venerdì 2 maggio 2008

La presunzione dei perdenti


L’ironia dello striscione riportato nella foto è piuttosto palese. Eppure, a pensarci bene, di errori Walter Veltroni (e con lui i suoi consiglieri del Pd) ne ha commessi parecchi ed i suoi sbagli hanno avuto una serie di conseguenze e ripercussioni imprevedibili e, forse, difficili da superare almeno nel breve e medio periodo.
Certo, se la si pensa diversamente dal leader del Pd, come non ringraziarlo di aver tolto dai piedi dei poveri italiani Romano Prodi ed il suo esecutivo? E del fatto che nessun partito vetero-comunista è rappresentato in Parlamento, ne vogliamo parlare? Lo sganassone (elettorale) rimediato a Roma dall’ex vicepremier Francesco Rutelli (e dello schieramento Ulivo style del quale era a capo) fa parte della storia di queste ore ed i commenti sono ancora “caldi”…Eppure c’è una cosa per la quale non ringraziare Veltroni: l’apparentamento con l’Italia dei Valori di Di Pietro. Prima WV ha sbandierato ai quattro venti il suo “corriamo da soli”, poi (per essere coerente con lo slogan di cui sopra) ha chiuso le porte in faccia ai socialisti di Boselli per poi aprire quelle stesse porte al movimento dell’ex pm. Senza quell’apparentamento (e con l’umile 4,3% ottenuto sia alla Camera che al Senato) la rappresentanza dell’IdV sarebbe assai più esigua, quasi inesistente.Adesso nel Pd si dovrà necessariamente aprire la fase della resa dei conti (il cambiamento di linea politica, per dirla in politichese spicciolo) al termine della quale qualcuno potrebbe anche uscire piuttosto malconcio. Di certo a Roma, con Francesco Rutelli, ha perso anche il sindaco uscente e la sua giunta con le loro, per dirla con Paolo Guzzanti, “presunzione degli intellettuali, la spocchia degli intellettuali, l’arroganza, l’ignoranza degli intellettuali”. L’altro giorno l’elettorato romano ha punito il “veltronismo”; il “caso” vuole che l’ex Primo cittadino capitolino ora sia il leader del Pd. Altro che “tenere botta”.


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