Fini ha vinto e il Pdl ha perso. Chi l’ha detto? Un deputato futurista? Uno degli “eretici finiani” cacciato dal partito del predellino e ora felice spettatore del tracollo berlusconiano? No. A dirlo è stato Gianfranco Rotondi, ministro per l’Attuazione del programma, democristiano doc, fedelissimo del premier e acerrimo nemico del governo Monti (ha minacciato di dimettersi da parlamentare, qualora l’ex commissario europeo varcasse la soglia di Palazzo Chigi con un esecutivo di larghe intese al seguito).
Il ministro - che qualche sera fa si confrontava proprio con il presidente della Camera negli studi di Ballarò - ha dunque riconosciuto la sconfitta, con una telefonata al vicepresidente di Futuro e libertà Italo Bocchino. «La mia coscienza mi ha suggerito un gesto di galateo come i sindaci sconfitti fanno col vincitore: ho chiamato Italo e ho riconosciuto che ha vinto lui, perché Fini resta presidente della Camera e noi andiamo a casa. Onore al merito del combattente che ci ha battuto».
E ora Rotondi si organizza. Franco De Luca, anche lui deputato del Pdl ed esponente della Dca avvisa: «I sopravvissuti della Prima repubblica si aggrappano a Monti sperando di prenotare la Terza, ma li aspetta il vento del Nord che stavolta soffierà anche a Sud; se Berlusconi rompe il centrodestra congeda la Lega e spacca il Pdl: così darà partita vinta a chi voleva la sua fine politica». Ieri, tutta la delegazione della Dca in Parlamento (il ministro Rotondi, De Luca e il senatore Mario Cutrufo) ha annunciato le dimissioni se il Pdl appoggerà il governo di Mario Monti: un modo, hanno spiegato, per consentire al partito di Berlusconi di avere comunque i voti, con il subentro dei primi non eletti, se riterrà di appoggiare una soluzione tecnica.
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