“Quarrata sarà”: che cosa? È la prima domanda che salta in testa quando si legge l’articolo di Andrea Balli su La Nazione del 15 marzo scorso sotto il richiamo di “Economia”. Quale economia?: è la seconda domanda.
Posseduta da misticismo capitalistico-produttivo spinto all’eccesso a tutta birra come La locomotiva di Guccini – canzone cara alle sinistre e ben adatta ad esse, se si ricorda che loco in spagnolo significa “fuori di testa”… – la giunta di Quarrata si sbilancia a favore di una ripresa economico-produttiva con proposte altisonanti e sperperose: 24 milioni di euro per reclamizzare un progetto fatto di carta e di parole, perché lo sanno anche i muri che il coniugio arte-produzione non tira nemmeno un barroccio da modestissimo ma onestissimo ciuco.
Chiariamo. Questo sperpero da 48 miliardi delle vecchie lire è una fumata negli occhi che può accecare solo i gonzi matricolati: se il connubio arte-produzione sarà allo stesso pari del sublime progetto ex area-Lenzi, i quarratini saranno costretti a vedersi fumare 5 decine di miliardi per foraggiare stupidaggini senza fine che arricchiranno solo i già ricchi e consumeranno risorse ben più utili ad altro. Ma oggi le giunte sono tutte fatte di manager laureati alla Bocconi (e che mettono la gente bocconi).
L’industria non scatterà certo in avanti per queste coglionate di e da apparato: e chi avrà bisogno di arte e design non andrà a comprarli alla Màgia, dove al massimo si fanno i banchetti per le nozze e, presto, anche le feste di laurea con confetti rossi, quando gli sposi si saranno rotte le scatole di farsi fotografare tutti nello stesso posto e tra i soliti quattro vasi di limoni. In séguito il futuro della Màgia sarà quello dei chiccai di Lamporecchio con addormentasocere, brigidini e duri di menta, grazie a chi ha mentito duramente ai quarratini su queste gloriose prospettive future.
Le sinistre a Quarrata hanno inanellato, in questi ultimi lustri – e purtroppo continuano a farlo con una faccia da mattonate a raffica –, una bischerata dietro l’altra, col risultato di schiacciare la schiena di tasse alle loro care popolazioni amministrate.
C’è gente senza acqua e senza gas, senza fogne e senza strade, senza illuminazione pubblica, senza parcheggi e senza condizioni minime di vita civile commisurate alle necessità dell’oggi, e questa giunta sinistra di sinistra spara bombe nucleari, dopo aver rifiutato una cogestione della Màgia con la più prestigiosa delle università americane, l’UCLA di Los Angeles. Lì sì, che con la presenza degli antichi tradizionali nemici americani delle sinistre, gli “sporchi imperialisti-capitalisti USA”, oggi più simpatici per avere eletto un presidente di colore che se ne frega delle sinistre italiane, avremmo guadagnato in immagine e rilancio sotto ogni profilo, dietro un flusso che sarebbe stato costante nel tempo e ben qualificato sotto il profilo economico.E allora che la gente mediti! Nun te reggae più di Rino Gaetano è la canzone adatta a un gruppo di saltimbanchi estemporanei che dicono di amministrare il comune, ma che – seguendo la ben nota canzone e il suo autore – meriterebbero un soprannome adatto a ciò che gabellano: quello ben appropriato di… Cazzaniga.
Posseduta da misticismo capitalistico-produttivo spinto all’eccesso a tutta birra come La locomotiva di Guccini – canzone cara alle sinistre e ben adatta ad esse, se si ricorda che loco in spagnolo significa “fuori di testa”… – la giunta di Quarrata si sbilancia a favore di una ripresa economico-produttiva con proposte altisonanti e sperperose: 24 milioni di euro per reclamizzare un progetto fatto di carta e di parole, perché lo sanno anche i muri che il coniugio arte-produzione non tira nemmeno un barroccio da modestissimo ma onestissimo ciuco.
Chiariamo. Questo sperpero da 48 miliardi delle vecchie lire è una fumata negli occhi che può accecare solo i gonzi matricolati: se il connubio arte-produzione sarà allo stesso pari del sublime progetto ex area-Lenzi, i quarratini saranno costretti a vedersi fumare 5 decine di miliardi per foraggiare stupidaggini senza fine che arricchiranno solo i già ricchi e consumeranno risorse ben più utili ad altro. Ma oggi le giunte sono tutte fatte di manager laureati alla Bocconi (e che mettono la gente bocconi).
L’industria non scatterà certo in avanti per queste coglionate di e da apparato: e chi avrà bisogno di arte e design non andrà a comprarli alla Màgia, dove al massimo si fanno i banchetti per le nozze e, presto, anche le feste di laurea con confetti rossi, quando gli sposi si saranno rotte le scatole di farsi fotografare tutti nello stesso posto e tra i soliti quattro vasi di limoni. In séguito il futuro della Màgia sarà quello dei chiccai di Lamporecchio con addormentasocere, brigidini e duri di menta, grazie a chi ha mentito duramente ai quarratini su queste gloriose prospettive future.
Le sinistre a Quarrata hanno inanellato, in questi ultimi lustri – e purtroppo continuano a farlo con una faccia da mattonate a raffica –, una bischerata dietro l’altra, col risultato di schiacciare la schiena di tasse alle loro care popolazioni amministrate.
C’è gente senza acqua e senza gas, senza fogne e senza strade, senza illuminazione pubblica, senza parcheggi e senza condizioni minime di vita civile commisurate alle necessità dell’oggi, e questa giunta sinistra di sinistra spara bombe nucleari, dopo aver rifiutato una cogestione della Màgia con la più prestigiosa delle università americane, l’UCLA di Los Angeles. Lì sì, che con la presenza degli antichi tradizionali nemici americani delle sinistre, gli “sporchi imperialisti-capitalisti USA”, oggi più simpatici per avere eletto un presidente di colore che se ne frega delle sinistre italiane, avremmo guadagnato in immagine e rilancio sotto ogni profilo, dietro un flusso che sarebbe stato costante nel tempo e ben qualificato sotto il profilo economico.E allora che la gente mediti! Nun te reggae più di Rino Gaetano è la canzone adatta a un gruppo di saltimbanchi estemporanei che dicono di amministrare il comune, ma che – seguendo la ben nota canzone e il suo autore – meriterebbero un soprannome adatto a ciò che gabellano: quello ben appropriato di… Cazzaniga.
1 commento:
Se e' vero quello che Lei ha scritto, spero ci sia stata una interrogazione da parte Sua (o di chi è delegato a rappresentarLa) al consiglio comunale: la mia impressione è quella che il c.d. "potere" è sempre lo stesso anche se cambia la faccia; l'unica "scappatoia" che intravedo è quella della consultazione punto per punto, riga per riga, parola per parola dei vari programmi elettorali e continue rotture di scatole verso colui o colei che ha promesso di fare e non fa o sta facendo; un po' come quando si va a far la spesa e si confrontano i prezzi con la qualita' e la quantita' della merce venduta...
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