Fervono i preparativi per la prossima campagna elettorale, in casa pidiellina. A lasciare il posto, il Cavaliere non ci pensa nemmeno (e non tragga in inganno la decisione di far parlare Angelino al posto suo, durante il voto di fiducia che ha visto la nascita ufficiale della grande coalizione all'italiana : a decidere è sempre lui). E già si sente rinvigorito all’idea di chiamare in piazza milioni di suoi sostenitori che - ne è convinto - dovrebbero sospingerlo assieme al suo partito ancora una volta verso Palazzo Chigi (confidando magari nella "poca memoria" degli italiani...). Il programma c’è già: nonostante le parole al miele dispensate in pubblico al nuovo premier, il leitmotiv portato già avanti da giornali e colonnelli sarà l'opposizione al governo liberal-democratico di Mario Monti.
Lo si capisce bene dalle parole sottilmente “ricattatorie” dei capigruppo Cicchitto e Gasparri, i quali hanno condito i loro discorsi con minacce nemmeno tanto velate riguardo la durata dell’esecutivo e con punture velenose che non sono certo passate inosservate, tanto da spingere il nuovo premier a rispondere in aula. E lo si capisce ancora meglio sfogliando il giornale di famiglia, "spia" della vera linea che il Cav intende seguire nei prossimi mesi.
La parabola del Cavaliere è così compiuta. Da Margaret Thatcher - agli albori della compianta rivoluzione liberale - e passando per Vladimir Putin - negli anni del “lettone” e delle dacie - ora Silvio ha forse trovato il suo nuovo modello: Hugo Chavez. L'italico nemico dei "poteri forti" avanza, e chissà che la sinistra estrema non si appresti ad abbracciare il suo nuovo leader carismatico (la destra estrema l’ha già fatto). Contro le banche, contro i potentati, contro i "grandi giornali", contro gli industriali e il Vaticano, gli Stati Uniti e Bruxelles, contro il gaullista Sarkozy e contro la democristiana Merkel: Silvio sarà in prima linea, pronto a difendere "el pueblo".
E per adeguarsi c’è anche chi, nel Pdl, si è schierato al fianco degli studenti indignati, che hanno marciato ieri in molte città italiane. La manifestazione del 15 ottobre e i toni da “anni di piombo” dell’allora maggioranza sono un lontano ricordo. In fondo, come ha scritto Annalisa Terranova, «se è contro Monti, va bene pure Er Pelliccia»...
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