sabato 1 dicembre 2007

Sottoscrivo in pieno

… Rimango dell’idea che il berlusconismo, con la creazione del centrodestra (inedita per la storia d’Italia) abbia rappresentato un vero e proprio capolavoro politico. Dunque sono e resto "Berlusconiano". Ma oggi secondo me, Berlusconi sbaglia. Intendiamoci, sono stato sfiorato anche io dalla tentazione dell’opportunismo (ma chi me lo fa fare?) poi però ho pensato che la stima che nutro per Berlusconi mi imponevano di esporre lealmente i miei pensieri…… La morale della favola che ne ricavo è semplice. E' vero che la CDL deve essere superata. Ma in negativo o in positivo?
… La scorciatoia di creare una Forza Italia allargata non costituirà (come già si vede in questi giorni) un'evoluzione positiva, ma segnerà la rottura di una storia comune (inedita appunto) che andrebbe difesa e tutelata.In altri termini, il partito di San Babila che, in pochi minuti ha sciolto Forza Italia (ma valeva cosi poco?) non si caratterizza come un partito unitario ma come un nuovo partito del leader che punta ad allargare il suo consenso attraverso "l'annessione" di altre forze politiche o dei suoi elettori...
Attenti non siamo nel '94. Allora la famosa "gente" chiedeva facce nuove. Ora le facce nuove abbondano, ma si è capito che non basta. Oggi la "gente" vuole facce serie. Alla politica non chiede stati di perenne rivoluzione o eccitazione, ma serietà, qualità, competenza, amore per il bene comune. Quando Berlusconi risponde a Fini e Casini "a noi gli elettori a voi il progetto" non è lui ad aver ragione. La politica, infatti, non può essere solo marketing. Quest'ultimo è necessario. Ma solo come condimento di una pietanza che è rappresentata dalla forza del progetto.
Non vorrei che ora Berlusconi contraddicesse la sua stessa storia. Un esempio, ha favorito il compimento della democrazia italiana, il superamento della guerra civile, aiutando Fini a creare una destra moderna. Ora non può tornare a coltivare destre antiche. Cosi perlomeno non si va verso il partito dei moderati…
Infine una precisazione: io resto dove sono, nel centrodestra che oramai è la mia casa, che amo, promuovendo i valori cristiano-liberali…
Non mi sento di aderire al nuovo partito fino a che non avrò capito tre cose che finora, certo per mio difetto, non ho chiare; la natura del suo progetto politico, l'esistenza di regole democratiche di partecipazione, la possibilità di rinunciare alle scorciatoie e di riprendere il percorso costituente iniziato e che resta l'obiettivo del mio lavoro politico.
Ferdinando Adornato, intervista a "Libero" - 27/11/07

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