domenica 26 luglio 2009

SIMIONATO, ONORE ALLA LIBERTÀ DI COSCIENZA


«Lascio colleghi che stimo e con cui continuerò a lavorare da alleata, ma compio una scelta inderogabile nel rispetto della fiducia che un elettorato trasversale ha riposto in me», così ha detto la professoressa Daniela Simionato andandosene dal PDL e confluendo nella Lega. Alla base della sua decisione, a suo dire, il comportamento degli organismi locali in seguito alla fusione AN-FI: l’unione con Alleanza Nazionale, non ancora realizzata pienamente a livello locale, ha generato ulteriori incertezze fra gli elettori e la «mancanza di una dirigenza-espressione della base ha creato una spaccatura anche all’interno del PDL pistoiese con il primo evidente risultato di aver perduto la corsa alla Provincia e al Comune di Montecatini». Queste le dichiarazioni dell’esponente politico rese alla stampa; parole che hanno suscitato, com’era naturale, commenti e polemiche.
Chiariamo subito che non condividiamo la scelta della Simionato; ma aggiungiamo che, come uomini del PDL, apprezziamo la libertà di coscienza e di pensiero, anche quando essa si traduce in un’azione destinata ad essere, in qualche modo, un trauma: perché la parola libertà campeggia ed è centralissima all’interno del PDL.
Sulla Nazione del 25 luglio, a proposito della questione, è intervenuto Alberto Lapenna, coordinatore provinciale del PDL, con parole pacate, senza toni accesi, ma sotto i quali si intravedono calori di fiamma lontana allorquando il coordinatore dice: «Ricordiamo inoltre che la Lega alle scorse amministrative aveva un proprio candidato sindaco e l’elezione di Daniela Simionato è avvenuta grazie al bacino elettorale del PDL e di Alessandro Capecchi. Ricordiamo anche che pur in assenza di metodi democratici e con sistema verticistico entrambi demonizzati dall’amica Daniela, lei ha assunto sia il ruolo di responsabile provinciale delle Donne Azzurre e Responsabile del circolo culturale di Magna Charta sempre della provincia di Pistoia» e «Daniela Simionato, non cerchi dunque alibi alla sua scelta e non dia responsabilità a chi non ne ha. Anche perché fa sorridere il fatto che comunque abbia scelto di passare al Partito della Lega Nord che attualmente appare verticistico almeno quanto il PDL, dal momento che sono anni che non celebra congressi locali».
È forse il caso di riflettere – e molto attentamente – sulle parole della Simionato laddove sottolinea la presenza di un disagio in casa PDL: quel disagio che ha disorientato la base per le scelte, non molto oculate, operate proprio dal vertice del PDL provinciale e dal coordinatore in persona: scelte – tutti lo hanno sotto gli occhi – che, se non hanno portato alla conquista della Provincia da parte di Severi (la Provincia non era una Bastiglia e non sarebbe stata conquistabile, forse, neppure dalle armate di popolo come quelle del 14 luglio 1789, dato che essa è una fortezza blindata di marca sovietica), hanno certamente fatto perdere il Comune di Montecatini al coordinatore-PDL in persona – non lo dimentichi.
A sostegno della tesi Simionato e del verticismo del PDL, ci sono dei fatti: e fra questi (se qualcuno è in grado di smentirci, lo faccia sùbito) c’è stata la scelta di ben 5 candidati per la Provincia di cui 4 di Montecatini e 1 di Pistoia: decisione che ha escluso Quarrata da qualsiasi possibilità di far vedere la propria presenza – e Quarrata (e il coordinatore cerchi di metterselo in testa, acquisendo la dote dell’umiltà che sembra poco conoscere) è una realtà politicamente ed economicamente più consistente e rilevante di Montecatini e della Valdinievole, dato che essa produce e non consuma ricchezza.
Sia chiaro che – e lo ripetiamo per la millesima volta – non abbiamo alcuna rivendicazione da avanzare: non ci interessava, e non ci interessa neppure ora, un posto da consigliere provinciale, checché possano pensarne certi aspiranti arrivisti, presenti, purtroppo, ovunque e anche in casa PDL. Ma, di fatto, Quarrata è in mano ad altri e la mappa della rappresentanza è tutta di stampo verticistico-lapenniano. Come può permettersi, allora, Lapenna, di rimproverare alla Simionato di avere tradito il suo elettorato, senza fare un attento esame di coscienza sulla risposta che il suo elettorato – quello su cui contava con assoluta certezza – gli ha rivolto, stornando il proprio voto su un piatto d’argento al candidato delle sinistre Bellandi? E come fa, Lapenna, dopo essere stato depennato dai suoi elettori, ad avere ancora la faccia di presentarsi a commentare moralisticamente le scelte altrui e a restare alla guida del coordinamento dopo una disfatta storica come quella di Capretto, unica subìta dal PDL nel centronord?
Quello che lamenta la Simionato, lo avevamo lamentato anche noi – pur se non abbiamo intrapreso alcuna azione di passaggio e non osiamo neppure per un istante pensarlo. Gran parte della gente del PDL – e su questo dovrebbe riflettere politicamente e non personalisticamente il coordinamento provinciale – ha espresso un netto no all’etica e all’ottica di Caligola che fece senatore il proprio cavallo Incitatus.
La gente è stufa di decisioni prese dal vertice. E ammesso pure che il PDL avesse la struttura che ha, se non ci fosse stata l’anima caligoliana a dominare in sottofondo, cosa avrebbe impedito al coordinatore provinciale di invitare a un tavolo tutti e di parlare delle scelte e delle candidature delle amministrative non per editti, ma su basi di ragionevole discussione e di accordo? In quel caso, se alla fine fossimo giunti alle stesse conclusioni (4 montecatinesi più il buon Bonacchi), tutto sarebbe stato assai diverso e non si sarebbe verificato quel trauma che – volente o nolente – Lapenna ha portato con un vento non di rinnovamento ma di tempesta.
Se vogliamo crescere, non è pensabile di poter andare avanti senza rinunciare a un po’ di quel potere che i vertici nazionali hanno messo in mano ai coordinamenti in nome di una libertà reale che nasce dalla discussione, dal confronto e dalla mediazione – e non già dall’investitura dei cavalieri fatta da un sovrano dopo una veglia d’armi che si chiama assoluta e ceca fedeltà non alle idee ma ai favori da ricambiare.
Daniela, non faremo quello che hai fatto tu, ma rispettiamo la tua scelta, perché abbiamo provato anche noi quel disagio di cui tu hai parlato a chiare lettere.
Auguri per il tuo futuro!

Mario Niccolai
Consigliere Comunale
Quarrata

3 commenti:

pfortunati@gmail.com ha detto...

allora parliamoci chiaro...Azzurro Donna non si assume e non si regala! Era, e dico era perché suppongo che oggi si dovrebbe chiamare PDL Donna (?), una carica elettiva.
L'Associazione Magna Carta è un'associazione culturale che pur riferendosi al pensiero di centro destra non è appannaggio di Forza Italia o del PDL tant'è vero che il Circolo di Firenze mi risulta presieduto da un distinto signore che, già parte attiva di Lotta Continua, ha trovato nel pensiero liberale una migliore rappresentazione delle sue attuali convinzioni pur senza far parte del PDL.
Se così non fosse io stessa rappresento Azzurro Donna a livello comunale (sempre di nomina regia) e non capirei perché non sia mai stata chiamata a condividere la benché minima scelta...

Paola Fortunati

Anonimo ha detto...

Oddio che argomentone! Oserei dire trasversale dal momento che dall'altra parte, proprio ieri sulla stampa, c'è la Serracchiani di turno a vagheggiare il ritorno al "centralismo democratico " di vetusta e antiquata memoria.... vetero-comunista e che pontifica quanto sia di inopportuno intralcio avere sensibilità diverse anche e soprattutto su temi eticamenti sensibili. Certo che siamo, politicamente, conditi bene... Una cosa è trasversalmente certa: mai e poi mai disturbare il manovratore di turno. Non è gradito. Mi chiedo come mai nessuno si interroghi su questa democrazia che ha, da tempo, abbandonato i canoni sperimentati e si avventura in ambiti e stili che solo qualche anno addietro avrebbero fatto inorridire i sinceri democratici. Niente di nuovo sotto il sole, comunque, se ci fu un secolo fa chi sentì l'obbligo morale di fare un appello aperto a tutti coloro che potevano sentirsi "liberi e forti".
raf

Anonimo ha detto...

C'è solo da vergognarsi, ma evidentemente codesta signora non sa cosa sia il pudore. Elettori trasversali un c. Quelle duecento preferenze, forse, possono essere trasversali, ma non certo i più di mille e cinquecento voti che ci vogliono per fare un consigliere. E poi la consigliera scrive sul suo blog: "Il mio impegno è costante. Tutto ciò per rispettare la vostra fiducia". Ma non si vergogna?
Ma poi, codeste "sioux", che mandano segnali... Segnali... di che, di fumo? E che vogliono, diventare presidentesse del che! Farebbe meglio a dare le dimissioni, se avesse la faccia! Almeno entrerebbe un galantuomo, un vero babà, uno che il consigliere comunale lo sa fare davvero! Che ha esperienza, di comune e di partiti! Ah Ah! Ma non ci facciano "starnazzare".
E ora si starà a vedere la superpolitica comunale della Lega... Ah ah! Bene bene! Certo la pensatina la signora non l'avrebbe fatta male... Un cervellino che funziona (immagina), in quel sottovuoto spinto, in quel nulla... cosa potrà diventare? Certo lei al Parlamento ce l'avrebbero portata! Bene bene! Basta immaginare le prospettive della Lega e vedere quello che c'è! Con un po' di pazienza e la faccina giusta. Ah ah ah! Gambetta Gambetta. Vedrai, ora, in quanti ci si viene alla Lega! Contento?
Così la consigliera non si sentirà sola. E il congresso, Gambetta, quando si fa? E ti conviene pensarci presto! Non credi?

Pasquino