domenica 11 maggio 2008

I SOCIALISTI NON SONO MORTI, SONO ANDATI AL GOVERNO


Tremonti è ministro dell’economia, Frattini degli Esteri, Sacconi del Welfare, Brunetta dell’innovazione teconologica. E Cicchetto è presidente dei parlamentari del Pdl. Il PSI non c’è più, e da un bel po’ di tempo. E coloro che si sono presentati alle elezioni con il simbolo socialista non sono in parlamento: Eppure nel governo Berlusconi, chi si è formato, seppur in modo diverso, negli anni del craxismo, si trova oggi ad occupare ministeri chiave.
Non sarà rinato il garofano – guai a dirlo tra i socialisti – ma la novità non è da poco. E non è affatto sfuggita all’ex ministro Rino Formica, una vita nel PSI: “E’ il punto conclusivo della strategia antisocialista dei post comunisti che ha sempre privilegiato l’asse con ciò che restava della sinistra DC”, dice. E aggiunge:” bisogna vedere come si svilupperà la dialettica politica nel centrodestra tra la destra moderata, i cattolici liberali e i socialisti. Ma questi sono più forti per ragioni di identità e di tradizione. Le biografie dei singoli ministri parlano chiaro in materia. Quella di Tremonti ad esempio, già professore di simpatie socialiste quando scrisse un libro le 100 tasse degli italiani in cui diceva che alcune tasse era più costoso tenerle che toglierle. Poi lavorò con l’allora ministro Formica. O quella di Frattini, che è stato nel PSI da tecnico, per poi divenire sottosegretario di Amato nel 1992. Insomma i socialisti sono tornati. Dice Giuliano Cazzola: “ non c’è una corrente socialista strutturata nel Pdl, ma Forza Italia non è un grosso centro di elaborazione politica. Non ha una struttura, non ha centri culturali. E quindi noi socialisti abbiamo trovato uno spazio di elaborazione. Una cosa è certa per Cazzola: i quattro ministri si sentono socialisti, tanto che i democristiani l’hanno presa male. A sentire chi viene da quella tradizione, il PSI targato Craxi è destinato a lasciare un marchio in questo governo. Sul Welfare, in primo luogo. Basti vedere il profilo di Sacconi: ha sviluppato importanti iniziative legislative in campo bancario o sul tema della riforma del pubblico impiego. Poi è stato sottosegretario al tesoro nel 87 E infine, l’incontro con Biagi, altro socialista che, dice Cazzola, “gli ha segnato la vita: ora sente l’obbligo morale di continuare l’attività di Biagi. Le linee di azione del neo minisrtro del Welfare, non sono affatto estranee al riformismo socialista: passaggio dal Welfare al Workfare, Flexicurity, meritocrazia. Se sentirebbe, eccome, l’impronta del PSI di Craxi. Che nella conferenza programmatica di Rimoni mise in archivio “la sociologia pietrificata delle classi” a vantaggio di una società dei meriti e dei bisogni”. Oggi si chiama Welfare delle opportunità ma, dice Cazzola, il senso è lo stesso. E Formica da Capogruppo del PSI aveva come vice Sacconi e da Ministro del Lavoro aveva come consulente Brunetta afferma: Sul lavoro eravamo molto innovativi, oltre ai meriti e ai bisogni, scrivemmo un libro bianco dove prevedevamo che nell’arco della vita uno facesse più lavori e quindi servisse un aggiornamento continuo. Oggi lo dicono tutti. E la politica estera? Forse Frattini è un po’ più filoatlantico del PSI? Neanche tanto, Craxi era un amico di Arafat ma fece la scelta degli euromissili. Mica era uno scherzo.


Dal Riformista del 10 maggio 2008.

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