martedì 25 ottobre 2011

Ma noi ridiamo con Merkel e Sarkozy .


No, noi non siamo indignati dalle risate «del marito di Carla Bruni», come ha detto con tono sprezzante il sottosegretario pidiellino Guido Crosetto. Non ci dà fastidio che il buon nome dell'Italia sia stato demolito in eurovisione dagli sghignazzi dei due leader più potenti del continente. Perché non sono Angela Merkel e Nicolas Sarkozy ad aver scalfito l'immagine del nostro paese, non sono loro ad averci fatto del male, ad aver calpestato la dignità del paese. È solo colpa di Silvio Berlusconi. È tutta colpa di Berlusconi. Ridevano di lui, non di noi. Gli italiani che vanno all'estero lo sanno: da più di un anno è così, siamo la barzelletta del mondo, siamo la Repubblica delle banane e del bunga bunga. Di chi è la colpa? Di chi ride o di chi fa ridere?

E allora non possiamo che ridere con loro. Non possiamo che accodarci ai sorrisi, sospesi a metà tra divertimento e compassione, che nascono spontanei al solo parlare di un vecchio satiro e del suo ectoplasma di governo, tenuto sotto scacco dagli umori di Scilipoti e dalle pernacchie di Bossi. Delle sue tristi capriole, delle sue pietose bugie, delle sue squallide vicende private, dei suoi pisolini in pubblico, della sua manifesta incapacità di guidare un paese che ha creduto in lui e che ora non vede l'ora di liberarsi della sua corte.
Ed è inutile che Franco Frattini, il ministro che ha permesso al Cavaliere di calpestare e piegare la politica estera italiana per i suoi privatissimi interessi, parli d i gesto “inopportuno” da parte del presidente francese. Altrettanto inutile che qualcuno, nel campo delle opposizioni, tiri fuori lo “spirito bipartisan” per difendere il paese dagli “stranieri”. Per difendere l'Italia serve solo una cosa: ribellarsi ora, subito, mettere fine a questo lunghissimo tramonto arcoriano. Mandare Berlusconi a casa e liberarsi dalla “maledizione della barzelletta” che ormai aleggia sulle nostre teste.
PS: Non è divertente che Silvio Berlusconi, il leader che si è vantato di aver portato nelle grigie stanze dei summit internazionali la diplomazia delle barzellette e delle pacche sulle spalle, finisca vittima di una risata (da parte, poi, di una austera e nordica cancelliera)? Ma al di là del contrappasso dal sapore dantesco, il Cav può gioire: finalmente ha fatto ridere qualcuno.
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