Volti nuovi, per dire basta al solito teatrino della politica, perché in Italia si pagano troppe tasse e ci sono troppe leggi a causa di una burocrazia pasticciata e lenta. Sì, ma poi? Ascoltare Matteo Renzi e le sue non-proposte per l’Italia di domani significa per un momento tornare al 1993, quando un ricco e sfrontato imprenditore diceva più o meno le stesse cose. Con l’uso smodato di slogan e battute, con sorrisi ammalianti ma senza poi tanta concretezza, con quel fare rassicurante da vicino di casa che si preoccupa di tutto e di tutti.
Una velocità e una leadership, parafrasando Pippo Civati, uno che Renzi lo conosce bene, che stanno al sindaco di Firenze come allo stesso modo stavano al re delle televisioni private nelle sue prime uscite da salvatore della patria. Renzismo e berlusconismo si assomigliano, fino a intrecciarsi. Perché alla fine dicono tutto e niente. Basta rivedere il video della kermesse andata in scena alla Leopolda, per accorgersi che tra le parole magiche pronunciate da Renzi manca quella del conflitto di interessi. Solo un caso? E allora ha ragione l’ex calciatore del Milan Billy Costacurta, che intervistato dal Fatto Quotidiano di oggi annuncia il suo voto pro Renzi perché è come Silvio. Nulla di male, basta saperlo.
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