domenica 16 dicembre 2007

Sindaci fai da te

Lo diceva bene Cattaneo che «I comuni sono la nazione nel più intimo asilo della sua libertà». Al forum dei borgomastri del Veneto e della Lombardia il Senatur invita a non arretrare di fronte a magistratura e prefetti. Bossi ha definito i sindaci «EROI PADANI».L’Italia che si ostina a ostacolare, a tradire, a non voler realizzare il federalismo sta ricevendo, in questi giorni di dibattito parlamentate su sicurezza, legalità e immigrazione, una significativa lezione, in particolare dal forum dei sindaci leghisti organizzato da la Padania. Davanti ai sindaci del Carroccio riuniti nella redazione de La Padania, Umberto Bossi, che ha seguito il dibattito fino all’ultimo intervento, ha sostenuto le ordinanze dei sindaci leghisti di Cittadella e Caravaggio, messi sotto accusa dalla magistratura e contrastati dai prefetti, ma sostenuti dai colleghi amministratori e, soprattutto, dalle rispettive comunità. Il Prefetto di Bergamo ha diffidato la giunta di Caravaggio dal dare applicazione all’ordinanza sui matrimoni tra italiani e clandestini prefigurando addirittura il commissariamento di tutte e 43 le giunte che hanno già sottoscritto il documento. Il problema che si sta creando, infatti - e nel corso del dibattito molti sindaci l’hanno confermato - è tuttavia squisitamente politico, non giuridico: ci sono dei primi cittadini della periferia di questa Repubblica malandata e morente che, pur di tutelare le proprie comunità ignorate da Roma, stanno facendo qualcosa che mette a nudo il disinteresse e l’incapacità delle autorità centrali. E queste logicamente reagiscono d’istinto, sfiorando l’intimidazione e realizzando un clamoroso autogol. Più i sindaci del Carroccio vengono inquisiti e messi alla gogna dai media nazionali, infatti, più il Carroccio guadagna consensi, venendo percepito non più come “un” partito che si occupa di sicurezza ma come “il” partito che si occupa di sicurezza. Ed è un titolo ampiamente meritato sul campo, elaborando tecniche sempre nuove di resistenza civile e attuandole compattamente con tutto l’apparato di amministratori consegnato dai voti dei cittadini padani. Di fronte all'impotenza dello stato e all'ineriza del governo Prodi, ha ribadito Bossi, «l’unica speranza di dare una scossa al sistema viene dai sindaci». Prima del forum coi sindaci, il Segretario Federale ha incontrato l’azzurro Aldo Brancher. «È venuto qui - spiega sorridendo - per vedere se abbiamo una medicina per guarire Berlusconi...». Il fatto è che «per vincere dobbiamo restare uniti». Di questo il Senatur sta cercando di convincere il Cavaliere e Gianfranco Fini, e per questo ha telefonato a Pierferdinando Casini. Il sogno di Bossi è vederli tutti quanti di nuovo insieme a Milano, il 16 dicembre prossimo, sul palco della manifestazione organizzata dal Carroccio. L’impresa è ardua e a pensarci, a Bossi, viene quasi da ridere: «Col casino che è venuto fuori - sbotta -mi tocca pure fare il mediatore. Proprio io, che ho sempre fatto l’attaccante!».


1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Mario, ti faccio una riflessione per sottolineare ancora una volta come la penso su certe tematiche: a mio avviso l'immigrato che chiede la residenza dovrebbe dimostrare di avere un reddito, una dimora decorosa e/o decente e CHE SI ADEGUI ALLE NOSTRE LEGGI (esempio:niente burqua ecc, i rom se ne vadano in un altro paese dove la costituzione permetta loro di vivere senza lavorare e dove il furto non è considerato reato)...senza se e senza ma.
Chi sgarra va allontanato con un bel foglio di via nel migliore dei casi, nel peggiore espulso senza pietà...non possiamo permetterci di perdere tanto tempo, abbiamo già troppi problemi in casa nostra.
Questo governo per risolvere il problema cosa ha fatto? ci ha regalato l'indulto: VERGOGNA!
Ed i sindaci di centrosinistra preferiscono la via del buonismo e del permissivismo...quando invece ora più che mai servirebbe perseguire la strada del pugno duro e della tolleranza zero altrimenti è inutile che ci lamentiamo se in Italia, ma anche a Quarrata, sul fronte della sicurezza le cose non vanno.