Non si placa l’ira di Gianfranco Fini. I suoi toni sono più duri del solito. Tanto da sembrare oggi quelli di un avversario politico più che quelli più concilianti di un alleato storico con il quale Silvio Berlusconi ha condiviso per anni valori, ideali e ben cinque anni di governo, il che di questi tempi non è poco. Certo, il Cav non è persona facile. Quando parte in quarta sembra un treno in corsa che nessuno riesce più a fermare. Ha grandi pregi ed un carisma naturale che pochi possono vantare, ma i difetti a volte sono altrettanto grandi come la sua ingombrante personalità.
Difficile però farglieli notare soprattutto quando è capace come nessuno di ribaltare d’improvviso la situazione con un guizzo di genio o un colpo di testa dei suoi, come gli abbiamo sempre visto fare fin da quando nel lontano 1994 scese per la prima volta in campo inventandosi un partito che ancora oggi domina la scena politica italiana. Insomma, Berlusconi è Berlusconi! E poco ci può fare anche Gianfranco Fini, che peraltro ho sempre stimato ed apprezzato come uomo e come politico. Per questo oggi, come tanti credo, resto particolarmente amareggiato nel sentirlo parlare come un avversario e con un livore che non appartiene al suo stile.
Mi auguro che Fini e Berlusconi sappiano ritrovare presto l’intesa di un tempo, prima che sia troppo tardi. Mi auguro che prevalga il comune senso di responsabilità, l’attaccamento ai valori e agli ideali per i quali insieme hanno combattuto e conquistato la fiducia di quella metà del paese che altro non attende che di tornare alle urne per confermarli come loro leader alla guida del paese. Si confrontino entrambi lealmente lontano da giornalisti e telecamere. Si affrontino faccia a faccia e se le cantino una volta per tutte come si deve, ma poi cerchino almeno un buon motivo per ritrovare la strada del buon senso e di una plausibile riconciliazione. Perché questo vuole la gente, questo si aspetta oggi il popolo della libertà.
Difficile però farglieli notare soprattutto quando è capace come nessuno di ribaltare d’improvviso la situazione con un guizzo di genio o un colpo di testa dei suoi, come gli abbiamo sempre visto fare fin da quando nel lontano 1994 scese per la prima volta in campo inventandosi un partito che ancora oggi domina la scena politica italiana. Insomma, Berlusconi è Berlusconi! E poco ci può fare anche Gianfranco Fini, che peraltro ho sempre stimato ed apprezzato come uomo e come politico. Per questo oggi, come tanti credo, resto particolarmente amareggiato nel sentirlo parlare come un avversario e con un livore che non appartiene al suo stile.
Mi auguro che Fini e Berlusconi sappiano ritrovare presto l’intesa di un tempo, prima che sia troppo tardi. Mi auguro che prevalga il comune senso di responsabilità, l’attaccamento ai valori e agli ideali per i quali insieme hanno combattuto e conquistato la fiducia di quella metà del paese che altro non attende che di tornare alle urne per confermarli come loro leader alla guida del paese. Si confrontino entrambi lealmente lontano da giornalisti e telecamere. Si affrontino faccia a faccia e se le cantino una volta per tutte come si deve, ma poi cerchino almeno un buon motivo per ritrovare la strada del buon senso e di una plausibile riconciliazione. Perché questo vuole la gente, questo si aspetta oggi il popolo della libertà.
Dal blog di Michele Perrone
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