuoco senza fiammiferi; 4. a lavorare le fibre vegetali e animali; 5. a trattare i cereali e a fare il pane; 6. a maneggiare artigianalmente l’argilla.
Allora: al futuro dei quarratini, con questa preparazione, è assicurata la sopravvivenza. Perché dopo che la giunta avrà speso milioni di euro in ogni direzione tranne che in quelle di prima necessità, chi resta dovrà arrangiarsi con una economia di sussistenza: cioè dovrà tornare a zappare l’orto per far cavoli e insalata, ad accendersi il fuoco senza fiammiferi, a farsi i vestiti di corteccia e di pelle di pecora, a sfarinare il grano con il mortaio e a mangiare piadine àzzime, e infine a costruirsi piatti e bicchieri con la mota. Anche i quadri per la prima stanza della grotta di casa saranno ‘hand made’, nel senso che basterà appoggiare le mani sporche di argilla o di carbone sui muri per creare capolavori (magari come quelli salvati e trasportati sulla fontanaccia dell’ex area-Lenzi).C’è un pericolo, però. La cooperativa insegnerà ai ragazzi a tirare d’arco contro sagome di animali: sicché gli amministratori potrebbero correre il rischio d’essere presi a saettate (e speriamo che non se la prendano per queste quattro battute ironiche, come di solito fanno quelli della sinistra a cominciare dall’onnisciente D’Alema e dalla eccitabile-insofferente Rosyna Bindi…).
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