Dopo più di dieci anni, nulla è cambiato. C’è il leader del centrodestra, c’è una solerte procura della Repubblica, c’è un quotidiano ben schierato. Berlusconi, Napoli, Repubblica. L’accusa, stavolta, è di quelle che farebbero ridere a crepapelle pure il più integerrimo degli inquisitori vaticani, di quelli che in nome di principi e dogmi mandavano al rogo streghe, più presunte che tali, o scienziati, più veri che presunti. Già, perché a Silvio Berlusconi viene imputato dalla calciopolata Procura partenopea di aver tentato di corrompere un manipolo di senatori, a cominciare dal simpatico oceanico Randazzo, quello che poi ha annunziato urbi et orbi il tentativo d’aggancio berlusconiano. Soldi per far cadere il Governo…basterebbe un’assenza, dai! Questo è il succo delle intercettazioni, delle quali Repubblica (ma va’!) è entrata in possesso, tanto da sbatterle in prima pagina. Figurarsi, c’era di mezzo l’uomo di Arcore.
Tuttavia la vicenda desta tristezza, perché se questo è davvero reato, c’è davvero da mettersi le mani nei capelli. Che pensassero ai rifiuti che insozzano e deturpano una città che potrebbe essere tra le più belle d’Europa, pensassero a combattere in modo drastico la camorra, invece di dedicarsi alle presunte (e vane, tra l’altro) compravendite di senatori. Perché nessuno dei bravi piemme non si domanda la causa di certi dietrofront di parlamentari unionisti, abili a mettersi in bilico per poi dire sì a Mortadella, guardacaso dopo intensi colloqui con il Capo del Governo? Forse guardare pure dall’altra parte, dalla loro parte, sarebbe utile e corretto. Aiuterebbe ad aprire le menti ricolme di odio ideologico nei confronti di Berlusconi, l’uomo che nel 1994 impedì l’ascesa al governo del PDS occhettiano. Va detto, tuttavia, che a sinistra, per fortuna, non tutti sono così scemi (o pazzi). Il Sindaco-filosofo di Venezia, Cacciari, ha replicato in modo chiaro e netto: “Sono solo puttanate“. Il Randazzo, vittima designata della avances del Cavaliere, fa sapere che non riesce a smettere di ridere.
Fa bene, perchè questa storia, nella sua tragica tristezza, è divertente. Non è paradossale. Siamo in Italia, signori. Queste cose capitano. Unici al Mondo. Dura lex, sed lex.
Tuttavia la vicenda desta tristezza, perché se questo è davvero reato, c’è davvero da mettersi le mani nei capelli. Che pensassero ai rifiuti che insozzano e deturpano una città che potrebbe essere tra le più belle d’Europa, pensassero a combattere in modo drastico la camorra, invece di dedicarsi alle presunte (e vane, tra l’altro) compravendite di senatori. Perché nessuno dei bravi piemme non si domanda la causa di certi dietrofront di parlamentari unionisti, abili a mettersi in bilico per poi dire sì a Mortadella, guardacaso dopo intensi colloqui con il Capo del Governo? Forse guardare pure dall’altra parte, dalla loro parte, sarebbe utile e corretto. Aiuterebbe ad aprire le menti ricolme di odio ideologico nei confronti di Berlusconi, l’uomo che nel 1994 impedì l’ascesa al governo del PDS occhettiano. Va detto, tuttavia, che a sinistra, per fortuna, non tutti sono così scemi (o pazzi). Il Sindaco-filosofo di Venezia, Cacciari, ha replicato in modo chiaro e netto: “Sono solo puttanate“. Il Randazzo, vittima designata della avances del Cavaliere, fa sapere che non riesce a smettere di ridere.
Fa bene, perchè questa storia, nella sua tragica tristezza, è divertente. Non è paradossale. Siamo in Italia, signori. Queste cose capitano. Unici al Mondo. Dura lex, sed lex.
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